noia1
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mercoledì 16 aprile 2014
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tributo non all'altezza dell'originale
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Un regista si trova ad un passo dal dover presentare la sceneggiatura per il suo ultimo film, il solo problema sta nel fatto che di quella sceneggiatura non ha scritto nemmeno una parola trovandosi in una profonda crisi creativa. Fugge da tutti mentre intorno a lui si ripresentano, in forma reale o solo fantasiosa, tutte le donne più importanti della sua vita pronte a fargli tornare quell’ispirazione che la gloria e i soldi gli hanno rubato. Un elogio a otto e mezzo, il più importante film di Fellini, e all’Italia in generale con un cast che, esclusi gli attori principali, è dissipato di attori italiani. Un film però che non fa il botto, le musiche non sono travolgenti, la trama non raggiunge mai quell’esagerazione che ispira dall’inizio alla fine e non si esce mai dagli schemi che il film stesso pare voglia rompere.
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Un regista si trova ad un passo dal dover presentare la sceneggiatura per il suo ultimo film, il solo problema sta nel fatto che di quella sceneggiatura non ha scritto nemmeno una parola trovandosi in una profonda crisi creativa. Fugge da tutti mentre intorno a lui si ripresentano, in forma reale o solo fantasiosa, tutte le donne più importanti della sua vita pronte a fargli tornare quell’ispirazione che la gloria e i soldi gli hanno rubato. Un elogio a otto e mezzo, il più importante film di Fellini, e all’Italia in generale con un cast che, esclusi gli attori principali, è dissipato di attori italiani. Un film però che non fa il botto, le musiche non sono travolgenti, la trama non raggiunge mai quell’esagerazione che ispira dall’inizio alla fine e non si esce mai dagli schemi che il film stesso pare voglia rompere. Tutto il carisma di Daniel Day - Lewis non basta per far fare quel salto di qualità che ci si aspetterebbe da film come questi, resta comunque un buon modo per non buttare completamente nel cesso due ore della propria vita.
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tiamaster
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lunedì 10 ottobre 2011
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prima,ora.
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qualche decennio và c'era un regista incredibilmente dotato,che si chiamava federico fellini.rob marshall regista del capolavoro chicago e del più banalotto pirati 4,ci ricorda quanto eravamo bravi ai tempi e ci invita a tornare al nostro massimo splendore.gli americani si sà,sono IMBATTIBILI per quanto riguarda il mondo dello spettacolo,ai tempi erano bravi anche più di noi,creavano giorno dopo giorno un sacco di capolavori (qualcuno volò sul nido del cuculo,il posto delle fragole,via col vento,giorni perduti,il cacciatore,apocalypse now,il padrino ecc.) ora noi e loro ci siamo ridotti in fatto a bravura,e anche se meno bravi di allora,loro continuano a essere migliori,cert,ma non per questo ci devono sgridare sul nostro calo di qualità,visto che non hanno fatto di meglio.
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qualche decennio và c'era un regista incredibilmente dotato,che si chiamava federico fellini.rob marshall regista del capolavoro chicago e del più banalotto pirati 4,ci ricorda quanto eravamo bravi ai tempi e ci invita a tornare al nostro massimo splendore.gli americani si sà,sono IMBATTIBILI per quanto riguarda il mondo dello spettacolo,ai tempi erano bravi anche più di noi,creavano giorno dopo giorno un sacco di capolavori (qualcuno volò sul nido del cuculo,il posto delle fragole,via col vento,giorni perduti,il cacciatore,apocalypse now,il padrino ecc.) ora noi e loro ci siamo ridotti in fatto a bravura,e anche se meno bravi di allora,loro continuano a essere migliori,cert,ma non per questo ci devono sgridare sul nostro calo di qualità,visto che non hanno fatto di meglio.la trama del film non esiste è piattissima,il cast eccezzionale viene sprecato in un musical dove le canzoni sono tutte praticamente identiche a chicago,e le coreografie 1000 volte peggio.una pessima "sgridata" da chi non ha fatto meglio di noi,il film orrendo.
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[+] il posto delle fragole?
(di paolo salvaro)
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francesco2
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domenica 2 gennaio 2011
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perché ritornare sui luoghi dei delitti?
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Sarà anche vero che non si voleva fare un remake del capolavoro di Fellini; che questo innocuo ed un pò fastidioso filmetto si ispira piuttosto ad un musical del 1982; ma secondo me, chi abbia visto e ammirato ) o forse anche disprezzato) l'opera del maestro di Rimini non può non avvertire in quest'opera una sesazione sgradevole,, della "Violazione di un capolavoro", anche se ovviamente gli anti-felliniani non la penseranno così. Al di là dell'osservazione (Peraltro penso intelligente) che le sigarette di day-Lewis valgono quelle di Mastroianni, il prim(issim)o accostamento è ad un livello superficiale (?) la galleria femminile di corpi che affollano (Spesso mi è parso così, mi spiace usare questo linguaggio) la dimensione metacinematografica di questo uomo/artista (?) in crisi di identità.
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Sarà anche vero che non si voleva fare un remake del capolavoro di Fellini; che questo innocuo ed un pò fastidioso filmetto si ispira piuttosto ad un musical del 1982; ma secondo me, chi abbia visto e ammirato ) o forse anche disprezzato) l'opera del maestro di Rimini non può non avvertire in quest'opera una sesazione sgradevole,, della "Violazione di un capolavoro", anche se ovviamente gli anti-felliniani non la penseranno così. Al di là dell'osservazione (Peraltro penso intelligente) che le sigarette di day-Lewis valgono quelle di Mastroianni, il prim(issim)o accostamento è ad un livello superficiale (?) la galleria femminile di corpi che affollano (Spesso mi è parso così, mi spiace usare questo linguaggio) la dimensione metacinematografica di questo uomo/artista (?) in crisi di identità. Ma questo si ricollega al livello più profondo, il tentativo di ricreare quella commistione tra vita e cinema di "Otto e mezzo". Per approdare a questo, Marshall propone una sceneggiatura assurda di produttori- di mea età-barbuti e giornalisti vuoti, non nella sfumatura coroniana del termine ma in quanto figurine, e sono generoso, prive di spessore; questa sì è una rappresentaione di quel mondo che annoia, altro che "Somewhere" della Coppola. Ma a parte queste figure femminili raramente esplorate sottopelle, tranne, soprattutto nell'ultima parte, qualche eccezione come la frase della moglie
"TU ti assolvi nel cinema per farlo anche nella realtà "(Anzi non è una citazione precisa, credo che la sto banalizzando, anche se pure per questo motivo qualcuno ha parlato di una dimensione religiosa del film), ci sono altre cose che girano a vuoto. Sappiamo che questo personaggio era un (Vero?Presunto?) amatore, ma quanta differenza con Fellini, per cui un omaggio al cinema era anche dimostrazione di affetto per la donna, e viceversa). A questi amori e amoretti bozzettistici Marshall unisce dei siparietti musicali che, come in altri musical (appunto) avrebbero il senso di chiarire ed illustrare meglio il senso (?) di questo film. Ma spesso le canzoni funzionano poco e male, e in certi punti hanno addirittura la (Dis) funzione di consolidare certi stereotipi in cui il film cade di suo( LA scena di Sofia Loren madre, che dovrebbe proteggere il protagonista dal mondo ,ricorda il peggior Tornatore). Una serie di iparietti slegati tra di loro, come quello col cardinale o quello con la gornalista interpretata da Kate Hudson). Solo, mi ripeto, l'ultima parte funziona un pò di più, perché si approfondisce meglio il disagio del protagonista e della moglie, e le canzoni svolgono meglio la loro funzione. A chi obietti che questo film ha un significato più profondo di Chicago, ben(?) esplicitato alla fine, cioé che il protagonista ammette di non avere un copione per il film quando si accorge che la sua vita è un fallìimento ( E decide di regolarsi di conseguenza), si potrebbe obiettare che il punto è proprio questo. Il regista ha preteso troppo da sé stesso, anzi volendo essere un pò cattivi si potrebbe ricordare che questo Guido è fin troppo un suo alter-ego, tanto il risultato tangibile è sostanzialmente arraffazzonato e pretenzioso.
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nicole64
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giovedì 18 novembre 2010
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vero musical, falso remake.
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Questo musical, nonostante sia un remake di uno dei capolavori italiani più conosciuti (anche se si è ripetuto più volte che non lo è), è un film veramente originale, la storia non è noiosa e monotona, le canzoni sono motlo orecchiabili e le coreografie veramente uniche, senza tralasciare che questa pellicola ha un cast eccezionale, a partire da Daniel Day Lewis fino alla bellissima e bravissima Nicole Kidman. Noi italiani dobbiamo smetterla di vivere di rendita, dobbiamo smetterla di fare film mediocri (perché i cinepanettoni sono quelli che ci rendono ormai un'industria rovinata) e capire che gli americani hanno solamente voluto, attraveso questo film appunto, rendere omaggio a quei cult che hanno fatto di noi il cinema che tutti hanno sempre invidiato ma che adesso è ormai in decadenza.
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Questo musical, nonostante sia un remake di uno dei capolavori italiani più conosciuti (anche se si è ripetuto più volte che non lo è), è un film veramente originale, la storia non è noiosa e monotona, le canzoni sono motlo orecchiabili e le coreografie veramente uniche, senza tralasciare che questa pellicola ha un cast eccezionale, a partire da Daniel Day Lewis fino alla bellissima e bravissima Nicole Kidman. Noi italiani dobbiamo smetterla di vivere di rendita, dobbiamo smetterla di fare film mediocri (perché i cinepanettoni sono quelli che ci rendono ormai un'industria rovinata) e capire che gli americani hanno solamente voluto, attraveso questo film appunto, rendere omaggio a quei cult che hanno fatto di noi il cinema che tutti hanno sempre invidiato ma che adesso è ormai in decadenza.
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giacomogabrielli
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venerdì 22 ottobre 2010
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italian. ****
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Bellissimo ritratto dell'Italia degli anni d'oro del cinema. Musical sulle vicende di Guido Contini, regista all'apice della sua carriera, che tra amori e difficoltà è in attesa di battere il primo ciak del suo nuovo attesissimo film.
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Bellissimo ritratto dell'Italia degli anni d'oro del cinema. Musical sulle vicende di Guido Contini, regista all'apice della sua carriera, che tra amori e difficoltà è in attesa di battere il primo ciak del suo nuovo attesissimo film. Musiche di Andrea Guerra. Coprodotto da Cattleya. ITALIAN | ****
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nicole64
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giovedì 30 settembre 2010
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nine, un messaggio per noi italiani.
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Io penso invece che questo non sia un remake inutile, penso, infatti, che sia un messaggio al cinema italiano, che una volta era il cinema che veniva invidiato da tutti, che una volta era il cinema che veniva sempre messo avanti e che ogni film che facevano veniva sempre apprezzato e nominato gli oscar. Oggi invece abbiamo i cinepanettoni e i piccoli film che vengono sempre stroncati dalla critica internazionale. Questo è un musical pieno, con un cast eccellente e coreografie spettacolari. Secondo me siamo talmente convinti che il nostro cinema sta cadendo, che se gli altri osano toccare i maestri di una volta ( in questo caso Fellini) allora ci arrabbiamo e diventiamo subito freddi.
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Io penso invece che questo non sia un remake inutile, penso, infatti, che sia un messaggio al cinema italiano, che una volta era il cinema che veniva invidiato da tutti, che una volta era il cinema che veniva sempre messo avanti e che ogni film che facevano veniva sempre apprezzato e nominato gli oscar. Oggi invece abbiamo i cinepanettoni e i piccoli film che vengono sempre stroncati dalla critica internazionale. Questo è un musical pieno, con un cast eccellente e coreografie spettacolari. Secondo me siamo talmente convinti che il nostro cinema sta cadendo, che se gli altri osano toccare i maestri di una volta ( in questo caso Fellini) allora ci arrabbiamo e diventiamo subito freddi. La verità è che Nine è un film bello, e se non ci fosse stato il film di Fellini a causargli tutte queste crtiche negative, sarebbe stato un capolavoro. Quindi, in poche parole... dobbiamo aprire gli occhi e smetterla di fare altri errori.
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nalipa
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mercoledì 22 settembre 2010
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grande cast, un p' sprecato
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veramente un po' sprecato.
Mi aspettavo un gran musical, invece... Day-Lewis, la Cruz e la Dench bravi ma non sufficenti a salvare il film.
Però mi ha fatto piacere che Mastandrea, Giordano e Tognazzi sono decisamente bravi.
Marshall poteva evitare di dire di essersi ispirato a Fellini.
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luigi8421
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venerdì 17 settembre 2010
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film troppo noioso
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Che dire, ero andato al cinema con tutte le migliori intenzioni, visto che adoro i musical, ma a parte qualche canzone decente, questo film è di una noia e di una lentezza inimmaginabile.
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lisbeth.s
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giovedì 22 luglio 2010
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pubblicità troppo esplosiva illude gli spettatori.
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Nine lo descriverei come una sorta di film vuoto, che però riesce a lasciarti qualcosa. Ambientato nella metà degli anni '60, il film non racconta la storia del protagonista (Guido Contini), ma ciò che gli passa per la testa. Ci descrive quello che vede coi suoi occhi da regista. Si può dunque affermare che il film non presenta una vera e propria trama: è un punto fermo, nel quale più donne girano attorno al protagonista senza poterlo conquistare. Attraverso canzoni e danze mozzafiato, il film ci presenta la personalità dei personaggi e l'amore che le donne provano per Guido. Guido Contini viene presentato come un personaggio ambiguo, abilmente bugiardo, sognatore e amato da tutti. Strettamente legato alla madre (S.
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Nine lo descriverei come una sorta di film vuoto, che però riesce a lasciarti qualcosa. Ambientato nella metà degli anni '60, il film non racconta la storia del protagonista (Guido Contini), ma ciò che gli passa per la testa. Ci descrive quello che vede coi suoi occhi da regista. Si può dunque affermare che il film non presenta una vera e propria trama: è un punto fermo, nel quale più donne girano attorno al protagonista senza poterlo conquistare. Attraverso canzoni e danze mozzafiato, il film ci presenta la personalità dei personaggi e l'amore che le donne provano per Guido. Guido Contini viene presentato come un personaggio ambiguo, abilmente bugiardo, sognatore e amato da tutti. Strettamente legato alla madre (S. Loren), Guido ha intenzione di girare un film intitolato "Italia" senza sapere però da dove iniziare. Il regista Contini vede nel suo film le donne che lo hanno accompagnato nella sua vita: la moglie(Luisa), l'amante(Carla), la giornalista americana(Stephanie), la sua "donna d'infanzia"(Saraghina), la sua attrice preferita(Claudia), la sua costumista(Lilly) e la madre. Inoltre, si ha la doppia personalità del protagonista, data dalla presenza di Guido bambino, senza il quale il Guido adulto non può fare a meno per far fruttare la sua fantasia da regista: infatti Contini si definisce un adulto con la mente di un bambino di 10 anni.
Il film è, a mio parere, ben fatto e soddisfacente, ma il pubblico può non ritenersi soddisfatto per una serie di fattori: 1) il trailer italiano è stato talmente emozionante e esplosivo che non si è soffermato a descrivere quello che il film vuole realmente affrontare; questo ha aumentato le aspettative del pubblico, che però non sono state soddisfatte nella durata del film. 2) il doppiaggio è stato volutamente "italianizzato" e il pubblico non si aspettava qualcosa del genere in un film americano: chi si aspettava di vedere una Penelope Cruz parlare con un accento così italiano? 3) il cast esplosivo ha lasciato a desiderare le aspettative del pubblico, il quale evidentemente sperava in più "azione" e meno "pensieri".
Penso che ciò che ha reso difficile il gradimento di NINE non sia stato il film in sè per sè, ma ciò che è venuto prima: la pubblicità.
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gheghito
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domenica 4 luglio 2010
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e' un musical!
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Capisco la difficoltà nell'apprezzare un musical, ma credo che gli vada riconosciuto il giusto merito. Quindi consiglio vivamente questo film a chi ama questo genere e a chi ha nostalgia di qualcosa di vagamente felliniano.( Consiglio la visione in lingua originale con sottotitoli in italiano )
Ciao
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