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Mostri contro alieni: il 3D secondo Dreamworks

Un film che tenterà di lasciare il segno nell'evoluzione della tecnologia cinematografica.
di Gabriele Niola

Dagli anni '50 ad oggi

lunedì 30 marzo 2009 - Making Of

Dagli anni '50 ad oggi
Per lanciare una tecnologia già vista negli anni '50 arriva un film con mostri che rievocano le creature dei film horror di quegli anni. Tecnologia e personaggi sono rinnovati, diversi e adattati al cinema di oggi in una produzione stile Dreamworks. Ma il motivo principale per il quale Mostri contro alieni potrà forse in un futuro essere ricordato (la storia la faranno i vincitori) è che si tratta del primo lungometraggio d'animazione concepito per essere in 3 dimensioni.
Di film in 3D ne abbiamo già visti un po' nelle nostre sale, questo però è il primo a non essere stato "adattato" al 3D ma pensato per quel tipo di proiezione e dunque (in teoria) pronto ad avvantaggiarsi più e meglio degli altri delle possibilità espressive del nuovo strumento.
Mostri contro alieni è portatore della scuola di pensiero Dreamworks relativamente al 3D, cioè una tridimensionalità che non esca dallo schermo, che non sia eccessivamente evidente o sottolineata ma che sia "invisibile", cioè che si limiti a dare quella profondità che esiste anche nel mondo reale. Non ci saranno oggetti che vi vengono incontro quindi e nulla che vi meraviglierà. Per Jeffrey Katzenberg (padrone dello studio) il 3D è una tecnologia che immerge lo spettatore e non deve renderlo consapevole di stare seduto a vedere un film, per lui solo in questo modo questa novità potrà rimanere e non essere considerata un divertimento da parco giochi. Eppure la visione del film genera più di un dubbio in proposito.

Il 3D secondo Dreamworks
Se davvero il cinema tridimensionale riuscirà ad attecchire, cioè riuscirà a convincere sia il pubblico (che deve accettare il piccolo sovrapprezzo nel biglietto), sia i produttori (a dire il vero quasi convinti), sia gli esercenti (che devono comprare i proiettori appositi), allora cominceremo a vedere le diverse maniere di intendere un cinema che ha una dimensione in più.
Nel passaggio da divertissment ludico del 3D dei parchi giochi e dei primi immaturi esperimenti a quello serio di un cinema che non vuole solo impressionare momentaneamente ma anche sedimentarsi nella testa dello spettatore veicolando in maniera diversa idee, emozioni e sensazioni, la tridimensionalità sarà soggetta al normale processo di incorporazione nello stile dei diversi registi. Come ognuno usa il sonoro e il colore diversamente (per fare due esempi) così ognuno intenderà il 3D diversamente.
Ad oggi abbiamo visto come lo intende Zemeckis, che ne ha fatto un uso moderato in Polar express e Beowulf (entrambi non concepiti per il 3D ma resi tali in seguito), e abbiamo visto come lo intendono alla Dreamworks, cioè come lo intende il suo padre padrone Jeffrey Katzenberg.
Nello studio di Shrek il 3D non deve far spalancare la bocca allo spettatore per lo stupore ma deve "tirarlo nel film", dunque deve confondersi quanto più possibile con gli altri strumenti per raccontare una storia e alla fine (in teoria) chi guarda il film non dovrebbe rendersi conto del lavoro fatto dalla tridimensionalità e semplicemente ricevere più piacere dall'opera. Un'idea che non si distanza molto dall'approccio che la Hollywood classica ha avuto in generale per tutti i film da sempre: nascondere gli autori, mettere in primo piano la storia.

Lo stato del 3D: Mostri contro alieni
Se c'è una cosa che il 3D non può fare è trasformare un brutto film in un bel film" è una frase dello stesso Katazenberg con la quale l'imprenditore/cineasta tende a rassicurare tutti sul fatto che non si affideranno mai alla tecnologia nuova per fare i propri film ma la utilizzeranno solo come veicolo per le solite buone idee. Eppure non è quello che si vede in Mostri contro alieni.
Il film è tra i peggiori mai realizzati dalla Dreamworks. Non diverte, non emoziona e racconta banalmente una storia trita e già sentita in mille salse. Facilissimo pensare che troppe energie sono andate nella realizzazione tridimensionale (che raddoppia il lavoro) e poche sulla sceneggiatura, sulle idee e sul disegno dei personaggi.
Ma ciò che sembra più grave è che ancora non si assiste ad una proiezione tridimensionale senza errori. La cosa varia da sala a sala e dipende dall'abilità di chi le gestisce ma non sembra che ancora ci possa essere una mentalità diffusa che renda la visione di un film stereoscopico priva di errori. Ogni errore, va ricordato, corrisponde ad un fastidio per lo spettatore che viene disturbato da imprecisioni, sfocature e raddoppi d'immagine.
E infine la cosa più strana e disturbante di Mostri contro alieni è che non fa un uso realmente "utile" del 3D. Come molti film moderni non usano il colore come strumento espressivo ma semplicemente "sono a colori", così anche Mostri contro alieni non usa il 3D ma "è in 3D". La cosa sarebbe anche normale se non fosse che ci troviamo nei primi stadi di adozione di tale tecnologia e che, dato il sovrapprezzo, il pubblico potrebbe esigere di vedere qualche differenza sia nella spettacolarità sia, come dice Katzenberg, nell'emotività.

Mostri anni '50 per tecnologie anni '50
Gli anni del primo 3D al cinema erano gli stessi del Mostro della laguna nera, del primo film La mosca, di Godzilla e di Blob. I protagonisti di quei film dell'orrore sono gli stessi che troviamo far parte della squadra di mostri messa in piedi dal governo degli Stati Uniti. Ogni personaggio è una parodia di quelle creature e la cosa è illustrata con sufficiente chiarezza nel corso del film, il solito gioco di citazioni per appassionati cui ci ha abituato la Dreamworks e che ad ogni film diventa sempre più stantio e fine a se stesso.
Stavolta però c'è la curiosità dell'abbinamento cinetecnologico. Andare a riprendere quelle idee per riproporre quella tecnologia attraverso una parodia. Il mostro della laguna nera è acciaccato (perchè rimasto congelato per secoli e poi tornato in vita) e donnaiolo (nell'originale si innamorava perdutamente e rapiva una donna), la mosca è uno scienzato geniale ma fallimentare (egli stesso è frutto di un suo stesso esperimento fallito), B.O.B., come il Blob del film, è una massa informe e quindi privo di cervello. Insectorsaurus infine è come Godzilla, un mostro privo di intelligenza ma in grado solo di urlare e, in fondo, un cucciolone.

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