Marpiccolo

Film 2009 | Drammatico, 93 min.

Regia di Alessandro Di Robilant. Un film Da vedere 2009 con Giulio Beranek, Anna Ferruzzo, Selenia Orzella, Michele Riondino, Roberto Bovenga. Cast completo Genere Drammatico, - Italia, 2009, durata 93 minuti. Uscita cinema venerdì 6 novembre 2009 distribuito da Bolero Film. - MYmonetro 3,16 su 12 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 30 novembre 2009

Tiziano vive in un quartiere degradato, in una città soffocata dall'inquinamento, e a 16 anni è già un piccolo gangster. Cadrà e cercherà di rialzarsi. In Italia al Box Office Marpiccolo ha incassato nelle prime 6 settimane di programmazione 148 mila euro e 61,9 mila euro nel primo weekend.

Consigliato sì!
3,16/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA 2,67
PUBBLICO 3,32
CONSIGLIATO SÌ
Gomorra tarantina raccontata con forza ed epica realista.
Recensione di Stefano Cocci
giovedì 22 ottobre 2009
Recensione di Stefano Cocci
giovedì 22 ottobre 2009

Quartiere Paolo VI, Taranto, Italia. Tiziano vive nel lato sbagliato di una città che spoglia con prepotenza l'ambiente circostante, in una nazione in cui le regole non esistono ma esistono solo le eccezioni. Tiziano è il capofamiglia, a dispetto dei suoi 16 anni: il padre ha abbandonato moglie e figli per un'esistenza disperata cercando il colpo al videopoker; la madre è una popolana impreparata a crescere due figli da sola ma determinata a tenerli fuori dalla malavita e a proteggerli dalle prepotenze di chi vuole installare un'antenna per telefonia cellulare davanti alla scuola della sua piccola. Tiziano è troppo sveglio per andare a scuola, ma non abbastanza da restare lontano dai guai. Tiziano vuole diventare un gangster e cercherà di derubare il boss di zona. Questo, in cambio del perdono, gli ordinerà un omicidio. Se la caverà con sei mesi di riformatorio. Durante la sua mancanza, l'inquinamento della violenza si sarà preso tutto.
La lunga carrellata con cui Di Robilant apre Marpiccolo apre e chiude un mondo: Taranto e il suo entroterra è stato violentato al pari del mare che la fronteggia, stantio e soffocato dai veleni dell'industria. L'uomo ha ammalato la Natura e i suoi stessi simili. Mentre Di Robilant sorvola questo "spettacolo", il suo intento è chiaro e ai nostri occhi tutto è già compiuto. Quando il suo occhio entra nella realtà di uno dei quartieri più degradati della città, vediamo il realismo di un mondo disperato che conosciamo bene, di cui sappiamo già l'epilogo: il destino a cui Tiziano sembra incapace di opporsi se non con la fuga verso un qualcosa di indefinito e incerto. Mentre, entriamo con Tiziano dentro la Gomorra tarantina scopriamo che le cronache disperate di cui rigurgitano ogni giorno giornali e tv del Belpaese possono essere raccontate con una nuova forza, cercando di lasciare una crepa nel muro di gomma e dare uno schiaffo al potere che vive sulla disperazione.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
lunedì 30 maggio 2011
chiarialessandro

Sullo sfondo sfuocato ed evanescente di una Taranto venefica e dispensatrice di velenosa diossina, assistiamo a vita, morte e resurrezione di un intenso Tiziano, roso dal tarlo della disperazione e contagiato da quello dell’Amore (mi si consenta la “A” maiuscola in quanto si irradia contemporaneamente nei confronti di più soggetti).

venerdì 17 novembre 2017
Francis Metal

Taranto è la mia città, la amo e la odio allo stesso tempo. E' un merdaio, irrecuperabile, però non possiamo farci niente, è più forte di noi. Gomorra è uno squallore, questo è un film invece, come pochi ne fanno ai giorni nostri. Andavo nella stessa scuola di Giulio, lo conoscevo di vista, e non mi aspettavo che potesse recitare così bene. [...] Vai alla recensione »

martedì 20 ottobre 2009
martalari

Visto Marpiccolo... piccolo ma intenso,da vedere Dopo "Il passato è una terra straniera" Michele Riondino torna al Festival internazionale del cinema di Roma con Marpiccolo interpretando un altro ruolo molto difficile, quello di un giovane boss di una zona di Taranto, location scelta per girare la storia di un giovane ragazzo interpretato da Giulio Beranek (bella faccia intensa) che vive l'eterno [...] Vai alla recensione »

giovedì 12 novembre 2009
gabriella p.

io ho trovato questo film assolutamente strepitoso.....a cominciare dagli attori protagonisti, che a mio avviso hanno interpretato in maniera eccellente i personaggi assegnati..essendo io tarantina ho avuto modo di ascoltare le critiche mosse dai miei concittadini,e devo dire che le ho trovate pretestuose e molto bigotte....sicuramente il film non parla di tutta la realta' tarantina,la maggiorparte [...] Vai alla recensione »

giovedì 12 novembre 2009
VisulCinema

Il film è interessante perchè dimostra come al sud i giovani non hanno futuro e sono nella morsa dello Stato e della Criminalità. Gli attori sono stati veramente bravi ad interpretare i loro ruoli, le musiche le trovo molto belle, è un film che consiglio vivamente a tutti.

mercoledì 11 novembre 2009
marezia

Spero che "Gomorra" sia un semplice punto di riferimento e non il modello a cui questo somigli in modo importante. Come è noto, a me il film di Garrone non è piaciuto per niente e non ne consiglierei la visione neanche al mio peggior nemico per cui ricordando "Il giudice ragazzino", gran bel film con Scarpati auguro a Di Robilant di avere un buon successo al botteghino (e non solo, e non voglio ripetermi) [...] Vai alla recensione »

domenica 3 gennaio 2010
cocp88

non riesco a capire,perche il film e stato censurato? sono una ragazza di taranto conosco benissimo la mia citta da nord a sud da est a ovest. e sto facendo di tutto per poter vedere il film ma non riesco ho visto tutti i trailler e mi sono piaciuti molto ma vorrei vedre anche il film al completo. trattandosi di un film che e stato girato nella mia citta natale.

domenica 23 settembre 2012
Lorelay

Grazie al regista e alla scelta degli attori, mi son ritrovata commossa a desiderare il barlume di speranza nel finale. Un regalo che non sempre è possibile respirare in film così realistici. Sono stata catapultata nei posti, nei colori e nella crudeltà che conosco bene. Quelli erano i luoghi molto vicini alla mia infanzia. Ne avevo paura.

lunedì 31 ottobre 2011
Dark is white

C'è un arte di cui si parla poco, è quella del saper osservare, apprezzare. Tante volte capita di puntare lo sguardo sempre sullo stesso punto, sempre dalla stessa angolazione, perdendo per strada tutto il resto. E' un pò quello che accade in Marpiccolo, un film che trascina tra i quartieri più disagiati di una città come Taranto, una città in "mezzo" al mare, ma con occhi solo per il cemento e le [...] Vai alla recensione »

giovedì 5 novembre 2009
Fragolina90

per taddarita: ma chi l'ha detto che a Taranto esiste questa realtà!!!!!! è vero k Taranto ha le sue sofferenze però purtroppo c'è gente k ne approfitta, come il regista di questo film, che per mettersi i soldi in tasca, fanno film che raccontano cose che da piccole e le fanno diventare GIGANTESCHE!!! non è vero che a Taranto non passa un pulman, non c sono centri commerciali, non ci sono bar!! Taranto [...] Vai alla recensione »

martedì 10 novembre 2009
Cicoria

Si continuano a fare film regionali per dire cose che già sappiamo dai giornali!.Perchè noi contribuenti dobbiamo pagare le tasse per la cultura se questo cinema italiano non riesce a colmare il divario tra vacanze di natale e cronache di ordinario degrado?. Per carità non è che vogliamo mandare Di Robilant a lavorare in cantiere, perchè neanche il nostro presidente della repubblica lo vorrebbe, anche [...] Vai alla recensione »

Frasi
Stella… vieni con me!Lo vedi che qui non si respira?
Una frase di Tiziano (Giulio Beranek)
dal film Marpiccolo - a cura di Marco
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Boris Sollazzo
Liberazione

Taranto è una città di confine. Non per quel mare che la invade- il Marpiccolo del titolo è quel bacino aperto che si insinua nella città, tra i ponti e il lungomare - ma per quel suo essere archetipo moderno del disagio economico, morale e sociale. E Alessandro Di Robilant, che tutti ricordiamo per Il giudice ragazzino, l'ha scelta per tornare col suo cinema civile gentile, fatto di sentimenti, storie [...] Vai alla recensione »

Paola Casella
Europa

Finalmente un piccolo film italiano con dialoghi ben scritti, un montaggio veloce ma non da videoclip, inquadrature corrette, recitazione credibile e una capacità di raccontare per immagini che, nel nostro cinema, è una rarità. Marpiccolo è la storia di Tiziano (il bravissimo esordiente Beranek), teenager scombinato ma intelligente che entra nel mondo della piccola criminalità più per contiguità che [...] Vai alla recensione »

Paolo D'Agostini
La Repubblica

C'è un cuore antico, o classico, nel film di Di Robilant (Il giudice ragazzino). Più che fare seguito ai molti esempi recenti di cinema civile, la sua cultura sembra appellarsi ai modelli estetico-ideologici degli anni duri del dopoguerra. Al melodramma sociale da Giuseppe DeSantis al Kazan di "Fronte del porto". Nella sua Taranto avvelenata dall'Ilva si muovono personaggi ben profilati, ciascuno con [...] Vai alla recensione »

Alessandra Levantesi
La Stampa

L'hanno definito il Gomorra di Taranto, perché girato nel quartiere Paolo VI della città pugliese dove povertà e degrado ambientale rappresentano l'humus ideale per il proliferare della criminalità. Ma, a differenza del film di Garrone, Marpiccolo di Alessandro di Robilant, basato sul libro Stupido di Andrea Cotti (anche cosceneggiatore), non è un cupo affresco del Male, bensì il ritratto di un adolescente [...] Vai alla recensione »

Alessio Guzzano
City

Taranto è una città poco frequentata dal nostro cinema. Sarà perché sotto le guglie fumanti del più grande stabilimento siderurgico d'Europa si muore di inquinamento e di tumore sei volte più che in Europa. Ma è per questo che Alessandro di Robilant, regista attento ai drammi del sud già ne "Il giudice ragazzino", ha scelto di trasferirvi una storia all'origine ambientata altrove.

Federico Pontiggia
Il Fatto Quotidiano

Mare, mare, mare, voglio annegare... Lo cantava Battiato, ma vale anche a Taranto, dove il mare è un Marpiccolo: chiuso, asfittico e malsano. Se non muori per l'Ilva, rischi di finire ammazzato dal mafiosetto di quartiere, il Paolo VI: meglio cambiare acque, e ci proverà Tiziano, lo straordinario esordiente Giulio Beranek (calcio e circo in curriculum), con un padre per cattivo esempio, una madre ecoguerrig [...] Vai alla recensione »

Alberto Castellano
Il Mattino

Fin dal suo film d'esordio del 1981, «Il nodo alla cravatta», storia truffautiana del disagio di un adolescente di una famiglia borghese, Alessandro Di Robilant si è ritagliato un interessante spazio «francese» nel cinema italiano per lo sguardo, il tono, l'approccio psicologico ai personaggi. Anche «Marpiccolo», presentato con successo al recente Festival di Roma, conferma le sue qualità stilistiche [...] Vai alla recensione »

Luigi Paini
Il Sole-24 Ore

Cinema di periferia. Cinema sulle periferie. Ma cinema vero, non di serie B. Alessandro di Robilant racconta in Marpiccolo una nostra disperata banlieue, quella di Taranto. Sullo sfondo, incombente, la massa fumante del polo siderurgico; in primo piano, i palazzi scrostati in cui vive Tiziano, un adolescente che alterna fugaci apparizioni sui banchi di scuola a ben più frequenti consegne di dosi di [...] Vai alla recensione »

Paola Casella
Europa

Un piccolo film italiano con dialoghi ben scritti, un montaggio veloce, inquadrature corrette, recitazione credibile e una capacità di raccontare per immagini che, nel nostro cinema, è una rarità. Marpiccolo è la storia di Tiziano (il bravissimo esordiente Beranek), teenager scombinato ma intelligente che entra nel mondo della piccola criminalità più per contiguità che per convinzione, in una Taranto [...] Vai alla recensione »

Maria Lombardo
La Sicilia

Vite in fumo sotto le ciminiere dell'Ilva nel quartiere Paolo VI in quella periferia di Taranto che somiglia a tante periferie del Sud: Napoli, Palermo, Catania. Vite violente in mano al boss del quartiere. «Senza di lui non puoi fare niente» dice la proprietaria del chiosco a Tiziano «succo di frutta» così lo chiamano sprezzantemente i coetanei (ad intendersi il buono).

Maurizio Cabona
Il Giornale

Due rivoltellate al macellaio sono l'exploit dell'adolescente che tutti amano in Marpiccolo di Alessandro di Robilant. Tratto dal romanzo Stupido di Andrea Cotti, il film evoca un sicario, ma lo vuole redimibile perché legge La linea d'ombra di Joseph Conrad, datogli dalla professoressa. Ondeggiando fra Ovosodo di Virzì e ecologismo d'accatto (senza l'Ilva, chi lavorerebbe a Taranto?) di Robilant circonda [...] Vai alla recensione »

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