L'uomo che verrà

Con il film "l'uomo che verrà" Dritti è riuscito dapprima a farci affezionare ai personaggi e successivamente a farceli morire sotto gli occhi con una crudeltà disumana.
La collaborazione con Ermanno Olmi è evidente tanto che ,soprattutto per la prima metà di film, sembra di vedere una rivisitazione in chiave moderna dell' albero degli zoccoli.
I dettagli sulla vita contadina nella prima metà del 900 sono molto curati e non lasciano nulla a desiderare .

All'inizio il film sembra una normale commendia che racconta le vicende di una famiglia di contadini romagnoli durante il secondo conflitto mondiale : quella di Martina ,la protagonista, affetta da mutismo selettivo da quando il suo fratellino le è morto tra le braccia .Martina è molto protettiva nei confronti del nuovo fratellino che sta per nascere tant'è che per buona parte del film la vediamo controllare in modo quasi ossessivo la madre per assicurarsi che non le succeda nulla. 

Nei restanti 30 minuti di film la situazione degenera in modo veloce e quasi impercettibile tant'è che da un momento all'altro,tra una battuta e l'altra ,ci troviamo davanti i primi morti e la disperazione della cittadina costretta dai tedeschi a uscire dalla chiesa dove si erano rifugiati per pregare .

Donne,vecchi,uomini,bambini la furia dei soldati non lascia indietro NESSUNO e Dritti nonostante tutti questi colpi di scena non ci risparmia le scene dove possiamo vedere bambini morti infilzati o donne doloranti che vengono finite dai soldati senza nessuna pietà.

Questo film ,personalmente, mi ha turbata molto e fà soffrire chi lo guarda non tanto per le scene con sangue ma per quelle con la disperazione,le grida e i fallimentari tentativi di sopravvivenza.
Insomma ,un vero è proprio incubo.