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L'eleganza del riccio, il libro

Il caso letterario d'oltralpe del 2007 che è diventato un film con Josiane Balasko.
di Fabio Secchi Frau

La recensione ***

martedì 12 gennaio 2010 - Libri

La recensione ***
Come può un libro discutere di filosofia, di estetica e d'arte senza essere un saggio, senza farti sbadigliare una frase sì e una no e senza che voi siate degli esperti nel campo? Può. Semplicemente, può. Può, se il libro in questione, usa come "mezzo di trasporto", come "barca" per questo viaggio negli oceani dell'umano pensare che i lettori affrontano, il genere del romanzo. Anche se definire "L'eleganza del riccio" di Muriel Barbery una mera opera narrativa diventa riduttivo. Acclamato come il caso letterario del panorama francese dell'anno 2007 e scomodato anche il termine "capolavoro", "L'eleganza del riccio" rimane più che altro un'esperienza. Un'esperienza che implica una metamorfosi in pieno corso che travolge non solo la struttura narrativa dell'opera – ricolma di capitoli ricchi anche di sole meditazioni -, ma perfino i personaggi e gli stessi avidissimi lettori, che si ritrovano a ponderare argomenti all'inizio misteriosi, incomprensibili e glacialmente stranianti come la filosofia dell'essere, l'esistenzialismo o la fenomenologia, accorgendosi, pagina dopo pagina, come questi possano diventare familiari ed emotivamente coinvolgenti. Usando come pretesto la storia della brutta, grassa, ma mentalmente superdotata portinaia di un palazzo di lusso, Renée Michel, e della dodicenne Paloma che ha tutta l'intenzione di suicidarsi al compimento del suo tredicesimo compleanno, la Barbery fa di questo libro uno strumento d'armonia e di morte e ci regala un gesto creativo d'amore nei confronti della sua disciplina del cuore: la filosofia. Insomma, si parla di un condominio, ma anche di olmi, di camelie e rose sul punto di morire, di poesia, dei romanzi russi, del cinema giapponese della seconda guerra mondiale, della violenza della vita e delle tenerezze della stessa. Descrivendo immagini luminose, raggiungendo un alto livello d'intimità con il lettore ed esprimendo appieno tutto il suo desiderio passionale per l'arte del pensare, la prosa della Barbery riesce a trasformare una storia di fondo banale in qualcosa di unico, regalandoci la preziosa sensazione che la vita possa ancora essere qualcosa di magico e di misterioso.

In sintesi
Paloma non è decisamente una dodicenne come tutti gli altri. Passa un sacco di tempo a nascondersi dagli adulti, scrive senza sosta due diari colmi di meditazioni (il diario dei "Pensieri profondi" e il "Diario del movimento del mondo"), la mattina beve sempre thé e legge unicamente manga... e, da tempo, ha ponderato che, all'alba del suo tredicesimo compleanno, si toglierà la vita con i sonniferi della madre, dando per giunta fuoco al loro appartamento. Tutto questo perché rifiuta categoricamente di diventare come tutti gli adulti che conosce: chiassosi, prepotenti e conformisti e poco inclini alla bellezza e all'estetismo. Ma non è la sola a nascondere un segreto. C'è un'altra persona nel suo condominio che, come un elegante riccio, nasconde la sua vera personalità sotto gli aculei. È la portinaia, Renée Michel, una donna grassa, brutta e sgraziata che rispecchia nella totalità lo stereotipo delle portinaie pigre e poco cordiali con i datori di lavoro. Peccato che, in realtà, Renée sia un'anima molto sensibile e una raffinata filosofa appassionata di arte e di grandi romanzi russi. A smascherare entrambe, arriva una terza anima affine, il nuovo inquilino: il giapponese Kakuro Ozu. Affascinante, quanto intellettuale, Ozu farà breccia prima nel cuore della piccola Paloma, invitandola a diventare sua complice nello smascheramento della portinaia, e poi nella portinaia stessa che conquisterà rapidamente facendola sbocciare sotto gli occhi increduli del condominio extralusso e con la puzza sotto il naso.

L'autrice

Muriel Barbery è nata a Bayeux nel 1969. Docente di filosofia insegna all'IUFM di Saint-Lô. "L'eleganza del riccio" è il suo secondo romanzo. Pubblicato in Francia da Gallimard, in poco tempo ha scalato le classifiche, arrivando al primo posto e vincendo numerosi premi tra cui il Prix Georges Brassens 2006, il Prix Rotary International 2007 e il Prix des Libraires 2007.

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