La prima linea |
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Un film di Renato De Maria.
Con Fabrizio Rongione, Duccio Camerini, Lino Guanciale, Dario Aita, Michele Alhaique.
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Azione,
durata 96 min.
- Italia 2009.
- Lucky Red
uscita venerdì 20 novembre 2009.
MYMONETRO
La prima linea
valutazione media:
2,69
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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critiche immotivatedi mariacFeedback: 1121 | altri commenti e recensioni di mariac |
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sabato 21 novembre 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Film ambientato in tempi in cui dichiararsi prigioniero politico valeva ancora ad identificarsi con qualcuno e con qualcosa, LA PRIMA LINEA ripercorre la nascita, l'evoluzione e l'epilogo dell'omonima organizzazione terroristica di sinistra attiva negli anni 70 in Italia. Capace di attirare critiche prima ancora della sua uscita il film è interamente ispirato al libro MICCIA CORTA di Sergio Segio, fondatore e militante del gruppo, che se ne discosta per i troppi compromessi a cui il regista De Maria è dovuto sottostare. In Italia, purtroppo, si parla ancora con difficoltà di tempi così delicatamete segnati dalla morte ma il film ne esce pulito dal punto di vista morale. Il protagonista afferma "Eravamo convinti di avere ragione e invece avevamo torto", frase che allontana ogni equivico circa la possibilità di una celebrazione degli eventi e dei personaggi rappresentati. Scisso in tre tempi, analizza con razionalità le fasi ideologiche che hanno riguardato il gruppo, parte dall'entusiasmo iniziale che spinge i giovani a lottare per una ridistribuzione dei ruoli, per passare ad evidenziare l'alienazione delle passioni che sembrano non avere più fondamento e arrivare dolorosamente all'accettazione che la missione è fallita. La lotta armata non ha dato i frutti sperati, anzi, ha provocato solo morti di cui Segio si assume la responsabilità giuridica, politica e morale. Il film è montato in modo energico, le prime scene immortalano il protagonista al carcere di Torino nel novembre del 1989 e attraverso i suoi flashback sarà possibile rivirere la storia della "prima linea" per chiudersi con l'assalto al carcere di Rovigo nel 3 gennaio '82 in cui si trova rinchiusa la sua donna. La necessità di mettere in scena un cast di soli giovani corre il rischio di facili immedesimazioni con i personaggi ma il disprezzo verso un gruppo di persone, che credevano di trovarsi in guerra in un paese in cui vigeva la pace, diventa patente via via che gli stessi si lasciano prendere dal senso di morte, considerato l'unico strumento utile alla realizzazione del "progetto"
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