Isola 10

E' stupefacente come nel 2009 si assista ancora a produzioni cinematografiche basate sulla fumettistica dicotomia Bene/Male vista in chiave ideologizzata. Siamo su un'isola cilena adibita a campo di prigionia per oppositori politici e, guarda un pò, i militari sono tutti cattivissimi, stupidi e sadici, con facce da bamboccioni palestrati, e i prigionieri (a loro volta uomini politici, burocrati) sono tutti di animo nobile, inclini alle arti, al filosofare osservando il cielo e la natura.
Carnefice/mostro e vittima/nobiluomo, uno schema talmente semplicistico da essere più consono a una storia di Topolino che a un film recitato da esseri umani. Non c'è storia reale, umanità quotidiana, solo clichè da XX secolo ripetuti fino alla noia. [+]

E' stupefacente come nel 2009 si assista ancora a produzioni cinematografiche basate sulla fumettistica dicotomia Bene/Male vista in chiave ideologizzata. Siamo su un'isola cilena adibita a campo di prigionia per oppositori politici e, guarda un pò, i militari sono tutti cattivissimi, stupidi e sadici, con facce da bamboccioni palestrati, e i prigionieri (a loro volta uomini politici, burocrati) sono tutti di animo nobile, inclini alle arti, al filosofare osservando il cielo e la natura.
Carnefice/mostro e vittima/nobiluomo, uno schema talmente semplicistico da essere più consono a una storia di Topolino che a un film recitato da esseri umani. Non c'è storia reale, umanità quotidiana, solo clichè da XX secolo ripetuti fino alla noia.
Per somma idiozia, il regista copia addirittura pari pari scene da "full metal jacket" (altro film decisamente macchiettistico) come le 50 flessioni date a un prigioniero per punizione, e qui addirittura il prigioniero dice "1, signor tenente" ogni volta che flette le braccia. Oltre il limite delle possibilità respiratorie umane! 
Un film che avrebbe potuto essere prodotto nell'Unione Sovietica degli anni '50, adatto a persone che si bevono ogni fandonia purchè al servizio di una "nobile ideologia". Indecente. [-]

Alcuni Ministri e funzionari del Governo Allende vengono deportati dopo il Golpe per opera di Pinochet sulla Dawson Island, nello Stretto di Magellano, e qui costretti ai lavori forzati. Una sorta di campo di concentramento reso meno duro dalla Convenzione di Ginevra. Vivono ogni giorno con la paura di morire, deportati da un campo all'altro. Loro che un tempo erano esimi personaggi politici, si ritrovano spogliati della loro identità. Senza un passato e forse, senza un futuro.
Miguel Littin traspone i racconti contenuti nel diario di uno dei prigionieri più illustri: Sergio Bitar, ministro delle miniere e consigliere economico del presidente. Il regista fa vivere allo spettatore in prima persona quei giorni drammatici, facendogli toccare con mano l'ansia e le frustrazioni dei prigionieri.

Il film di Miguel Littin è un bellissimo esempio d’arte cinematografica che dimostra coem il film sud americani non hanno niente d invidiare a quegli di Hollywood. La fotografia del paesaggio a temporale è quasi nordica della terra del fuoco è bellissima è molto austera e il direttore della fotografia Miguel Ioan Littin riesce a dare l’illusione d’essere nonostante la quasi tridimensionalità scultoria delle luci e delle composizioni nel 1970, ed il montaggio bellissimo che si avvale anche d’immagini di repertorio della televisione cilena al terribile colpo di stato cileno è un piccolo capolavoro da parte di Andrea Yaconi e la musica di Juan Cristobal Meza che ricorda molto i lavori d’Ennio Morione a Hollywood ci proietta in un modo difficile dove la corda è il dolore. [+]

Il film di Miguel Littin è un bellissimo esempio d’arte cinematografica che dimostra coem il film sud americani non hanno niente d invidiare a quegli di Hollywood. La fotografia del paesaggio a temporale è quasi nordica della terra del fuoco è bellissima è molto austera e il direttore della fotografia Miguel Ioan Littin riesce a dare l’illusione d’essere nonostante la quasi tridimensionalità scultoria delle luci e delle composizioni nel 1970, ed il montaggio bellissimo che si avvale anche d’immagini di repertorio della televisione cilena al terribile colpo di stato cileno è un piccolo capolavoro da parte di Andrea Yaconi e la musica di Juan Cristobal Meza che ricorda molto i lavori d’Ennio Morione a Hollywood ci proietta in un modo difficile dove la corda è il dolore. La musica riesce anche a fare entrare uno spiraglio per via delle canzoni popolari cilene e dei numeri di varietà durante la festa di natale. Assistano sotto alcuni carcerieri implacabili in un ambiente che potrebbe essere la versione glaciale della “tempesta2 di William Shakespeare alla fine della classe dirigente di Cile di Alende. Nelle assurde routine che sono assurdamente imposte da delle comandate di marina pomposo e ridicolo stupendamente ben interpretato da Sergio Hernández assistiamo ad una tragedia che ricorda da vicino sia modelli molto nobili e lontani come “la grande illusione” di jean Renoir ma anche piú vicini a noi come un bellissimo film di Manuel Huerga “Salvatore 26 anni contro”e precisamente coem in questo in una chiesetta che potrebbe anche essere uscita da un film di Ingmar Bergman o Un film di Andrei Tarkovskij assistiamo alla presa di posizione umana del feroce carceriere che non è altro che l’anima proletaria e contadina ma reazionaria di un popolo spagnolo che ha il volto baffuto di Matias Vega. Una bellissima prova in uan scena molto intesa precisamente coem la ferita della giovane recluta salvata dalle cure del medico ben interpretato da José Bertrand. In una galleria di caratteri ben disegnati ma forse non troppo scolpiti che avrebbero portato il film a uan durata frse proibitiva si distinguo il tetro Alejandro Goic ex ministro della difesa si fa notare un giovane semplice e un po’ ingenuo non troppo differente dal pierrot della commedia dell’arte e dal mitico Stalio Benjamín Vicuñache in uan scena serissima ma sarcastica raccoglie la bomba a mano tirata da un ufficiale esaltato. Bravissimo nella sua plagiale ferocia che lo porta a leggere le labra dei prigionieri il tenete la braca interpretato d aCristian De La Fuente i. Attor eintenso e glaciale riesce a darci la dimostrazione di quello che erano alcuni settori delle forze armate cilene mentre la giovane ed imbranata recluta Soho Pablo Krögh mostra un'altra parte dele stesse i giovani soldati di leva obbligati da una efficienza nazista ad ammazzare i loro stessi famigliari. In questo sistema d’accusa ad un apparato militare che da forza di difesa diviene forza d’oppressione una parte preponderate ha il camion che trasporta i prigionieri. Un film bellissimo e intenso che ricorda molti capolavoro del genere guerra visto dai prigionieri da vedere
Robert Fogelberg Rota
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