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Io e Marilyn: a qualcuno piace bionda (e irreale)

Leonardo Pieraccioni torna in sala e invoca lo spirito di Marilyn.
di Marzia Gandolfi

Il pirata e la ballerina
Leonardo Pieraccioni (59 anni) 17 febbraio 1965, Firenze (Italia) - Acquario. Regista del film Io & Marilyn.

martedì 15 dicembre 2009 - Incontri

Il pirata e la ballerina
Lo avevamo lasciato innamorato di una moglie bellissima, lo ritroviamo due anni dopo a Firenze separato da una consorte altrettanto avvenente. Leonardo Pieraccioni torna sullo schermo con una nuova commedia che evoca addirittura lo spirito e il corpo morbido di Marilyn Monroe. “Riparatore” di piscine col cuore spezzato e una figlia adolescente, Gualtiero Marchesi (come il cuoco) vorrebbe riconquistare il cuore della consorte, rapito dallo sguardo magnetico di un tiratore di coltelli napoletano. Ad aiutarlo nell’impresa, e a superare l’idiosincrasia all’azione e l’allergia alla polvere del circo, ci penserà il seducente e “carnale” fantasma della diva americana. Pieraccioni, più introverso e riflessivo, conferma Ceccherini e la Tabita, e arruola Izzo, Pannofino e Laurenti per uscire dal regionalismo e dare respiro nazionale alla sua ultima fatica. A Roma per presentare Io e Marilyn, l’ex laureato ci ha confessato il suo amore per la bionda Marilyn e la nostalgia per gli affetti perduti.

La commedia perfetta
Leonardo Pieraccioni: ogni volta che presento un film nuovo sono contento ma oggi lo sono doppiamente perché ho raccontato la storia che volevo raccontare e nel modo in cui volevo raccontarla. Da anni sognavo di poter dire ad alta voce: “Ti voglio bene, Marilyn” e adesso il mio desiderio si è realizzato sullo schermo perché il mio film è in fondo un omaggio a lei. Certo scrivendo il film con Giovanni Veronesi ci siamo concentrati sui problemi quotidiani, quelli che assillano ciascuno di noi, avvicinando anche il tema delle famiglie allargate ma tutto ruotava intorno a questa biondissima diva.

Cast
Leonardo Pieraccioni: quando Veronesi mi sottopose il soggetto del film rimasi sbalordito, mi piaceva e avrei voluto girarlo subito ma per farlo serviva un cast di attori di eccellenza, così decisi di confermare vecchi amici come Barbara Tabita, che ancora una volta interpreta la mia ex moglie, e Massimo Ceccherini. Allo stesso tempo però avevo voglia di sperimentare e di allargare la mia compagnia stabile. Mi sono guardato intorno e dopo aver trovato in Suzie Kennedy la mia adorata Marilyn, decisi per Francesco Pannofino, lo avevo già visto in Boris e lo trovavo esilarante, Biagio Izzo, volevo un antagonista forte che parlasse un dialetto “importante”, e Luca Laurenti, perfetto in coppia con Ceccherini. LaurentiCeccherini? Una rivelazione. Devo trovare un modo per farli di nuovo lavorare insieme.

La mia Marilyn
Leonardo Pieraccioni: non è stato difficile trovarla, mi è bastato digitare su un motore di ricerca le parole “sosia Marilyn” e lei è apparsa splendente davanti ai miei occhi. La somiglianza di Suzie con Marilyn è davvero impressionante al punto che la sosia inglese vive con la diva una sorta di transfert, conosce tutto di lei ed è in grado di riprodurre qualunque sua sfumatura, persino certe uscite stralunate. Suzie, come Marilyn, non era mai stata a Firenze ed è stata entusiasta di girarci addirittura un film.

Malinconie
Leonardo Pieraccioni: mi piaceva l’idea di portare sullo schermo una storia basata su sentimenti forti e in cui si raccontasse il mondo e gli affetti che non ci sono più. Non saprei dire se sono diventato più riflessivo ma certamente negli ultimi tempi mi sono sentito più fragile rispetto alla spavalderia dei Laureati. Sarà perché ho quarantacinque anni e perché la mia barba ormai è bianca. E poi la mia commedia ha al centro Marilyn, l’attrice più amata di tutti i tempi, simbolo dell’amore struggente e malinconico. Inevitabile, allora, la malinconia e il sentimentalismo.

Scrivere con Leonardo
Giovanni Veronesi: scrivere con Leonardo è un’esperienza assolutamente esilarante. Di solito sono i registi a venire a lavorare a casa mia, ma nel suo caso sono io ad alzarmi nelle mattine d’inverno, scriviamo sempre nella stagione più fredda, per recarmi nel suo appartamento. Se lo trovo seduto al computer e operativo capisco che sarà una buona giornata ma se disgraziatamente lo vedo arruffato e sdraiato sul divano, allora sono guai, cominciamo a scrivere lentamente e a parlare dell’arredamento. Le battute migliori poi ci vengono quasi sempre durante la pausa, fuori dalle ore di lavoro insomma. Sono molto soddisfatto della nostra commedia, trovo la regia di Leonardo più strutturata e le gag questa volta meno casuali. Probabilmente non sarà un film comicissimo ma senza dubbio si tratta di una commedia “felice”, da cui si esce felici.

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