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Rosaria Russo, ragazza madre di un bambino particolare

Intervista alla protagonista dell'opera prima di Luigi Sardiello: Piede di Dio.
di Alessandra Giannelli

Un film sulle qualità umane
Rosaria Russo 1981, Gela (Italia). Interpreta Benedetta nel film di Luigi Sardiello Piede di Dio.

martedì 25 agosto 2009 - Incontri

Un film sulle qualità umane
Nota al grande pubblico per lo spot dedicato all'"Arancia Rosaria", in onda dallo scorso anno sulle reti nazionali, Rosaria Russo è una giovane attrice siciliana che vedremo in numerose fiction nel prossimo autunno, ma è anche la protagonista, a fianco di Emilio Solfrizzi, dell'opera prima di Luigi Sardiello Piede di Dio, nelle sale dal 28 agosto, dove interpreta la ragazza madre di un bambino molto particolare, ma con evidenti doti calcistiche. Non è un film sul calcio, ma sulle qualità umane, spesso non così evidenti. Un po' come l'essere siciliana dell'attrice, che, dice lei, non è soltanto una questione fisica, ma anche caratteriale. Lei che crede nella famiglia e nei valori, capisaldi soprattutto per un'attrice e la sua professionalità, sogna ruoli importanti anche accanto a registi eccellenti…e perché no?!

Di cosa parla Il piede di Dio?
È la storia di Elia (Filippo Pucillo nella vita) che è mio figlio, un ragazzino del sud. Lei (che poi sarei io, la madre di Elia) è rimasta incinta da giovanissima quando era al Nord, poi è tornata al Sud, si è presa cura di questo ragazzino da sola, l'ha cresciuto e lui ha vissuto in un piccolo paese del Salento, in un paesaggio naturale, lontano dalla grande città. Elia è un ragazzo "particolare", giudicato ritardato, ma in realtà non ha problemi, è solo un bambino sensibile, vive nel suo mondo e questa sua particolarità viene fraintesa. Un osservatore di calcio di serie A, interpretato da Emilio Solfrizzi, viene in Salento alla ricerca di talenti su cui investire e, casualmente, si imbatte in mio figlio, nota che fa sempre goal, cerca di parlargli, ma poi si rende conto che Elia ha diciassette anni, ma sembra averne dodici e non parla bene. Incontrerà me che inizialmente sarò restia, considerato che da sola, per tanti anni, ho cresciuto mio figlio, che poi firmerò il mandato per mandare Elia a Roma. Solfrizzi investirà tutte le sue aspettative sul ragazzo, sottovalutando, però, le difficoltà che il ragazzo incontrerà nella grande città. In questo contesto diverso verrà fuori la reale personalità di Elia, che si troverà a prendere delle importanti decisioni nella vita, dimostrando di non essere un ritardato. La madre rimarrà nel Salento, ma dopo si ritroverà ad andare a recuperare il figlio a Roma insieme alla polizia, insomma…accadrà un bel trambusto. Oltre a me e a Emilio, c'è questa figura singolare di Filippo Pucillo, che si è visto in Respiro di Emanuele Crialese. Lui è di Lampedusa ed è stata una conoscenza interessante. Al primo ciak, quando l'ho visto, mi sono presentata e gli ho detto che era molto bravo, di risposta è scappato e non mi ha parlato per quindici giorni. Filippo è così nella vita e sul set, è pazzesco, con lui non puoi attenerti alla sceneggiatura, è un'improvvisazione continua, una cosa davvero emozionante.

Il film è ispirato ad una storia vera?
Si, in realtà lo stesso regista in Salento, quando era molto giovane, ha conosciuto un ragazzo simile: molto bravo a giocare a pallone, ma chiuso in un suo mondo. Evidentemente questa cosa gli è rimasta impressa.
Il personaggio della madre ti somiglia?
Quando giravamo non ero ancora mamma ed è stato un personaggio difficile da interpretare, mi sentivo molto giovane, anche se poi nel film la mamma lo aveva avuto a quindici anni; mi sono sentita una grande responsabilità addosso. Se non sei mamma non sai come devi fare la mamma, però lì ho intuito di avere dentro l'istinto materno.
Cosa hai imparato da questa esperienza?
Tantissimo perché Solfrizzi è stato un compagno di lavoro fantastico. Anche insieme al regista abbiamo deciso spesso come dovevamo fare alcune cose, ci siamo capiti e Filippo, ripeto, era quell'input che ti faceva buttare via la sceneggiatura e cogliere altre emozioni. Se non ci fosse stato Filippo, noi attori saremmo stati molto più fedeli alla sceneggiatura e invece Filippo era la valvola che riusciva a far scattare una molla che faceva girare tutto al contrario, ma riusciva a funzionare. Una continua improvvisazione, che se riesce è straordinaria. Per me il Piede di Dio è Filippo! Quando siamo stati a San Pietroburgo al festival del cinema, lui non è potuto venire, anche perché abita a Lampedusa e va a scuola e tutti i ragazzi ci chiedevano di lui, ci facevano un sacco di domande sul suo conto.

Come sei stata scelta per questo film?
Il regista ha fatto dei provini e, insieme al produttore, mi hanno scelta. In realtà, all'inizio erano titubanti per il fatto che ero molto giovane, poi mi hanno fatto fare un provino insieme a Filippo, volevano vedere come funzionavamo. Quando hanno visto che interagivamo bene, mi hanno detto che ero perfetta, nonostante avessero provinato tantissime attrici. Mi hanno richiamata per un call-back ed ho fatto i salti di gioia. Mi hanno riconvocata nuovamente e pensavo che non mi prendessero, ma mi sbagliavo.
Quanta "sicilianità" c'è in te?
È un patrimonio genetico, te la porti dietro senza neanche saperlo, te la leggono gli altri. Credo tanto, quindi, ma Roma è una città che mi ha dato moltissimo e che amo. Mi fa piacere aver lavorato per le mie caratteristiche di siciliana, che non è solo un essere fisico, ma di carattere, ma la Sicilia in questo senso non mi ha dato tanto perché, anche per avere ruoli in cui interpreto la ragazza mediterranea, sono dovuta venire a Roma. La Sicilia ti riconosce in un secondo momento, apprezza i suoi talenti quando vengono scoperti da altri, non ha la capacità di scoprirli da sola. Questa cosa mi fa molto rabbia. Anche per lo spot delle arance mi hanno presa a Roma e poi si sono compiaciuti del fatto che fossi siciliana. Loro non vanno alla ricerca della gente del posto, è Roma che gliela propone.
Quindi, il tuo successo si deve a uno spot pubblicitario?
Grazie a questo spot ho fatto un altro provino per una pubblicità con un regista bravissimo, Cristiano Bortone, premiato anche ai David (premio Giovani 2007) per Rosso come il cielo e interpreto Sofia Loren nella scena del film di Scola, con Mastroianni, quando stendeva i panni. È uno spot per Fox, una presentazione di tutti i film di autore che andrà in onda su Sky. Il regista mi ha rivelato di aver pensato che io interpreto la "mediterraneità".

Nella vita di tutti i giorni, che persona sei?
Mi piace fare la mamma, stare con mio figlio, che è la cosa più importante. Mi piace anche andare a cavallo quando ho tempo. Però tengo davvero tanto alla mia famiglia. Se sei attrice devi avere dietro dei valori che ti rendano capace di essere sincera, di provare emozioni. Questo mi permette anche di migliorarmi nel mio lavoro e di confrontarmi soprattutto.
C'è un ruolo femminile che ti piacerebbe interpretare?
Tutti i personaggi che ha interpretato Valeria Golino…per me è un mito!
Con quale regista ti piacerebbe lavorare?
Mi piacerebbe lavorare con Sorrentino, che per me è un genio, ma anche con Garrone. Sono contenta anche di lavorare di nuovo con Luigi Sardiello in un film giallo noir che si intitolerà Il pasticcere. Lui ha un modo di scrivere le storie che, mentre le leggi, riesci a viverle, è un bravissimo sceneggiatore. Riesce, soprattutto, a descrivere ogni emozione, è delicato, racconta storie della vita con una semplicità che ti disarma, non sono costruite.
Altri progetti per il futuro?
Per la Rai adesso sto girando Scuola narcotici e poi ho girato, sempre per la Rai, Mork e Mindy, per la collana Crimini, di Stefano Sollima, anche lui straordinario. Di registi, quindi, ce ne sono tanti, anche Tornatore, Salvatores.
Pensando all'estero?
…sono registi inarrivabili!!!! Però direi Martin Scorsese, ma anche qualche regista francese o Lynch…sono sogni nel cassetto!

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