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Il messaggero: accadde nel Connecticut

Peter Cornwell fa il suo esordio in lungo con un horror basato su una storia vera.
di Tirza Bonifazi Tognazzi

Le origini de Il messaggero
Kyle Gallner (37 anni) 22 ottobre 1986, Filadelfia (Pennsylvania - USA) - Bilancia. Interpreta Matt Campbell nel film di Peter Cornwell Il Messaggero - The Haunting in Connecticut.

lunedì 17 agosto 2009 - Approfondimenti

Le origini de Il messaggero
La fascinazione per il lato oscuro e per gli eventi soprannaturali e inspiegabili è qualcosa che ci portiamo dietro dall'infanzia. I bambini amano le storie del terrore; persino le favole più classiche (da Cappuccetto rosso a Biancaneve) contengono una buona dose di suspense che li affascina e li spaventa allo stesso tempo. Tanto più se le storie raccontate sono accadute realmente. È un brivido che in età adulta continuiamo a cercare nella letteratura o nel cinema. Quando gli sceneggiatori Adam Simon e Tim Metcalfe – appassionati studenti dell'orrore vittoriano e del movimento spiritualista – si sono imbattuti nella storia vera della famiglia Reed hanno immediatamente capito di poter mettere in pratica il loro interesse per il soprannaturale, maturato in anni di letture e ascolti di testimonianze, al servizio del cinema. Nasce così l'horror Il messaggero che, pur essendo radicato nella realtà, sembra omaggiare il cinema di genere con una serie di citazioni più o meno esplicite (da The Others a L'esorcista passando per Shining). Se l'idea del film è venuta al produttore Daniel Farrands in seguito alla visione del documentario tv in cui Carmen Reed raccontava i terrificanti eventi che lei e la sua famiglia hanno vissuto sulla propria pelle, a dirigere Il messaggero è il regista Peter Cornwell, venuto alla ribalta con il cortometraggio horror d'animazione Ward 13.

Il ritorno al genere di Virginia Madsen
L'attrice candidata all'Oscar Virginia Madsen era alla ricerca di una sceneggiatura che potesse fare al suo caso per tornare a recitare in un horror dopo il successo di Candyman - Terrore dietro lo specchio. Attratta dal personaggio di Sara Campbell (che incarna sul grande schermo la figura di Carmen Reed) e dalla storia de Il messaggero, ha accettato di incontrare il regista per confrontarsi con lui. "Quando ho incontrato Peter" ha raccontato, "è stato come se fossimo tornati entrambi bambini. Io amo i film, soprattutto gli horror, e lui condivide questo mio gusto, per cui ho voluto sapere tutto del suo cortometraggio. Il nostro rapporto di collaborazione è iniziato in maniera molto scherzosa, quasi infantile. Ma Peter si è rivelato anche estremamente concentrato e consapevole rispetto al tipo di film che voleva fare. Mi è piaciuto ad esempio il modo in cui viene ritratto il rapporto madre-figlio; nella maggior parte dei film di oggi i teenager sono disfunzionali, confusi e in astio con i genitori. La verità è che gli adolescenti sono molto più complessi di così e a mio avviso la relazione tra la mia Sara e il figlio Matt rappresenta in maniera molto realistica il rapporto genitori-figli".

La reazione di Carmen Reed
Avendo vissuto in prima persona i fatti che vengono descritti ne Il messaggero, non deve essere stato facile per Carmen Reed rivivere su grande schermo le stesse paure di quei giorni, quando pensava che per lei e la sua famiglia non ci fosse via di scampo da quella casa infestata dagli spiriti. "Ero così spaventata dalla visione del film che tremavo sulla sedia" ha rivelato la donna. "Mi ha portato indietro a quei momenti quando pensavo veramente che sarei morta, che noi tutti saremmo morti. Rivivendo quei giorni terrificanti ancora una volta, dopo anni dagli eventi, mi sono chiesta come abbiamo potuto sopravvivere. Sono felice tuttavia che sia stato fatto un film sulla mia storia. Voglio che la gente sappia che questo è realmente accaduto. Il fatto che le persone vedano cose incomprensibili o sentano voci incredibili non significa che siano pazze. Dobbiamo capire che non tutto quello che succede ha delle risposte. Io non credevo ai fantasmi. Non credevo che queste cose potessero succedere. E spalancavo gli occhi di fronte a chi mi parlava dell'esistenza di queste realtà, cioè che ogni scricchiolio nella casa fosse un fantasma. Ma ci sono volte in cui sotto il letto si nasconde veramente un mostro".

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