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Il Falco e la Colomba, l'amore vola alto

Presentata la nuova fiction Mediaset, che punta su una televisione di qualità.
di Marco Cerasani

Ogni amore ha le sue ragioni e i suoi ostacoli da superare
Giulio Berruti (II) (Giulio Maria Berruti) (39 anni) 27 settembre 1984, Roma (Italia) - Bilancia. Interpreta Giulio Branciforte nel film di Giorgio Serafini Il falco e la colomba.

martedì 17 marzo 2009 - Televisione

Ogni amore ha le sue ragioni e i suoi ostacoli da superare
La storia dell'umanità conserva l'ineludibile marchio dell'intrigo politico votato alla causa del vantaggio personale, quello dell'amore ostacolato in nome di atavici rancori e gelosie degenerate in sanguinose battaglie e gelide vendette; situazioni con le quali difficilmente vorremmo avere a che fare personalmente, ma che sono capaci di accalappiare il pubblico quando diventano il nucleo tematico della prossima fiction che andrà in onda su Canale 5, Il Falco e La Colomba.
Liberamente ispirata al romanzo breve di Stendhal "La Badessa di Castro", la vicenda si sviluppa intorno al 1530, alla vigilia degli avvenimenti che precedono il Sacco di Roma ad opera dei Lanzichenecchi ed è girata principalmente nella location toscana di Villa "I Colazzi". Celebre palazzo, il cui disegno è attribuito a Michelangelo Buonarroti. La splendida villa sorta tra le campagne fiorentine che fu scelta come alloggio dalla principesca coppia Carlo e Diana d'Inghilterra durante la loro luna di miele, si presta per la prima volta ad ospitare le riprese di un progetto cinematografico.
La fiction, della durata di sei puntate la cui messa in onda è prevista per gennaio 2010, è prodotta da Guido De Angelis per la DAP Italy S.r.l. e si avvale della regia di Giorgio Serafini, e di un cast che annovera giovani talenti quali Anna Safroncik, Giulio Berruti, Cosima Coppola e veterani del mestiere come Fabio Testi, Enrico Lo verso, Anna Galiena, Franco Oppini.
La produzione intende offrire un'opera, come commenta lo stesso direttore di Mediaset Fiction Giancarlo Scheri, capace di spingere l'industria audio-visiva italiana verso il ruolo attivo nel panorama internazionale, liberandola dalla dipendenza con il mercato estero.

Giorgio Serafini, quali sono state le motivazioni che hanno portato a reclutare un cast così variegato?
Abbiamo ritenuto opportuno insieme al produttore Guido De Angelis ricorrere all'impiego di bravi giovani attori emergenti puntando su una possibile internazionalizzazione del pubblico di riferimento. Al contempo però era necessario calibrare una solida identità professionale facilmente riconoscibile nei volti e nel talento di Fabio, Anna, Enrico e tutti gli altri.

Quale può essere considerato il punto di forza de Il Falco e La Colomba?
Sicuramente le sei stesure della sceneggiatura ci hanno permesso di lavorare mantenendo una visione cristallina del soggetto e quindi di offrire la possibilità di seguire le vicende dei personaggi in maniera coerente. Non capita spesso nel settore della fiction di potersi risparmiare le difficoltà che sorgono da un approccio confusionario durante le riprese. Spesso accade che si giri una scena senza sapere quali saranno gli ulteriori sviluppi della storia proprio perché non sono stati ancora scritti dagli sceneggiatori. Questa volta è andata diversamente, siamo riusciti a tenere tutto perfettamente sotto controllo.

Guido De Angelis, bisogna aspettarsi sostanziali riferimenti alla serie di Elisa di Rivaombrosa?
Elisa di Rivaombrosa ha rappresentato un enorme successo televisivo che ha spinto i realizzatori a concepirne un seguito che accontentasse il pubblico curioso di sapere cos'altro sarebbe potuto succedere ai personaggi. Non era nostra intenzione girarne la terza serie, tuttavia, Il Falco e La Colomba mantiene quegli stessi temi così cari agli spettatori, come le storie d'amore appassionate e contrastate, il sogno romantico, il coraggio di perseguire i propri ideali a qualunque costo.

Giulio Berruti, questa non è la prima volta che lavori per Giorgio Serafini. Come sta andando la tua esperienza sul set?
Si, ringrazio profondamente Giorgio che ha creduto in me per la seconda volta. Questi giorni di ripresa rappresentano per me un'esperienza altamente positiva, sento di dare il mio modesto contributo, e ne sono molto orgoglioso, a qualcosa che una volta portata a compimento si rivelerà un ottimo prodotto per la televisione; avvincente per i più giovani, vista la componente avventuristica delle vicende; capace di interessare un pubblico più maturo, grazie alla combinazione di intrecci politici e contesto storico.

Fabio Testi, a quale punto sei arrivato nella tua lunga carriera? Vuoi parlarci del tuo personaggio in questa fiction?
Ritengo Il Falco e La Colomba una fiction la cui visione meriterebbe il costo di un biglietto di sala cinematografica. Una realizzazione che si avvicina per qualità più ad un film di lunga durata che a una mini serie tv. Considerato questo posso facilmente dire che sto girando il mio cento e unesimo film. È come se avessi appena voltato la pagina del mio elenco personale di titoli e mi apprestassi a riempirne un'altra vestendo questa volta i panni di un vero brutto ceffo, il principe Savelli. Uno con cui non vorrei mai, che so, andare al cinema...

Franco Oppini, raramente ti sei calato nel ruolo di un personaggio così serio. Come ci si sente?
È vero. Interpreto il Signore di Campireali, il rappresentante di una famiglia di piccoli nobili terrieri a cui muore un figlio, per cui io non voglio ringraziare nessuno. Né il regista, né il produttore...(ride)
Ho già interpretato altri personaggi seri nei drammi di Shakespeare, però lì non sono stato costretto a tenere questa lunga barba che sta seriamente compromettendo la relazione con mia moglie e dunque il mio matrimonio. Oltre a non ringraziare il regista e il produttore, li ritengo responsabili di questo...(ride di nuovo)

Anna Safroncik, e tu come vivi il personaggio?
Credo che Lisetta sia una persona molto forte, capace di affrontare le estreme difficoltà a cui è sottoposta con coraggio e abnegazione. Si tratta di un personaggio nuovo rispetto quelli che sono solita interpretare; una perdente, una donna cui la perdita dell'amore ha distrutto la vita, che affronta però la situazione con dignità. Il mio personaggio, come gli altri, è molto ben delineato. Questo fa si che Il Falco e La Colomba si discosti dal macchiettismo solito che contraddistingue oggi le fiction a tema storico.

Giorgio Serafini, in che maniera ha influito l'elemento storico nella produzione di questa fiction?
La principale conseguenza di una scelta simile si è subito manifestata, oltre che negli aspetti scenografici, nella necessità di individuare una location adeguata a valorizzare l'epoca storica di riferimento, ma allo stesso tempo non compromessa da interventi architettonici attribuibili ad epoche successive.
Grazie all'aiuto del bravissimo scenografo Cosimo Gomez siamo riusciti a ricreare ambienti, sia in interno che in esterno, che non si limitassero solo a una pedante ricostruzione storica del '500. L'intento è stato quello di vitalizzare in maniera contemporanea l'estetica dell'epoca, senza però rinunciare ai canoni stilistici corretti. Lo stesso è avvenuto per i costumi realizzati da Luciano Capozzi per le oltre duemila figurazioni in costume, evitando un effetto filologico-museale.

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