laulilla
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martedì 21 settembre 2010
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il professor bill e il suo doppio
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La vita del professor Bill Kincaid si dovrebbe svolgere, stando ai suoi piani, lontano da Tusla, cittadina dell'Oklahoma dalla quale era fuggito, quando, ancora ragazzo, aveva capito che il milieu culturale e linguistico di quel luogo avrebbe reso troppo imperfetta e riconoscibile la sua pronuncia e che le bizzarrie eccentriche di madre e fratello avrebbero frustrato i suoi ambiziosi progetti. Quando inizia il film egli ci si presenta come un ammirato e brillante docente di filosofia, che è riuscito a eliminare dalla sua parlata l'accento del Sud, e che è talmente affermato e apprezzato da ritenersi ormai prossimo alla carriera universitaria, mentre le sue lezioni al liceo ci mostrano un appassionato cultore della filosofia classica, convinto della sua utilità anche nella vita quotidiana.
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La vita del professor Bill Kincaid si dovrebbe svolgere, stando ai suoi piani, lontano da Tusla, cittadina dell'Oklahoma dalla quale era fuggito, quando, ancora ragazzo, aveva capito che il milieu culturale e linguistico di quel luogo avrebbe reso troppo imperfetta e riconoscibile la sua pronuncia e che le bizzarrie eccentriche di madre e fratello avrebbero frustrato i suoi ambiziosi progetti. Quando inizia il film egli ci si presenta come un ammirato e brillante docente di filosofia, che è riuscito a eliminare dalla sua parlata l'accento del Sud, e che è talmente affermato e apprezzato da ritenersi ormai prossimo alla carriera universitaria, mentre le sue lezioni al liceo ci mostrano un appassionato cultore della filosofia classica, convinto della sua utilità anche nella vita quotidiana. A Tusla, invece, egli tornerà, per dovere, essendovi richiamato dalla falsa notizia dell'uccisione del fratello gemello Brady. Tutto ciò che nel film seguirà, e che è in parte sorprendente e in parte prevedibile, è costruito come una commedia degli equivoci, di cui, è possibile cogliere l'origine nell'archetipo plautino dei Menecmi, i gemelli antichi le cui peripezie lo stesso Bill aveva evocato. Si sviluppa di qui la seconda parte del film, cioè l'intricata storia dei difficili rapporti di Bill con Brady, coltivatore "scientifico" di marijuana e pericolosamente in bilico fra buone intenzioni e crimine, con temibili frequentazioni di gente che delle buone intenzioni non sa che fare e che invece intende avvalersi di tutti gli strumenti del crimine. Il richiamo al mondo classico latino e greco, non si limita a Plauto: il regista sviluppa, infatti, attraverso il racconto, la concezione antica secondo cui il fato è il vero arbitro della nostra esistenza, il che rende inutile e velleitario ogni nostro proposito di arginare razionalmente lo scorrere incomprensibile degli eventi. Analogamente, attraverso le immagini e lo svolgersi delle vicende, possiamo scorgere la rilettura nietzschiana del mondo classico, che, riconoscendo il contrapporsi fra la nostra aspirazione all'ordine e alla chiarezza e la presenza di un primigenio mondo caotico e oscuro radicato in tutti noi, individua in ciò l'origine della ineluttabilità delle nostre contraddizioni, cioè, infine, la "fatalità" dei nostri comportamenti connotati dall'ambiguità e dalla doppiezza. I due gemelli, pertanto, compaiono come figure non separabili: Bill incarna secondo me, l'aspirazione a un ordine armonico e razionale, mentre Brady rappresenta le pulsioni meno confessabili, e, in questo senso è l'altra faccia di Bill, il suo doppio. Il film nasce perciò come un ambizioso progetto di dar vita cinematografica a concetti filosofici alquanto difficili da tradurre sullo schermo e, secondo me, riesce a darci un prodotto non sempre perfetto, ma interessante e dignitoso, obbligandoci a riflettere e a interrogarci su problemi serissimi in modo scherzoso e leggero. Contribuiscono alla positiva riuscita del racconto gli interpreti, che intelligentemente cercano di dare corpo a tutti i complicati personaggi di questa storia un po' strana: da Edward Norton a Susan Sarandon a Richard Dreyfuss, principalmente.
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daniele d'antoni
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martedì 23 novembre 2010
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non una semplice commedia
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Bill e Brady sono fratelli gemelli, ma non si vedono da anni. Il primo è un affermato professore di filosofia che non condivide le scelte del fratello, il secondo è un affermato produttore di Marijuana che non capisce le scelte del fratello. Quando Brady si caccia in un grosso guaio, si rende conto che l’unica persona che può tirarlo fuori dai pasticci è proprio suo fratello Bill; sempre che riesca a convincerlo di aiutarlo.
Sebbene sia stata presentata come una commedia, Fratelli in Erba si solleva un po’ dal genere e si avvicina al noir diventando un film più serio e ambizioso di quanto ci si aspetti. Infatti , vengono affrontati, col sorriso sulle labbra, temi abbastanza importanti (anche se si sarebbe potuti approfondirli maggiormente, alzando ancora la qualità del film ) come lo spaccio di droga, l’impossibilità di rompere i legami col proprio passato e con le proprie origini, l’importanza dell’amicizia, della fiducia nelle persone che ci stanno vicino, l’infondatezza e la stupidità dei pregiudizi, il confronto generazionale in cui le nuove generazioni sono portate troppo spesso a criticare troppo facilmente le scelte di chi le precede, senza neanche provare a capire il motivo o le idee celate dietro tali scelte, o ancora l’antisemitismo e la rabbia che ha logorato lo stato di Israele tanto da farlo propendere per scelte talvolta difficili o sbagliate.
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Bill e Brady sono fratelli gemelli, ma non si vedono da anni. Il primo è un affermato professore di filosofia che non condivide le scelte del fratello, il secondo è un affermato produttore di Marijuana che non capisce le scelte del fratello. Quando Brady si caccia in un grosso guaio, si rende conto che l’unica persona che può tirarlo fuori dai pasticci è proprio suo fratello Bill; sempre che riesca a convincerlo di aiutarlo.
Sebbene sia stata presentata come una commedia, Fratelli in Erba si solleva un po’ dal genere e si avvicina al noir diventando un film più serio e ambizioso di quanto ci si aspetti. Infatti , vengono affrontati, col sorriso sulle labbra, temi abbastanza importanti (anche se si sarebbe potuti approfondirli maggiormente, alzando ancora la qualità del film ) come lo spaccio di droga, l’impossibilità di rompere i legami col proprio passato e con le proprie origini, l’importanza dell’amicizia, della fiducia nelle persone che ci stanno vicino, l’infondatezza e la stupidità dei pregiudizi, il confronto generazionale in cui le nuove generazioni sono portate troppo spesso a criticare troppo facilmente le scelte di chi le precede, senza neanche provare a capire il motivo o le idee celate dietro tali scelte, o ancora l’antisemitismo e la rabbia che ha logorato lo stato di Israele tanto da farlo propendere per scelte talvolta difficili o sbagliate.
Nonostante nel cast compaiano delle punte di diamante del cinema americano, quali Susan Sarandon e Richard Dreyfuss, o altri volti noti come Keri Russell e Pruitt Taylor Vince (chi non se lo ricorda in “La leggenda del pianista sull’oceano”?), nonché lo stesso regista del film, Tim Blake Nelson, nel ruolo di uno dei personaggi chiave, è Edward Norton, interpretando entrambi i gemelli, a reggere l’intera pellicola con la sua versatilità e la sua bravura.
Dunque un buon film, interessante, dalle belle atmosfere, in cui trovano spazio anche la poesia di Walt Whitman e la filosofia, in cui tutto è “amalgamato” da un ottimo commento musicale(trova posto anche Bob Dylan), un film brillante insomma e allo stesso tempo impegnato e che sarebbe troppo riduttivo classificare come commedia o affossare senza analizzarne a fondo i preziosi contenuti.
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bigdrugo
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sabato 18 giugno 2011
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commedia nera... nera
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Scritto e diretto dal bravo caratterista Tim Blake Nelson, Fratelli in erba racconta la storia di due fratelli gemelli che hanno due vite completamente diverse, due lavori completamente diversi e senza dubbio, una morale ed un comportamento di vita, totalmente diversi!
Uno dei due fratelli è un coltivatore di "erba" con diversi problemi economici, riesce però con l'inganno a farsi aiutare dal fratello che è uno stimato professore. Questo tornerà così alla sua vecchia vita, che aveva volutamente abbandonato con l'intento di non tornare più neanche per fare visita alla madre.
Una commedia nera poco brillante, a tratti noiosa, fin da subito si capisce come andrà a finire il film e niente prova a farci cambiare idea.
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Scritto e diretto dal bravo caratterista Tim Blake Nelson, Fratelli in erba racconta la storia di due fratelli gemelli che hanno due vite completamente diverse, due lavori completamente diversi e senza dubbio, una morale ed un comportamento di vita, totalmente diversi!
Uno dei due fratelli è un coltivatore di "erba" con diversi problemi economici, riesce però con l'inganno a farsi aiutare dal fratello che è uno stimato professore. Questo tornerà così alla sua vecchia vita, che aveva volutamente abbandonato con l'intento di non tornare più neanche per fare visita alla madre.
Una commedia nera poco brillante, a tratti noiosa, fin da subito si capisce come andrà a finire il film e niente prova a farci cambiare idea.
Non basta quindi un buon Edward Norton, che interpreta due ruoli, e la comparsa della sempre bravissima e bella Susan Sarandon, il film resta scialbo e poco incisivo.
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gianmarco.diroma
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giovedì 23 settembre 2010
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leaves of grass
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Ci sono film che sono dominati dalle atmosfere che riescono a tratteggiare: a volte queste atmosfere diventano così riconoscibili che diventa lecito parlare di stile (vedi lo stile Lynch e la sua capacità di passare con grande dimestichezza da un genere cinematografico classico ad un altro). La grandezza di Fratelli in erba (il cui titolo originale invece rimanda all'opera del poeta americano Walt Whitman) sta proprio nella disinvoltura da parte del regista Tim Blake Nelson di sfruttare il meccanismo della commedia e degli equivoci prodotto dal tòpos cinematografico del doppio e del gemello per comunicare allo spettatore un senso di morte e di angoscia che nella seconda metà del film sembra allargarsi a macchia d'olio.
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Ci sono film che sono dominati dalle atmosfere che riescono a tratteggiare: a volte queste atmosfere diventano così riconoscibili che diventa lecito parlare di stile (vedi lo stile Lynch e la sua capacità di passare con grande dimestichezza da un genere cinematografico classico ad un altro). La grandezza di Fratelli in erba (il cui titolo originale invece rimanda all'opera del poeta americano Walt Whitman) sta proprio nella disinvoltura da parte del regista Tim Blake Nelson di sfruttare il meccanismo della commedia e degli equivoci prodotto dal tòpos cinematografico del doppio e del gemello per comunicare allo spettatore un senso di morte e di angoscia che nella seconda metà del film sembra allargarsi a macchia d'olio. Figura chiave in questo senso è sicuramente quella dell'ebreo odontoiatra che Bill incontra in aereo in viaggio verso l'Oklahoma. Questo personaggio infatti ha qualcosa di grottesco: dotato di una maschera facciale che a prima vista potrebbe risultare simpatica e socievole, essa in realtà nasconde un profondo senso di sconfitta e fallimento prodotto da una situazione finanziaria che lo costringe a fuggire da New York a Tulsa. Frustrato poiché stritolato dai debiti, compreso suo malgrado chi sia l'autore dell'assassinio di Bug (interpretato da Richard Dreyfuss), decide di farsi giustizia da solo, facendo letteralmente precipitare la situazione. I due semplici incontri dei protagonisti con questo personaggio (quello di Bill in aereo e quello di Brady nella sinagoga) diventano i due momenti determinanti di tutta l'azione del film; la fabula si compie in questi due attimi. L'esercizio del caso (la Pizia, citando Friedrich Dürrenmatt) ha esercitato ancora una volta la sua funzione di elemento regolatore (nel senso darwinista del termine) nella vita dei protagonisti di questa vicenda. Una vicenda filmata deludendo tutti colori i quali si aspettano un genere di commedia simile a L'erba di Grace. Perché se in quel caso il tono drammatico si stemperava nella commedia, qui succede esattamente il contrario. La commedia si trasforma in dramma, ma prima di arrivare al dramma passa per improvvise esplosioni di folle violenza, frutto di un quotidiano (quello americano, come forse direbbero i fratelli Coen?) che incapace di dare voce alle sue paure, trova sfogo in una logica di sopravvivenza che mostra ancora l'eco del lontano West (il farsi giustizia da soli, la diffusione delle armi e la facilità del ricorso ad esse, lo spirito di autoconservazione posto come diritto inviolabile del singolo).
In questa lotta fratricida (nessuno è sicuro di nulla, neppure Bill, quando viene a sapere che probabilmente non otterrà la sua tanto agognata cattedra a Cambridge, a causa di un malinteso che lo vede vittima) a cadere saranno in molti: lo stesso Bill, il professore, colui che per tutta la vita ha cercato di governare le proprie passioni con l'ausilio della razionalità, sarà costretto a cercare rifugio lì da dove tanti anni prima è voluto scappare, per riuscire forse, e finalmente, a trovare quell'equilibrio tra le due anime lacerate che lo contraddistinguono: quella razionale (in fuga dalle proprie origini) e quella passionale (così visceralmente legata all'amato/odiato Oklahoma)!
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volevosolodiventare
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martedì 21 settembre 2010
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meno male che c'è edward!
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Certe volte non è facile essere imparziali.
Per esempio, non è facile esserlo nei confronti di “Fratelli in Erba”, Leaves of Grass.
Aspettavo questo film da un pezzo, e poi c'era lui, come dire, Edward Norton, al quale mi unisce una sorta di ardimentosa passione dal piglio adolescenziale, arricchita però dalla consapevolezza dell’età adulta.
“Due biglietti per Fratelli in Erba”, ho fatto alla tipa della biglietteria, che aveva dei capelli castani, ricci e sottili, e degli occhialoni da vista stile wayfarer ma non proprio wayfarer.
“Dammeli più centrali possibile”, ho aggiunto.
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Certe volte non è facile essere imparziali.
Per esempio, non è facile esserlo nei confronti di “Fratelli in Erba”, Leaves of Grass.
Aspettavo questo film da un pezzo, e poi c'era lui, come dire, Edward Norton, al quale mi unisce una sorta di ardimentosa passione dal piglio adolescenziale, arricchita però dalla consapevolezza dell’età adulta.
“Due biglietti per Fratelli in Erba”, ho fatto alla tipa della biglietteria, che aveva dei capelli castani, ricci e sottili, e degli occhialoni da vista stile wayfarer ma non proprio wayfarer.
“Dammeli più centrali possibile”, ho aggiunto. Perché è sempre così, quando uno ha delle aspettative alte su uno spettacolo: vuole goderselo al meglio.
Edward Norton docente di filosofia ed Edward Norton coltivatore di marjiuana, che io continuavo a pensare “ambarabàciccìcoccò…Billy o Brady, Brady o Billy, questo è il problema”. Fratelli gemelli, figli di una Susan Sarandon vedova, ex sessantottina, prematuramente rinchiusasi in un ospizio.
La sempre più gettonata commistione di generi, in linea con la cinematografia targata Coen, colpisce anche questa pellicola che alterna commedia, azione e dramma, in un piatto unico. Di quelli che placano la fame, ma non capisci mai se t’abbiano deliziato oppure no. Né se ne mangeresti ancora.
Leaves of Grass è un film che fa sorridere, che sfodera qualche colpo di scena, che a tratti fa riflettere – complici i dialoghi piuttosto curati, niente di geniale ma piuttosto curati – sulla cultura generazionale, sull’emancipazione, sulla periferia, sui legami familiari, sulla possibilità di condizionare gli eventi della propria vita, sulla necessità accademica di sancire delle regole.
Leaves of Grass fa tutto questo, ma non fa nulla nel dettaglio. Accenna tematiche che non approfondisce, chiamando probabilmente lo spettatore a riempire i vuoti con contenuti propri, alzando progressivamente la frequenza degli eventi che, dapprima molto lenti, arrivano a susseguirsi solleciti.
Non ho notato la fotografia, né colonna sonora. Non dovevano essere impressionanti.
Edward Norton come sempre superiore.
Tendenzialmente un film sopravvalutato. Per lo meno da me stessa, prima di vederlo.
Infine, controindicazioni reali: fa venire una voglia esagerata di fumare la SuperTurbo.
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domenico a
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venerdì 24 settembre 2010
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fare i fratelli coen è complicatoabbiamo visto “ f
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Abbiamo visto “ Fratelli in erba “ regia di Tim Blake Nelson.
Il titolo in inglese è “ Leaves of Grass “dal libro del grande scrittore e poeta americano Walt Whitman ( ‘ Foglie d’erba ‘, autore anche di ’ Giorni rappresentativi ‘; conosciuto da tutti per l’utilizzatissimo verso “ O capitano ! Mio capitano “ ); ma a nostro parere si ferma qui l’assonanza col poeta della libertà e della liberazione sessuale con cento anni d’anticipo. Il risultato del film è il frutto di inesperienza o di presunzione dell’autore. Un regista che ha cercato di fare un film fuori dagli schemi, alto, intelligente e colto ed ha realizzato invece un film scombiccherato, vuoto e floscio: pur mettendo tutti gli ingredienti giusti ha prodotto un sufflè insapore e vacuo.
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Abbiamo visto “ Fratelli in erba “ regia di Tim Blake Nelson.
Il titolo in inglese è “ Leaves of Grass “dal libro del grande scrittore e poeta americano Walt Whitman ( ‘ Foglie d’erba ‘, autore anche di ’ Giorni rappresentativi ‘; conosciuto da tutti per l’utilizzatissimo verso “ O capitano ! Mio capitano “ ); ma a nostro parere si ferma qui l’assonanza col poeta della libertà e della liberazione sessuale con cento anni d’anticipo. Il risultato del film è il frutto di inesperienza o di presunzione dell’autore. Un regista che ha cercato di fare un film fuori dagli schemi, alto, intelligente e colto ed ha realizzato invece un film scombiccherato, vuoto e floscio: pur mettendo tutti gli ingredienti giusti ha prodotto un sufflè insapore e vacuo. Forse avendo collaborato come sceneggiatore con i fratelli Coen ha creduto di imparare la leggerezza, la maestria, le arguzie dei due talentuosi registi americani. A questo s’aggiunga un titolo ( traduzione ? ) in italiano che più scemo non si sarebbe potuto trovare o tradurre, alludendo all’erba per dire marijuana, giacchè da ragazzi i due gemelli fumacchiavano parecchio. Recensire un film del genere è abbastanza faticoso, riflettere su questo tipo di cinema e sul suo modo di fare cinema, di concepirlo e portarlo a questo compimento può sembrare tempo perso. Perché le tematiche sono accennate e non approfondite e questo è la voluta cifra stilistica del regista, il suo aplomb narrativo. Una per tutte: la critica verso una madre che rappresenta il mondo degli anni Sessanta beat e alternativo ma che in realtà ha passato il tempo a bere, fumare e ad essere inadeguata nei confronti dei due figli. Una rappresentante poco " rappresentativa " di un'epoca e le sue conseguenze.
I due gemelli Kincaid hanno reagito in modo diametralmente opposto agli insegnamenti della madre, Bill si è chiuso nello studio e nella disciplina che richiede la filosofia. E’ scappato dalla piccola città di provincia in cui è nato, ha cancellato anche il suo forte accento ed è diventato un serissimo professore universitario di filosofia antica, talmente serio che non ha nessuno svago nemmeno affettivo, e sono dodici anni che non torna a casa. Brady invece ( come dottor Jekill e Mister Hide ) non ha terminato gli studi, è rimasto nella stessa casa d’infanzia, conserva l'accento di provincia ( ma nell'edizione italiana non appare nulla di tutto questo ) e oltre a fumare marijuana e a vivere alla maniera dei genitori, ha messo in piedi uno scientifico e tecnologico capannone di coltivazione di marijuana che vende in tutta la regione. Le vite dei due gemelli sono evidentemente distanti e inconciliabili ma Brady, che aspetta un figlio dalla sua compagna ed ha grossi problemi finanziari con uno strozzino ebreo, con una scusa fa tornare il fratello a casa. Ha un piano folle e ha bisogno della complicità di Bill, vuole convincerlo a sostituirsi a lui per un giorno, in modo da avere il tempo e un alibi perfetto per un’azione che dovrebbe risolvere tutti i suoi problemi.
“ Fratelli in erba “ inizia come una commedia disimpegnata ( Bill Kincaid dà una lezione su Socrate e quasi subito si deve difendere dalle profferte amorose di una sua allieva ) per diventare subito una tragedia. Questi due elementi sono le basi del film, ma emergono anche l’incomprensibile casualità della vita che si accanisce attraverso incontri casuali e figure insensate, un po’ tonte e a prima vista innocue, che cambiano la vita.
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framenne
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lunedì 18 ottobre 2010
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un filmetto dal sapore degli anni '90
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una storia banale di due fratelli gemelli nell'aspetto, opposti nello stile di vita. Un professore di filosofia, un trafficante/produttore di mariujana. La storia potrebbe avere anche dei risvolti simpatici, e in effetti li ha, ma non spiccano mai il volo, non parte mai quella risata o quel sorriso che ti fanno pensare : "beh, dai ,carino".
Questo film ricorda moltissimo quelle commediole americane dei primi anni '90. un po' sempliciotte,un po' anche stupide e piene di luoghi comuni. L'unica nota positiva e' Edward Norton che davvero nella versione americana sa impersonificare due persone completamente opposte, con cambio di accento e parlata davvero eccezionali.
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una storia banale di due fratelli gemelli nell'aspetto, opposti nello stile di vita. Un professore di filosofia, un trafficante/produttore di mariujana. La storia potrebbe avere anche dei risvolti simpatici, e in effetti li ha, ma non spiccano mai il volo, non parte mai quella risata o quel sorriso che ti fanno pensare : "beh, dai ,carino".
Questo film ricorda moltissimo quelle commediole americane dei primi anni '90. un po' sempliciotte,un po' anche stupide e piene di luoghi comuni. L'unica nota positiva e' Edward Norton che davvero nella versione americana sa impersonificare due persone completamente opposte, con cambio di accento e parlata davvero eccezionali.
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francesca50
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domenica 19 settembre 2010
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un film veramente insolito!
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Un film sottile e divertente che ricorda lo stile dei fratelli Cohen. La prima parte è veramente commedia, la seconda si trasforma in noir, ma rimane comunque vedibile nonostante certe scene truculente alla Tarantino. Il film poi ti fa riflettere sull'importanza degli affetti e su come la famiglia e l'amore prevalgano sempre prima o poi negli uomini che mantengono la loro "umanità", perchè l'uomo senza sentimenti non è un uomo e la sua vita non ha un vero senso.
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olgadik
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lunedì 20 settembre 2010
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erba idropinica........
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Uno spunto felice che dalla commedia scivola nel dramma; il contrasto tra le passioni che ci agitano e la necessità di controllarle tramite la ragione, spesso senza riuscirci, sono gli elementi che caratterizzano il film. Opera strana, diseguale, oscillante tra armonie e disarmonie, malinconica tenerezza e violenza alla pulp fiction. Il risultato, quasi inaspettatamente, è interessante e fa dimenticare alcuni brani di lezioncina filosofica da manuale scolastico o banalità tipo l’Oklahoma dipinta come un luogo abitato da trogloditi, elementi non degni dell’intelligenza complessiva del racconto. Quello di Fratelli in erba è il tipico caso in cui non ti aspetti molto e ti trovi di fronte a qualcosa di meglio rispetto alle aspettative.
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Uno spunto felice che dalla commedia scivola nel dramma; il contrasto tra le passioni che ci agitano e la necessità di controllarle tramite la ragione, spesso senza riuscirci, sono gli elementi che caratterizzano il film. Opera strana, diseguale, oscillante tra armonie e disarmonie, malinconica tenerezza e violenza alla pulp fiction. Il risultato, quasi inaspettatamente, è interessante e fa dimenticare alcuni brani di lezioncina filosofica da manuale scolastico o banalità tipo l’Oklahoma dipinta come un luogo abitato da trogloditi, elementi non degni dell’intelligenza complessiva del racconto. Quello di Fratelli in erba è il tipico caso in cui non ti aspetti molto e ti trovi di fronte a qualcosa di meglio rispetto alle aspettative. Protagonista “bifronte” del film Edward Norton, più a suo agio nella parte del gemello professore di filosofia che in quella del gemello spacciatore e “studioso” di coltivazione della marijuana. Sempre credibile Susan Sarandon in una particina piccola ma non irrilevante nella economia generale. Si tratta della madre dei due fratelli, ex figlia dei fiori, ora collocata per sua volontà in una casa di riposo. Forse non è stata un granché come genitrice tradizionale ma ha capito meglio dei due rampolli come va la vita. C’è anche Richard Dreyfuss, ormai invecchiato e ispessito, un po’ eccessivo nel ruolo di uno stimato ebreo del luogo che invece è un boss del traffico di stupefacenti. Nella storia Edward Norton è Bill, irreprensibile professore di filosofia antica alla Brown University, ma è anche il gemello omozigota Brady. Qust’ultimo non potrebbe avere una interiorità più diversa dalla sua copia conforme. Infatti l’intelligenza, notevole in entrambi, è stata messa dal primo al servizio della conoscenza, dal secondo al servizio dello spaccio nonché produzione ad alto livello scientifico delle piantine d’erba. Di qui il titolo italiano, abbastanza inefficace, che nell’originale riprende invece quello di una poesia di Walt Withman, Foglie d’erba, citata dal personaggio donna che contribuirà a cambiare la vita del compassato insegnante. Informato della morte dello scapestrato fratello, Billy si reca nel paese natio dal quale manca da molto tempo. Una volta lì, scopre che Brady non è morto e che si vuole servire di lui per tamponare i danni di una serie di pasticci in cui si è cacciato. Colpo di scena dopo colpo di scena, il gioco si fa duro con tinte drammatiche. Alla fine del film Billy sarà un uomo diverso, avendo capito che una cosa sono le teorie filosofiche sull’apollineo e sul dionisiaco, altra cosa è la vita vera, dove passione e ragione scorrono entrambe, spesso mescolate, come linfa dell’esistenza.
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hidalgo
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giovedì 30 settembre 2010
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parenti serpenti
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PREMESSA: in molti cinema c'è ancora l'intervallo tra primo e secondo tempo. Consiglio di andarlo a vedere in uno di questi cinema (l'effetto è ancora migliore...) Lo scambio d'identità e gli equivoci a catena sono per il cinema un pozzo inesauribile di idee a cui attingono soprattutto sceneggiatori e registi di commedie. E Fratelli in erba comincia come una commedia,nemmeno troppo originale, ma godibile. Regia veloce, dialoghi briosi, gag simpatiche e politicamente scorrette (il monologo di Edward Norton/Brady sui benefici mentali e morali dell'erba, in particolare della sua turboerba, farà rizzare i capelli a moralisti ed ipocriti), ma senza niente di particolare da segnalare.
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PREMESSA: in molti cinema c'è ancora l'intervallo tra primo e secondo tempo. Consiglio di andarlo a vedere in uno di questi cinema (l'effetto è ancora migliore...) Lo scambio d'identità e gli equivoci a catena sono per il cinema un pozzo inesauribile di idee a cui attingono soprattutto sceneggiatori e registi di commedie. E Fratelli in erba comincia come una commedia,nemmeno troppo originale, ma godibile. Regia veloce, dialoghi briosi, gag simpatiche e politicamente scorrette (il monologo di Edward Norton/Brady sui benefici mentali e morali dell'erba, in particolare della sua turboerba, farà rizzare i capelli a moralisti ed ipocriti), ma senza niente di particolare da segnalare. Fino alla fine del primo tempo. Poi il film cambia radicalmente, in maniera quasi brutale, lasciando lo spettatore di stucco che quasi fatica ad accettare che la sua innocua commedia si sia trasformata in una sanguinosa tragedia surreale e allo stesso tempo tremendamente realistica. Il film decolla, coinvolge, conquista e commuove. Norton (ma avete notato quanto somiglia a Russell Crowe più giovane e più magro?!) conferma di essere uno dei migliori attori in circolazione, così come Tim Blake Nelson dimostra di essere un regista di talento, per nulla scontato nè banale. Tutto è fatidico nella vita. O forse no.
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