lorenzodv
|
mercoledì 8 gennaio 2020
|
maturazione affettiva di una ragazza disadattata
|
|
|
|
Ritratto di una ragazza disadattata di nome Mia. Si sa che i nomi dei film ..
Senza padre e con una madre che non conosce il significato del termine Mia vive in un ambiente di abbandono, espulsa dalla scuola, senza amici e violenta con i conoscenti si diletta con il ballo ma nonostante impegno e capacità nemmeno quello le arride.
Raccontato così non attrae, me ne sto rendendo conto, invece è un bel film. Il personaggio è ben rappresentato ed il lieto fine è costituito dal fatto che Mia ha una pur difficoltosa maturazione affettiva, che poi è il vero soggetto. Tant'è che adesso lo riguardo.
I principali difetti:
1) I dialoghi all'inizio sono ridotti all'estrema semplicità espressiva, dovrebbero introdurre lo spettatore alla manzanza di istruzione dei personaggi ma siccome eccedono li fanno credere minorati.
[+]
Ritratto di una ragazza disadattata di nome Mia. Si sa che i nomi dei film ..
Senza padre e con una madre che non conosce il significato del termine Mia vive in un ambiente di abbandono, espulsa dalla scuola, senza amici e violenta con i conoscenti si diletta con il ballo ma nonostante impegno e capacità nemmeno quello le arride.
Raccontato così non attrae, me ne sto rendendo conto, invece è un bel film. Il personaggio è ben rappresentato ed il lieto fine è costituito dal fatto che Mia ha una pur difficoltosa maturazione affettiva, che poi è il vero soggetto. Tant'è che adesso lo riguardo.
I principali difetti:
1) I dialoghi all'inizio sono ridotti all'estrema semplicità espressiva, dovrebbero introdurre lo spettatore alla manzanza di istruzione dei personaggi ma siccome eccedono li fanno credere minorati. Questo crea anche delle contraddizioni con lo sviluppo successivo dove si capisce che Mia è dotata di intelligenza almeno normale e menomata soltanto nell'istruzione come ho detto e anche nella gestione dei rapporti (ma non intrinsecamente nell'affettività).
2) Non so se l'ambiente sia ben raccontato però lo conoscevo già dai luoghi comuni e adesso bisogna capire se i luoghi comuni sono veri oppure lo studio preparatorio del flm è stato un po' superficiale.
3) Ha quasi fatto un record. In quest'opera si può osservare il secondo peggior rapporto sessuale del cinema; resta imbattuto l'imbattibile, quello tra Robert De Niro e Bridget Fonda in Jackie Brown. Nonostante qui il personaggio maschile abbia un unico impareggiabile commento "non dovevo farlo" (ma subito! mentre ripone l'attrezzatura) perde perché si era calato i pantaloni al ginocchio mostrando ricercatezza paragonato a Robert che li apre solo sul davanti; nessuno dei due si lava.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a lorenzodv »
[ - ] lascia un commento a lorenzodv »
|
|
d'accordo? |
|
gianleo67
|
martedì 30 settembre 2014
|
escaping from...essex
|
|
|
|
Adolescente inquieta e ribelle, Mia vive in un quartiere popolare dell'Essex insieme alla madre, superficiale e irresponsabile, ed alla sorellina più piccola. Espulsa da scuola ed interessata solo alla danza hip-hop, trascorre le sue gionate fuori casa tra un allenamento e le passeggiate lungo gli squallidi sobborghi di una periferia desolata e degradata. Quando il nuovo aitante e premuroso amico della madre inizia ad interessarsi a lei ed alla sua passione per la musica, le sembra di aver finalmente trovato una figura di riferimento maschile cui avvicinarsi con interesse e fiducia. Ma questa sarà per lei l'ennesima e cocente delusione.
Interessata tanto ad un paesaggio urbano che dimostra di conoscere a menadito, quanto al realismo sociale di una messa in scena che sembra tallonare da presso la giovane protagonista femminile (camera mobilissima, frequente uso della soggettiva, prevalenza di campi medi e stretti), la regista inglese Andrea Arnold sembra avere bene assimilato i capisaldi di un cinema europeo che strizza l'occhio al morboso interesse che il pubblico festivaliero riserva alle storie esemplari di emarginazione e (falso) riscatto e che trova nei fratelli Dardenne o nel cinema di Loach (quest'ultimo certo, in senso più politico) i suoi ideali punti di riferimento.
[+]
Adolescente inquieta e ribelle, Mia vive in un quartiere popolare dell'Essex insieme alla madre, superficiale e irresponsabile, ed alla sorellina più piccola. Espulsa da scuola ed interessata solo alla danza hip-hop, trascorre le sue gionate fuori casa tra un allenamento e le passeggiate lungo gli squallidi sobborghi di una periferia desolata e degradata. Quando il nuovo aitante e premuroso amico della madre inizia ad interessarsi a lei ed alla sua passione per la musica, le sembra di aver finalmente trovato una figura di riferimento maschile cui avvicinarsi con interesse e fiducia. Ma questa sarà per lei l'ennesima e cocente delusione.
Interessata tanto ad un paesaggio urbano che dimostra di conoscere a menadito, quanto al realismo sociale di una messa in scena che sembra tallonare da presso la giovane protagonista femminile (camera mobilissima, frequente uso della soggettiva, prevalenza di campi medi e stretti), la regista inglese Andrea Arnold sembra avere bene assimilato i capisaldi di un cinema europeo che strizza l'occhio al morboso interesse che il pubblico festivaliero riserva alle storie esemplari di emarginazione e (falso) riscatto e che trova nei fratelli Dardenne o nel cinema di Loach (quest'ultimo certo, in senso più politico) i suoi ideali punti di riferimento.
Coraggiosa nel rischiare un casting dove tra i più noti ed emergenti protagonisti del cinema britannico (Fassbender e Wareing) si affida il ruolo di protagonista ad una ragazzina debuttante reclutata per caso in stazione mentre litiga col fidanzatino (Katie Jarvis), la Arnold dimostra e mostra più interesse per la credibilità del contesto sociale e l'attendibilità psicologica dei personaggi che per il valore pure esemplare che la storia sembra affidare ai simbolismi che affiorano qui e là come segni premonitori di un racconto di formazione fondato sullo sradicamento familiare e l'inevitabile tentativo di fuga in avanti (la cavalla da liberare, la musica come paradigma di un improbabile riscatto personale, la difficile iniziazione sessuale, i campi lunghi che traguardano l'orizzonte lontano di un mondo chiuso come una 'gabbia per pesci', il predibile epilogo di un abbandono del focolare domestico). Chiuso in questo 'linguaggio da strada' che asseconda il rigore di una messa in scena minimale e l'uso pure spartano e marginale della colonna sonora intradiegetica (una insolita versione rhythm & blues della California Dreamin' dei Mamas and Papas), il film della Arnold rischia l'appiattimento su di un ritmo eccessivamente dilatato (123 minuti possono stancare) e la criteriata scelta di picchi drammatici che deviano dalle consuete logiche narrative all'insegna della prevedibilità melodrammatica (dalla perdita della verginità sul divano di casa ad un ratto dell'infante andato a buon fine). A conti fatti il film sembra trovare la quadra tra credibilità del registro e velleità autoriali, convincendo tanto i membri del 62º Festival di Cannes che gli attribuiscono il Premio della Giuria quanto quelli dell'Accademia Britannica che gli consegnano il BAFTA come miglior film. Così è (se vi pare).
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gianleo67 »
[ - ] lascia un commento a gianleo67 »
|
|
d'accordo? |
|
paride86
|
martedì 16 ottobre 2012
|
senza infamia e senza lode
|
|
|
|
Girato con stile realistico di denuncia sociale, "Fish Tank" racconta la storia di un'adolescente nei sobborghi inglesi.
Asciutto, amaro e deprimente, è interessante senza essere brillante.
Bravi gli attori.
|
|
[+] lascia un commento a paride86 »
[ - ] lascia un commento a paride86 »
|
|
d'accordo? |
|
molenga
|
martedì 6 marzo 2012
|
niente di nuovo
|
|
|
|
Mia ha 15 anni, è stata espulsa da scuola ed ha perso la sua migliore(unica amica), vive nell'abbandono del sottoproletariato inglese con una madre di facili costumi e una sorella più piccola che non sembra destinata ad una sorte principesca: il suo unico sfogo è salire in un palazzone vuoto e preparare coreagrafie su basi hip-hop. A scuoterla dal tran tran c'è il nuovo uomo della madre, connor(michael fassbender),
Tutto già visto, dall'ambiente(sixteen) alle tematiche(thirteen, rosetta, mean girls). Tuttavia si tratta di un filmetto potabile sulle tematiche dell'adolescenza bruciata, sull'abbandono e, pur con qualche evidente falla nel copione, risullta organico; certo, senza pompare troppo i muscoli della regia, si potrebbe fare di più.
[+]
Mia ha 15 anni, è stata espulsa da scuola ed ha perso la sua migliore(unica amica), vive nell'abbandono del sottoproletariato inglese con una madre di facili costumi e una sorella più piccola che non sembra destinata ad una sorte principesca: il suo unico sfogo è salire in un palazzone vuoto e preparare coreagrafie su basi hip-hop. A scuoterla dal tran tran c'è il nuovo uomo della madre, connor(michael fassbender),
Tutto già visto, dall'ambiente(sixteen) alle tematiche(thirteen, rosetta, mean girls). Tuttavia si tratta di un filmetto potabile sulle tematiche dell'adolescenza bruciata, sull'abbandono e, pur con qualche evidente falla nel copione, risullta organico; certo, senza pompare troppo i muscoli della regia, si potrebbe fare di più.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a molenga »
[ - ] lascia un commento a molenga »
|
|
d'accordo? |
|
dandy
|
giovedì 31 marzo 2011
|
già visto certo,ma meglio di molti altri esempi.
|
|
|
|
La regista-sceneggiatrice,qui al suo secondo film conferma il suo potenziale ma anche i suoi limiti.Conosce senza dubbio gli ambienti squallidi che descrive e sa dirigere il cast(in particolare la protagonista,qui al suo esordio)nonchè approfondire le relazioni tra i personaggi.Ma dopo una prima parte in cui non succede praticamente nulla,c'è un susseguirsi di eventi a rischio di esagerazione.E non convince l'oscillazione continua tra simbolismi facili(il cavallo bianco legato,il palloncino a forma di cuore)e provocazioni calcolate(le bambine che bevono e fumano,la scena di sesso tra Connor e Mia,quindicenne nel film ma appena maggiorenne nella realtà).Un film corretto,che difficilmente vedremo girare da noi,e specialmente in America, per il modo in cui è trattato il tema del break-dance:è una scappatoia ma fa appena da riflesso alle vicende,anzichè essere sfruttato per allungare il brodo con interminabili balli controfigurati.
[+]
La regista-sceneggiatrice,qui al suo secondo film conferma il suo potenziale ma anche i suoi limiti.Conosce senza dubbio gli ambienti squallidi che descrive e sa dirigere il cast(in particolare la protagonista,qui al suo esordio)nonchè approfondire le relazioni tra i personaggi.Ma dopo una prima parte in cui non succede praticamente nulla,c'è un susseguirsi di eventi a rischio di esagerazione.E non convince l'oscillazione continua tra simbolismi facili(il cavallo bianco legato,il palloncino a forma di cuore)e provocazioni calcolate(le bambine che bevono e fumano,la scena di sesso tra Connor e Mia,quindicenne nel film ma appena maggiorenne nella realtà).Un film corretto,che difficilmente vedremo girare da noi,e specialmente in America, per il modo in cui è trattato il tema del break-dance:è una scappatoia ma fa appena da riflesso alle vicende,anzichè essere sfruttato per allungare il brodo con interminabili balli controfigurati.E cosa più importante,non risolverà i problemi di Mia.Osannato dalla critica inglese.Da noi qualche genio ha pensato bene di mandarlo in piena estate:troppo crudo e adulto per un pubblico di cinepanettoniani.E gli hanno appioppato il solito doppiaggio maldestro e giovanilista.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a dandy »
[ - ] lascia un commento a dandy »
|
|
d'accordo? |
|
doni64
|
domenica 19 dicembre 2010
|
film...grudo ma reale
|
|
|
|
Film grezzo...reale...crudo interpretato in modo intenso da attori poco noti ma preparati al ruolo.La scenografia e' pessima come lo sono le inquadrature che sembrano girate da una videocamera a mano.Nel complesso un film discreto...da dimenticare.
|
|
[+] lascia un commento a doni64 »
[ - ] lascia un commento a doni64 »
|
|
d'accordo? |
|
laulilla
|
sabato 28 agosto 2010
|
una difficilissima formazione
|
|
|
|
In una degradata periferia londinese, vive Mia, quindicenne che affronta nella più squallida solitudine la sua adolescenza. La madre, che avrebbe il compito di aiutarla a superare un delicatissimo passaggio della vita, si rivela immatura e infantile: la sente come un peso e la vede come rivale in amore, mentre la sorellina è ancora molto piccola per capirla davvero. Mia, dunque, impara presto a difendersi da sola, con gli strumenti dell’aggressività, esercitata nei confronti delle amiche, che riesce perciò ad allontanare da sé, ma anche nei confronti dei maschi che tentano di abusare di lei e che sono costretti a una precipitosa ritirata. La fanciulla ha due sogni: impadronirsi di una mite cavallina bianca, malata, per sottrarla alla crudele volontà di chi la vuole abbattere, e danzare, affermandosi nel mondo dello spettacolo.
[+]
In una degradata periferia londinese, vive Mia, quindicenne che affronta nella più squallida solitudine la sua adolescenza. La madre, che avrebbe il compito di aiutarla a superare un delicatissimo passaggio della vita, si rivela immatura e infantile: la sente come un peso e la vede come rivale in amore, mentre la sorellina è ancora molto piccola per capirla davvero. Mia, dunque, impara presto a difendersi da sola, con gli strumenti dell’aggressività, esercitata nei confronti delle amiche, che riesce perciò ad allontanare da sé, ma anche nei confronti dei maschi che tentano di abusare di lei e che sono costretti a una precipitosa ritirata. La fanciulla ha due sogni: impadronirsi di una mite cavallina bianca, malata, per sottrarla alla crudele volontà di chi la vuole abbattere, e danzare, affermandosi nel mondo dello spettacolo. A questa seconda passione, Mia si dedica con metodo, allenandosi in vista di un’esibizione, ma l’ambiente equivoco in cui verrà accolta la induce a fuggire. Il film si svolge indugiando sulle vicende della ragazzina, con pietosa partecipazione, anche quando la rabbia della giovinetta sembra oltrepassare davvero il segno, e precipitare nella tragedia anche chi è innocente e non porta alcuna responsabilità delle sue sciagure. Lo spettatore capisce che non potrà esistere per lei altro che un futuro incerto e marginale, mancandole quegli strumenti culturali minimi che le permetterebbero di affrontare la vita secondo i suoi desideri (davvero struggente la scena in cui Mia, aggirandosi nella casa di Connor, l’uomo che aveva approfittato della sua ingenuità, esprime, con lo sguardo che si posa su angoli e oggetti, il sogno di una vita normale e organizzata). Il regista affronta quindi un tema non molto originale: quello dello squallore delle periferie urbane, in cui si infrangono i sogni di riscatto di un gran numero di ragazzi, che non hanno chi li ascolti e li guidi con fermezza e comprensione e, nonostante qualche lungaggine, riesce a dar vita credibile a una figura contraddittoriamente violenta e tenera come quella di Mia, splendidamente interpretata dalla giovanissima Katie Jarvis, al suo primo film.
[-]
[+] errore
(di laulilla)
[ - ] errore
|
|
[+] lascia un commento a laulilla »
[ - ] lascia un commento a laulilla »
|
|
d'accordo? |
|
eles
|
giovedì 5 agosto 2010
|
da non perdere
|
|
|
|
Bellissimo, per me che sono attratta dalle finestre sull’adolescenza; regia attenta nei particolari e nelle inquadrature, attori spontanei ed accattivanti, situazioni dense di sentimenti, tensione, desiderio, rabbia e malessere per un film che rimane dentro, premiato meritatamente.
Lo script pare sia stato fornito al cast una scena alla volta, in modo tale che anche per gli interpreti i risvolti delle loro azioni restassero sconosciuti e sembra che la giovane protagonista (17 anni vs. 15 del suo personaggio), qui al suo esordio, sia stata scelta mentre litigava in stazione col suo ragazzo e buca lo schermo, così come l‘abile e fascinoso interprete maschile. L’unica pecca, secondo me, il doppiaggio scelto per lei, meglio il tono originale.
[+]
Bellissimo, per me che sono attratta dalle finestre sull’adolescenza; regia attenta nei particolari e nelle inquadrature, attori spontanei ed accattivanti, situazioni dense di sentimenti, tensione, desiderio, rabbia e malessere per un film che rimane dentro, premiato meritatamente.
Lo script pare sia stato fornito al cast una scena alla volta, in modo tale che anche per gli interpreti i risvolti delle loro azioni restassero sconosciuti e sembra che la giovane protagonista (17 anni vs. 15 del suo personaggio), qui al suo esordio, sia stata scelta mentre litigava in stazione col suo ragazzo e buca lo schermo, così come l‘abile e fascinoso interprete maschile. L’unica pecca, secondo me, il doppiaggio scelto per lei, meglio il tono originale.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a eles »
[ - ] lascia un commento a eles »
|
|
d'accordo? |
|
astromelia
|
domenica 1 agosto 2010
|
ottimo film
|
|
|
|
l'ho trovato un ottimo film,sia per i temi trattati ,il disagio degli esseri umani, adolescenti bambini e adulti costretti a vivere in ambienti malsani con relative complicazioni,comunque film realista e significativo, bravi gli attori, un pò aleatoria la fine del film dove una ragazzina di 15 anni e un ragazzo disadattato con un'auto(assemblata e rubata) se ne vanno (ma dove vanno?)
|
|
[+] lascia un commento a astromelia »
[ - ] lascia un commento a astromelia »
|
|
d'accordo? |
|
minnie
|
sabato 24 luglio 2010
|
quant'è aspra adolescenza che si fugge tuttavia...
|
|
|
|
Volutamente non sapevo nulla di questo film, nemmeno se Andrea fosse un uomo o una donna: e invece si capisce alla fine del film che lo sguardo è tutto femminile, un regista avrebbe indugiato di più sulla violenza, invece qui c'è una speranza di fondo, una speranza che tutto alla fine possa risolversi in bene, grazie alla straordinaria protagonista. Che quindicenne..una Flashdance di oggi, con molto acume sulla vita degli uomini che non cambiano mai nella loro ipocrisia di fondo davvero deludente...un film magnifico, dovrebbero vederlo tutti, adolescenti, adulti, single, genitori, figli secondogeniti...bellissimo!
|
|
[+] lascia un commento a minnie »
[ - ] lascia un commento a minnie »
|
|
d'accordo? |
|
|