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Mostra di Venezia: intervista a Susanna Nicchiarelli

Uno scroscio di applausi per l'esordio della regista.
di Gabriele Niola

Nostalgia per l'epoca dei cosmonauti? No, meglio oggi!
Susanna Nicchiarelli (48 anni) 6 maggio 1975, Roma (Italia) - Toro. Regista del film Cosmonauta.

lunedì 7 settembre 2009 - Incontri

Nostalgia per l'epoca dei cosmonauti? No, meglio oggi!
Accolto alla mostra da una lunga sessione di applausi il primo film di Susanna Nicchiarelli doveva in realtà essere la sua opera seconda. Troppo difficile, troppo complicato e troppo delicato per un'opera prima, così era stato giudicato il soggetto dalla Fandango, quindi la proposta è diventata di fare insieme un altro film, magari più personale, e poi realizzare questo film.
Invece si sbagliavano. Perchè Cosmonauta non è così lontano dalla sua autrice la quale, sebbene non fosse nata negli anni in cui si svolge il film, lo stesso intrattiene con la protagonista più d'un punto in comune.
"Ho avuto dei produttori molto attenti e molto presenti che mi hanno fatto fare il mio film, come volevo io. Anche in fase di scrittura il punto era tirare fuori da me quello che volevo fare", così Susanna spiega il rapporto di totale libertà che la Fandango ha lasciato a lei, esordiente nel lungo dopo una lunga militanza nei corti ma soprattutto introduce la caratteristica base del film: rifiutare la visione comune degli anni '60 e ripudiare ogni forma di nostalgia. No alla nostalgia, sì alla malinconia
"Forse è solo una questione di mettersi daccordo sul significato delle parole, ma io non direi mai che il mio film è nostalgico. Anzi! Non rimpiango quei tempi, che comunque non ho vissuto, e non penso che fossero migliori di questi, tuttavia non nascondo una certa fascinazione per quei sentimentalismi e quelle ingenuità date dall'ideologismo". Allora ci si chiede davvero perchè realizzare un film ambientato in quegli anni: "Perchè per me era interessante usare l'ambientazione in costume, così vicina e così lontana, per creare una cornice ironica. In questo senso ho voluto che le canzoni d'epoca fossero rifatte da un gruppo moderno".
Niente nostalgia e un pò di malinconia, però senza dubbio la Nicchiarelli non ci va dura con i suoi personaggi: "Non volevo prenderli in giro e non volevo che fossero grotteschi, volevo stare con loro ed identificarmi. Alla fine li giustifico e sono dalla loro parte perchè sono adolescenti umani e goffi. Sono molto ottimisti ma poi in realtà si sbagliano e nel film si capisce. Li giustifico perchè sono pasticcioni".
Pasticcioni al limite del vandalico visto quello che fanno: "Si nel flim c'è anche la diatriba tra comunisti e socialisti e relativi scontri, perchè volevo affrontare con leggerezza e ironia un pezzo di storia del paese. Alla fine mi andava di essere veramente leggera così che il film potesse avere più livelli di lettura, perchè può essere visto da chi quelle cose le ha vissute come da chi non c'era".
La grande corsa allo spazio
Un'altra cosa importante nella genesi di Cosmonauta è stata la verità sulla corsa allo spazio: "Tutti ricordiamo che gli americani hanno mandato il primo uomo sulla Luna ma per molti, come per me, è una sorpresa scorprire che per tutto il decennio la Russia dominava quel campo e i giornali anti comunisti si lamentavano che l'America stesse a guardare".
Questa è infatti una componente che si percepisce molto bene nel film, cioè come in realtà la corsa allo spazio fosse dominata dalle novità provenienti dalla Russia e che quindi ancora una volta tutti i sogni dell'epoca dei protagonisti (tutti comunisti) di lì a poco si sarebbero infranti con lo sbarco di Armstrong.
Anche per questo il film sarà preceduto da un cortometraggio in stop motion intitolato Sputnik 5 e realizzato sempre da Susanna: "E' una cosa che mi è venuta in mente mentre mi documentavo, quando ho scoperto che in effetti dopo la cagna Laika furono mandati altri animali nello spazio che a differenza di lei sopravvissero. Quella dello Sputnik 5 è stata la prima missione realmente di successo della storia".
Cosmonautica a parte però, il film racconta di una ragazza dalla personalità decisamente forte e ideologica: "Si, anche se in realtà è una vera pasticciona. Nel film corre spesso perchè come tutti i miei personaggio fa delle cose poi tenta di rimediare e alla fine rimane incastrata e il fatto di essere in ritardo è la summa metaforica di tutto ciò".
E anche il fatto di avere un fratello con dei problemi non l'aiuta: "Si certo, il fatto che i suo maschio di riferimento è uno sfigato, fragile che viene spesso preso in giro è un punto in più. E ci tenevo che questo influisse su di lei, generando in alcune scene anche dell'autentica cattiveria. Per questo ho chiesto a Teresa Ciabatti di cosceneggiare, perchè amo come sa ritrarre la cattiveria giovanile".

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