Brüno |
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Un film di Larry Charles.
Con Sacha Baron Cohen, Gustaf Hammarsten
Titolo originale Brüno.
Commedia,
durata 81 min.
- USA 2009.
- Medusa
uscita venerdì 23 ottobre 2009.
- VM 14 -
MYMONETRO
Brüno
valutazione media:
2,45
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un film amorale e scomododi CindowenFeedback: |
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mercoledì 3 marzo 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Bruno è uno scomodissimo, esagerato gay austriaco, dotato di grande spregiudicatezza, ma nel contempo di un'innocenza e di un'ingenuità disarmanti e francamente irritanti, che conduce un programma televisivo di moda e costume. Licenziato dalla sua casa di produzione a causa dei danni e della conseguente perdita di immagine, causati da una sua imprudenza durante una sfilata di moda, inserito nella lista nera da tutte le maison europee, si trasferisce negli USA per risalire la china e diventare famoso. In un'escalation da brivido riesce, con il suo comportamento, a combinare ulteriori guai e a generare negli altri personaggi reazioni viscerali di riprovazione, disgusto, odio o - nel caso di Luz, suo assistente ai limiti della schiavitù - amore totale: con assoluti sprezzo del pericolo e assenza di materia grigia, tenta per esempio di coinvolgere un politico in un film porno, adotta in modo truffaldino un bambino nero, cerca di suicidarsi con un'overdose di dolciumi, oltre a creare altre situazioni paradossali, al limite della credibilità e della decenza, al fine di raggiungere la sua meta. Alla fine conseguirà la fama in modo assolutamente imprevedibile. Sasha Baron Cohen, sull'onda del precedente Borat, riesce a rendere magistralmente credibile un personaggio degno di un fumetto, prendendo pesantemente di mira il festival delle vanità e l'assenza di contenuti del mondo dello spettacolo, la notorietà da raggiungere a tutti i costi (magistrale la scena del casting dei bambini!), l'ipocrisia benpensante di cui la società cosiddetta "civile" è permeata a livello globale. Il film, in certi tratti al limite del buon gusto, gioca con scene intenzionalmente volgari ma mai gratuite e risveglia sentimenti ed emozioni scomode, facendo leva sulla paura del "diverso", ben celata in tutti noi e in realtà mai eliminata del tutto, neanche da chi si ritiene esente da razzismo e sessismo.
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