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Basta che funzioni: New York story

Rientrato dalla vacanza europea, Allen ricomincia da Manhattan e da un misantropo fatalista.
di Marzia Gandolfi

Sul comico e sul genio
Larry David - Cancro. Interpreta Boris Yellnikoff nel film di Woody Allen Whatever Works - Basta che funzioni.

venerdì 18 settembre 2009 - Incontri

Sul comico e sul genio
A New York tutto è davvero possibile, persino che un attempato docente in pensione della Columbia University, pessimista e suicida fallito, divorziato e claudicante, intollerante e inflessibile diventi la magnifica ossessione di Melodie St. Ann Celestine, una "dea dell'amore" bionda, vagabonda, provinciale e irresistibilmente stolta. Boris Yellnikoff, fisico ateo che pratica la filosofia del "whatever works" ("basta che funzioni") e ha sfiorato il Premio Nobel, è il nuovo personaggio creato da Woody Allen, rientrato da una tiepida vacanza europea nel cuore pulsante di New York. Dopo Londra, di nuovo e ancora Londra e infine Barcellona, Allen archivia amori, tradimenti e ricongiungimenti e torna geograficamente e idealmente alle origini e dentro lo spazio urbano che gli ha dato natali, ispirazione e fama. Ossessionato dalla morte, fustigatore intransigente e profittatore dei luoghi comuni della cultura di massa, abile nel coinvolgere il pubblico in sala con la matrice autobiografica e nel condensare temi cosmici come la solitudine, la morte, la religione, il potere, l'autore newyorkese torna a mostrarsi come "cattivo soggetto", raggiungendo vertici narcisistici sorprendenti e (ri)giocando a scacchi con la morte. Basta che funzioni è una prova oltremodo intelligente, che gioca con il senso della vita. È un ennesimo saggio di tecnica narrativa, è sottile e spudorato e produce effetti irresistibili sul pubblico che il Boris di Larry David guarda dritto negli occhi, facendo il punto sull'arte e l'artista, sull'amore e sulla morte, gettando il cuore oltre l'ostacolo e il corpo dalla finestra. Ancora una volta Allen interpreta il cinema come una forma di confessione, ancora una volta il suo umorismo viene dall'osservazione delle proprie nevrosi, ancora una volta il regista si ritrova da sé e si osserva, clonandosi in un corpo-personaggio e restando fuori campo. Forse davvero Boris Yellnikoff è "l'uomo peggiore del mondo" (così Woody Allen voleva intitolare il suo film) ma non importa. Il genio che è in lui basta ad assolverlo e a giustificarne l'esistenza.

Storie dal passato
Woody Allen: Scrissi il soggetto di Basta che funzioni negli anni Settanta e poi archiviai quella storia per tutti questi anni. Il mio protagonista, il misantropo Boris Yellnikoff, avrebbe dovuto essere interpretato da Zero Mostel, un attore brillante e dotato di uno spiccato senso dell'umorismo. La sua morte costrinse per altro tempo nel cassetto il mio progetto ma poi pensai a Larry David, aveva già lavorato per me in Radio Days e New York Stories in ruoli minori, era l'attore giusto al momento giusto. Nonostante le sue tante obiezioni e le sue infondate insicurezze, Larry è riuscito nell'impresa, ha dato vita al mio professore fatalista ed esagerato.

Andata e ritorno
Woody Allen: Dopo l'intervallo europeo ho deciso di tornare a New York per girare il mio quarantesimo film. Se non avessi già scritto la sceneggiatura in precedenza, probabilmente quest'anno, a causa dello sciopero degli sceneggiatori, non sarei riuscito a mantenere la mia media di un film all'anno. New York era perfetta per ospitare questo ex professore della Columbia University intollerante verso tutto e tutti. Boris Yellnikoff è un vecchio pessimista e misogino che non riesce semplicemente ad accettare la sua mortalità e le regole della vita. Il suo pessimismo cosmico nasce dal suo essere ateo, dal non credere nell'aldilà e naturalmente e irresistibilmente dall'essere il più intelligente di tutti.

Identificazioni
Woody Allen: Non sono come la gente mi immagina, probabilmente come un vecchio intellettuale nascosto dietro un paio di lenti spesse, invece da ragazzino, e al contrario del mio personaggio, ho praticato lo sport, giocavo a baseball e mi è anche capitato di vincere qualche premio. Direi allora che Boris Yellnikoff non sono io. Certo le parole che pronuncia le ho scritte io e non le rinnego, è evidente che è così che vedo le cose e guardo al mondo. Boris però resta un personaggio di finzione che ho creato per il film e, ripeto, non sono io, probabilmente e più correttamente quello che vedrete al cinema è l'esasperazione dei miei sentimenti.

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