Whatever Works - Basta che funzioni

Film 2009 | Commedia, 92 min.

Regia di Woody Allen. Un film Da vedere 2009 con Ed Begley Jr., Patricia Clarkson, Larry David, Conleth Hill, Michael McKean. Cast completo Titolo originale: Whatever Works. Genere Commedia, - USA, Francia, 2009, durata 92 minuti. Uscita cinema venerdì 18 settembre 2009 distribuito da Medusa. - MYmonetro 3,44 su 20 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 9 novembre 2015

La vita di Boris Yelnikoff, scienziato in pensione con un tentativo di suicidio alle spalle, cambia quando incontra Melody, una giovane miss di provincia. In Italia al Box Office Whatever Works - Basta che funzioni ha incassato 5,2 milioni di euro .

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Consigliato sì!
3,44/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA 3,36
PUBBLICO 3,41
CONSIGLIATO SÌ
Woody Allen, sempre più consapevole, compie un passo avanti nel suo sguardo sul mondo.
Recensione di Giancarlo Zappoli
giovedì 17 settembre 2009
Recensione di Giancarlo Zappoli
giovedì 17 settembre 2009

Boris Yelnikoff, un tempo fisico di fama mondiale ed ora uomo anziano che ha già fallito un tentato suicidio (in seguito al quale la moglie lo ha lasciato), è in lotta con il mondo. Non c'è nulla che consideri positivo e anche le lezioni di scacchi che impartisce a giovani allievi divengono un'occasione di scontro. Finché, un giorno, non incappa in Melody, una giovane miss di provincia che è fuggita nella Grande Mela e dorme in strada. Il burbero Boris cede alle sue richieste e acconsente ad ospitarla per una notte che si trasformerà in mesi sino a divenire un matrimonio. Ma non tutto potrà proseguire pacificamente perché Marietta, la frustrata madre di Melody, riesce a rintracciare la figlia. E non è per nulla contenta di quelle nozze.
Woody è tornato a Manhattan sospendendo il pur produttivo esilio europeo. Lo ha fatto ripescando una sceneggiatura pensata su misura per Zero Mostel e che quindi ha più di trenta anni, considerando che l'attore è morto nel 1977. Ovviamente è stata riveduta e corretta e non solo per adattarla alla personalità del comico Larry David protagonista della fortunata serie tv Larry David: Curb Your Enthusiasm. Perché vi si legge un Woody sempre più consapevole della propria età il quale (riaffrontando dopo ben 4 film le riflessioni sull'ebraismo, la psicoanalisi e la religione nonché i beneamati cantanti d'epoca) compie un ulteriore passo in avanti per quanto riguarda il proprio sguardo sul mondo. Anzi, è proprio dallo sguardo che gli viene restituito dallo spettatore, di cui Boris/Woody si dichiara perfettamente consapevole, che prende le mosse il film.
Mettendo da parte la falsa modestia che ha sempre fatto da velo tra lui e il suo essere un intellettuale a tutto campo, Allen ammette di essere un genio perché non ha una visione limitata della realtà. Lo fa in un film in cui la sceneggiatura è di una precisione millimetrica e nel quale, ancora una volta, le battute che vorresti mandare a memoria sono decine e decine. Ma sa anche inserire nei personaggi (ognuno dei quali porta con sé una parte, magari piccola, delle sue in/certezze) accenti di umanità su cui esercita una riflessione molto meno sarcastica che nel passato.
Intendiamoci: Woody non è diventato buonista e le dosi di cinismo che ci regala anche in questa occasione non sono certo poche. Però questa volta ogni personaggio è visto, anche quando descritto con ritrattini al vetriolo, nella sua debolezza e pertanto, in definitiva, compreso. Il che non significa giustificarne grettezze o chiusure ma prendere atto che né la teoria che vuole l'uomo originariamente buono e poi corrotto dalla società né il suo opposto sono valide in assoluto. L'uomo è un coacervo di pulsioni e sentimenti ma il Woody over 70, supera l'anedonia (cioè l'incapacità di provare piacere in generale) di un tempo per suggerirci, novello Lorenzo De' Medici, che non è solo la giovinezza che si fugge tuttavia, è la vita stessa. È allora fondamentale catturare tutto il bene che può venircene. Unico principio da rispettare: non nuocere agli altri. Unica regola valida: guardarsi dentro per capire cosa per noi è davvero importante. Senza falsi moralismi e, in qualche caso, credendo anche in un dio gay (e arredatore) per sperare in un aldilà su misura.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
mercoledì 23 settembre 2009
Fabrizio Cirnigliaro

Dopo 4 film girati in Europa, Woody Allen ritorna a New York, ma senza far rimpiangere quelle pellicole girate in questa città e che l’hanno reso celebre negli anni 70. La sceneggiatura è perfetta, il ritmo incalzante, non c’è il tempo per memorizzare le battute che si susseguono, soprattutto nella seconda parte, quando arriverà al punto di far dire ad uno dei personaggi che per aver ”creato un mondo [...] Vai alla recensione »

domenica 20 settembre 2009
Andrea D

Dopo una vacanza europea di quattro film (il sopravvalutato "Match Point", l'inutile "Scoop", il sufficiente "Sogni e Delitti" e il più riuscito "Vicky Cristina Barcelona"), era ora che il regista newyorkese tornasse in patria. Il film comincia con un'esplosione atomica di scrittura cinematografica, un lungo e intelligentissimo monologo sull'esistenza pronunciato dal protagonista interpellando il pubblico [...] Vai alla recensione »

giovedì 24 settembre 2009
olgadik

Doppio ben tornato a Woody come regista e come cittadino della Grande Mela. Era un po’ di tempo che aveva preferito l’Europa, ma forse una sottile nostalgia lo ha riportato a una New York meno borghese di quella di Manhattan ma pur sempre riconoscibile e importante. Ormai settantenne il regista affida di nuovo a quest’opera, fin dal titolo, le sue considerazioni sul mondo, sull’amore, sull’ebraismo, [...] Vai alla recensione »

domenica 20 settembre 2009
Lisbeth

Prendersi in giro, questa è la chiave,Woody ci riesce ancora, e lo fa piazzando a ripetizione lungo tutto il film una sublime autoaffermazione: io sono un genio. E cosa fa un genio? Ha gli anni che bastano per fregarsene di tutti,vive a Manhattan in un appartamento usa e getta,è sciancato da un tentativo malriuscito di suicidio e neanche il secondo andrà a buon fine,quando si lava le mani canta sempre [...] Vai alla recensione »

lunedì 28 settembre 2009
Iétturi

Con questo film ironico, dissacrante, esagerato, esilarante, cinico, è tornato il Woody Allen dei primi successi cinematografici. L'accoppiata Larry David (il burbero, ipocondriaco e misantropo Boris Yelnikoff)ed Evan Rachel Wood (la giovane e ingenuotta Melody, che ricorda molto Mira Sorvino/ Linda Ash di "La dea dell'amore")è azzeccatissima. Primo tempo in cui ci si sbellica dalle risate, grazie [...] Vai alla recensione »

martedì 23 novembre 2010
nickcastle91

E' uno dei film più comici di Woody Allen. Larry David è più che un alter-ego di Allen, è una sua versione più estremizzata, forse migliore. Così, non sono più le situazioni paradossali e le discussioni cervellotiche a far da padrone, ma situazioni comiche, sarcasmo, scetticismo e nichilismo, sono gli ingredienti scoppiettanti di questa nuova opera [...] Vai alla recensione »

venerdì 25 settembre 2009
des_demona

Il burbero Boris Yelnikoff (Larry David) è una voragine di ipocondria e cinismo, in continua lotta con il cosmo intero. Tentato il suicidio – senza i risultati sperati – si rifugia solo, zoppicante e incattivito, in un sudicio appartamento nel bel mezzo di New York, da cui vien fuori soltanto per una birra e quattro chiacchiere fra amici. L’incontro con Melody (Evan Rachel Wood), giovanissima e biondissima [...] Vai alla recensione »

domenica 18 ottobre 2009
Rumon

Woody Allen torna a New York e ci regala un film che sembra una commedia dell'arte, con dialoghi da sofisticated comedy. Se ne "La rosa purpurea del Cairo" era ricorso al cinema nel cinema, qui i personaggi si rivolgono, in vari momenti, compresi l'inizio e al fine, agli spettatori. I personaggi sono ancora le sue "maschere" newyorkesi: l'intellettuale snob, il razionalista ateo, la finta svampita [...] Vai alla recensione »

mercoledì 23 settembre 2009
boffese

basta che funzioni, segna il ritorno di woody nella sua new york e coincide con il ritorno alla grande commedia stile Allen, l'influenza della grande mela, fa' trovare la giusta ispirazione al geniale regista . sceneggiatura fittissima di battute divertenti e di pure verita', monologhi fantastici appropriatissimi al fantastico larry david, jazz,dialoghi folgoranti, psicanalisi, personaggi divertenti...... [...] Vai alla recensione »

mercoledì 14 ottobre 2009
Francesco C.

Allen torna a Manhattan per regalarci questa commedia dai toni cinici, divertenti, e fiduciosi nella possibilità di ottenere un po' di felicità nella nostra vita. Riprende molti dei suoi temi classici come religione, pessimismo esistenziale, paura della morte, accompagnati però questa volta da un'inedita luce di speranza pragmatica – Qualunque amore riusciate a dare e ad avere, qualunque felicità [...] Vai alla recensione »

domenica 21 aprile 2013
trimegisto85

Boris Yelnikoff è un fisico, un tempo di fama mondiale, che si è ritirato in se stesso: detestando il mondo con il suo cinismo frutto del suo genio, essendo in pochi ad avere la visione d'insieme, tenta un suicidio che uccide solo il suo matrimonio e la sua vecchia vita. Da allora si rintana nel suo piccolo mondo a New York, passando le giornate a impartire lezioni di schacci a "bambi [...] Vai alla recensione »

sabato 21 maggio 2011
SOfieFAtale

La storia è: basta che funzioni.Il sunto è questo, e sin dal principio,sin dal dialogo che inaugura la pellicola, traspare la bellezza di una mente raffinata, ed,estremamente,colta,di un uomo che ha realmente un'ampia visione del mondo:Woody Allen. Uno dei suoi piccoli capolavori piu' belli.Come dice lo stesso protagonista questo non è un film da: "oh quanto mi [...] Vai alla recensione »

mercoledì 26 gennaio 2011
Peter Wilson

com'è possibile che si faccia una commedia che necessita per la sua stessa natura di parlare di sesso senza parlarne quasi mai e mai senza eleganza? chiedetelo a Woody Allen

venerdì 2 ottobre 2009
m. cristina lucchetta

SCANZONATO E AMARO.... L'ironia al vetriolo dell'ultimo Woody Allen. Una (tragi)commedia brillante! che ha per protagonista "un uomo con un ampia visone del mondo circondato da microbi!"che ha paura della morte e si da la pena di vivere.. per una fugace felicità che si offre al genere umano a dosi omeopatiche.Si ride e si sorride nell'ultimo film di Woody Allen mentre il suo alter ego cerca di negare [...] Vai alla recensione »

sabato 14 aprile 2012
fab_y

Film "filosofico" impegnato nella ricerca costante di un significato dell'umana esistenza, ricerca che però viene continuamente interrotta e disillusa dalla consapevolezza dell'indigenza e della precarietà della natura dell'uomo. Woody Allen percorre e ci fa percorrere questo intricato itinerario tramite il protagonista, Boris, vecchio genio e mente brillante che [...] Vai alla recensione »

mercoledì 31 marzo 2010
IlPredicatore

Non è un caso se il nuovo film del regista più prolifico d'America sia il migliore degli ultimi anni. Woody torna nella sua New York, una città, una metropoli, il suo universo, dopo una manciata di titoli ambientati in Europa e girati senza mordente, ironia e senza quella ipocondria e quella tipica (auto) analisi che lo avevano reso grande. Ed eccoci qui, proprio a New York, con il suo alter ego Boris, [...] Vai alla recensione »

domenica 20 settembre 2009
Andrea D

Dopo una vacanza europea di quattro film (il sopravvalutato "Match Point", l'inutile "Scoop", il sufficiente "Sogni e Delitti" e il più riuscito "Vicky Cristina Barcelona"), era ora che il regista newyorkese tornasse in patria. Il film comincia con un'esplosione atomica di scrittura cinematografica, un lungo e intelligentissimo monologo sull'esistenza pronunciato dal protagonista interpellando il pubblico [...] Vai alla recensione »

mercoledì 11 maggio 2011
ipno74

Allen ci regala un film che appena finito si ha voglia di rivederlo per le frasi stupende e le genialità ironiche descritte.Tutti ci sforziamo di essere delle buone persone ma alla fine è il nostro istinto a prevaricare. Il film oltre ad essere divertente e con una sceneggiatura che spiazza, ci fa pensare sulla nostra piccola vita e ci dice di godercela perchè alla fine, dopo [...] Vai alla recensione »

giovedì 24 settembre 2009
federicarlo

“Basta che funzioni” si sarà detto fra se e se Woody Allen prima che uscisse il suo ultimo film. In effetti ha funzionato: tutti gli spettatori si saranno divertiti passando una serata davanti ad una simpatica e divertente commedia americana. In realtà io mi permetterei di definirla una tragedia alleniana, il coronamento di una carriera volta a descrivere e ironizzare sull’ inettitudine umana.

lunedì 21 settembre 2009
Nino Pell.

Quest'ultima pellicola di Woody Allen non lascia spazio a mezze misure nell'essere giudicata. La filosofia di vita che il regista intende esprimere con questa sua ultima fatica raggiunge un considerevole livello di espressività. Gli uomini ("zombi senza cervello", "primitivi", come ironicamente vengono definiti da Boris, protagonista della storia) sono troppi legati alle aspirazioni, a rincorrere gli [...] Vai alla recensione »

venerdì 14 marzo 2014
Fiorequetzal

Film che capovolge tutte le convenzioni, sradica il perbenismo e il moralismo. I benpensanti rabbrividerebbero di fronte a Boris, che non ha paura di dire quello che pensa  quando lo pensa, con una cruda ed amara presa di coscienza  che non ammette ideali, perchè in fondo "basta che funzioni", senza curarsi del chi, quando, come o con quanti, il tutto condito da una buona [...] Vai alla recensione »

lunedì 23 settembre 2013
loris trotti

Che Woody Allen possieda un geniale tatto cinematografico non si discute. In Basta che funzioni sussiste una sorta di filiazione tra il suo genio e quello del protagonista principale, un certo Boris Yelnikoff, ex-fisico esperto nella teoria delle stringhe e mancato nobel. Il film inizia proprio con un mordace monologo di Boris, un monologo che più che un monologo è la martellata di [...] Vai alla recensione »

martedì 1 maggio 2012
fab_y

Film "filosofico" impegnato nella ricerca costante di un significato dell'umana esistenza, ricerca che però viene continuamente interrotta e disillusa dalla consapevolezza dell'indigenza e della precarietà della natura dell'uomo. Woody Allen percorre e ci fa percorrere questo intricato itinerario tramite il protagonista, Boris, vecchio genio e mente brillante che [...] Vai alla recensione »

mercoledì 30 settembre 2009
sassolino

Se a Boris Yelnikov, fisico 60enne in crisi d'identità, non hanno dato il nobel, al vecchio zio Woody dovrebbero spedire almeno un fianco della famosa statuetta platinata, perché ha messo insieme una gran commedia, piena d'umorismo spiazzante e felicissimi dialoghi. La majorette del Mississipi che arriva nella grande mela piena di caparbia ignoranza e acconciata a suon di treccine è un simpatico diversivo [...] Vai alla recensione »

mercoledì 23 settembre 2009
pipay

Film intelligente, davvero originale, anche se non è il miglior lavoro di Woody Allen e nemmeno uno dei migliori. Boris, il fisico che è stato "sfiorato" dal premio Nobel è diventato un vecchio misantropo capace solo di criticare tutto e tutti. Ma la sua genialità è rimasta intatta. E alla sua genialità si accompagna una buona dose di ironia e una visione del mondo che non è da tutti.

lunedì 21 novembre 2022
no_data

Incentrato sulle peripezie anche sentimentali del protagonista e sulla sua caustica ironia - l'attore, Larry David sembra quasi un "alter ego" del regista Allen - il film presenta ogni tanto degli "intermezzi" in cui l'attore si rivolge allo schermo e al pubblico, quasi in uno "straniamento" brechtiano da opera didattica.

lunedì 23 agosto 2010
ValeS.

Commedia che presenta molti stereotipi ( la bella ma stupida, una coppia in crisi..) ma che risulta molto originale per il protagonista e il suo "rapporto" con il pubblico. Pur essendo complessato e cinico, ho trovato Boris per certi versi divertente. La Wood abbastanza credibile. Forse un pò banale la conclusione ( tutti felici e contenti.

giovedì 1 luglio 2010
Paioco89

Una commedia semplice, come spesso Allen sa fare, arricchita all'eccesse del suo nichilismo, cinismo e agnosticismo ormai celeberrimo. Questi sono gli ingredienti della serie "i grandi classici" presenti in questa pellicola che si mostra più come un trattato filosofico sull'esistenza umana che un film vero e proprio. Storie ormai sempre simili (o quasi) all'ormai archiviato "Anithing Else".

sabato 12 dicembre 2009
ASTERIONE

Un professore di mezza età che lavora alla Columbia insegnando meccanica quantistica tenta il suicidio perchè non riesce più a sentirsi parte del mondo in cui vive; lasciata famiglia e lavoro, dovrà convivere con un'adolescente scappata di casa dagli stati del sud. Rispolverando la formula che gli ha regalato i maggiori successi, Woody Allen dipinge con semplicità e gusto da vendere un cinico romantico [...] Vai alla recensione »

martedì 29 settembre 2009
Rocco Somma

"Basta che funzioni" segna il ritorno del regista ebreo ad una formula, o meglio vero e proprio trinomio, cui il regista raramente rinuncia e che è di per sè garanzia di successo: Manhattan, Larry David, ironia. Manhattan perchè è l'amata città di Woody Allen,che vi fa ritorno dopo una notevole esperienza di pellicole girate in Europa; la città è praticamente un personaggio aggiunto del film.

domenica 10 febbraio 2013
fedeleto

Boris e' un uomo chiuso in se stesso e deditoal suo intelletto,poiche' oltre ad essere uno studioso di fisica quantistica ha sfiorato il nobel.Con un ego sfociante in superiorita',egli un giorno incontra una ragazza di nome Melody, bisognosa di aiuto poiche' vive in mezzo ad una strada.La sposera',nonostante la diversita' di eta',ma poco dopo verra' lasciato [...] Vai alla recensione »

mercoledì 20 gennaio 2010
thejacket

La location del film torna ad essere Manhattan,dove ritroviamo una sceneggiatura,che in molti avranno notato,davvero studiata al millimetro. Le battute sono l’affermato marchio di qualità di Woody Allen,battute pungenti,intelligenti,anche banali ma messe tutte al posto,al momento e dette col tono giusto. Basta che funzioni è un film che vuole allo stesso tempo prendersi sul serio [...] Vai alla recensione »

lunedì 5 ottobre 2009
DODO29186

Un ego smisurato. Divertente, certo, capace di costruire un film piacevole, leggero e formalmente ineccepibile, ma di un'arroganza senza redenzione. Cosi si presente l'ultimo film di Woody Allen ai miei occhi.Il personaggio autobiografico di Boris/Allen è un intellettuale che esterna l'insoddisfazione che prova verso la vita tramite un cinismo esagerato che lo conduce ad odiare ogni altro essere/emozione/ev [...] Vai alla recensione »

sabato 19 dicembre 2009
ASTERIONE

Rispolverando la formula che gli ha regalato i maggiori successi, Woody Allen dipinge con semplicità e gusto da vendere un cinico romantico dalla battuta pronta, costringendolo a vivere le proprie nevrosi di fronte all'ingenua (e, diciamolo, stupida) ragazzetta di campagna; così facendo, però, smaschera impietosamente il suo nichilismo e sottolinea con forza come l'approdo epicureo dell'inutilità dell'azion [...] Vai alla recensione »

martedì 22 settembre 2009
topkarol88

E se per un attimo spegnessimo la mente, o almeno soltanto quella parte di essa che ci spinge in quest'affannosa e continua ricerca del momento perfetto, della vita perfetta, dell'amore perfetto, se la smettessimo di pensare a cosa inutili e superflue e ci fermassimo a riprendere fiato, riusciremmo ad essere completamente felici? Se ci accontentassimo di un'esistenza dominata solo da una mediocre e [...] Vai alla recensione »

martedì 23 ottobre 2012
Hathi

Tante gag, in questo film ambizioso,  ma poca sostanza. Yelnikoff , alter ego di Allen, ritiene di essere un genio , un 'homo syntethicus' rinascimentale, un Leonardo da ViInci, ma in realtà egli ha una visione limitata della realtà e per contro un'abbondante dose di altezzosità intellettuale, tipica  dei liberal americani (e nostrani).  [...] Vai alla recensione »

lunedì 11 aprile 2011
Sinkro

Una bella commedia Alleniana. C'è il suo alterego più arrabbiato. Un prof che ha letto Schopenhauer e Leopardi ed è stra-arrabbiato col mondo. Strano perchè a quel punto uno si calma e non si arrabbia più avendo accettato la cosa. Questo prof. incontra una giovane ragazza un po' oca che forgia a sua immagine. Si innamorano, arrivano i genitori di lei, tutti si scordano il loro passato da repubblicani/bigot [...] Vai alla recensione »

domenica 8 agosto 2010
ultimoboyscout

Un vero fenomeno, nonostante non abbia mia giocato per gli Yankees ne vinto nemmeno un Oscar! Film davvero ironico, ma sottilmente ironico, come nello stile del regista e con personaggi caratterizzatissimi e irresistibilmente divertenti! Boris in particolare è fantastico, una grottesca caricatura mai volgare dell'ebreo medio, con tutte le fisime del caso.

domenica 29 novembre 2009
paolorol

Una vecchia sceneggiatura riesumata da qualche cssetto, le solite ossessioni del vecchio rottame/genio intellettuale polivalente che fa cadere ai propri piedi pulzelle scemotte ma avvenenti. I soliti spunti autobiografici che, attraverso l'ossessiva riproposizione, hanno finito per rendere ridicola l'interpretazione dellì ormai cadente Allen nel ruolo di tombeur de femmes.

lunedì 2 novembre 2009
francesco messina

Boris Yelnikoff, esperto di fisica quantistica e ora tirannico insegnante di scacchi per ragazzini, si considera genio incompreso e acuto conoscitore dei meccanismi che regolano la vita, ma dopo essersi separato tenta, senza riuscirci, il suicidio. Incontra Melody, giovane statunitense del Sud fuggita da casa e da una madre oppressiva oltre ogni limite.

mercoledì 4 aprile 2012
silvi@

Adoro questo film, mi fa ridere tantissimo (e non è facile farmi ridere, ve lo garantisco). Non ne condivido il messaggio , ma è davvero divertentissimo. Chiaramente non ne consiglio la visione a chi apprezza (non so come sia possibile)"i soliti idioti" o i cinepanettoni.

venerdì 16 settembre 2011
donchisciotte

Sembra una frase cinica e pessimista ma in realtà racchiude l'essenza stessa della realtà: basta che funzioni! non serve a nulla tendere al perfezionismo, tanto ci sarà sempre qualcuno che riterrà il nostro operato degno di critica...allora: basta che funzioni. Basta che la nostra vita corrisponda quel tanto che serve allo standard comune per non essere del tutto rifiutati e vivere sereni e il gioco [...] Vai alla recensione »

domenica 6 novembre 2011
pjmix

che può piacere o far schifo, ma chi segue e capisce Woody Allen, non può non comprenderne la sua incredibile ironia. La figura di Boris è assolutamente geniale nella sua schiettezza, durezza, insensibilità; qui non si hanno peli sulla lingua, non si parla per piacere altrui, ma per coscienza: Boris rappresenta tutto ciò che è contrario alle finzioni quotidiane [...] Vai alla recensione »

venerdì 16 ottobre 2009
william

Per me ha funzionato...

sabato 19 settembre 2009
paapla

Woody è ri-tornato sotto il Ponte di Brooklyn dopo anni di location in Europa, ma il cielo di Manhattan rimane grigio. Larry David, comico ebreo, nato a Brooklyn alter ego di Woody Allen è bravo e nevrotico e non fa rimpiangere l’originale, con il solito humour e sembra funzionare! Perché un isterico e misantropo, ex professore universitario di fisica, ex marito, zoppo, debba incrociare una magnifica [...] Vai alla recensione »

mercoledì 27 ottobre 2010
cristianmayers

Gran bel film, divertente per un pubblico intelligente, le battute sono sempre spettacolari ed il plot non cade mai nella noiosità, devo dire che si tratta di una delle migliori pellicole girate da woody allen, lo consiglio!!!

sabato 10 ottobre 2009
tichy90

Grazie all'abilità del regista e all'interpretazione di un cast come sempre ben studiato, il film è tutta una risata dall'inizio alla fine, è il risultato della scintilla del genio del cinismo. Un film che diverte ma che lascia ampio spazio ad eterne riflessioni. Un film intelligente, un film da vedere.

giovedì 8 ottobre 2009
il conformista

Stavolta Woody con un budget limitato per poter girare di nuovo a New York, ha fatto un film tutto basato sul suo repetorio classico, di humor ebraico e nevrosi newyorkesi. E' fantastico, è un piccolo film, ma fa ridere, fa ridere di un humour intelligente, colto. In sala, la gente rideva! RIDEVA! Il budget ha penalizzato lo sfruttamento di attori celebri, ha usato una giovane attrice molto dotata, [...] Vai alla recensione »

domenica 2 gennaio 2011
Lady Libro

E'il primo film di Woody Allen che vedo e devo dire che mi è piaciuto molto e l'ho trovato molto divertente. Non sarà un capolavoro, ma rappresenta assai bene la realtà quotidiana.

martedì 3 agosto 2010
Francesca72

Battute a raffica. Situazioni geniali. Il top di Woody Allen con tutte le sue manie e le sue ipocondriasi. Non ridevo così dai tempi di Misterioso omicidio a Manhattan. Spassosissimo. Grazie Woody

FOCUS
INCONTRI
venerdì 18 settembre 2009
Marzia Gandolfi

A New York tutto è davvero possibile, persino che un attempato docente in pensione della Columbia University, pessimista e suicida fallito, divorziato e claudicante, intollerante e inflessibile diventi la magnifica ossessione di Melodie St. Ann Celestine, una "dea dell'amore" bionda, vagabonda, provinciale e irresistibilmente stolta. Boris Yellnikoff, fisico ateo che pratica la filosofia del "whatever works" ("basta che funzioni") e ha sfiorato il Premio Nobel, è il nuovo personaggio creato da Woody Allen, rientrato da una tiepida vacanza europea nel cuore pulsante di New York.

Frasi
Quanto odio i festeggiamenti di capodanno....tutti vogliono disperatamente divertirsi, cercando di festeggiare in qualche misera patetica maniera! Festeggiare che cosa?.... Un altro passo verso la tomba?
Ecco perchè non lo dirò mai abbastanza...qualunque amore riusciate a dare e ad avere...qualunque felicità riusciate a rubacchiare o a procurare; qualunque temporanea elargizione di grazia......Basta che Funzioni...!
Una frase di Boris Yellnikoff (Larry David)
dal film Whatever Works - Basta che funzioni - a cura di Alessio
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Lietta Tornabuoni
La Stampa

Di nuovo a New York, in una commedia divertentissima e desolata Woody Allen si affida a un altro se stesso: più giovane (62 anni), zoppo, scostante professore universitario in pensione, sentenzioso, nevrotico e sarcastico: è Larry David, cabarettista ebreo newyorkese. Accompagnato da musichette Anni Trenta sussultanti e allegre, il protagonista parla rivolgendosi direttamente agli spettatori: «Le nostre [...] Vai alla recensione »

Gian Luigi Rondi
Il Tempo

Woody Allen dall’Europa è tornato a New York e non avendo forse più voglia di recitare lui stesso si è rivolto a un attore poco noto da noi, Larry David, ma molto apprezzato negli Stati Uniti per certe sue imprese televisive, e si è creato un personaggio non dissimile da un alter ego che ha caricato di molti suoi difetti, dal pessimismo all’ipocondria, con l’aggiunta però della coscienza di essere [...] Vai alla recensione »

Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Sorpresa numero 1: dopo un lungo girovagare fra generi e città, Woody Allen torna nella "sua" Manhattan per ritrovare tutto ciò che credevamo di sapere del suo cinema di una volta, senza sbagliare un colpo. Sorpresa n. 2: dopo tanti film in cui non appariva o si confinava in ruoli di fianco (Anything Else, Melinda e Melinda, Scoop, Vicky Cristina Barcellona.

Cristina Piccino
Il Manifesto

Basta che funzioni. Se lo ripete spesso Boris Yellnikoff, fisico brillante che dopo un matrimonio trentennale finito male e un suicidio fallito, lascia la comoda esistenza di professionista accademico per diventare filosofo nei giardinetti del Village dove insegna gli scacchi ai bambini maltrattandoli senza pietà. Il resto del tempo lo trascorre coi compagni di discussioni al bar, ostentando una maschera [...] Vai alla recensione »

Dario Zonta
L'Unità

È tornato Woody Allen, quello grande, quello di una volta. Basta che funzioni è un distillato perfetto del meglio dell’attore-regista. Ci sono tutti gli ingredienti suoi classici: un drappello di personaggi chiusi in ambiente socio-culturale circoscritto, una comunità di ebrei, un protagonista brontolone, cinico, micro megalomane, pieno di sé, discussioni infinite intorno a un tavolo, scorci della [...] Vai alla recensione »

Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore

Con «Basta che funzioni» Woody Allen torna al suo miglior sarcasmo paranoico raccontando la storia di un «genio» incompreso che trova la felicità innamorandosi C'è chi invecchia bene, ma ad altri capita come al Boris Yellnikoff (Larry David) di Basta che funzioni (Whatever Works, Usa e Francia, 2009, 92'). Ha insegnato fisica quantistica, ci dice, e intanto sembra misurare la differenza tra la sua [...] Vai alla recensione »

Alessio Guzzano
City

La miracolosa aria di Manhattan resuscita Woody Allen, cinematograficamente deceduto (a sua insaputa) da circa 20 anni. Dopo un tour europeo che ha prodotto film mediocri e bolse citazioni culturali, azzecca di nuovo la commedia esistenziale (finta) cinica che diverte. Parlando di se stesso, ovviamente, ma senza comparire in prima persona. Il suo alter ego è il bravo Larry David, attempato ex prof [...] Vai alla recensione »

Michele Anselmi
Il Riformista

"Basta che funzioni", vedrete, funzionerà più nella vecchia Europa che in America, dove, al 13 settembre, aveva totalizzato la miseria di 5miliòni di dollari. Il 73enne cineasta newyorkese lo sa, per questo continua a girare volentieri da questa parte dell’oceano, sensibile al generoso richiamo delle Film Commission locali. Dopo aver ambientato in Spagna il fiacco "Vicky Cristina Barcelona", è tornato [...] Vai alla recensione »

Valerio Caprara
Il Mattino

Tornando a casa dopo le incursioni in Europa, Woody Allen prima ci dà sotto col pessimismo nichilista e poi, a sorpresa, confeziona un happy end tutto buon senso ed edonismo terra terra. Che il cinico genietto di Manhattan voglia parlare al pubblico in prima persona, lo si capisce sino dal prologo, quando il protagonista introduce «Basta che funzioni - Whatever Works» guardando dritto in macchina, [...] Vai alla recensione »

Emilio Marrese
Il Venerdì di Repubblica

È tornato a Manhattan, ha tirato fuori una vecchia sceneggiatura ed ecco a voi «Basta che funzioni». Come ci si può fidare del genere umano, quando hanno dovuto inventare le toilette autoigienizzanti perché non tiriamo neanche la catena? È una battuta del protagonista di Basta che funzioni, l'ultimo film di Woody Allen da oggi nelle sale per Medusa.

Maurizio Cabona
Il Giornale

Basta che funzioni (Whatever Works ) di Woody Allen è il suo film che ha eluso i grossi festival europei, per andare a Tribeca diNew York. Ha avuto così meno eco finora. Ma, se non propone del nuovo, ripropone del vecchio, dunque del valido: l’Allen prima maniera, quello che era contento d’esser famoso nelle metropoli europee. Nell’America profonda, invece, Allen era e rimane un intellettuale sospetto. [...] Vai alla recensione »

Paola Casella
Europa

Ecco chi sarebbe veramente adatto a portare sul grande schermo i romanzi più cupi e autobiografici di Philip Roth, ovviamente accentuandone la componente ironica e anche quella tragicomica. Ed ecco anche quale attore sarebbe perfetto per interpretare il ruolo di Barney uscito dalla penna di Mordecai Richler. Parliamo di Woody Allen e di Larry David, rispettivamente regista-sceneggiatore e protagonista [...] Vai alla recensione »

Roberto Nepoti
La Repubblica

È una rimpatriata il nuovo film di WoodyAllen, che, chiusa la lunga parentesi europea, torna a Manhattan e rimette in scena se stesso. Affidandosi a una controfigura: un personaggio altrettanto cinico, misantropo e ipocondriaco di quelli che un tempo interpretava lui stesso, di nome Boris Yellnikoff, ex-genio della fisica quantistica ritiratosi a vita semi- randagia al Village dopo un tentativo di [...] Vai alla recensione »

Silvio Danese
Quotidiano Nazionale

«Invece che sposare me, avresti preferito che tua figlia sposasse il campione di pescegatto» dice l'inossidabile misantropo alter ego di Woody (un vero derivato, Larry David) alla suocera inorridita. Ma lei risponde: «No, a te avrei preferito che mia figlia sposasse il pescegatto». Manhattan, un angolo di quartiere vicino alla Columbia University, Allen torna a casa dopo aver perlustrato la rapacità [...] Vai alla recensione »

Peter Travers
Rolling Stone

Not everything works in Woody Allen’s first New York–based movie in five years (he’s gone European). Whatever Works feels like something out of time and, worse, out of step. Hell, Allen wrote the script back in the 1970s for Zero Mostel. The grumpy old Jew at the center of this comedy of complaints — divorced physicist and two–time suicide attempter Boris Yellnikoff — is played not by Allen, 73, but [...] Vai alla recensione »

Francesco Gallo
La Gazzetta del Mezzogiorno

Woody Allen lascia i set europei e torna nella sua adorata New York per mettere in scena quella che può forse considerarsi la sua commedia più amara, più cinica, quasi un compendio di comicità yiddish. E il geniale regista newyorkese lo fa con un film tutto da ridere (e da riflettere) dal titolo "Basta che funzioni" nelle sale da oggi in 340 copie distribuite da Medusa.

Thomas Sotinel
Le Monde

"Whatever Works" : Woody Allen se convertit à l'optimisme Depuis plus de quarante ans, Woody Allen nous a appris à ne surtout pas confondre "drôle" avec "joyeux". Même du temps où il braquait des banques avec un pistolet de savon, Woody Allen se distinguait du commun des rigolos : le casse raté n'était qu'un exemple de l'absurdité de la condition humaine.

Luciana Vecchioli
L'Altro

E' tornato il vecchio Woody Allen! Dopo la parentesi europea, il regista newyorchese riparte da Manhattan per proporci una delle sue migliori commedie, condita da quantitativi esorbitanti di cinismo e pessimismo cosmico. Avevamo quasi dimenticato le caustiche e sferzanti battute dei suoi primi lavori che qui fortunatamente ritroviamo in abbondanza. Un film tutto da ridere (e riflettere), dove il protagonist [...] Vai alla recensione »

A. O. Scott
The New York Times

Stop me if you’ve heard this one: A guy walks into a meaningless universe. He sees this gorgeous blonde sitting at the bar. It’s obvious she’s never read a word of Dostoevsky, much less Kierkegaard. So he says to her, “Is it meaningless in here, or is it just me?,” and she says, “My place or yours?” I know, I know. It’s an old joke, and I didn’t tell it quite right.

NEWS
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mercoledì 26 agosto 2009
Alberto Beltrame

Il bravo artista copia, il grande artista ruba L'eleganza di Werner Herzog. L'apolide cantore di paesaggi e presagi, il genio che si ribella alla natura. Alla natura delle cose, anche. Si, perché fare un remake di un film di Abel Ferrara è contro ogni [...]

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