Avatar, lo spettacolo più bello del mondo
È l'uomo che ha spinto la sfida della tecnologia nel cuore dell'oceano, e ha vinto 11 Oscar e un miliardo e 800 milioni di dollari di incasso "world wide" . Ha trasportato nel tempo Schwarzenegger per uccidere una donna e, la volta successiva, per salvare lei e suo figlio. Lo stesso Arnold è stato per lui una spia travestita da venditore di computer, dando vita a un affascinante spy movie pieno di azione e di umorismo. Come se non bastasse ha scritto Rambo II.
Dopo il Titanic James Cameron ha tirato il fiato: era il re del mondo, il "king of the hill", il Signore di Hollywood e, soprattutto, degli effetti speciali. Dopo aver messo Kate Winslet e Leonardo DiCaprio nel bel mezzo del naufragio più famoso della storia, Cameron ha continuato a viaggiare sott'acqua ma nella sua testa c'era spazio per pensare a un altro film che, soprattutto, ripensasse il cinema. Lui, l'uomo che lavorava come camionista e abbandonò tutto dopo aver visto Guerre stellari, capì che il suo futuro era nel cinema e, in un certo senso, nel futuro stesso. Così, oggi, torna con uno spettacolo straordinario: per Avatar ha creato un mondo interamente in digitale e lo ha girato in 3D. Lì, sul pianeta chiamato Pandora, come Dio nel Giardino dell'Eden, ha creato Jake e Naytiri, li ha circondati di una natura lussureggiante e bellissima, di animali pericolosissimi, di nativi disposti a tutto per difendere la propria terra, e di nemici che assomigliano tanto agli eserciti a stelle e strisce che oggi stanziano in Medio Oriente. Ma la storia è una scusa; la filosofia new age-ecologica-pacifista è una scusa; anche gli attori affascinanti (Zoe Saldana e Sam Worthington) sono una scusa come il ritorno di un'amica che con Cameron già se l'era vista brutta contro gli alieni (Sigourney Weaver). Tutto impallidisce di fronte ad un limite portato all'estremo, ad un confine tecnologico superato che apre una nuova frontiera. Pandora è il nuovo mondo del cinema.

Aliens – Scontro finale
Quando nel 1986 fu affidato a James Cameron l'onore e l'onere di condurre Ellen Ripley ad un altro scontro contro la creatura aliena, pochi conoscevano il regista canadese. Al suo attivo, oltre al pessimo Piranha paura, c'era solo Terminator, film di culto ma niente più. Il primo Alien era stato diretto da Ridley Scott, i cui celeberrimi chiaroscuri andarono a nozze con il tono da horror spaziale di un film che mette il genere umano sul gradino più basso della catena alimentare. James Cameron prese di petto la faccenda da par suo: l'alieno si moltiplicò in numero meritandosi il plurale Aliens del titolo, lo scontro divampò tra le razze e, soprattutto, tra i generi: era la sfida tra Ripley, una donna disposta a tutto pur di difendere una bambina, e la regina – madre dei mostri che voleva proteggere le sue uova.

Terminator 2 – Il giorno del giudizio
Durante le riprese di Piranha paura James Cameron era stressato dall'essere costretto a lavorare con una troupe italiana che non parlava una parola di inglese. Per distrarsi, probabilmente, il regista mangiava anche abbastanza pesante perché una notte ebbe un incubo e sognò un cyborg che arrivava dal futuro appositamente per ucciderlo. Nacque così un film culto del 1984 che ancora oggi è una franchigia che va avanti rinnovandosi. Proprio nell'ultimo capitolo, Terminator Salvation c'è quel Sam Worthington che Cameron ha voluto in Avatar. Al momento, Terminator 2 – Il giorno del giudizio è l'unico sequel che ha girato il regista canadese. Per farlo, come sua abitudine, spinse la tecnologia all'estremo soprattutto per le trasformazioni del T-1000, lo spietato killer che vuole uccidere Sarah e John Connor.

True Lies
Fu il ritorno del binomio Cameron – Schwarzenegger. I due stupirono tutti: niente fantascienza ma tanto divertimento con una storia semi-seria di una spia che deve dividersi tra il lavoro da 007 e quello di facciata da venditore di computer. Per salvarlo la moglie finirà a sua volta a vestire i panni dell'agente segreto. In missione, sarà costretta a svestirli i panni, in uno strip tease, goffo e divertente ma che fece vedere cose encomiabili di Jamie Lee Curtis. Da Oscar la scena con Grant Heslov (attore-regista amico di George Clooney che ha girato L'uomo che fissa le capre) che guarda il missile che punta dritto verso la sua faccia.

Titanic
La ricerca maniacale delle porcellane presenti sul transatlantico o dei piatti, riprodotti dalla medesima azienda che li realizzò per il Titanic all'inizio del XX secolo, ripagò in pieno con 11 Oscar, l'incasso più alto della storia del cinema e la gloria per Cameron. La storia lascia a desiderare: il romantico amore tra la giovane e bella donna che sta per sposare un ricco e gretto americano e il ragazzo diseredato che vive di espedienti. Lui non ha nulla da offrire se non un disegno a carboncino di lei nuda su un sofà con un diamante al collo, così grosso da causarle la scogliosi se indossato per lo struscio domenicale. La storia finisce come tutti gli amori: lui muore per gli stenti nell'oceano ghiacciato, lei farà la bella vita senza nemmeno restituire il brillantone.

Avatar
J ames Cameron cambiò con Guerre stellari: era un camionista e dopo aver visto il film di Lucas capì che voleva lavorare nel cinema. È probabile che trent'anni dopo quella sua esperienza "rivelatrice", Avatar possa avere lo stesso effetto su tanti, giovani o meno giovani, che si trovino a varcare il limite di una nuova frontiera tecnologica. La tecnologia CG era stata già usata in passato (un esempio per tutti il Gollum de Il Signore degli anelli) ma mai per creare un mondo dal nulla. Uno sforzo non solo tecnologico e finanziario ma di fantasia necessaria per "pensarlo" un pianeta come Pandora, tra montagne che fluttuano nell'atmosfera e un popolo di giganti "blu", alti tre metri e che si muovono come gazzelle.