giovanni_b_southern
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martedì 19 aprile 2022
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assolutamente vedibile
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Il film è fatto bene. Descrizione pefetta dei personaggi e di come si possa innescare una bomba se chi l'innesca è letteralmente un idiota. Finisce qui il semi-spoiler. Film assolutamente da vedere
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carloalberto
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mercoledì 12 agosto 2020
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la banalità del male
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Animal Kingdomovvero la banalità del male, ovvero il crimine vissuto come quotidiano disbrigo di lavoretti sporchi, tra una faccenda domestica e l’altra, sotto l’occhio vigile e materno di una diabolica vecchietta, magnificamnete interpretata da una attrice di cui non ricordo il nome, che ha allevato i suoi figli come le serpi velenose che fanno il nido sotto le pietre nel torrido deserto australiano tinto di rosso. Nell’infido rifugio cade un anomalo essere, un ragazzotto all’apparenza catatonico e indifferente alle cose terribili che gli accadono intorno, catapultatovi dalla perdita improvvisa della madre, e la domanda che sorge è se questo innocente, oltre ad essere inevitabilmente coinvolto nella routine delinquenziale, risulterà trasformato nell’intimo assumendo l’identità del gruppo che lo ha accolto, oppure si ribellerà, divenendo altro e sfuggendo al suo destino.
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Animal Kingdomovvero la banalità del male, ovvero il crimine vissuto come quotidiano disbrigo di lavoretti sporchi, tra una faccenda domestica e l’altra, sotto l’occhio vigile e materno di una diabolica vecchietta, magnificamnete interpretata da una attrice di cui non ricordo il nome, che ha allevato i suoi figli come le serpi velenose che fanno il nido sotto le pietre nel torrido deserto australiano tinto di rosso. Nell’infido rifugio cade un anomalo essere, un ragazzotto all’apparenza catatonico e indifferente alle cose terribili che gli accadono intorno, catapultatovi dalla perdita improvvisa della madre, e la domanda che sorge è se questo innocente, oltre ad essere inevitabilmente coinvolto nella routine delinquenziale, risulterà trasformato nell’intimo assumendo l’identità del gruppo che lo ha accolto, oppure si ribellerà, divenendo altro e sfuggendo al suo destino. Potrebbe essere il soggetto di un docufilm su un freddo esperimento sociologico per verificare quanto l’ambiente familiare influisca sul carattere e sul comportamento degli adolescenti, ed invece è un potente dramma esistenziale dove il protagonista, al suo ingresso nel mondo degli adulti, è chiamato a scegliere da che parte stare, uscendo dall’apatia e mostrando al mondo e a se stesso chi è e chi, soprattutto, vuole essere. Notevole il cast, ottima la regia, film riuscito, da vedere.
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robert burns senior
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domenica 3 febbraio 2019
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mi aspettavo di più
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Sinceramente mi aspettavo di più. Avendo visto quasi tutta la serie TV ,questo film appare fiacco in tutto .i protagonisti muoiono uccisi dalla polizia senza motivo e noi non capiamo perché .la fotografia e il montaggio fanno sembrare questo film degli anni 90_00. Molto meglio la serie TV,anche se non un capolavoro. Leggendo la locandina non capisco che c'entra Scorsese.
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laurence316
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domenica 13 agosto 2017
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noioso, catatonico non all'altezza delle ambizioni
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L'esordio nel lungometraggio di Michôd (che prima aveva diretto solo qualche cortometraggio), Animal Kingdom ha l’evidente ambizione di essere un nuovo affresco contemporaneo della criminalità, dell’emarginazione sociale, della corruzione e della violenza ad ogni livello, oltreché un’amara constatazione della mancanza di una qualsiasi pietà o freno in “un mondo spietato dove la legge del branco prevale anche sui legami di sangue” (Mereghetti), ma riesce solo ad essere catatonico (un po' come il suo protagonista), ripetitivo e pieno di lungaggini del tutto ingiustificate.
Piuttosto inconsistente (anche perché quanto affermato è già stato detto, e meglio, in molto cinema antecedente), è sì angoscioso e talvolta agghiacciante, ma non appassiona né coinvolge (perfino in scene cardine come quella riguardante la fidanzata di Josh, Nicky, o quella riguardante il protagonista stesso sul finale).
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L'esordio nel lungometraggio di Michôd (che prima aveva diretto solo qualche cortometraggio), Animal Kingdom ha l’evidente ambizione di essere un nuovo affresco contemporaneo della criminalità, dell’emarginazione sociale, della corruzione e della violenza ad ogni livello, oltreché un’amara constatazione della mancanza di una qualsiasi pietà o freno in “un mondo spietato dove la legge del branco prevale anche sui legami di sangue” (Mereghetti), ma riesce solo ad essere catatonico (un po' come il suo protagonista), ripetitivo e pieno di lungaggini del tutto ingiustificate.
Piuttosto inconsistente (anche perché quanto affermato è già stato detto, e meglio, in molto cinema antecedente), è sì angoscioso e talvolta agghiacciante, ma non appassiona né coinvolge (perfino in scene cardine come quella riguardante la fidanzata di Josh, Nicky, o quella riguardante il protagonista stesso sul finale).
E’ un film molto pretenzioso ma non riesce a far corrispondere uno sviluppo coerente o una drammaturgia adeguata a queste sue accampate pretese, tra inutili perdite di tempo e “metafore tanto ambiziose quanto risapute” (idem). E’ davvero troppo lento, soprattutto perché si tratta, come detto, di una lentezza veramente ingiustificata e ingiustificabile, e lo stile freddo e distaccato di certo non aiuta il coinvolgimento. Difatti, persino il colpo di scena finale non riesce a smuovere più di tanto.
L’unica cosa che si salva è la compagnia di attori tutti, tranne il protagonista, bravissimi (in particolare la Weaver). Impossibile dire con certezza come abbia fatto un simile film a conquistarsi così tanti premi in patria e inoltre un grande successo di critica, anche all’estero, ma sta di fatto che così è stato e che la carriera del regista è stata lanciata (ma la sua inconsistenza in particolare come sceneggiatore verrà ulteriormente confermata col successivo The Rover).
Intanto, questo suo film d’esordio, agli Australian Academy of Cinema and Television Arts Awards (più brevemente AACTA Awards), gli Oscar australiani, ottiene un record di ben 18 nomination e 9 premi: a miglior film, regia, sceneggiatura originale, attore protagonista (Mendelsohn), attrice protagonista (Weaver), attore non protagonista (Edgerton), colonna sonora, montaggio e un Reader’s Choice Award sempre al miglior film. Veramente un’esagerazione.
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tarantinofan96
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martedì 20 gennaio 2015
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animal kingdom
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Un gangster-drama che ricorda a tratti il cinema di Scorsese per tematica e quello di Cronenberg per stile. Il film racconta la storia di questa famiglia di criminali perennemente in lotta con la polizia e lo fa giocando perfettamente sull'introspezione dei personaggi e sulla descrizione di un mondo spietato in cui nessuno è totalmente buono o cattivo. Il regista, alla sua opera prima, è riuscito a creare un film amaro e drammatico in cui la violenza è sentita, ma mai estetizzata e anche una descrizione di un mondo criminale innovativa e a tratti originale.
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Un gangster-drama che ricorda a tratti il cinema di Scorsese per tematica e quello di Cronenberg per stile. Il film racconta la storia di questa famiglia di criminali perennemente in lotta con la polizia e lo fa giocando perfettamente sull'introspezione dei personaggi e sulla descrizione di un mondo spietato in cui nessuno è totalmente buono o cattivo. Il regista, alla sua opera prima, è riuscito a creare un film amaro e drammatico in cui la violenza è sentita, ma mai estetizzata e anche una descrizione di un mondo criminale innovativa e a tratti originale. ***1/2
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mareincrespato70
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domenica 3 novembre 2013
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la complessità della vita senza manicheismi
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Stupendo film australiano, teso, con una grande sceneggiatura: una sorta di indagine entomologica del crimine. Cast di attori di notevole livello (straordinaria la cinica "nonna" Jacki Weaver, ma anche Jamie Frecheville), e punti di vista non manichei: il bianco ed il nero, ed il bene e il male, si confondono e si intrecciano, come nella vita. Anche, e soprattutto, se si tratta di ladri o poliziotti. "Quello che spesso non valutano i criminali è che , prima o poi, la loro sarà, comunque, una brutta fine..."
Film premiato al Sundance Festival. Abbiamo scoperto che anche in Australia esiste il crimine.
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Stupendo film australiano, teso, con una grande sceneggiatura: una sorta di indagine entomologica del crimine. Cast di attori di notevole livello (straordinaria la cinica "nonna" Jacki Weaver, ma anche Jamie Frecheville), e punti di vista non manichei: il bianco ed il nero, ed il bene e il male, si confondono e si intrecciano, come nella vita. Anche, e soprattutto, se si tratta di ladri o poliziotti. "Quello che spesso non valutano i criminali è che , prima o poi, la loro sarà, comunque, una brutta fine..."
Film premiato al Sundance Festival. Abbiamo scoperto che anche in Australia esiste il crimine...
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iankenobi
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domenica 20 ottobre 2013
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ennesimo gioellino australiano
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Dopo snowtown murders,che gia' mi era piaciuto moltissimo,ecco un altro gioellino australiano,che anzi metto nella mia top 20 degli ultimi anni.
Di gangster movie negli ultimi anni,ne abbiamo visti parecchi,soprattutto io,ma questo mi ha letteralmente spiazzato.
Una famiglia ingombrante ricca di personaggi pisicotici e quella mamma,una straordinaria jackie weawer quasi sconosciuta in america ed in europa,tutta manfrine e perfidia in un ruolo per cui tanti attrici avrebbero ucciso pur di fare, per le sue molteplici,sfaccettature,e ben mendhelson il vero pazzo criminale...
Eppoi figlie morti di overdose,gangster forse gay eppure spietati,e una nuova generazione della famiglia che cerchera' di spazzare via l'orrore.
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Dopo snowtown murders,che gia' mi era piaciuto moltissimo,ecco un altro gioellino australiano,che anzi metto nella mia top 20 degli ultimi anni.
Di gangster movie negli ultimi anni,ne abbiamo visti parecchi,soprattutto io,ma questo mi ha letteralmente spiazzato.
Una famiglia ingombrante ricca di personaggi pisicotici e quella mamma,una straordinaria jackie weawer quasi sconosciuta in america ed in europa,tutta manfrine e perfidia in un ruolo per cui tanti attrici avrebbero ucciso pur di fare, per le sue molteplici,sfaccettature,e ben mendhelson il vero pazzo criminale...
Eppoi figlie morti di overdose,gangster forse gay eppure spietati,e una nuova generazione della famiglia che cerchera' di spazzare via l'orrore................
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filippo catani
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venerdì 15 marzo 2013
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un film duro e ricco di colpi di scena
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Melbourne. Un giovanissimo ragazzo assiste impotente alla morte della madre per overdose di eroina. Decide quindi di contattare la nonna, da cui la madre si era allontanata da anni, e si trasferisce a vivere da lei insieme ai suoi figli. Uno di questi è un criminale senza scrupoli, un altro quasi mentre il terzo ha abbandonato per darsi alla borsa e il quarto è il più debole ma allo stesso tempo il più facile da circuire.
Un tostissimo film giustamente premiato al Soundance e che ci mette davanti agli occhi una serie di inquietanti riflessioni. Intanto vediamo un totale ribaltamento della famiglia "tradizionale": infatti in questa casa di Melbourne ogni membro è più o meno un criminale e soffra di una qualche dipendenza sia essa alcol o droga.
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Melbourne. Un giovanissimo ragazzo assiste impotente alla morte della madre per overdose di eroina. Decide quindi di contattare la nonna, da cui la madre si era allontanata da anni, e si trasferisce a vivere da lei insieme ai suoi figli. Uno di questi è un criminale senza scrupoli, un altro quasi mentre il terzo ha abbandonato per darsi alla borsa e il quarto è il più debole ma allo stesso tempo il più facile da circuire.
Un tostissimo film giustamente premiato al Soundance e che ci mette davanti agli occhi una serie di inquietanti riflessioni. Intanto vediamo un totale ribaltamento della famiglia "tradizionale": infatti in questa casa di Melbourne ogni membro è più o meno un criminale e soffra di una qualche dipendenza sia essa alcol o droga. Troviamo poi la madre del giovane protagonista che ha cercato di allontanarsi dalla casa e soprattutto dalla perfida madre ma non ha potuto scacciare i fantasmi che la angosciavano. E veniamo poi proprio alla figura della madre vero e proprio terribile deus ex machina della famiglia; è lei a coprire i figli, ad appoggiarne le scelte, a tramare con l'infido avvocato fino a progettare trama terribili (veramente brava la Weaver alle prese con un ruolo tutt'altro che facile). Ecco allora che quando lo scontro con la polizia si farà inevitabile e senza esclusione di colpi da una parte e dall'altra a pagarne il prezzo maggiore saranno i due anelli deboli della famiglia: il neo arrivato J con la sua fidanzata e il suo zio più giovane che non riesce a sottarrsi al terribile gorgo che finirà per inghiottirlo senza pietà. Oltre alla menzione già fatta in precedenza un applauso al cast completo e al regista che ci consegna una storia fuori dall'ordinario e che andrà fatalmente a sconvolgere i (terribili) equilibri di questa famiglia criminale.
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michele recchia
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sabato 21 aprile 2012
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noir, che più noir non si può.
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Noir, che più noir non si può. Al confronto gli altri film di questo genere sbiadiscono e diventano blu. L’atmosfera si crea già solo dopo qualche sequenza anche per merito di una musica cupa che dà subito l’idea di quello che incombe sullo spettatore. Ogni personaggio riesce a portare la sua dose di malvagità ordinaria e ciò che ognuno di loro può fare da un momento all’altro sembra così normale che arriva ad essere quasi banale. Tutto ruota attorno ad una famiglia in cui uccidere diventa prassi ogni volta che viene ritenuto necessario, sotto lo sguardo vigile e affettuoso di una mamma che è il vero boss.
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Noir, che più noir non si può. Al confronto gli altri film di questo genere sbiadiscono e diventano blu. L’atmosfera si crea già solo dopo qualche sequenza anche per merito di una musica cupa che dà subito l’idea di quello che incombe sullo spettatore. Ogni personaggio riesce a portare la sua dose di malvagità ordinaria e ciò che ognuno di loro può fare da un momento all’altro sembra così normale che arriva ad essere quasi banale. Tutto ruota attorno ad una famiglia in cui uccidere diventa prassi ogni volta che viene ritenuto necessario, sotto lo sguardo vigile e affettuoso di una mamma che è il vero boss. Lei sorveglia e protegge i figli, non fa una grinza quando apprende che è morta sua figlia solo perché ha litigato con lei per una banale discussione su una regola di un gioco di carte, muove i passi in funzione di quello che serve alla sopravvivenza della famiglia. Sorride, spalanca gli occhi di meraviglia quando serve una scelta dura, decide con freddezza e nonchalance. Il personaggio principale però è suo nipote, figlio appunto della sua figlia morta per overdose, che si ritrova in questa strana famiglia e per forza di cose e per sopravvivere si adegua all’andazzo: deve salvare la pelle, quindi si adatta. La tensione cresce lentamente nel corso della vicenda e l’epilogo ovviamente non può essere che tragico, ad opera del giovane Joshua (un bravissimo ed attonito James Frecheville) il quale è stretto nella morsa della scelta: mentire per salvare la pelle dalla vendetta della famiglia o fare giustizia da sé.
Una eccellente recitazione di tutti gli attori porta il film ad alti livelli, ma la vera sorpresa è Jacki Weaver nei panni della nonna-boss: una prestazione davvero ottima, che, a ben 62 anni, l’ha portata a 12 nominations tra cui quella dei Golden Globe e degli Oscar. Bravissimo anche Guy Pearce nei panni di un detective calmo e riflessivo che cerca di fare giustizia e nel contempo salvare il giovane dalle grinfie della famiglia malavitosa, in quanto solo la sua testimonianza può far condannare questi assassini e far terminare la mattanza.
E’ veramente un bel film e può diventare un vero cult.
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nigel mansell
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martedì 17 aprile 2012
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carico di tensione
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Carico di tensione con una trama molto avvincente: ottimo.
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