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Al di là del lago, una favola disneyana per riscoprire i rapporti umani e la natura

Mercoledì 22 aprile in onda su Canale5 il film tv di Stefano Reali.
di Alessandra Giannelli

Una storia per tutti
Kaspar Capparoni (Gaspare Capparoni) (59 anni) 1 agosto 1964, Roma (Italia) - Leone. Interpreta Luca Ferri nel film di Stefano Reali Al di là del lago.

lunedì 20 aprile 2009 - Televisione

Una storia per tutti
Un film sull'amore, sull'amicizia, sulla ricerca delle proprie radici, questo il senso di Al di là del lago, la fiction in onda in prima serata, il prossimo 22 aprile, su Canale 5. Una storia "disneyana", che non vuol dire vecchia, ma che può essere per tutti: grandi e piccini. Che interessi una nicchia di persone che si dubitava che esistesse perché, stavolta, non si parla di azione, ma di natura, di animali. Questa, in concreto, è la storia di un "fantastico cervello" italiano (è Luca, interpretato da Kaspar Capparoni) in fuga, anni prima per gli Stati Uniti, dove trova il successo (inizialmente veterinario, era diventato un imprenditore di se stesso, nella farmaceutica degli animali) e che, per la morte di un suo caro amico, è costretto a ritornare al paese dove era nato e si accorge che una serie di valori per lui importantissimi, di fronte al riacquistare tempo per stesso, crollano. In più si ritrova a fare un'indagine sulla morte del suo amico, che non appare così accidentale come l'avevano fatta passare.

Il rapporto con la natura
A raccontare la storia di questa miniserie è lo stesso regista, Stefano Reali (anche autore delle musiche), che confessa di essersi ritrovato a "gestire" un racconto insolito rispetto a quelli diretti fino ad oggi (In barca a vela contromano; Ultimo) e, così, a riscoprire il fascino per una comunità rurale dove c'è tempo, ma anche spazio, per i rapporti, piuttosto che per le storie di grandi indignazioni sociali o di mafia. Ma questo, ha spiegato Giancarlo Scheri, direttore fiction Mediaset, rientra in un percorso della rete privata di sperimentazione di nuovi generi, per costruire qualcosa di nuovo per il pubblico. Ciò dovrebbe anche rispondere alla tendenza, di questi ultimi anni, di ritornare a vivere nelle piccole comunità, ma anche di riscoprire sia il rapporto generazionale, ad esempio tra nonni e nipoti, ma anche quelli dell'uomo con gli animali. A confermare quello che è il messaggio della fiction è la protagonista Gioia Spaziani (Barbara, medico condotto), che ha raccontato di essere ritornata a vivere, nella vita reale, a Frosinone, nel centro storico: un piccolo borgo, fuori dai ritmi frenetici della grande metropoli: "Ho percepito – ha spiegato l'attrice – il desiderio della gente di storie che facciano un po' sognare, legate alla fantasia; storie di sentimenti umani in cui ci si possa identificare. Io vengo da interpretazioni sulla criminalità (Nassiriya-per non dimenticare; Il capo dei capi), ma credo che, nonostante sia importante raccontare storie simili, che riguardino vicende dolorose del nostro paese, è necessario anche viaggiare con la fantasia, dedicarsi ai rapporti anche a quelli con la natura". Incalza Reali che riflette sul fatto che noi siamo abituati a non avere più tempi morti nelle nostre giornate, sacrificando spesso le relazioni sociali. Dello stesso avviso è il protagonista.

Kaspar Capparoni, cosa ti ha affascinato del tuo personaggio, ma anche del film?
Io non vivo in città, ma a Cerveteri e ho superato già da tempo la questione città-paese. Io ho appreso molto da questa esperienza perché gli attimi e le attese, sul set e al di fuori, ti obbligavano a guardare attentamente ciò che circondava me e i miei colleghi; tutto questo, alla fine, ci ha catapultati nell'atmosfera del film ed è stato importante, ci ha permesso di girare un film in un modo davvero diverso perché avevamo assorbito completamente quell'atmosfera.

L'idea della location di chi è?
S tefano Reali: Era già nella sceneggiatura, si pensava già ad un ambiente con un lago, un ambiente che fosse al di fuori dalle rotte battute. Se uno va lì (le location sono: Lago del Turano, Ponzano Romano, Bassano Romano, Campagnano e Sacrofano), vuole andare lì. È sicuramente una dimensione disneyana perché c'è spazio per ascoltare chiunque: l'anziano con la sua saggezza, il bambino con i suoi diritti, nessuno è massificato, nessuno è un numero, ma tutti si conoscono per cui anche i rapporti di conflitto vengono fuori, non è soltanto un mondo di zucchero!.
Non solo, però, rapporti umani, come accennavamo, ma anche quelli con la natura perché qui il protagonista, che ritorna dall'America e ha già una carriera consolidata, riscopre il contatto con gli animali, con ciò che gli apparteneva da bambino (ed è una delle scene più intense, a detta del regista). È lo stesso Capparoni a confermare che questi erano i suoi desideri anche da bambino, mentre oggi gli adolescenti hanno altri punti di riferimento, soprattutto dettati dalla moda o dal consumismo: "Bisogna far capire alla gente che c'è anche altro. Gli stessi genitori dovrebbero spronare i loro figli ad altre conoscenze. Non ci sono solo facebook o McDonald's!". Sono stati gli stessi attori, racconta Reali, a subire fin da subito il fascino di questi luoghi, come Roberto Farnesi (che interpreta Valerio, migliore amico di Luca) da subito abile con i cavalli. Tra gli altri interpreti: Anna Safroncik, nel ruolo di Judy, la moglie del protagonista, Giovanna Ralli, che è zia Ada, parente premurosa di Luca, ma anche Brando Pacitto, che nella fiction è il piccolo Lorenzo.

Brando, quello che hai vissuto ti è sembrata più realtà o favola?
Per me è realtà. A me, ad esempio, non piacciono, come ai miei coetanei, il calcio, il computer o il Grande Fratello, io faccio surf. Dovrebbero essere i genitori a far scoprire la natura ai loro figli.
Anna, chi è Judy, il tuo personaggio?
Premetto che nel film c'è un sentimento di scontro rispetto ai nostri valori iniziali. Spesso noi non accettiamo di ritornare indietro, pensiamo di dover sempre andare avanti e rincorrere qualcosa. Tutti quanti viviamo attendendo qualcosa. Ecco, io rappresento proprio questa parte e spero, nel mio piccolo, di far riflettere, ma di smettere di aspettare e iniziare a vivere".

Roberto Farnesi, per te che esperienza è stata?
Io, in quanto amante di animali, sono stato entusiasta della proposta. Soprattutto, non avevo mai lavorato con Stefano ed è stata dura girare, anche se molto bello. La scena iniziale dell'incendio è stata reale e, quindi, difficile, ma è stato davvero un piacere. Una bella esperienza con un bel cast".

Un lavoro di equipe costante ha confessato Stefano Reali, dove ogni scelta è stata condivisa, ascoltando i desideri della produzione (Lorraine de Selle du Real e Micol Pallucca per Fidia Film), ma restando fedeli alla sceneggiatura (oltre a lui, firmata da Roberta Colombo, medico di professione).
Un'alternativa reale al calcio (sulle reti pubbliche!), ha sottolineato Scheri, un prodotto "family" che possa seguire tutta la famiglia. Una bella storia a completamento di una giornata da guardare tutti insieme, dove si ride, si piange e ci si emoziona.

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