rongiu
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venerdì 4 marzo 2011
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edizione straordinaria !!!
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Edizione straordinaria !!!
“L’uomo. Dentro o fuori dalla rete?” Il tonno rosso, stanco dei soprusi subiti negli ultimi 50 anni, consapevolmente decide di riunirsi. Quale sarà il verdetto?
Milioni e milioni di tonni, provenienti dai mari più remoti, si riuniscono per la prima volta nel Mediterraneo per decidere le sorti dell’uomo. Tema dell’incontro – “L’uomo. Dentro o fuori la rete?” Nutrite delegazioni, provenienti dai più disparati mari del pianeta, si sono dati appuntamento nel Mediterraneo. Delegazioni presenti: Stretto di Gibilterra; Nuova Scozia (Canada); Malta (universo del tonno rosso); Tokyo; Senegal; Hong Kong (Il triangolo dei coralli); Alaska; Chimbote (Perù); Bahamas.
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Edizione straordinaria !!!
“L’uomo. Dentro o fuori dalla rete?” Il tonno rosso, stanco dei soprusi subiti negli ultimi 50 anni, consapevolmente decide di riunirsi. Quale sarà il verdetto?
Milioni e milioni di tonni, provenienti dai mari più remoti, si riuniscono per la prima volta nel Mediterraneo per decidere le sorti dell’uomo. Tema dell’incontro – “L’uomo. Dentro o fuori la rete?” Nutrite delegazioni, provenienti dai più disparati mari del pianeta, si sono dati appuntamento nel Mediterraneo. Delegazioni presenti: Stretto di Gibilterra; Nuova Scozia (Canada); Malta (universo del tonno rosso); Tokyo; Senegal; Hong Kong (Il triangolo dei coralli); Alaska; Chimbote (Perù); Bahamas.
Benedetta informazione. Perché? Perché una informazione corretta consente all’uomo di esercitare in modo consapevole il diritto di decidere, di scegliere; di non piegarsi inconsapevolmente alle spietate logiche di multinazionali, che hanno un solo scopo, un solo obiettivo: - Decidere cosa farci consumare. Quante persone sanno che inscatolare il tonno, in un certo posto del globo, è solo una parte dell’informazione? Non conoscere la provenienza di un prodotto, consente alle potenze economiche che quel prodotto, sfruttano, di fare il bello ed il cattivo tempo. Cosa significa contingentato? Contingentato significa regolare. Contingentare l’attività di pesca, significa dunque regolarla. Regolarla per evitare lo sfruttamento indiscriminato di un prodotto, nel nostro caso, il tonno rosso. Immaginate, milioni e milioni di tonnellate di tonno al giorno che per 365 giorni all’anno subiscono il congelamento o altri trattamenti. Quante volte il giro dell’equatore? Bisogna o no dare a questa specie la possibilità di riprodursi? Perché la nostra vita deve essere scandita sempre dalla scelleratezza delle scelte altrui? Un consumo consapevole nasce da una informazione corretta. Ed ancora, veramente pensate che la produzione del tonno avviene ancora in modo artigianale come mostrano alcune pubblicità? Sbagliato. Si spendono miliardi di euro in sofisticatissimi impianti tecnologici per la cattura del tonno. Il tonno non può certo difendersi dall’umana tecnologia.
I come indiscriminato.Le aziende hanno il dovere di limitare la cattura indiscriminata di questo prodotto, che è diventata sicuramente materia prima per palati fini.
F come flotta. Miliardi di euro di introiti, ma pensate, intere flotte dedicate alla cattura del tonno.
R come ricerca. Cosa frega alle grosse multinazionali finanziare la ricerca per la tutela dell’ambiente? E, se anche ciò avviene, siamo sicuri che i dati forniti sono corretti? Sembra proprio, a vedere il documentario, che la miniera ittica è inesauribile. Così non è.
S come strascico. La pesca a strascico è quanto di più nocivo può esistere per l’ambiente. Ma perché? Perché con le reti da strascico non puoi selezionare ciò che catturi. Nella rete finisce di tutto. Delfini, squali, orche ed altre grandi quantità di pesci che, morti, sono ributtati in mare. Una rete da strascico, ha una apertura che consente l’ingresso contemporaneo di diversi aerei quali boeing 747. Una vera strage.
P come Paesi in via di sviluppo. E’ quello il luogo, dove la pesca sostenibile può dimostrare la sua valenza come strumento di rinascita economica e non come ulteriore approvvigionamento di mano d’opera a basso costo.
E come Europa. L’Europa finanzia l’acquisto di navi da milioni di euro? Si.
S come sushi. L’uomo ed il Sushi di tonno. Principale imputato della disfatta ittica e della conseguente battaglia per la protezione della fauna ittica.
Il documentario, mostrato in anteprima mondiale al Sundance Film Festival, concorso World Cinema Documentary, Utah, gennaio 15-25, 2009; e questa
sera riproposto grazie alla redazione di Mymovies, ci ha dato la possibilità di immaginare i nostri Oceani senza pesci. Una catena alimentare inesorabilmente spezzata. A questo punto, essenziale è la presa di coscienza della popolazione mondiale. Fermarsi per ragionale, sviluppare nuove idee, correre ai ripari. Il documentario ha richiesto due anni di lavoro; The End of the Line parte dall’inchiesta di Charles Clover giornalista del quotidiano di Londra Daily Telegraph Charles Clover. Clover è l’autore anche dell’omonimo libro.
Per gli scienziati, dunque le previsioni non sono rosee. Entro la fine del 2048 se continua l’indiscriminata pesca il mare non potrà donare nient’altro che alghe e meduse e vermi e roba da far schifo. Vogliamo tutto questo? Certamente no. Ed allora due sono le strade da intraprendere. La prima, come dicevo quella di un consumo responsabile a seguito di una informazione responsabile; l’obiettivo finale deve essere quello di avere Un consumatore globalmente educato. La seconda, una serie di serie decisioni politiche mondiali, tese alla soluzione di un problema che non è di questo o quel Paese. The End of the Line è un film indipendente, finanziato da: Il Waitt Family Foundation, Marviva, Fondazione Oak, Channel 4 BRITDOC Foundation, WWF, Fondazione Weston, La Fondazione Clore, The Marine Conservation Society, AD Charitable Trust, GD Charitable Trust, Waterloo e la Fondazione Oceana.
Rupert Murray, regista ha diretto e montato Unknown White Male nel 2005, ricevendo due nomination per i premi al Directors Guild of America Awards, British Independent Film Awards e Grierson Award. Il film racconta la storia della lotta di un uomo che l’otta contro l’amnesia.
Charles Clover, autore del libro “The End of the Line”. Giornalista e scrittore, scrive settimanalmente per il Sunday Times su questioni ambientali. Ha lavorato anche presso la sede di Londra del “The Daily Telegraph”, dal 1988-2008; ha ideato il sito Telegraph Earth ed è il coordinatore di una piccola squadra di talentuosi giornalisti. Eletto giornalista nazionale dell’anno dall’Agenzia Britannica e Media Awards per tre volte, nel 1989, 1994 e 1996. Coautore con il Principe Carlo di uno studio relativo all’agricoltura sostenibile. Il suo libro “The End of the Line” è stato definito il libro top sulla pesca eccessiva.
Un attimo di attenzione, per piacere. Vedo aprire la porta, sarà data lettura del verdetto. Lo farà Lord Bluefin, Appointed Judge.
“Signori Umani, noi Tonni non siamo contro la pesca, non siamo contro il consumo di pesce. Chiediamo, per i prossimi decenni, un atteggiamento responsabile verso gli Oceani. Questo deve essere il vostro obiettivo primario. Ci auguriamo, che da questo momento, quando la gente compra i pesci in un negozio o in un ristorante, inizi a porsi delle domande. Da dove viene? Da una fonte sostenibile? Si tratta di una specie in pericolo o di una specie eccessivamente sfruttata? Ci sono guide utili a ciò. Un acquisto consapevole consente di avere la coscienza pulita, niente sensi di colpa. Desideriamo anche un maggior impegno da parte vostra nel pressare i politici, hanno il dovere di ascoltare gli scienziati seri per poter agire di conseguenza. Scrivete ai vostri rappresentanti. Per piacere. Fate saper loro che al momento solo il 3% degli Oceani del mondo sono aree marine protette. Apparteniamo allo stesso Regno. “Animalia”. Quindi, per il momento, - L’Uomo fuori dalla rete! - Non ho altro da aggiungere, grazie per l’attenzione prestataci.”
Segue lungo applauso degli umani.
Good click!
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ale9191
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martedì 1 marzo 2011
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chi è causa del suo male pianga se stesso
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Si è sempre creduto i mari e gli oceani fonti inesauribili di risorse ittiche e, probabilmente, se non ci fosse stato un tale sfruttamento scellerato da parte di generazioni di persone probabilmente sarebbe ancora così. Sveglia gente, è stato distrutto un ecosistema! Questo documentario ci spiega molto bene senza badare troppo al sottile le cause e le conseguenze della pesca a tutti costi, cosa si è sbagliato e cosa bisognerebbe fare per rimediare a tale errore, sottolineando che se non verrà presa velocemente una decisione congrua alla situazione molte specie a rischio si estingueranno definitivamente con danni incalcolabili per tutti. Si capisce subito che è un documentario ben fatto perchè al termine della visione rimane in bocca quel sapore amaro d'impotenza, di voler fare qualcosa senza sapere però cosa, frustrazione mista a rabbia per essere rimasto fino ad oggi all'oscuro di tutto.
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Si è sempre creduto i mari e gli oceani fonti inesauribili di risorse ittiche e, probabilmente, se non ci fosse stato un tale sfruttamento scellerato da parte di generazioni di persone probabilmente sarebbe ancora così. Sveglia gente, è stato distrutto un ecosistema! Questo documentario ci spiega molto bene senza badare troppo al sottile le cause e le conseguenze della pesca a tutti costi, cosa si è sbagliato e cosa bisognerebbe fare per rimediare a tale errore, sottolineando che se non verrà presa velocemente una decisione congrua alla situazione molte specie a rischio si estingueranno definitivamente con danni incalcolabili per tutti. Si capisce subito che è un documentario ben fatto perchè al termine della visione rimane in bocca quel sapore amaro d'impotenza, di voler fare qualcosa senza sapere però cosa, frustrazione mista a rabbia per essere rimasto fino ad oggi all'oscuro di tutto. Peccato solo non sia stato doppiato in italiano, un lavoro di questa portata lo meritava.
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