Adam Resurrected

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Un film di Paul Schrader. Con Willem Dafoe, Ayelet Zurer, Juliane Köhler, Yoram Toledano, Mickey Leon.
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Drammatico, durata 106 min. - Germania, USA, Israele 2009. - One Movie uscita giovedì 27 gennaio 2011. MYMONETRO Adam Resurrected * * * - - valutazione media: 3,48 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
carloalberto martedì 5 maggio 2020
la colpa di esistere Valutazione 4 stelle su cinque
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 Il senso di colpa dei sopravvissuti all’olocausto nazista è utilizzato da Paul Schrader come metafora del dramma esistenziale dell’Uomo, nato per privilegio e, sempre, vivo a scapito di qualcun altro. Jeff Goldblum, il prestigiatore circense, è l’uomo nato dal caos cosmico e scagliato da un Dio oscuro e terribile ma privo di fantasia in un mondo governato da uomini nevrotici, come lo spettatore di una delle sue esibizioni, il borghese sull’orlo del suicidio interpretato da Willem Dafoe, che, all’occasione, nel momento storico opportuno, si trasformano in psicotiche belve assassine per sopprimere nell’altro, ridotto a cane, la propria sofferenza. [+]

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francesca romana cerri mercoledì 4 giugno 2014
un capolavoro assoluto: l'umanità Valutazione 0 stelle su cinque
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Un film sull'Olocausto, sulla follia, sull'arte, sulla dominanza , sulla sottomissione, sull'emancipazione, su Dio, sull'amore, sulla voglia di vivere, sulla normalità. Un film che prende tutto e lo miscela perfettamente, vediamo perchè. La macro scatola è quella della storia, un ebreo artista di circo finisce nei campi di concentramento e un nazista che fu preso in giro  in un suo spettacolo quando lo riconosce lo prende presso di sè e si trastulla facendogli fare il cane. Il nazista non ha risorse creative, è un burocrate che messo al comando ne profitta. L'artista diventa il suo cane mentre assiste impotente alla distruzione degli ebrei e della sua famiglia ma grazie a questo trattamento si salva, è un sopravvisuto. [+]

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flory brown sabato 19 ottobre 2013
la follia che guarisce Valutazione 4 stelle su cinque
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Ho sempre pensato che ne sapessero di più alcuni pazienti di tutti i medici specializzati in malattie mentali, solitamente impegnati a distribuire farmaci e buoni consigli, anziché sguardi amorevoli.
Ho focalizzato la mia attenzione su quest’aspetto del film incoraggiata dalla frase finale di Adam, il geniale protagonista, che della sua dolorosa esperienza ricorda, soprattutto, quanto fosse esaltante la pazzia:
"La sanità mentale è piacevole, è calma, ma non c'è grandiosità, né vera gioia, né il dolore terribile che dilania il cuore."
Chi non ha mai provato a perdere se stesso dopo una vita difficile o un episodio devastante quale è l'olocausto, non comprenderà queste parole, turbato dall'agire di chi non segue regole e rincorre stordimenti per dimenticare o distruggersi l'anima. [+]

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gobbo venerdì 17 febbraio 2012
buon film Valutazione 3 stelle su cinque
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No
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il film sicuramente non è di facile interpretazione anche se mette in evidenza tutti i disastri sia fisici che mentali portati dall'olocausto.La seconda parte del film è sicuramente più coinvolgente che la prima. comunque tutto sommato è un buon film proprio per l'argomento messo in risalto

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omero sala lunedì 9 gennaio 2012
la fatica di sopravvivere Valutazione 4 stelle su cinque
89%
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11%

I distributori italiani non hanno preso in considerazione questo film, troppo ostico e indigeribile per il pubblico lobotomizzato che affolla le nostre multisale. La insopportabilmente cupa storia di Adam Stein, ebreo tedesco, si articola in tre tempi: nel primo - anni ’30 - Adam è un irresistibile intrattenitore di cabaret, mago, prestidigitatore, cantante e ballerino che raccoglie enorme successo di pubblico (anche presso i nazisti che stanno conquistando il potere); nel secondo tempo viene internato, insieme alla moglie e alle due figlie, in un campo di sterminio e salva la pelle facendo letteralmente il cane per il comandante nazista (suo ammiratore in tempo di pace) e suonando il violino per accompagnare nelle camere a gas i deportati (fra cui i suoi cari); nel terzo tempo infine - anni ’60 - si ritrova ospite forzato in un struttura sanitaria isolata nel deserto dove, con altri sopravvissuti persi nei loro disagi psichici, tenta di raggiungere un difficile compromesso con la fatica di sopravvivere e di trovare una normalità tanto desiderata quanto temuta e insostenibile. [+]

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molenga mercoledì 3 agosto 2011
eccezionale goldblum Valutazione 4 stelle su cinque
52%
No
48%

Cosa non mi è piaciuto di questo film? una scena, quella della festività ebraica all'interno della casa di cura; l'ho messo subito in chiaro perché per il resto ritengo di aver visto il miglior Shrader e un grandioso Goldblum nel ruolo che più di ogni altro esalta le sue naturali virtù: cascamorto, folle, istrione. Elaborare il lutto di noi stessi è complicatissimo, specialmente se questo è composto da un intero popolo che non c'è più, da una koinè distrutta e dagli affetti scomparsi.
Adam è pieno dell'anno che ha trascorso in un campo di concentramento, pieno del ricordo del suo carceriere, klein -un efficacissimo dafoe-, che lo teneva a quattro zampe, pieno della morte dell'amata sposa e della figlia più piccola, che entravano nelle camere a gas mentre lui suonava il violino in fronte a loro, pieno, infine, del rancore della figlia scampata al genocidio, che ritroverà solo morta. [+]

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manusha lunedì 21 marzo 2011
il dramma della resurrezione Valutazione 5 stelle su cinque
77%
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Il tema marca il ruolo dei due protagonisti principali: Adam e il bambino-cane. Tale rapporto è così determinante che non appena Adam tenta per la prima volta di togliere il collare al fanciullo, lasciando appena intravvedere uno spiraglio di emancipazione, egli stesso smette apparentemente di vivere. La stessa dinamica si ripete, al contrario, verso la fine del film quando Adam torna a fare il cane ed il fanciullo, già avviato verso l'emancipazione lo chiama da lontano. Questa teatralità si allarga a tutta la società nei rapporti quotidiani, apparentemente mostruosi, ma a quanto pare, imprescindibili per la "normale" condizione umana. "La sanità mentale è piacevole, è calma, ma non c'è grandiosità, né vera gioia, nè il dolore terribile che dilania il cuore". [+]

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ipno74 venerdì 11 febbraio 2011
goldblum da oscar!!! Valutazione 4 stelle su cinque
60%
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Un film che sembra richiamare " qualcuno volò sul nido del cuculo", con atmosfere surreali e drammatiche insieme.
Un bravissimo Goldblum, diventato grande dal famoso " la mosca", unisce comicità - pazzia - e umanità, rievocando l'olocausto in maniera diversa.
Un film intenso, si sorride e ci si rattrista in momenti alterni, evocando una follia in un luogo che dovrebbe guarire.

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nalipa venerdì 4 febbraio 2011
fortissimo! Valutazione 4 stelle su cinque
71%
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29%

Le prime scene non sono certo incoraggianti, ma Goldblum al massino e l'ottima regia fanno un film assolutamente interessante. La vicenda é ben narrata e non facile da reggere. Assolutamente da vedere...

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dario sabato 1 gennaio 2011
robusto Valutazione 3 stelle su cinque
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La regia sicura consente di apprezzarlo bene. C'è non poca confusione dovuta certamente alla terribilità del tema che è la massima degradazione umana ad opera nazista. Un Goldblum abbastanza sicuro di sè e un Dafoe luciferino (anche troppo) si mettono seriamente al servizio della crudeltà e della sofferenza (a parti invertite): la seconda non riesce ad essere cosmica come, forse, nelle intenzioni.   

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