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Yes Man: bello, comico e dice sempre sì

Jim Carrey presenta a Roma l'esilarante commedia di Peyton Reed, storia di un impiegato che dice sempre sì.
di Marzia Gandolfi

Absolute yes
Jim Carrey (James Eugene Carrey) (62 anni) 17 gennaio 1962, Newmarket (Canada) - Capricorno. Interpreta Carl Allen nel film di Peyton Reed Yes Man.

lunedì 15 dicembre 2008 - Incontri

Absolute yes
È stato tutto Jim Carrey, acchiappanimali in Ace Ventura, eroe di un fumetto underground in The Mask, inadeguato scemo e più scemo al fianco di Jeff Daniels, schizofrenico in Io, me & Irene, bugiardissimo nella commedia sofisticata di Tom Shadyac, protagonista del suo (Truman) show, apologo lirico sulla società dello spettacolo, Andy Kaufman sulla luna di Forman, dio per una settimana, eterna gioia della mente e dei sentimenti umani contro la logica della macchina per Gondry, "yes man" a Los Angeles per Peyton Reed. Icona superlativa della comicità demenziale contemporanea, Jim Carrey ha presentato a Roma la sua ultima creatura, un impiegato misantropo che dice sempre no agli amici, all'amore e alla vita. Sarà un seminario motivazionale sulla "positività" e sul valore di una risposta di assenso a rivoluzionare la vita di Carl Allen. Jim Carrey è una macchina comica, una corsa senza freni fra realtà e poesia, che vola alto sui meccanismi ripetitivi del quotidiano del suo introverso impiegato e sull'esistenza caotica e disumana prodotta dallo sviluppo capitalistico. Ipercinetico, si muove convulsamente, agito da spasmi alla Red Bull che lo portano a "filare" come un cartone animato lungo i percorsi del Griffith Park Observatory. Yes Man è un'altra occasione per l'attore di produrre comicità, di indagarla e nutrirla, spingendo la sua vocazione attraverso i suoi numerosi alter ego, che di film in film tormentano il personaggio Carrey. Uscito dal cielo finto di Peter Weir, approdato sulla luna di Forman e salpato per le spiagge della California, Jim Carrey scivola in profondità fino ai confini dello show, davanti e dietro le pareti di cartapesta, oltre i cancelli di Hollywood Bowl, dissacrando e illuminando il corpo dolente dell'inevitabile tragedia umana, dell'ineluttabile commedia umana.

Egocomico
Jim Carrey: Un comico per me è qualcuno che porta sollievo alla gente condividendo un terreno comune e attraverso l'espressione di un sentimento comune. È qualcuno che percepisce e poi esprime l'ego collettivo, qualcuno ancora che riesce a far sentire gli spettatori superiori, inibendo il proprio ego, mostrandosi nudo, stupido o magari orribile. A me naturalmente non capita, io sono in ogni caso superiore (ride). Io credo che la commedia sia il miglior modo di trasmettere un messaggio, è come mandare giù una pillola con un po' di zucchero. Lo yesman concept mi sembrava esilarante, l'idea perfetta per la commedia perfetta. Non poter dire "no" a nulla e a nessuno ti porta a vivere situazioni folli e divertenti. Inoltre Yes Man mi permetteva di dire qualcosa di vero. Nella mia vita ho sempre voluto fare cose destinate a segnare gli spettatori e a rimanere nel loro cuore e nella loro testa, qualcosa che potessero acquisire, possedere e non dimenticare una volta usciti dal teatro o dal cinema, come se non fosse mai accaduto. Voglio dare al mio pubblico qualcosa di cui discutere, qualcosa da ricordare.

I sì del set e della vita
Sul set ho praticamente detto "sì" a tutto. Ho imparato il coreano, ho suonato la chitarra e mi sono addirittura lanciato giù da un ponte. Ero molto preoccupato all'inizio, soprattutto il mio insegnante di coreano, deciso a restare negli States fino a quando non avessi imparato correttamente a pronunciare le mie battute nella sua lingua. Non parliamo poi dell'esperienza del bungee jumping che è stata una mia idea, a volte riesco ad essere il peggior nemico di me stesso. In piedi sul ponte pensavo a cosa avrei detto a Gesù. Questi i numerosi sì del set, nella vita credo di essermi maggiormente sbilanciato, ho detto 750.000 sì e credo soltanto cinque no. Dire no è sempre più difficile, anche se molto spesso dire no significa dire sì ai propri valori. Poi c'è sempre qualche amico che viene da te con una domanda o un'esigenza e l'ultima cosa che vorresti fare è deluderlo. Mi sono sposato due volte e quelli sono stati due sì importanti. È importante dire sì all'amore ma lo è altrettanto dirgli di no.

Yes Man
Yes Man è la storia di un uomo che prova a ricominciare, rivoluzionando la sua vita. Tutti possono immedesimarsi nel mio impiegato, tutti possono riconoscersi in Carl Allen perchè a tutti almeno una volta nella vita è capitato di "rompersi", di rifiutarsi di uscire di casa, di evitare gli amici e la gente per strada o nei locali, di ripiegarsi nel proprio privato. Il mio personaggio si trova in questo delicato periodo della sua vita, è isolato dal resto del mondo che ha deciso di ignorare. Quella parolina gli permetterà di tornare ad abbracciare l'universo, di riaccendersi e di tornare a muoversi nel mondo, ad amare una donna, ad aiutare gli amici. In America esistono moltissime associazioni di self-help, alcuni seminari motivazionali arrivano a riempire interi stadi. Indubbiamente le filosofie espresse possono risultare molto utili ma è pur vero che intorno a questi eventi girano molti soldi e bisogna per questo tenere sempre gli occhi aperti e mantenere un atteggiamento critico. Nel film abbiamo calcato un po' la mano, abbiamo volutamente esagerato alcune situazioni ma in fondo il nostro "santone" è una brava persona, non era perciò nostra intenzione criticare queste manifestazioni, eravamo interessanti a concentraci sul mio personaggio. Carl imparerà a dire no quando bisogna dire no.

Carrey a pezzi
Ho sempre pensato che fossero i personaggi a trovarmi quando fosse stato il momento giusto. Ad esempio ho girato Se mi lasci ti cancello mentre avevo il cuore a pezzi, il tempismo è stato davvero incredibile, quella parte era perfetta per me. Era un periodo difficile e pensavo che non avrei girato un film per almeno un anno. Quando iniziammo le riprese stavo un po' meglio ma la ferita era sufficientemente fresca da poter essere riaperta facilmente. Non credo che potrei mai più interpretare in quel modo il film di Gondry, il mio stato psichico-emotivo era davvero delicato. Anche Yes Man ha avuto un timing perfetto, è arrivato in un momento in cui volevo fare qualcosa di "positivo". Ho capito rapidamente il mio personaggio e che era perfetto per me. Scegliere un ruolo è come essere in una stanza affollata e scorgere una donna su tutte le altre, scoprendo che è lei e soltanto lei quella che vuoi conoscere.

I love you Ewan McGregor
I miei prossimi progetti mi vedranno innamorato di Ewan McGregor, nel film di Glenn Ficarra e John Requa, I love you Philip Morris e accanto a Gary Oldman nell'adattamento di Robert Zemeckis del "Canto di Natale" di Charles Dickens. Io interpreterò lo scorbutico e avaro Mr. Scrooge e insieme i tre fantasmi (presente, passato e futuro) che lo perseguitano. Il film sarà girato con la tecnica della Motion Capture.

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