Accordi e disaccordi
Prima o poi bisognerà prendere una decisione su Woody Allen: considerato ideale autore di culto citato e citabile in ogni circostanza oppure guardato con fastidio e sospetto dal pubblico che ha interpretato come segnale poco incoraggiante la sua europeizzazione. Londra e Barcellona sono diventate il surrogato perfetto di New York, Scarlett Johansson la nuova musa dopo Diane Keaton e Mia Farrow. Con questi presupposti è difficile non aderire integralmente alla seconda delle due posizioni ma bisogna pure ammettere che quelle formidabili pagine scritte nella "giovinezza" qualche volta saltano fuori nell'Allen della maturità, lasciando intuire tutta la bellezza delle origini. Non c'è film concepito "in vecchiaia" che non contenga almeno un paio di sequenze irresistibili o un protagonista portato a incandescenza o una scelta musicale e scenografica che non lo colori in modo inconfondibile nel tentativo di fare qualcosa di nuovo, perché il già girato non è davvero ripetibile e migliorabile. Cos'altro può dire e fare un autore che ha già detto e fatto tutto se non dimostrare di saperlo fare ancora? Può andare in Europa e affrontare in un territorio nuovo i dissidi interiori genuinamente alleniani, trasformati ora in cinico melodramma (Match Point) ora in commedia sofisticata (Scoop). Magari è un po' sbiadito, magari non sempre necessario ma ugualmente il cinema di Allen non consente a nessuno, critici e pubblico, di sottovalutarlo e di escludere che al prossimo film possa infilare un capolavoro che lo rimetta a fuoco. Non badate ai superflui giudizi di valore di chi si sente tradito dal regista newyorkese, imputandogli limiti o colpe. Prestigiatore e dispensatore della magia del dispositivo cinematografico, Allen archivia Londra, i "crimini e i misfatti" e i delitti senza castigo e si trasferisce a Barcellona e dentro un triangolo fisso: lui, lei e l'altra. Calato in un caos sentimentale, Vicky Cristina Barcelona immortala con incursioni comiche l'impossibilità di un amore a due. Ancora una volta è l'innamoramento l'unica possibilità di sentirsi vivi, l'effimera e totalizzante emozione di cui il regista ci mostra l'irresistibile nascita e l'inevitabile appassimento. Nonostante il film sia innegabilmente avvolto da un'apparente superficialità e sorretto da basi meno strutturate del passato, dietro ai sorrisi e agli amplessi selvaggi si intravede la forza del destino e dell'autore sulla strada di un rinnovato successo popolare.

Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso ma Allen non ha mai osato mostrare
Lo aveva fatto la prima volta in Match Point, aveva girato una scena di sesso torbido e clandestino tra un'aspirante attricetta e un tennista di scarso talento. L'amore praticato da Scarlett Johansson e Jonathan Rhys Meyers fu una novità. Prima di allora nei film di Woody Allen il sesso non si era mai visto, non era mai stata una presenza reale piuttosto intellettuale. In Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso ma non avete mai osato chiedere lo dice senza mostrarlo, perché il sesso e la comicità nel cinema di Allen sono raccontabili in quanto raccontati. Nascono sulla pagina, sono raccolti tra le battute di una pagina. Prima di e fino a Match Point il personaggio alleniano soffriva di infarti sentimentali, balbettava l'amore, tratteneva la passione e forse per (tutto) questo mostrava un'evidente instabilità psicofisica. Qualche film europeo dopo, i suoi protagonisti vivono sentimenti ossessivi e l'amore per l'amore nella nebbia avvolgente di Londra o nel sole abbagliante di Barcellona. Vicky e Cristina sono americane in vacanza e amiche diversamente complesse. Vicky sa quello che vuole, Cristina soltanto quello che non vuole. Su una cosa però sembrano essere d'accordo: Juan Antonio Gonzalo, magnifica ossessione e (s)oggetto del loro travolgente e (in)confessabile desiderio. A separarle dall'esuberanza carnale del pittore latino ci sarà però sempre qualcuno di troppo: un marito deprimente e anonimo col vizio del golf o una ex moglie nevrotica e fatalmente sensuale col vizio del mélo. È per amore che bruciano e si rodono i tre vertici (più uno) del triangolo, là dove si consumavano e vendevano per soldi, agiatezza e scalata sociale (Sogni e delitti e Match Point). Le tempeste emozionali travolgono la vita "vera" dei personaggi, rivoltandola come un guanto e decidendone il destino in ragione della loro intensità. Non sempre Allen riesce a liberare gli attori dalle gabbie narrative (l'uso della voce fuori campo) e a restituire l'immediatezza e la materialità dei corpi, confinata nel fuori campo, ma ugualmente la sua commedia dell'amore tiene perfettamente e fornisce una versione aggiornatissima di un modello classico: il melodramma. Vicky Cristina Barcelona è una fucina di catene desideranti che mettono a rischio tutti i possibili legami fra tre donne e un uomo. Due amiche unite da quella forma d'amore che è l'amicizia e divorate dall'amore per un artista che è prima dell'una, poi dell'altra ma sempre di una ex, poi ancora di una, di nuovo dell'altra e sempre della ex, in una giostra dolorosa e crudelissima vissuta in nome della non possedibilità dell'amore. Il calore della sua fiamma si infiamma soprattutto nella passione che consuma Javier Bardem e Penelope Cruz. Mascalzone latino e corpo erotico in purezza lui, bellezza primigenia e in carne ed ossa lei, Javier e Penelope secondo Allen affermano l'amore come urgenza improvvisa e irrinunciabile materia dell'esistere. Sulla bellezza sintetica e bionda della Johansson si impone la solarità malinconica della Cruz, guizzo e resistenza estetica, diga deliziosa e ostacolo mediterraneo al dilagare impetuoso delle super eve transgeniche imbarcate per l'America.