Un giorno perfetto |
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Un film di Ferzan Ozpetek.
Con Isabella Ferrari, Valerio Mastandrea, Stefania Sandrelli, Monica Guerritore.
continua»
Drammatico,
durata 95 min.
- Italia 2008.
- 01 Distribution
uscita venerdì 5 settembre 2008.
MYMONETRO
Un giorno perfetto
valutazione media:
2,63
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un giorno più o meno perfettodi Giulia MeneiFeedback: 0 |
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sabato 13 settembre 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Da tempo ormai Ozpetek ci propina storie intrise di passionalità, sentimentalismi più o meno scontati, tematiche di vita quotidiana melense e malinconiche. E' stato lo stesso copione in quasi tutte le sue pellicole, ad eccezion fatta, forse, per "Saturno contro", dove alla tragedia si mescola il valore dell'amicizia e della solidarietà, lasciando intravedere un possibile lieto fine. Ma con "Un giorno perfetto", si raggiunge, probabilmente, l'apoteosi del dramma. Nulla da togliere alla maestrìa del regista italo turco, valido narratore di psicosi ed angoscie umane, ma la tragedia alla fine strasborda ed invade a dismisura i contorni del racconto. Due i protagonisti, Valerio Mastandrea, superbo, Isabella Ferrari, sempre più convincente, una la storia, drammatica, dal destino ineluttabile. Storia di un amore finito, storia di una separazione fallimentare, in grado di scatenare una lunga serie di reazioni a catena, altrettanto esasperate, nelle storie e nelle vite di altri personaggi, che senza mai incontrarsi, condividono lo stesso insopportabile dolore. Così, stracci di un giorno ironicamente perfetto raggiungono le vette del pathos per poi precipitare nelle trame della banalità: il politico corrotto e sconfitto, una giovane donna frustrata da un matrimonio naufragato, la sofferenza infinita di figli abbandonati al triste destino delle famiglie. Il tentativo, a tratti riuscito, di raccontare un dramma, un fatto di cronaca nera, scivola verso il finale nel patetico, nel fin troppo sentimentale. Non la si può considerare una caduta di stile del maestro Ozpetek; la regia è severa, nonostante il tripudio di lacrime, la macchina da presa scruta, fissa gli sguardi annichiliti dei personaggi, quasi a volerne srappare fuori ancora un ultimo scorcio di vita. Tentativo vano. Il film si ricorda certamente per il dolore che lascia scolpito dentro, ma non sono da dimenticare le interpretazioni Di Mastandrea, Ferrari, i cammei della Sandrelli e della Guerritore, sempre pietre preziose. Nonostante tutto, emoziona, scuote e percuote l'animo. E scusate se è poco.
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