Thriller,
durata 110 min.
- USA 2008.
- Moviemax
uscita venerdì 6febbraio 2009.
- VM 14 -
MYMONETROThe Horsemen
valutazione media:
1,95
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Non ho visto il film, ma leggendo la recensione di Tirzia Bonifazi mi ha divertito molto il lapsus lapis "specializzato in odontologia foreste". Non me ne voglia l'autrice
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Il film si mostra ricco di suspace ed è pieno di colpi di scena con ambientazioni cupe davvero ben fatte. Ottimo è il cast con un grande Dennis Quaid ed una inquietante Ziyi Zhang e la trama è davvero interessante! Che dire: The Horsemen è un thriller psicologico assolutamente da vedere, altro che scontato, superficiale e banale come ho letto in giro.
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Quanti film hanno l'arroganza di presentarsi come psicologici e lasciano veramente il segno senza essere diretti da Lynch, Von trier o Nolan? Pochi, e lo sanno, per cui mescolano horror e thriller tanto per riempire i minuti con qualche sussulto e magari un divo (si pensi a De Niro negli scadenti Nascosto nel buio e Godsend). Qui è differente, il regista, tra l'altro passato da batterista nel Black metal ai documentari-videoclip di Madonna e Britney spears tra alcuni coglie nel segno, e lo fa analizzando un mondo triste, fatto di adolescenti vittime di noncuranza o abusi. Un poliziotto con una ferita profonda per il lutto della moglie (a tratti quando si accende una sigaretta, sbotta, si commuove o interroga sembra ricordare il compulsivo Nick nolte in 48 ore stazza compresa) indaga sui "4 cavalieri" dell'apocalisse, o meglio "rivelazione" iniziando come specialista in un caso in cui si trovano denti umani, la cui analisi è la sua specialità.
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Quanti film hanno l'arroganza di presentarsi come psicologici e lasciano veramente il segno senza essere diretti da Lynch, Von trier o Nolan? Pochi, e lo sanno, per cui mescolano horror e thriller tanto per riempire i minuti con qualche sussulto e magari un divo (si pensi a De Niro negli scadenti Nascosto nel buio e Godsend). Qui è differente, il regista, tra l'altro passato da batterista nel Black metal ai documentari-videoclip di Madonna e Britney spears tra alcuni coglie nel segno, e lo fa analizzando un mondo triste, fatto di adolescenti vittime di noncuranza o abusi. Un poliziotto con una ferita profonda per il lutto della moglie (a tratti quando si accende una sigaretta, sbotta, si commuove o interroga sembra ricordare il compulsivo Nick nolte in 48 ore stazza compresa) indaga sui "4 cavalieri" dell'apocalisse, o meglio "rivelazione" iniziando come specialista in un caso in cui si trovano denti umani, la cui analisi è la sua specialità. Presto si troverà di fronte una matassa apparentemente lineare ed esoterica ma quando una vittima confessa passeggiando spontaneamente l'omicidio della madre (e mostra il feto che aveva in grembo "prelevato" dalla defunta) inizia un incubo. Coinvolto nel caso e solo apparentemente aiutato dalla reo-confessa in rivelazioni e introspezioni, passa sempre meno tempo con il figlio Alex (brillante studente) a cui lascia la custodia del piccolo Sean e della casa promettendo di continuo di cambiare e dedicarsi meno al lavoro e più ai figli. Ma dopo morti atroci, scoperte inquietanti e interrogativi il tempo della venuta della rivelazione incombe, e saranno guai. Che dire di questo gioiellino? Intanto le dovute citazioni, da Seven a Hellraiser passando per Hostel e in certo senso isoliti sospetti. L'interpretazione degli attori è ottima, la sceneggiatura anche, scenografie impeccabili, montaggio e fotografia serrati e adrenalinici (forse un pò troppo lunghi nella rappresentazione-descrizione dei delitti, dopotutto è sempre un thriller, non Saw) e finale sottile ma appagante. A me è piaciuto molto, specie le location innevate e pure, in contrasto con la città dei tattoo shop droga e dolore. Sconsigliato ai sensibili e ai padri di famiglia assenti, l'apocalisse potrebbe arrivare a quest'ultimi. Bello, bello, bello. [-]
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Aidan Breslin (Dennis Quaid) è un detective di polizia,incaricato di indagare su una serie di orribili omicidi che terrorizzano New York.
Purtroppo il suo mestiere lo allontana sempre più ai due giovani figli,rimasti senza madre,dopo la morte della donna.
Breslin soffre di questa condizione famigliare agitata,ma si trova sempre più profondamente coinvolto nell'indagine sui perversi omicidi,seguendo le tracce lasciate dall'assassino,tracce che riportano al Libro dell'Apocalisse,nella figura dei Quattro Cavalieri con i relativi significati.
La ricerca dell'uomo lo porterà a scoprire uno straziante legame fra la sua realtà e quella che lo porta a perseguire il male che lo circonda.
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Aidan Breslin (Dennis Quaid) è un detective di polizia,incaricato di indagare su una serie di orribili omicidi che terrorizzano New York.
Purtroppo il suo mestiere lo allontana sempre più ai due giovani figli,rimasti senza madre,dopo la morte della donna.
Breslin soffre di questa condizione famigliare agitata,ma si trova sempre più profondamente coinvolto nell'indagine sui perversi omicidi,seguendo le tracce lasciate dall'assassino,tracce che riportano al Libro dell'Apocalisse,nella figura dei Quattro Cavalieri con i relativi significati.
La ricerca dell'uomo lo porterà a scoprire uno straziante legame fra la sua realtà e quella che lo porta a perseguire il male che lo circonda.
Al ritrovamento di un cadavere, ciò che resta della vittima ,o presunta tale,dal momento che ancora non si presentano prove sulla realtà di un omicidio,è una serie di denti staccati a forza dalla loro sede.
Al ritrovamento si è condotti da una scritta essenziale,formata dai due verbi "Vieni e vedi",che riportano agli evangelici "...Vide e credette", (Gv 20,8) e "...Venite e vedrete", (Gv 1,39).
Breslin è lacerato dalle inquietudini che si dibattono nel suo animo e manifesta la sua angustia esistenziale di fronte ad un caso di morte violenta,con sentimenti sofferti per la sua famiglia che, anch'essa conobbe la perdita.
In queste immagini il thriller si fonde con un dramma famigliare,dai toni altamente emotivi su uno sfondo che si rivelerà imbevuto di uno spirito morale e religioso fuori controllo.
Breslin incarna il dualismo oppressivo fra il senso del dovere che ossessiona il detective,devastato dall'orrore che circonda la sua quotidianità e che egli cerca di esorcizzare e soffocare (si leggano le analogìe con Harry Bosch di Michael Connelly e Charlie "Bird" Parker di John Connolly) ed il sentimento di colpa provato per aver trascurato i propri figli, senza madre dopo un incidente.
La morte è per Breslin una compagna sempre presente;gli ha portato via la moglie che amava,la incontra nel suo lavoro e la vede disintegrare la realtà che lo circonda al punto di portarlo ad allentare i legami con quanto resta della sua vera vita,i due figli che lo cercano senza trovarlo.
La sequenza che descrive l'annuncio del secondo omicidio riporta anch'esso ad un tema biblico:la banconota lasciata in grembo al figlio durante la funzione domenicale,quando il detective viene avvertito dell'omicidio,è una specie di tradimento,un atto di compre/vendita,uno scambio fra sacro e profano per essere trovato giustificato per l'ennesimo abbandono dei ragazzi e quindi della famiglia,per seguire una chiamata che egli sente discriminante.
Anche il terzo omicidio è segnato da una mancanza promessa del padre,che non mantiene l'impegno di portare il figlio maggiore alla partita.
Si nota qui il graduale compromettersi del rapporto fra i due membri della famiglia,che si allontanano frustrati per motivazioni che li vedono contrapposti l'uno all'altro,senza apparente possibilità di ritorno.
La normalità di una vita immersa in un dramma che vede padre e figlio dibattersi in difficoltà di relazionarsi,impatta con delle situazioni fuori controllo,una serie di brutali omicidi,messi in relazione con una profezia che cerca nella Bibbia la sua attuazione e nei quattro Cavalieri dell'Apocalisse la sua farneticante spiegazione.
Il film è ricco di dialoghi e confronti,che costituiscono l'anima del dramma vissuto da Breslin,uomo,padre e professionista,protagonista di una vicenda dai tratti estremi,condizioni esasperate dal rischio di un fallimento esistenziale e dallo smarrimento della propria umanità di fronte all'annichilimento cui la sua professione lo conduce ogni giorno.
"Horsemen" è legato a queste due dure realtà che interpolano le tematiche di altre pellicole di grande spessore cui il regista sembra ispirarsi,citando per certi versi "Seven","Il collezionista di ossa" ed in altre situazioni "Kramer contro Kramer" e "Il silenzio degli innocenti".
Tutto il film è disseminato di contrasti,concettuali,cromatici e paesaggistici.
Si passa in continuazione dalle scene ad ampio respiro ambientale,i vasti spazi innevati battuti dal vento gelido che può raffigurare morte e solitudine,alle claustrofobiche stanze degli interrogatori,negli uffici della polizia,dalle riprese lunghe ai primissimi piani,ove ogni particolare della pelle dei personaggi risulta evidenziata,dai colori chiari ed abbaglianti di spazi immensi,ai toni saturati che riportano all'ansia di una condizione di minaccia.
Il contrasto è il vero protagonista della storia, nelle sembianze della divisione e della divergenza,come contrario di armonia e legame,la frattura di una condizione esistenziale di un uomo che barcolla sotto il peso della responsabilità e dei suoi fantasmi.
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Peccato un bell'inizio che lasciava ben sperare, poi un finale non solo deludente, ma che sembra appicicato per far piacere a qualcuno , e vorrebbe anche avere un qualche insegnamento educativo e morale, da dimenticare.
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Personalmente adoro lo stile di Akerlund e il mood che riesce a trasmettere con le sue opere (penso di averle viste quasi tutte: corti, spot, videoclips, films). Certo non è una pellicola per tutti. Se vi soffermate sul piano della trama, se non riuscite ad immergervi totalmente e a godere dei potenti stati d'animo che quest'opera d'arte è in grado di trasmettere, non vi piacerà. La trama fa acqua da tutte le parti vero, ma provate a riguardare questo film come se fosse un vostro sogno, o meglio un incubo. Un evento in cui non ha senso chiedersi perchè ma solo lasciarsi trasportare...
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Film piatto, banale, patetico e assolutamente prevedibile e senza una trama ben definita. Se fosse stato sviluppato un po meno frettolosamente forse ne sarebbe uscito fuori qualcosa di guardabile.. gia dalle prime battute si capisce che la matta è la cinesina poi il resto è del tutto illogico. Due ore buttate via
[+] lascia un commento a giuli18 »[ - ] lascia un commento a giuli18 »
The Horsemen rappresenta uno di quei casi in cui si punta più all'impatto estetico che al resto. In effetti, la regia e la fotografia fanno un buon lavoro, riuscendo a combinare atmosfere contrastanti, un po' di suspense, e un'estetica ben curata, a partire dai colori. Peccato che tutto il resto sia un misto di citazionismo sprovveduto (Seven in primis) e di sceneggiatura davvero approssimativa, che mescola i soliti elementi mistico-religiosi (l'Apocalisse di Giovanni è ormai un must!) con temi sociali e di attualità. E' tutto un costante rimando al luogo comune che finisce addirittura per smorzare l'effetto colpo di scena nel finale, rendendo prevedibile e pronosticabile l'epilogo.
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The Horsemen rappresenta uno di quei casi in cui si punta più all'impatto estetico che al resto. In effetti, la regia e la fotografia fanno un buon lavoro, riuscendo a combinare atmosfere contrastanti, un po' di suspense, e un'estetica ben curata, a partire dai colori. Peccato che tutto il resto sia un misto di citazionismo sprovveduto (Seven in primis) e di sceneggiatura davvero approssimativa, che mescola i soliti elementi mistico-religiosi (l'Apocalisse di Giovanni è ormai un must!) con temi sociali e di attualità. E' tutto un costante rimando al luogo comune che finisce addirittura per smorzare l'effetto colpo di scena nel finale, rendendo prevedibile e pronosticabile l'epilogo. La tematica del disagio sociale giovanile viene affrontata con grande superficialità e banalità, affastellando stereotipi e scene estreme fino a produrre una realtà iperbolica davvero inconsistente, poco credibile e lontana anni luce dalla complessità degli argomenti in questione. E' un film che mostra e che ha poca voglia di giustificare, approfondire e spiegare ciò che mostra. Lo fa col minimo indispensabile, frettolosamente e senza perdere troppo tempo. Il ritornello "Come and See" (scritta che appare sulle pareti delle abitazioni in cui vengono ritrovate le vittime) sembra quasi auto-referenziale: sì, vedere; praticamente vedere e nient'altro.
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Un altro film del genere "occasione mancata".
Sì,c'erano le basi per un nuovo "Seven",ma forse è mancato l'apporto di uno sceneggiatore in grado di dare il "tocco magico". Peccato.
Bè,una domanda al regista:chi ha innalzato sulla sospensione il ragazzo,nella scena pre-finale, a teatro?
Buonanotte.
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Partiamo dal semplice presupposto che la sceneggiatura di questo film non esiste,troppe cantonate,troppe stupidaggini,la recitazione non esiste,Quaid mai così fuori ruolo,l'assassino non esiste,prinmo si capirebbe dopo pochi minuti,secondo,non uccide,o si uccide,o và in galera perchè fa parte del piano e non si chiede il perchè,forse per ebetismo,le immagini del film non esistono,basta guardare Seven o i vari Saw,davvero si svolge in Canada,come scrivono i critici,io pensavo a detroit,ma tanto il film non esiste,e questo è un bene sarebbe stato troppo stupido avere sprecato del tempo per vederlo,meno male!
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