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Guillermo Arriaga: racconti di frontiera

L'opera prima del celebre sceneggiatore rappresenta, dopo Le tre sepolture, il secondo capitolo della trilogia sulla frontiera.
di Tirza Bonifazi Tognazzi

Dalla Mostra di Venezia alle sale cinematografiche
Guillermo Arriaga (66 anni) 13 marzo 1958, Città del Messico (Messico) - Pesci. Regista del film The Burning Plain - Il confine della solitudine.

giovedì 6 novembre 2008 - Incontri

Dalla Mostra di Venezia alle sale cinematografiche
Presentata lo scorso agosto alla Mostra del cinema di Venezia, l'opera prima di Guillermo Arriaga ha fatto guadagnare a Jennifer Lawrence, la giovane protagonista di The Burning Plain, il premio Mastroianni come miglior emergente. Un premio tutto sommato minore rispetto alla consistenza del film, ma il regista non è affatto deluso. "È stato un onore anche solo l'aver partecipato" ha dichiarato questa mattina nell'incontro che si è svolto a Roma. "Non si può mai sapere come i giurati prenderanno un film, va al di là del potere di un regista. Ma la reazione del pubblico è stata toccante e commovente. Avevamo tutti le lacrime agli occhi quando ci siamo resi conto che il film è stato accolto con tanto entusiasmo. Due settimane dopo la premiazione sono stato a colazione con Darren Aronofsky (vincitore del Leone d'oro per The Wrestler, NdR) e gli ho detto: 'congratulazioni. Ti odio'. A parte gli scherzi, le candidature e i premi sono la ciliegina sulla torta, ma il premio più grande è quello che ti dà il pubblico".

La direzione degli attori
Guillermo Arriaga: Non avendo alcuna esperienza come regista, ho provato a leggere libri sull'argomento ma non facevano che confondermi le idee così mi sono inventato una mia maniera di dirigere. Ho adottato il metodo degli attori cercando di stare attento a trovare il giusto equilibrio perché Tessa Ia, che interpreta Maria, non aveva mai recitato in vita sua e doveva confrontarsi con Charlize Theron, che invece è un'attrice navigata, premiata con l'Oscar. Non ho mai applicato il "video-village" come fanno molti registi che seguono le scene da un monitor dirigendo gli attori senza parlare direttamente con loro. Io ero dietro la macchina da presa e li seguivo da vicino per farli sentire protetti.

Scrivere per gli altri
Sono stato coinvolto, non solo come sceneggiatore, nella maggior parte dei film che ho scritto. Ho prodotto Amores Perros e 21 Grammi e ho persino recitato ne Le tre sepolture. Tra l'altro ho seguito personalmente il casting degli attori messicani per il film di Tommy Lee Jones perché temevo che potessero prendere dei chicanos che non parlano perfettamente il messicano. Inoltre, come sceneggiatore, ho sempre cercato di lavorare con registi alla loro opera prima. Questo è accaduto con Alejandro, con Tommy Lee e con me stesso.

Il valore aggiunto di un regista-sceneggiatore
Essere sceneggiatori di se stessi ti consente di avere un buon rapporto con il regista e di poterci litigare. La verità è che avevo chiara in mente tutta la storia e questo mi ha permesso di dire si o no senza esitazione. Al primo giorno di casting, dopo aver visto le prove di tre attrici e tre attori ho scelto J.D. Pardo e Tessa Ia. Non avevo bisogno di vedere altri per i ruoli di Maria e del giovane Santiago perché sapevo esattamente cosa stavo cercando e a convincermi, nel loro caso, è stata la profondità dello sguardo. La stessa cosa è valsa per le location. Mi avevano proposto di girare la scena dell'incendio ad Albuquerque, ma io sapevo che il luogo perfetto era Las Cruces e ho rinunciato a cinque giorni di riprese per poterlo girare lì. Pur non essendo mai stato in Oregon, avevo in mente il ristorante sulla scogliera e per ricostruire la location ho rinunciato ad altri tre giorni di riprese per non sforare il budget.

Un film sulla frontiera
Ho sempre amato i personaggi che sono al confine, agli estremi. Penso all'immagine di Charlize Theron in piedi sulla scogliera. Anche il mare rappresenta un confine. È la fine della terra. Laddove qualcosa finisce qualcos'altro ha inizio. Quando si parla di frontiere è bene parlare anche di confini metaforici e poetici. The Burning Plain è il secondo film di una trilogia sulla frontiera, dopo Le tre sepolture. Il mondo sta cambiando e con esso anche i confini e mi auguro che la mia opera prima possa rappresentare la speranza di un mondo in cambiamento e diventare un film dell'era Obama.

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