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Solo un padre: il caos calmo di un ragazzo padre

Il nuovo film di Luca Lucini racconta il percorso emotivo e psicologico di un giovane papà.
di Tirza Bonifazi Tognazzi

L'incontro vis a vis
Luca Argentero (45 anni) 12 aprile 1978, Moncalieri (Italia) - Ariete. Interpreta Carlo nel film di Luca Lucini Solo un padre.

martedì 25 novembre 2008 - Incontri

L'incontro vis a vis
Dopo aver chattato amabilmente con Luca Argentero nel pomeriggio di ieri, abbiamo incontrato l'attore alla presentazione del nuovo film di Luca Lucini. Basato sul romanzo Le avventure semiserie di un ragazzo padre di Nick Earls, Solo un padre racconta il percorso emotivo e psicologico di un uomo che si trova ad affrontare per la prima volta la paternità. Miscelando con mestiere commedia e dramma Lucini trova un perfetto equilibrio anche grazie all'ottima prova attoriale di Argentero. "La mia inesperienza può giocare un ruolo negativo quando si affronta un film delicato come questo" ha spiegato l'attore per approfondire il discorso sulla sottrazione che avevamo aperto ieri in chat. "Al provino ho portato undici, dodici scene, proprio per testare la misura da tenere nel film. Arrivando da una commedia divertente, esuberante e sopra le righe (Lezioni di cioccolato, Ndr) dovevo trovare il giusto tono per preparare un personaggio così diverso con lo strascico che inevitabilmente mi portavo dietro. Per questo motivo girare a Torino è stato per me fondamentale, perché se la macchina da presa riusciva a trasmettere anche solo il 10% delle emozioni che provavo girando nella mia città avevamo vinto. Voglio dire, nel girare al Valentino o lungo il Po gli occhi mi si riempivano di ricordi e questo dava ancora più credibilità al mio personaggio".
L'equilibrio tra la commedia e il dramma
Luca Lucini: Era l'obiettivo che mi ero posto e sapevo che solo con una buona sceneggiatura e il giusto attore saremo riusciti a trovare una serie di elementi che ci permettessero di danzare su questo sottile equilibrio. Il romanzo (Le avventure semiserie di un ragazzo padre di Nick Earls, Ndr) già aveva in sé questa doppia atmosfera ed era importante non esagerare né da una parte né dall'altra. Quando ho letto il libro ero da poco diventato padre e l'aspetto che mi aveva colpito maggiormente era proprio la capacità di descrivere il percorso di un uomo che diventa padre, perché per un uomo il senso di paternità arriva per gradi. L'ho trovato non solo interessante ma anche molto attuale in questi tempi in cui i ruoli si sono quasi ribaltati.
Uno spaccato di vita reale
Luca Argentero: La prima volta che ho letto la sceneggiatura non sapevo chi l'avesse scritta, ma sentivo che era l'opera di una donna (Giulia Calenda e Maddalena Ravagli, Ndr). L'ambizione più grande nell'interpretare Carlo era di riuscire a renderlo vero immergendolo in una situazione di vita reale. Ognuno di noi affronta alti e bassi trovando un proprio equilibrio finché non succede qualcosa di definitivo e drammatico che ti fa pensare di non riuscire a rimetterti in piedi. Ma poi la vita è altrettanto ironica e ti mostra un raggio di luce e di speranza. Da spettatore, quando ho visto il film ho riconosciuto proprio questa caratteristica, ovvero che si tratta di uno spaccato di vita reale. Non nascondo di aver avuto delle perplessità quando mi è stato offerto il ruolo perché non era facile provare a immaginare cosa voglia dire fare il papà. È qualcosa che non si può improvvisare. Tuttavia Luca, che è padre, mi ha dato tantissimi consigli e indicazioni su come, per esempio, maneggiare un esserino di sette, otto mesi. Era importante che il mio personaggio fosse credibile, perché lui quella bambina l'aveva cresciuta.
I personaggi che ruotano intorno alla vita di Carlo
Luca Lucini: Per ricreare il mondo di apparenza, privo di profondità di Carlo mi sono servito dei personaggi secondari che dicono molto di lui. Eleonora (Sara D'Amario, Ndr), ad esempio, rappresenta la coscienza di Carlo, la necessità che ha di creare una pelle perfetta, che è anche il titolo originale del romanzo di Earls, tra sé e il dolore. Anche lo strato sociale, questa borghesia chiusa e autoriferita, raccontava molto del personaggio. Tecnicamente ho utilizzato due distinte strutture narrative. Nel descrivere Carlo prima della sua evoluzione emotiva ho dato maggiore importanza all'ambiente attraverso campi più larghi per porre l'accento sulla loro apparenza piuttosto che sulla loro umanità. Man mano che Carlo cambiava la macchina da presa si avvicinava a lui e alla bambina e ancora a lui e a Camille, per sottolineare l'avvicinamento tra loro.
Carlo e Camille
Luca Lucini: Il rapporto tra Carlo e Camille trova la forza nella sua complementarità. Camille è l'opposto di Carlo, è responsabile in prima persona delle sue scelte e vive quasi alla giornata. Carlo invece ha bisogno di una vita programmata e quasi si lascia trascinare. Non era tanto importante la loro storia d'amore quanto il fatto che lei lo aiuta a tornare a provare delle emozioni.

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