Sleepwalking

La bella e il mostro. Lei giovane stupenda affermatissima. Lui mitico veterano di Hollywood. Si incontrano in un film. E qui parlano di cinema e della vita. Colloquio con Charlize Theron e Dennis Hopper

Lei, giovane e bellissima star di "Monster" con cui nel 2004 ha vinto l'Oscar come la miglior attrice protagonista. Lui, vecchia volpe del cinema (quasi 200 film alle spalle come attore) e regista del mitico "Easy Rider”, di cui tra un anno, con l'amico Peter Fonda, celebrerà il 40mo anniversario. Charlize Theron, 33 anni, la sudafricana di Hollywood, e Dennis Hopper, 72, l'icona americana della beat generation: una strana coppia. Eppure sono i due affiatati compagni di viaggio di una nuova avventura cinematografica, "Sleep-walking” (sonnambuli), il film diretto da Bill Maher e prodotto dalla stessa Theron con un budget di 25 milioni di dollari, narra le vicende di una famiglia disastrata che cerca di rimettersi in sesto. La Theron è Joleen, madre single di una figlia adolescente, una donna la cui giovinezza è stata violata dagli abusi dei padre (Hopper). In un momento di disperazione, Joleen decide di affidare la figlia al fratello minore (Nick Stahl). Nella vita vera, Charlize, figlia unica, a 15 anni, vide sua madre Gerda uccidere il padre, violento e alcolizzato «Ci ho messo anni ad accettare questo fatto», dice. Nel film invece, il giovane zio, si scopre impreparato a comunicare un po' di affetto alla ragazzina, e pensa che la soluzione migliore sia di portarla 1 dal nonno. Ma l'adulto parer familias è 1, un orco e non esita a ripristinare, con la nipote, la stia logora e abusata sintassi educativa. Realtà dolorose della vita», affermano quasi all'unisono i due protagonisti del film, insieme a Las Angeles per parlare di cinema, di carriera e scelte di vita. Hopper e sempre l'eterno enfant terrible di i Hollywood, in giacca e cravatta; lei, Denni! nuova icona dell'eleganza classica, è In afta vestita Chanel. Li separano 35 anni di carriera: ma il loro, dicono, è un incontro baciato dalla fortuna.
Come vi siete conosciuti?
CHARLIZE THERON: DENNIS HOPPER: «Avevo recitato insieme al marito di Charlize (l'attore inglese Stuart Townsend, ndr), in"The Venia Project", un film girato a Venezia, dove ho incontrato Charlize per la prima volta. Poi, l'avevo vista in "Monster": ho apprezzato le sue incredibili capacità camaleontiche. L un vero talento. Ho lavoraro in "Sleepwalking" per un salario minimo sindacale, diciamo che non ho guadagnato un dollaro, ma è stato un piacere lavorare con lei». >
Charlize, perché ci teneva a realizzare questo film?
THERON: «Per raccontare il tema di tutte le opere d'arte: la condizione umana. ,Mi piace studiare le dinamiche della famiglia, capire come gli individui possono risolvere i traumi subiti».
HOPPER: «Io capisco benissimo il mio personaggio e so come nasce. Sono cresciuto in una fattoria nel Kansas. Da ragazzino mio padre mi prendeva a frustate, altro che sculacciate. Ma così stavano le cose. Solo negli ultimi 40 anni abbiamo cominciato a sospettare dell'efficacia educativa della punizione fisica: ma allora era la norma, soprattutto nelle campagne. Non che giustifichi il padre di "Sleepwalking", un burbero che sfoga sui figli tutta la sua amarezza. La violenza nella nostra società è una tragedia tutta americana».
Che gusto c'è a recitare il ruolo di un mostro, di un essere malvagio, o al contrario di una persona che ha subito abusi?
THERON: «Tutti abbiamo subito degli abusi, non trova? Fa parte di questa avventura chiamata vita e del processo di apprendimento. Come attrice è una bella sfida dare volto a una persona che nei primi dieci minuti del film fa qualcosa di imperdonabile, come abbandonare la figlia, e poi scoprire chi è davvero questa persona a raccontare la sua storia nel modo più onesto e reale possibile, per capire perché è diventata così. Noti cerco la simpatia del pubblico, ma la comprensione».
HOPPER: «Faccio questo lavoro da tanti anni, è come accendere un computer, non è difficile. Ho studiato il metodo di Strasberg. Già a 13 anni, quando recitavo Shakespeare a San Diego, avevo capito che quelle dei cattivi sono le parti migliori da recitare. Quando ero sotto contratto con la Warner Brothers, a 18 anni, e recitavo in film come "Gioventù bruciata", provavo gusto a interpretare giovani delinquenti. Ne ho fatti tanti, fra i 18 e i 20 anni, ed ero bravo a farli, e così mi sono rimasti incollati addosso».
Dennis. come è cambiato il sistema di fare cinema a Hollywood da quando ha diretto "Easy Rider" 39 anni fa?
HOPPER: «Quando iniziai come attore nel cinema era un continuo lamentarsi per il potere degli studios. Ma in realtà era bellissimo far parte di uno studio tra le "major" e poter andare a visitare tutti i set e parlare coi registi e gli sceneggiatori, e vedere come montavano i film. Un periodo fantastico, un mondo che non esiste più. Oggi? Certo gli attori hanno molta più libertà. X>la il cinema è cinema: il produttore, il regista, gli attori e così via ».
THERON: «Anch'io ormai lavoro a Holly,.~-ood da un bel po'. La mia difficoltà quando ho cominciato è che non c'era un mercato per i film con e per adolescenti, oggi invece molto frequenti. Oggi ci sono molte opportunità per attori giovani».
Dennis, lei è anche pittore e fotografo.
HOPPER: «Dipingo da sempre, fin da quando ero ragazzo, da prima di passare al cinema. Ho avuto notevole successo come artista, lo posso dire con soddisfazione. Cinque anni fa hanno fatto una retrospettiva del mio lavoro in un museo di Amsterdam, e un'altra a Vienna. I: anno scorso ho avuto l'onore di diventare il primo americano vivente ad esporre i suoi dipinti all'Ermitage di San Pietroburgo. Certo, nel passato, avevano esposto anche Andy Warhol e Mark Rothko, ma solo dopo la loro morte. Ho quindi portato una mostra a Mosca. Insomma, l'arte figurativa mi tiene occupato».
Da anni lei non beve più, eppure ancora oggi ha la reputazione di ribelle di trasgressivo; basta pensare a quello che ha detto di lei il presentatore Jon Stewart ai recenti Oscar: "Hopper non sa mai dove si trovi". Le dà fastidio sentirsi dire certe cose?
HOPPER: «Sono astemio da 24 anni e non uso droghe, e devo dire che la mia vita è notevolmente migliorata: ho un figlio di 17anni e una figlia piccola di quattro anni e mezzo. Gioco a golf, sto bene, sono sano. Non mi interessano le battute su di me. Semmai è mio figlio che se la prende. Mi ha chiesto perché Jon Stewart aveva detto queste cose. Gli ho detto di non preoccuparsi, ma lui ha ribattuto: "Jack Nicholson era seduto vicino a te, perché non hanno detto le stesse cose di lui?».
Vi interessate di politica?
HOPPER: «Mia moglie Victoria lavora per la campagna presidenziale di Barack Obama, ma io sono un repubblicano. Ho incontrato Obama, e ammetto che mi sembra una persona notevole. Quando ha annunciato che si sarebbe candidato alla presidenza siamo andati a Chicago, e la sera ci siamo incontrati in ascensore. Lui ha avuto la presenza di spirito di dirmi che gli dispiaceva per mia madre, morta tre mesi prima. Non so come facesse a saperlo».
THERON: «Mio marito e io ci diamo da fare nella battaglia per l'ambiente. Entrambi guidiamo automobili ibride, e il film che Stuart sta cominciando a girare ha a che fare con il summit del Wto a Seattle. In casa abbiamo cambiato tutte le lampadine con quelle a basso consumo, e stiamo installando pannelli solari».
Da L'Espresso, 3 aprile 2008

di Silvia Bizio, 3 aprile 2008