Parigi

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Un film di Cédric Klapisch. Con Juliette Binoche, Romain Duris, Albert Dupontel, Fabrice Luchini, François Cluzet.
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Titolo originale Paris. Commedia, durata 130 min. - Francia 2008. - Bim Distribuzione uscita venerdì 26 settembre 2008. MYMONETRO Parigi * * 1/2 - - valutazione media: 2,68 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Dietro la Torre Eiffel... Valutazione 4 stelle su cinque

di


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domenica 8 marzo 2020

Se recitassero attori normali diretti da un regista normale, in una città normale, sarebbe un film mediocre. Ma qua ci sono Romain Duris, Juliette Binoche, Fabrice Luchini e Mélanie Laurent diretti da Cédric Klapisch... Dunque, il discorso si fa interessante, anche perchè la storia non si svolge in una città qualsiasi, ma a Parigi, dove il grande Claude Sautet ha girato i suoi capolavori assoluti. Anche Klapisch subisce il fascino della Torre Eiffel, di tutta questa magica città che da sola aiuta la sceneggiatura, di per sè neppure troppo originale, a rendere intriganti le storie raccontate, vicende umane di persone qualsiasi alle prese con i problemi normali dell'esistenza. Ci sono gli altri attori, bravissimi anche loro, nella partita, ma i quattro citati prima sono i pilastri portanti. L'unico attore poco convincente è il compianto Maurice Benichou nei panni dello psicologo. Pierre (Romain Duris) è un ballerino a cui viene diagnosticato un male che lo porta ad abbandonare in pratica i suoi sogni. Non è una situazione facile da acccettare, ma lui si inventa nuovi passatempi per ingannare l'attesa per un  trapianto. Elise (J. Binoche), sua sorella, va a vivere con lui per aiutarlo, visto che Pierre ora si affatica per davvero poco. Elise non crede più nell'amore, ma nel finale dovrà ricredersi. Pierre passa molto tempo a guardare la vita frenetica di Parigi che passa sotto la sua finestra. Osserva i passanti, cerca di identificarli in una sorta di puzzle da ricomporre giorno dopo giorno, immagina e fantastica sulle loro vite. Chi sono questi sconosciuti? Dove vanno? Si recano al lavoro oppure dall'amante? Sono felici o si accontentano della mediocrità? Sono annoiati, stressati oppure felici? La storia di Pierre è predominante, ma anche quella di Roland (Fabrice Luchini) è altamente curiosa. Questo Roland è un professore di mezza età che si innamora perdutamente di una sua allieva, Laetitia (una stupenda Mélanie Laurent). In modo goffo cerca di solleticare l'interesse di lei, con un artificio degno di un quattordicenne: le invia degli SMS anonimi, alcuni neppure troppo eleganti, e le sue sedute per bere qualcosa nel bistrot nell'attesa che lei si accorga di lui sono uno spasso unico. Di questi SMS ne parla a cena con degli amici, i quali ovviamente trovano l'espediente infantile e farsesco. Ma Roland insiste e l'incredibile succede! Laetitia si accorge di lui: all'inizio è terribilmente seccata e lo distrugge verbalmente, facendolo sentire una persona squallida. Poi però accetta la sfida e si reca in casa sua, dove Roland, reduce da un periodo di astinenza amorosa, vince la sfida sorprendendo la studentessa. Non solo, la storia con Laetitia rinvigorisce Roland che si trasforma in un amante portentoso e pure divertente. E qua bisogna citare una scena esilarante: mentre Laetitia lo guarda, Roland si mette a ballare in salotto con musiche dance dove si improvvisa ballerino talentuoso, tanto da accennare anche un passo di "moonwalk" alla Michael Jackson... Intanto al mercato del pesce Elise incontra un uomo con lo sguardo triste ma divertente (Dupontel) e verso la fine del film tra i due succederà qualcosa di inaspettato per entrambi. Roland continua il suo menage con Laetitia anche se sa che la cosa non può durare: e infatti una delle scene più tristi è la scoperta di Laetitia in un bistrot in compagnia di un suo coetaneo, non solo amico ma qualcosa di più. Se ne fa tuttavia una ragione. Le musiche sono scelte con cura e senza dubbio la più adatta al film risulta essere "Seize the Day", di Wax Tailor con la voce inconfondibile di Charlotte Savary. Una melodia lenta e affascinante che si adatta perfettamente alla malinconia dei personaggi (Pierre soprattutto). Il finale è davvero sorprendente per leggerezza e incisività. Pierre chiama un taxi per recarsi in ospedale. Lungo il tragitto attraversano i luoghi più conosciuti di Parigi, Pierre scambia a bassa voce qualche parola con il tassista e intanto guarda, pensa, osserva soprattutto alcuni passanti e riflette, pensando che dovrebbero essere felici per il fatto stesso che possono camminare e vivere una vita normale, loro infatti non sono incappati in un male improvviso come il suo che stravolge i piani di tutta una vita. Straordinari attori, bravissimo regista, splendida Parigi, magica come sempre. - di "Joss" -

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