Roberto Nepoti
La Repubblica
Joy e Jack hanno caratteri opposti: lei è una donna in carriera, perfettina e preoccupata di essere sempre all'altezza; lui un acchiappasottane scioperato, incapace di portare a termine alcunché. Si conoscono a Las Vegas, si sposano in piena crisi etilica e vincono al gioco tre milioni di dollari, incassabili solo restando in coppia. Salvo che, passata la sbornia, cominciano a detestarsi; così la convivenza forzata si trasforma in una serie di trabocchetti e colpi bassi per separarsi, attribuendo la colpa all'altro. E tenendosi i quattrini.
Notte brava a Las Vegas è il tipo di commedia matrimoniale per star carine che, in pratica, hai già visto quando ne hai visto il trailer. Inventato il soggetto, la sceneggiatrice Dana Fox mette il pilota automatico, sgranando tutto il repertorio delle situazioni che, a Hollywood, vanno per la maggiore in questo genere di film, compresa la nota malinconica in sottofinale e l'inseguimento dell'innamorato che, dài e dài, ha finalmente capito (un'ora dopo lo spettatore) di essere tale.
Tutto il resto è affidato ai musetti di Cameron, che ormai dovrebbe misurarsi con ruoli più adulti. Una sola novità: personaggi secondari particolarmente antipatici.
Da La Repubblica, 9 maggio 2008
di Roberto Nepoti, 9 maggio 2008