Emiliano Morreale
L'Espresso
In estate piovono in sala, anche per qualche giorno, oggetti rimasti incastrati in qualche buco spazio- temporale. Questo film addirittura è di otto anni fa, ed è un po' scaduto, almeno riguardo al tema: la lotta tra libertà dl informazione e sicurezza nazionale, dopo l'11 settembre 2001. È evidente il riferimento a Judith Miller, che finì in prigione per non aver rivelato le proprie fonti nel caso di Valerie Plame, che era un'agente sotto copertura. Qui invece una giornalista (Kate Beckinsale) scopre che la Cia ha organizzato delle finte prove per dimostrare che il Venezuela (!) ha attentato alla vita del Presidente, e avere l'occasione per invaderlo. Poiché rifiuta di rivelare la propria fonte, finirà in carcere per mesi e mesi, la sua vita privata sarà distrutta, ma lei continuerà la propria battaglia affiancata da un saggio avvocato. Il quale, interpretato da Alan Alda, è la cosa migliore del film, con due-tre battute davvero azzeccate. Per il resto, una regia di servizio fa progredire la vicenda, le dinamiche diventano quasi credibili, comunque appassionanti (compreso il colpo di scena finale). Resta il fatto che il film risale agli scampoli dell'epoca pre Obama, per cui gran parte del suo senso si perde.
Da L'Espresso, 20 agosto 2015
di Emiliano Morreale, 20 agosto 2015
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