ultravox
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mercoledì 19 aprile 2017
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principio di "protezione parziale"
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La corretta (coerente) linea di tenuta nei confronti del principio da difendere, non permetterà alla protagonista (e a chi vuol rappresentare) di non violare fino in fondo la integrità del "confidente" nonostante l'apparente sforzo morale, perchè per quest'utlimo la verità futura (una volta capace di essere compresa, con tutte le ricadute indotte nei suoi confronti) sarà ben più distruttiva di quanto sia stato distruttivo il contrasto alla libertà di espressione.
Ma questo poteva essere un altro tema, non compreso nella logica molto pragmatica della società americana di studio delle problematiche solo se "isolate", e non pienamente immerse nella loro complessità di interazione.
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elgatoloco
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mercoledì 21 dicembre 2016
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ottio legal thriller, ma anche molto di più
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"Nothing by the Truth"di Rod Lurie(2008-segnalo che il titolo italiano rovescia la negazione di quello originale, mantenendo però il senso) un ottimo legal thriller, che, in base alla Costituzione USA e alle disposizioni introdotte dopo l'11/09/2001 mostra, con argomentazioni anche giuridicamente valide, come l'"habeas corpus"e la libertà di espressione, di stampa, di pensiero, possa essere violata, in vari casi,quando ciò fa comodo ai poteri(lo dico foucaultianamente al plurale)nella loro convergenza. Non so, francamente, se il caso della giornalista autrice di uno scoop su un caso particolare(attentato al presidente USA)sia ispirato da un caso singolo simile o piuttosto da vari casi simili, ma certamente la problematica proposta è importante e molto ben delineata nel film.
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"Nothing by the Truth"di Rod Lurie(2008-segnalo che il titolo italiano rovescia la negazione di quello originale, mantenendo però il senso) un ottimo legal thriller, che, in base alla Costituzione USA e alle disposizioni introdotte dopo l'11/09/2001 mostra, con argomentazioni anche giuridicamente valide, come l'"habeas corpus"e la libertà di espressione, di stampa, di pensiero, possa essere violata, in vari casi,quando ciò fa comodo ai poteri(lo dico foucaultianamente al plurale)nella loro convergenza. Non so, francamente, se il caso della giornalista autrice di uno scoop su un caso particolare(attentato al presidente USA)sia ispirato da un caso singolo simile o piuttosto da vari casi simili, ma certamente la problematica proposta è importante e molto ben delineata nel film.Appassionante per la bravura degli interpreti(Matt Dillon pubblico accusatore versus Alan Alda,difensore, la Beckingsale eccelsa protagonista-vittima), per il ritmo adeguato della regia di Lurie, che sottolinea il dramma della donna , stretta tra il processo, la carcerazione e i prob lemi familiari(tradimento del marito, figlio in affidamento), le violenze e angherie subite nel carcere femminile e molto altro ancora(il contesto, insomma). Violenza, ove sia esplicativa, riflessione, emozioni forti, "com-passione"(nell'accezione letterale, da cum- pati, soffrire insieme), in un flm, di produzioneTV ma pienamente"movie", che "va benissimo"per far riflettere e comprendere l realtà dell'oggi, negli USA e non solo, tra misure securitarie anti-terrorismo e tutela della libertà, in un mondo complesso e articolato, nel quale però tendenze semplificanti-repressive si fanno strada sempre di più. El Gato
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elgatoloco
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mercoledì 21 dicembre 2016
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ottio legal thriller, ma anche molto di più
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"Nothing by the Truth"di Rod Lurie(2008-segnalo che il titolo italiano rovescia la negazione di quello originale, mantenendo però il senso) un ottimo legal thriller, che, in base alla Costituzione USA e alle disposizioni introdotte dopo l'11/09/2001 mostra, con argomentazioni anche giuridicamente valide, come l'"habeas corpus"e la libertà di espressione, di stampa, di pensiero, possa essere violata, in vari casi,quando ciò fa comodo ai poteri(lo dico foucaultianamente al plurale)nella loro convergenza. Non so, francamente, se il caso della giornalista autrice di uno scoop su un caso particolare(attentato al presidente USA)sia ispirato da un caso singolo simile o piuttosto da vari casi simili, ma certamente la problematica proposta è importante e molto ben delineata nel film.
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"Nothing by the Truth"di Rod Lurie(2008-segnalo che il titolo italiano rovescia la negazione di quello originale, mantenendo però il senso) un ottimo legal thriller, che, in base alla Costituzione USA e alle disposizioni introdotte dopo l'11/09/2001 mostra, con argomentazioni anche giuridicamente valide, come l'"habeas corpus"e la libertà di espressione, di stampa, di pensiero, possa essere violata, in vari casi,quando ciò fa comodo ai poteri(lo dico foucaultianamente al plurale)nella loro convergenza. Non so, francamente, se il caso della giornalista autrice di uno scoop su un caso particolare(attentato al presidente USA)sia ispirato da un caso singolo simile o piuttosto da vari casi simili, ma certamente la problematica proposta è importante e molto ben delineata nel film.Appassionante per la bravura degli interpreti(Matt Dillon pubblico accusatore versus Alan Alda,difensore, la Beckingsale eccelsa protagonista-vittima), per il ritmo adeguato della regia di Lurie, che sottolinea il dramma della donna , stretta tra il processo, la carcerazione e i prob lemi familiari(tradimento del marito, figlio in affidamento), le violenze e angherie subite nel carcere femminile e molto altro ancora(il contesto, insomma). Violenza, ove sia esplicativa, riflessione, emozioni forti, "com-passione"(nell'accezione letterale, da cum- pati, soffrire insieme), in un flm, di produzioneTV ma pienamente"movie", che "va benissimo"per far riflettere e comprendere l realtà dell'oggi, negli USA e non solo, tra misure securitarie anti-terrorismo e tutela della libertà, in un mondo complesso e articolato, nel quale però tendenze semplificanti-repressive si fanno strada sempre di più. El Gato
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filippo catani
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martedì 13 settembre 2016
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libertà di stampa
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Una giovane giornalista scopre la doppia vita di una donna che ha lavorato per la CIA per indagare su un attentato al presidente degli Usa che si diceva essere orchestrato dal Venezuela. La reporter, pur di non rivelare la propria fonte, sarà disposta a fare il carcere duro.
Un bel film di qualche anno fa e passato recentemente in Italia. Il film affronta di petto il tema spinoso della libertà di stampa e di cosa si intenda per sicurezza nazionale. E' giusto rivelare le proprie fonti se a chiederlo sono un giudice o il governo? E' giusto per una scelta di principio andare in carcere ed abbandonare così lavoro ed affetti? Il film ruota attorno a queste importanti domande e si lascia per il finale una gustosissima ciliegina.
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Una giovane giornalista scopre la doppia vita di una donna che ha lavorato per la CIA per indagare su un attentato al presidente degli Usa che si diceva essere orchestrato dal Venezuela. La reporter, pur di non rivelare la propria fonte, sarà disposta a fare il carcere duro.
Un bel film di qualche anno fa e passato recentemente in Italia. Il film affronta di petto il tema spinoso della libertà di stampa e di cosa si intenda per sicurezza nazionale. E' giusto rivelare le proprie fonti se a chiederlo sono un giudice o il governo? E' giusto per una scelta di principio andare in carcere ed abbandonare così lavoro ed affetti? Il film ruota attorno a queste importanti domande e si lascia per il finale una gustosissima ciliegina. Molto bene il cast con le due donne Formiga e Bechinsale davvero in grande spolvero. Un film probabilmente sottovalutato e che invece dà ottimi spunti di riflessione e anzi appare oggi ancor più contemporaneo di qualche anno fa.
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4ng3l
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giovedì 6 dicembre 2012
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una grandissima protagonista non basta
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Gli ho dato una possibilità dopo che ho letto la trama preliminare e soprattutto quando ho saputo che c'era un'attrice fenomenale nel ruolo di protagonista, Kate Beckinsale. Nonostante tecnicamente è ben architettato, la sceneggiatura è bloccata, non smuove, non scuote e non riesce a far catturare al pubblico un minimo di interesse. La scenografia ed i dialoghi sono eccessivamente incentrati su questioni lavorative e di legislatura, l'ambiente è un fastidio e non legano i vari eventi che si svolgono. Ciò che trasmette è frammentato e molto noioso, anche nelle scene in cui Kate esprime il suo talento spettacolare. Difficile la visione e quindi il voto ne risente inevitabilmente.
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Gli ho dato una possibilità dopo che ho letto la trama preliminare e soprattutto quando ho saputo che c'era un'attrice fenomenale nel ruolo di protagonista, Kate Beckinsale. Nonostante tecnicamente è ben architettato, la sceneggiatura è bloccata, non smuove, non scuote e non riesce a far catturare al pubblico un minimo di interesse. La scenografia ed i dialoghi sono eccessivamente incentrati su questioni lavorative e di legislatura, l'ambiente è un fastidio e non legano i vari eventi che si svolgono. Ciò che trasmette è frammentato e molto noioso, anche nelle scene in cui Kate esprime il suo talento spettacolare. Difficile la visione e quindi il voto ne risente inevitabilmente.
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