chris darril
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mercoledì 30 aprile 2008
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sublime idillio di due interpreti sbalorditive!
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Un capolavoro.con ciò BASTA. Non è una lotta fra attrici, ma uno scontro di caratteri, di due personaggi sensibilmente diversi ma comunque complementari. Non a caso sono state scelte queste due attrici. Non vince ne l'una per le "poppe" e ci terrei a precisare che adoro la Johansson sia come donna che come attrice dai tempi di Lost in Translation, dove era tutto fuorchè un sex symbol, tanto più il viso della Portman, che ha una bellezza diversa, molto più di classe, c'è da ammetterlo, ma anche senza "boccie" tiene testa con un ruolo e un'espressività sublime la sua rivale nel film, che ha altrettanto ben altre qualità, ad esempio lo sguardo e gran parte delle scene "commoventi", come il finale.
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Un capolavoro.con ciò BASTA. Non è una lotta fra attrici, ma uno scontro di caratteri, di due personaggi sensibilmente diversi ma comunque complementari. Non a caso sono state scelte queste due attrici. Non vince ne l'una per le "poppe" e ci terrei a precisare che adoro la Johansson sia come donna che come attrice dai tempi di Lost in Translation, dove era tutto fuorchè un sex symbol, tanto più il viso della Portman, che ha una bellezza diversa, molto più di classe, c'è da ammetterlo, ma anche senza "boccie" tiene testa con un ruolo e un'espressività sublime la sua rivale nel film, che ha altrettanto ben altre qualità, ad esempio lo sguardo e gran parte delle scene "commoventi", come il finale. Non è corretto da un punto di vista storico, questo c'è da ammetterlo, e si discosta dal romanzo della stessa P. Gregory, che a mio parere era più una telenovela che un vero e proprio romanzo, e quanto meno questo si discosta con coraggio e carattere proprio riuscendo per due ore intere a coinvolgere e a non stuzzicare per le sole ed uniche scene da love story da 4 soldi. Volete realmente saperlo? Le scene che ho più apprezzato sono quelle che vedevano le due sole sorelle, cooperarsi, litigare, riappacificarsi, consolarsi...e il sublime gioco di sguardi commossi poco prima del tragico e idilliaco chiudersi di sipario. E' un film che punta su di loro, manda tale sfida...e ci riesce e alla stragrande. Tutto il resto fà solo da contorno, splendido. E ci terrei a citare le splendide opere musicali di Paul Cantelon. Dunque basta pettegolezzi e sondaggi. "L'altra donna del re" è Natalie Portman+Scarlett Johansson e viceversa, non l'una senza l'altra o una sfida di talento fra le due. Ed è ciò che lo rende un film complessivamente perfetto e godibilissimo. Tale rapporto complesso, due belle interpreti completamente a proprio agio, non lo si vedeva da anni nella cinematografia internazionale e non. Probabilmente mi vien da ripensare al solo "Ritono a Cold Mountain" dove la Zellweger e la Kidman vantano cammei veramente piacevoli, ma non oserei, solo minime scene in paragone a quelle di questo gioiello cinematografico. Per cui mi rifaccio direttamente a "Che fine ha fatto Baby Jane?", capolavoro dove Crawford e Davis si cimentano in un rapporto di amore ed odio...anche se qui l'odio è decisamente più fisico e aggressivo. Dunque un "Bravissimo" a Chadwick, come esordio alla regia,capace di non confezionare il solito blockbuster fritto misto di battaglie assortite, personaggi troppo slegati fra di loro e una nauseante perfettezza storica, concentrandosi piuttosto sull'idillio delle due interpreti protagoniste, entrambe belle e brave, seppur in differente modo.
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maryluu
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sabato 10 maggio 2008
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connubio potere/amore/morte nel 1500
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Ho trovato questo film davvero favoloso. Devo sottolineare la mia predilezione per i film in costume. La metà del 1500 è rappresentata perfettamente. Non solo dalle ottime fotografie e dai costumi impeccabili ma anche dalla maestria del regista nel ricreare un’epoca controversa, definendone luci e ombre. La figura di spicco del film è il Re d’Inghilterra Enrico VIII, la cui tendenza ad innamorarsi spesso e disinnamorarsi con altrettanta velocità porterà situazioni paradossali, tristi e pericolose. Le due donne che ruotano attorno al sentimento del Re sono le due sorelle Anne e Marie Bolena, Due sorelle rappresentate in maniera del tutto opposta. Marie, dolce e semplice ragazza senza grandi pretese ( storicamente invece risultano dicerie su numerose sue relazioni adulterine con uomini di spicco) e Anne arcigna e spietata arrampicatrice sociale che tenta placare la sua ambizione seducendo il sovrano con i suoi rifiuti.
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Ho trovato questo film davvero favoloso. Devo sottolineare la mia predilezione per i film in costume. La metà del 1500 è rappresentata perfettamente. Non solo dalle ottime fotografie e dai costumi impeccabili ma anche dalla maestria del regista nel ricreare un’epoca controversa, definendone luci e ombre. La figura di spicco del film è il Re d’Inghilterra Enrico VIII, la cui tendenza ad innamorarsi spesso e disinnamorarsi con altrettanta velocità porterà situazioni paradossali, tristi e pericolose. Le due donne che ruotano attorno al sentimento del Re sono le due sorelle Anne e Marie Bolena, Due sorelle rappresentate in maniera del tutto opposta. Marie, dolce e semplice ragazza senza grandi pretese ( storicamente invece risultano dicerie su numerose sue relazioni adulterine con uomini di spicco) e Anne arcigna e spietata arrampicatrice sociale che tenta placare la sua ambizione seducendo il sovrano con i suoi rifiuti.
Alla fine appaiono come due donne semplicemente innamorate. L’onestà e l’affetto per la sua famiglia espieranno i peccati di Marie. Gli eccessi di Anne la porteranno invece alla morte.
I burattinai latenti della storia sono il padre e lo zio delle fanciulle, che avidi e ciechi di fronte alla prospettiva di ricchezze ed onori non tentenneranno a mandare in rovina i propri affetti, giostrando le vite umane come burattini in una commedia che si avvicina a una farsa.
Ho provato una grande tristezza per il destino di George, fratello delle sorelle Bolena, la cui sorte ingiusta mi è rimasta nel cuore.
Ottima l’interpretazione di Jim Sturgess, di cui avevo apprezzato anche le doti canore in Across the Universe. Perfettamente in parte Scarlett Johansson, che aveva già dimostrato di rendere bene personaggi simili nella “Ragazza con l’orecchino di Perla”. Non mi ha convinto molto Natalie Portman, semplicemente perché vedo il personaggio di Anna più vigoroso di quello che lei riesce a rappresentare. Nonostante ne abbia letto alcune critiche ritengo ottima anche l’interpretazione di Eric Bana. Il suo comportamento è tipico. Gli uomini si lasciano spesso abbindolare dalle donne in quel modo e credo che Anne avesse doti intellettuali e fisiche da poterlo perfettamente fare.
Il mio grande applauso va alle ambientazioni. Paesaggi inglesi incondizionatamente belli. Da sogno. Vivi nonostante reali alcuni secoli fa. Questi film hanno il dono di riuscire a farmi respirare gli odori dell’epoca e mi fanno sentire viva. Donna del 1550, del 1800 ( soprattutto) e donna di oggi. Non cambia molto riguardo l’interiorità delle persone e i comportamenti sentimentali. L’amore è amore in qualsiasi epoca.
La vicenda storica trattata sbrigativamente per esigenze cinematografiche da comunque gli spunti giusti per interessarsi alla vita tumultuosa delle donne di corte. Enrico VIII ebbe sei mogli la cui sorte non è stata molto serena. Donne diverse. Donne forti. Donne ambiziose. Donne innamorate.
Quando il potere si mischia ai sentimenti il risultato è sempre tragico.
Quindi faccio i miei applausi a Justin Chadwick, capace di gestire un cast stellare,di creare un film d’epoca su un romanzo cult, in maniera più che egregia.
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zio tom
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sabato 3 maggio 2008
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una riabilitazione di un re "esuberante"
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A parte le licenze storiche, del tutto ovvie in un film tratto da una storia romanzata, ho trovato questo film molto bello e ben confezionato con scenografia, fotografia e costumi molto belli e ben curati. Le due belle protagoniste tessono due ritratti di donne molto attuali e la Portman, soprattutto,sfoggia un' ottima interpretazione moderna ed efficace, chiamata com'è ad un ruolo ben più difficile di quella della Joansson, che interpreta se stessa nel ruolo di una dolce quanto innamorata Maria, che non deve sforzarsi per dipingere il fosco ruolo storico dei Bolena, come invece riesce sublimemente a Nathalie, che inoltre incarna i conflitti di una donna combattuta tra la "carriera" e l'amore! Molto moderno.
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A parte le licenze storiche, del tutto ovvie in un film tratto da una storia romanzata, ho trovato questo film molto bello e ben confezionato con scenografia, fotografia e costumi molto belli e ben curati. Le due belle protagoniste tessono due ritratti di donne molto attuali e la Portman, soprattutto,sfoggia un' ottima interpretazione moderna ed efficace, chiamata com'è ad un ruolo ben più difficile di quella della Joansson, che interpreta se stessa nel ruolo di una dolce quanto innamorata Maria, che non deve sforzarsi per dipingere il fosco ruolo storico dei Bolena, come invece riesce sublimemente a Nathalie, che inoltre incarna i conflitti di una donna combattuta tra la "carriera" e l'amore! Molto moderno...bello! Il buon "Ettore di Troy" nei panni di un Enrico VIII, rivisitato storicamente ed umanamente,anche se non incarna il classico "Sporco Ciccione", (così pensavamo di EnricoVIII sui banchi del Liceo),appare più credibile nelle motivazioni della sua spietatezza regale, giustificate dalla ragion di stato, più che da congenita depravazione Tudor. A me il film è piaciuto...Anche se la responsabilità della separazione della Chiesa inglese da quella di Roma non si può far certo ricadere solo sulla "sapienza femminina" di Anna Bolena e/o sulla "prouderie" di Enrico. Ciao a tutti, andate a vedere il film, è sicuramente meglio di tante altre "pellicole presuntuose" comparse nelle sale cinematografiche di questi tempi!
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alesya
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sabato 15 agosto 2009
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the other boleyn girl..storia o soap opera?
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Storia inglese o soap opera?difficile tracciare una linea di demarcazione quando si tratta delle dinastia Tudor che tanto materiale di corna e tradimenti ci ha offerto x riflettere.ecco quindi a voi un nuovo piccolo gioiellino in salsa monarchica:"the other boleyn girl",in italia conosciuto come "l'altra donna del re"( molto + intrigante il titolo originale)storia romanzata delle due sorelle Bolena e degli avvenimenti che portarono entrambe ad essere in differenti momenti amante del re fino al tragico epilogo che tutti conosciamo.come al solito io e la critica ci troviamo a divergere senza possibilità di incontrarci:del film sono stati apprezzarti i costumi,le scenografie ma null'altro:i più lo hanno tacciato come caratterizzato da colonna sonora povera e ripetitiva,sceneggiatura debole e priva di mordente,attrici troppo impegnate a cercare di rendere un accento britannico inesistente,grandi inaccuratezze storiche.
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Storia inglese o soap opera?difficile tracciare una linea di demarcazione quando si tratta delle dinastia Tudor che tanto materiale di corna e tradimenti ci ha offerto x riflettere.ecco quindi a voi un nuovo piccolo gioiellino in salsa monarchica:"the other boleyn girl",in italia conosciuto come "l'altra donna del re"( molto + intrigante il titolo originale)storia romanzata delle due sorelle Bolena e degli avvenimenti che portarono entrambe ad essere in differenti momenti amante del re fino al tragico epilogo che tutti conosciamo.come al solito io e la critica ci troviamo a divergere senza possibilità di incontrarci:del film sono stati apprezzarti i costumi,le scenografie ma null'altro:i più lo hanno tacciato come caratterizzato da colonna sonora povera e ripetitiva,sceneggiatura debole e priva di mordente,attrici troppo impegnate a cercare di rendere un accento britannico inesistente,grandi inaccuratezze storiche.perfettamente d'accordo sulla bellezza e e ricchezza dei costumi che è da togliere il fiato e ti fa venire voglia di poterle toccare davvero quelle sete e quei broccati...ma per qual motivo ogni tentativo di drammatizzare la storia rendendola di conseguenza + interessante viene trovato inappropriato?questo film di certo non pretende di essere un documentario storico relativo agli avvenimenti di quegli anni...ma pretende invece..partendo da un romanzo di raccontare sotto una luce differente da quella in cui a pappagallo abbiamo imparato a scuola che Enrico lasciò la prima moglie x sposare anna bolena ed ebbe poi altre 5 mogli bla bla bla senza alcun interesse ma solo tagliandoci le vene durante la spiegazione della prof;al contrario rende la storia intrigante,provando a spiegarci cm sarebbe potuta andare,cosa avrebbe potuto spingere il re a un atto così grave.fra le altre cose la critica ha anche tacciato il ritratto di re Enrico come eccessivamente preoccupato dalle sue fisiche esigenze piuttosto che dal benessere del suo paese:quale uomo di senno avrebbe osato spaccare il proprio paese in 2 e provocare uno degli scismi + gravi e rilevanti della storia dell'umanità se nn un individuo che consapevole di essere re e poter prendere ciò che vuole?nn ditemi che fu il grande amore x anna a spingerlo a farla condannare solo poco tempo dopo il matrimonio e a sposarsi poi ben 5 volte e far decapitare molte delle sue sfortunate mogli!era un uomo che conosceva il suo potere;che ha anteposto le sue esigenze a quelle del paese e nn trovo nulla di errato a livello storico in questo...l'unica pecca del film è quella di aver reso il personaggio attraverso il fisico asciutto e affascinante del bellissimo Eric Bana...che sicuramente rende al re molto + fascino di quell'orribile ritratto panciuto e grasso che si trovava sempre nei libri di scuola.bravissime cmq le 2 interpreti.dolce e delicata scarlett johannson,accattivante e manipolatrice al punto giusto natalie portman.grandi anche i personaggi di contorno.il glaciale david morissey come duca di norfolk,la splendida lady boleyn,una kristin scott thomas raffinata composta fino alla fine,il viscido william carey che nn esita a vendere la moglie x un po' di benessere,la viscidissima jane parker,"the most little vile serpert at court)e infine il povero george boleyn reduce dalle colorate atmosfere di "across the universe",ora trascinato nell'oscurità delle trame della sorella.in poche parole?bello bello bello.
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lafcadio
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sabato 17 maggio 2008
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meglio il vecchi stile
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Ho visto questo film e l’ho apprezzato unicamente come affresco della prima metà del VI° secolo (1500). Ho apprezzato i costumi sfarzosi, i paesaggi, la ricostruzione d’ambiente che ho trovato davvero interessante. Ma questo è il minimo per una pellicola che pretende di ricostruire avvenimenti storici. Ad esempio, dare a Enrico VIII la fisionomia di Eric Bana (il re era grassoccio) e farne quasi una figura da palestra mi sembra improprio. E’ anche vero che non si possono realizzare film storici, che si rivolgono quindi ad un grande pubblico, senza farcirli con figure coinvolgenti sotto l’aspetto fisico, non disdegnando anche una componente di sentimentalismo. E nella Storia questo sentimentalismo, proprio nel caso di Enrico VIII, non c’era (ma neanche l’ombra).
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Ho visto questo film e l’ho apprezzato unicamente come affresco della prima metà del VI° secolo (1500). Ho apprezzato i costumi sfarzosi, i paesaggi, la ricostruzione d’ambiente che ho trovato davvero interessante. Ma questo è il minimo per una pellicola che pretende di ricostruire avvenimenti storici. Ad esempio, dare a Enrico VIII la fisionomia di Eric Bana (il re era grassoccio) e farne quasi una figura da palestra mi sembra improprio. E’ anche vero che non si possono realizzare film storici, che si rivolgono quindi ad un grande pubblico, senza farcirli con figure coinvolgenti sotto l’aspetto fisico, non disdegnando anche una componente di sentimentalismo. E nella Storia questo sentimentalismo, proprio nel caso di Enrico VIII, non c’era (ma neanche l’ombra). Egli aveva sposato, forzando la mano a Giulio II che non voleva concedere la dispensa (Caterina d’Aragona era vedova di suo fratello) per questo matrimonio e questa è stato l’inizio di quella rottura con la chiesa Romana che si concretizzerà col successivo Papa Clemente VII e quindi della chiesa Anglicana. E’ stato un matrimonio di interesse, un matrimonio di Stato. Tornando alla pellicola, il regista Justin Chadwick inizia il il suo racconto dal fatto che, non riuscendo Caterina a dare un erede maschio al sovrano, non rientrava più nelle grazie di quest’ultimo. Cogliendo questo sintomo Sir Thomas Boleyn (Bolena per noi italiani) invita Enrico VIII nella sua tenuta per una battuta di caccia (questo il pretesto), ma il vero scopo è quello di fargli conoscere sua figlia Anna; invece gli occhi del monarca cadono sulla sorella Mary. La prima, biondina, dolce e semplice: una ragazza senza pretese; l’altra, arcigna e spietata, una arrampicatrice sociale che tenta di placare la sua brama seducendo il sovrano coi suoi rifiuti. Sarà il ritorno da un soggiorno in Francia che, agli occhi di Enrico VIII, farà vedere Anna come trasfigurata rispetto a quando l’aveva vista la prima volta e la sua scelta era ricaduta sulla sorella di lei. Tornando alla vera Storia, per sposare Anna il re mette in cattiva luce Caterina premendo sulla incapacità della consorte di dargli un erede maschio. Ne fa una ragion si Stato con l’aiuto di Lord Cromwell che, operando sul Parlamento, già diviso tra cattolici e protestanti, ne guidò il malumore verso il casato Aragonese; non solo, ma lo manovrò verso la rottura con Roma. Infatti, il pontefice, in base a questi eventi scomunicò Enrico VIII. Il Parlamento, concretizzando le mire di Enrico VIII e di Cromwell, promulgò nuove Leggi, compresa la frattura con Roma: la Chiesa fu impossibilitata ad emettere regole senza il consenso del re. Il matrimonio con Anna darà luce, tra gli aborti subiti e i feti nati morti, ad Elisabetta che regnerà poi per lungo tempo e da cui prenderà nome il periodo detto “elisabettiano”(Shakespeare gli sarà contemporaneo). Ma anche lei perderà i favori del re. Enrico VIII metterà gli occhi su Jane Seymour e sarà quindi la volta di Anna a venir messa in cattiva luce. Con l’aiuto di Cromwell farà arrestare Anna con l’accusa di avere usato la stregoneria per farsi sposare, di avere avuto rapporti adulterini e di incesto col fratello. Anna sarà decapitata e il suo matrimonio annullato prima dell’esecuzione. Tornando alla pellicola, questa sottolinea bene i vizi della corte e dei regnanti. Invece risulta piatta la figura di Anna Bolena, mi è sembrato di vedere un personaggio da telenovela piuttosto che una donna con un forte carattere, intelligente e arguta. Del resto Justin Chadwick viene dalla regia televisiva e l’esperienza del cinema eredita questo bagaglio. Anna e Maria Bolena mi sono sembrate due veline in competizione per conquistare il sovrano, un Enrico Tudor più come veicolo di status-symbol che come vero oggetto di desiderio. Del resto, la pretesa di raccontare la grande Storia con lo stile che il Regista, secondo il mio punto di vista, ha adottato, ossia da gossip, implica il rischio di banalizzare il tutto; certo, rendendo anche i film di genere, in questo caso elisabettiani – dal nome della figlia di Anna Bolena -, meno noiosi per il grande pubblico. Se paragonato al film “Anna dei mille giorni” –tanti sono stati i suoi giorni da regina – del 1969 dove Enrico VIII era interpretato da Richard Burton, si rimpiangerà un vecchio stile che, per quanto di maniera, era sicuramente contraddistinto da buon gusto, se non altro nella selezione degli attori. Sinceramente, per quanto mi riguarda, risulta più credibile R. Burton nelle vesti di Enrico Tudor rispetto ad un Eric Bana che pare uscito da un fotoromanzo vecchio stile.
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iuriv
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martedì 18 novembre 2014
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regine.
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Chadwick, alla prima esperienza importante sul grande schermo, ha la fortuna di avere per le mani un cast di prim'ordine e decide di sfruttarlo mettendo in scena una rivisitazione storico-romanzata della nota vicenda di Enrico VIII e Anna Bolena (nota per chi la conosce, quindi non per me).
La prima cosa che ho notato in questa pellicola è lo sfarzo. Essendo un film in costume una certa attitudine all'estetica è auspicabile, ma qui l'impressione è che non si sia badato a spese. La fotografia patinata, le scenografie ricche, i costumi e la regia appassionata e, a volte, eccessiva, hanno creato inizialmente una certa distanza tra me e lo schermo.
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Chadwick, alla prima esperienza importante sul grande schermo, ha la fortuna di avere per le mani un cast di prim'ordine e decide di sfruttarlo mettendo in scena una rivisitazione storico-romanzata della nota vicenda di Enrico VIII e Anna Bolena (nota per chi la conosce, quindi non per me).
La prima cosa che ho notato in questa pellicola è lo sfarzo. Essendo un film in costume una certa attitudine all'estetica è auspicabile, ma qui l'impressione è che non si sia badato a spese. La fotografia patinata, le scenografie ricche, i costumi e la regia appassionata e, a volte, eccessiva, hanno creato inizialmente una certa distanza tra me e lo schermo. Distanza che si è notevolmente assottigliata grazie all'abitudine (ogni volta che vedo un lavoro di questo genere mi ci vuole un po' per farci l'occhio) e a una buona gestione del ritmo, che scorre placido ma regolare, senza scossoni adrenalinici, ma anche senza piantarsi in scene infinite. Tranne forse i balli, ma quelli sono io a non sopportarli.
Del resto lo stile stesso della storia non richiede passaggi forzati, rimanendo concentrato per gran parte sul duello psicologico tra le sorelle protagoniste di questo lavoro, due personaggi molto diversi e perciò molto appaganti da vedere fronteggiarsi.
Chadwick tiene a mettere in risalto il potere delle donne, inquadrandolo nel '500 quando, probabilmente, la possibilità di esercitarlo direttamente era ai minimi storici. Una scelta vincente, perché dona alla vicenda un tocco sfumato che ben si adatta al clima cospirazionista che la traina dall'inizio alla fine.
Poter contare su grossi calibri quali Portman, Johansson e la sempre splendida Scott-Thomas aiuta il regista nel compito. Non c'è dubbio, infatti, che dopo qualche esitazione iniziale, dovuta più che altro alla calma che regna nel film, le due giovani riescano a dar vita a un confronto interessante, anche se magari non originalissimo. Lo spazio che viene dato loro, che le porta quasi a rubarsi la scena l'un l'altra, accresce la sensazione di rivalità e prepara bene per il climax finale, riuscendo a farlo funzionare piuttosto bene.
Non va dimenticato re Bana. Certo, forse non rappresenta l'Enrico VIII tipicamente impresso nell'immaginario collettivo, però non è il caso di guardare troppo a questo. La realtà è che la sua espressione da bulletto ingannato è quello che ci vuole per un uomo con troppo potere in mano, che si vede conteso tra l'innocenza di Scarlett e l'aggressività di Natalie. Si potrebbe obbiettare che se i problemi fossero questi allora li vorremmo avere tutti, ma di fatto è proprio questa lacerazione che lo indurrà (secondo il film) a fare ciò per cui è entrato nella storia. Quindi si, nel suo caso sono problemi e li porta in scena con sufficiente dignità.
Tutto sommato una pellicola che non mi aspettavo. Tendo a non essere un grande appassionato dei filmoni in costume, ma il buon lavoro di sceneggiatura ha aiutato a farmi catturare dalla vicenda. Chiaramente la Storia va studiata da un'altra parte.
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simon
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sabato 3 maggio 2008
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barbie e ken
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Ammetto che non si possono realizzare filmoni storici destinati al grande pubblico senza farcire il tutto con una giusta dose di sentimentalismo soprattutto nel caso di un film come questo, basato su un fatto storico già di per sè abbastanza intricato dal punto di vista amoroso.Certo i costumi sfarzosi ed i paesaggi stupendi ci sono ma questo è il minimo per un film che si spaccia come storico.Ed è qui che dovrebbe entrare in gioco la scelta degli attori,i quali,a meno che non si voglia realizzare una penosa soap opera,devono avere la consapevolezza di stare per interpretare personaggi che,da quanto ci è stato trasmesso storicamente, sono esistiti realmente.Capisco(beh,in verità...,no,non lo capisco)che il personaggio di Enrico VIII,già visto diverse volte sullo schermo, avesse bisogno di una rinfrescata,ma l'idea di dargli la fisionomia di Eric Bana non è stata vincente:il re,da grassoccio sciupafemmine qual'era(ebbe sei mogli),diventa un giovane palestrato dedito a cacciare giovani cortigiane,più simile al Ridge di Beautiful.
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Ammetto che non si possono realizzare filmoni storici destinati al grande pubblico senza farcire il tutto con una giusta dose di sentimentalismo soprattutto nel caso di un film come questo, basato su un fatto storico già di per sè abbastanza intricato dal punto di vista amoroso.Certo i costumi sfarzosi ed i paesaggi stupendi ci sono ma questo è il minimo per un film che si spaccia come storico.Ed è qui che dovrebbe entrare in gioco la scelta degli attori,i quali,a meno che non si voglia realizzare una penosa soap opera,devono avere la consapevolezza di stare per interpretare personaggi che,da quanto ci è stato trasmesso storicamente, sono esistiti realmente.Capisco(beh,in verità...,no,non lo capisco)che il personaggio di Enrico VIII,già visto diverse volte sullo schermo, avesse bisogno di una rinfrescata,ma l'idea di dargli la fisionomia di Eric Bana non è stata vincente:il re,da grassoccio sciupafemmine qual'era(ebbe sei mogli),diventa un giovane palestrato dedito a cacciare giovani cortigiane,più simile al Ridge di Beautiful.Il nostro caro Big Jim è inoltre affiancato da una bionda,graziosa valletta letterina(fallito però anche questo intento,visto che l'attrice è alta sì e no 1.60) che,mi dispiace per lei,assume per tutta la durata del film un'espressione perennemente vuota e quasi ebete(per questa meravigliosa interpretazione la Johansson si è guadagnata nella mia personale classifica delle migliori attrici un bel penultimo posto,davanti solo alla nostra Monica Bellucci,che,come sappiamo,è tanto bella quanto incapace di recitare);poteva almeno sorridere una volta,dimostrando di essere grata a coloro che le hanno dato la possibilità di recitare fra le braccia di nientepopodimeno che un ex Hulk(me lo ricordo,era moolto dotato per quella parte;riusciva ad emettere versi animaleschi strabilianti!):non ha colto l'occasione.La povera Natalie/Anna si è battuta con tutte le sue forze per contrastare questa diabolica coppia di polistirolo(la Portman,a parte gli scherzi,merita un grande applauso perchè è riuscita ad interpretare dignitosamente la parte di una donna mentalmente instabile sceneggiata con enorme superficialità)ma ha fallito e le è caduta la testa;non c'era posto per lei fra Barbie Ebete e Re Ken.
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