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Alba Rohrwacher: intervista esclusiva

Nelle sale con Il papà di Giovanna, la timida attrice si racconta.
di Marianna Cappi

Delicata e timidissima
Alba Rohrwacher (45 anni) 27 febbraio 1979, Firenze (Italia) - Pesci. Interpreta Giovanna Casali nel film di Pupi Avati Il papà di Giovanna.

martedì 16 settembre 2008 - Incontri

Delicata e timidissima
La chiamano Lucia, Alice, Giovanna, Liz, Violetta oppure Elisabetta, ma il suo nome è Alba Caterina Rohrwacher. Nata sotto il segno dei pesci, da piccola avrebbe voluto scappare con un circo francese ma è rimasta ad arricchire il cinema italiano. Capace di "giorni" e di "nuvole", di commedie e di drammi, è portatrice sana di un creativo "caos calmo".
La vedremo nel futuro prossimo in Due Partite, il film che Enzo Monteleone ha tratto dalla pièce omonima di Cristina Comencini, Io sono l'amore, per la regia di Luca Guadagnino, e In carne ed ossa di Christian Angeli. Qui parla di sé, del suo lavoro e dei suoi (già) tanti personaggi: una storia di studio e di passione.

Come ti prepari per affrontare un nuovo personaggio?
Non ho un metodo universalmente valido. I personaggi che interpreto nascono per prima cosa da uno studio approfondito del copione, quindi cerco di scoprire quale può essere il corpo di quel personaggio, il suo modo di muoversi, guardare, parlare. Poi arriva il momento in cui confronto la mia proposta con l'idea che ha il regista, in modo da arrivare a vedermi col suo sguardo. Dopo di che cerco sempre, pur mantenendo la coerenza con la mia idea del personaggio, di dimenticare ogni partito preso e di rivedere tutto nel momento in cui si gira. Per questo il rapporto con gli altri attori è importantissimo, perché può stravolgere quello che ho pensato fino a quel momento.
Hai lavorato con attori della tua generazione e con attori di grande esperienza. Qual è la differenza?
Il lavoro sul set di Riprendimi è stato molto bello proprio perché è avvenuto un incontro tra un gruppo di giovani attori provenienti da ambiti diversi e da percorsi di studio a volte molto lontani, così ognuno ha potuto imparare qualcosa dall'altro e abbiamo potuto confrontarci fra di noi e con l'idea che aveva Anna (Negri, ndr) dei nostri personaggi. Ho scoperto che ci sono tanti giovani attori di grande talento che ancora non sono conosciuti come meriterebbero. Quando, invece, ho lavorato con Silvio Orlando e con Francesca Neri, il bello è stato poterli osservare portare in scena tutto il bagaglio di esperienza che hanno; mi hanno insegnato moltissimo.
Da co-protagonista a protagonista assoluta in Riprendimi. Cosa è cambiato?
Sarò sempre grata ad Anna Negri e a Francesca Neri per avermi offerto questa "prima volta", per avermi dato una grande responsabilità. Certamente l'arco di un personaggio protagonista ti permette una maggior espressione, ma Giovanna nel film di Pupi Avati è stato un personaggio altrettanto fondamentale per me e lo stesso posso dire di Alice in Giorni e Nuvole di Soldini. Credo che non sia tanto importante fare o meno la protagonista quanto interpretare un personaggio che vale la pena di raccontare.

Quale dei tuoi personaggi hai amato di più e perché?
Ho amato Lucia di Riprendimi perché per la prima volta mi è stato chiesto di essere madre e perché è stata un'esperienza totalizzante, ho amato Alice del film di Soldini perché i mesi trascorsi a Genova sono stati mesi importanti di vita ancor prima che di lavoro, ho amato Violetta del film di Luchetti ed Elisabetta di Io sono l'amore. Ognuna mi ha dato qualcosa di diverso.
L'esperienza con Pupi Avati è stata molto forte, raccontare Giovanna è stato emozionante e impegnativo, al punto che non è stato facile liberarmi di quel personaggio, del suo disagio.
Tanti personaggi, tanto cinema...e il teatro?
Sono partita dal teatro e ho cercato sempre di continuare a farlo più che potevo. Tra un film e l'altro ho preso parte ad alcuni progetti teatrali, ho lavorato più volte con Claudia Della Seta, con Valerio Binasco ("Noccioline"), Lorenzo Gioielli, Veronica Cruciani, e continuo a fare dei laboratori teatrali.
Ti chiamano spesso ad interpretare ruoli drammatici ma possiedi anche uno spiccato talento comico. Voglia di commedia?
Ho lavorato proprio in questi giorni ad un cortometraggio di Alberto Dall'Ara, il suo saggio di diploma al Centro Sperimentale di Cinematografia. Ho cercato ogni volta che ho potuto di far entrare la commedia nel lavoro di Alberto, ma alla fine ci siamo arresi al fatto che quel ruolo proprio non lo consentiva, avrei finito solo per fare dei danni. Questo per dire quanto senta il bisogno della leggerezza della commedia. D'altronde anche nel Papà di Giovanna, nonostante il personaggio sia indubbiamente drammatico, ho portato qualcosa di clownesco e ci sono tanti spazi di leggerezza anche in Riprendimi o in Mio fratello è figlio unico.
Con chi ti piacerebbe lavorare? Hai un desiderio in questo senso?
Sì, ma proprio perché è un desiderio non posso dirlo, se no non si avvera...

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