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Hancock, la normalità di un supereroe

Effetti "poco" speciali per i superpoteri di Will Smith.
di Gabriele Niola

Funi e carrucole sostituiscono motion capture e attori digitali
Will Smith (Williard C. Smith II) (55 anni) 25 settembre 1968, Filadelfia (Pennsylvania - USA) - Bilancia. Interpreta John Hancock nel film di Peter Berg Hancock.

lunedì 8 settembre 2008 - Making Of

Funi e carrucole sostituiscono motion capture e attori digitali
La cosa più difficile non è far volar un supereroe ma far volare un uomo normale. Questa in poche parola è stata la vera sfida visuale di Hancock, portare al cinema immagini di un uomo comune che fa cose non comuni senza perdere in credibilità.
In un periodo in cui fioriscono i film sui fumetti i grandi studi di effetti speciali sono più che abituati a lavorare su prestazioni superomistiche. Eppure Hancock ha costituito qualcosa di completamente diverso, lo dice lo stesso John Dykstra, storico creatore di effetti visivi: "Tutto deve sembrare reale e non stilizzato come in tanti film di supereroi. Per mancanza di un termine migliore, io direi che è uno 'stile documentaristico': è aggressivo e utilizza la macchina a mano, cosa inusuale per un film così tecnico".
Nel 1995 Lars Von Trier e gli altri registi che diedero via al collettivo Dogma decisero di adottare la camera a mano come stile di ripresa perchè avvicina il cinema alla realtà. Tale stile è stato incorporato massicciamente ad Hollywood solo per i film di guerra proprio per il medesimo motivo. Per questo la sola idea di Peter Berg di filmare in tal modo un film con un supereroe ha fatto scappare molti studi di effetti speciali.
"Hancock non ha neanche un costume!" prosegue Dykstra "Si veste sempre in maniera diversa e far sì che i vestiti si muovano correttamente già è una sfida, poi tradurre questo movimento da un tipo di vestiti all'altro, mantenendolo coerente e rendendolo reale, anche quando è assolutamente incredibile, era diventata una vera ossessione".
Il problema appunto è che Hancock vola per tutta Los Angeles in pantaloni e felpa, atterra sfondando il terreno e il tutto viene inquadrato con macchina a mano, cosa che non consente l'uso di controfigure digitali ma obbliga l'impiego dei veri attori. Per questo Hancock ha richiesto pochi effetti digitali (per essere un blockbuster da Hollywood) e un rispolvero delle classiche tecniche "fune & carrucola".

Usare le funi per atterrare con violenza
L'esigenza di filmare con camera a mano ha portato con sè molte altre decisioni accessorie che si sono tradotte in un superlavoro per gli attori, solitamente abituati a lasciare che siano i reparti di post produzione ad occuparsi delle loro prestazioni più impossibili. Ancora di più il fatto che spesso Peter Berg vada a cercare le espressioni dei volti con movimenti ad avvicinarsi e il fatto che preferisca affidarsi a piani sequenza piuttosto che ad un montaggio frenetico hanno fatto sì che non fosse possibile nemmeno usare molte controfigure.
Nonostante ci si sia dovuti appoggiare a funi, carrucole e cavi, lo stesso le cose non sono andate come vanno solitamente. La parte peculiare di Hancock infatti è che non si tratta di uno Spider-man o di un Superman, che atterrano e prendono il volo in maniera dolce e delicata necessitando quindi solo di qualche prova per tarare il peso dell'attore con quello dei contrappesi. Hancock schizza via e precipita sull'asfalto spaccando tutto, cosa che pone dei problemi quando devi farlo fare ad un attore vero su asfalto vero.
"Noi dovevamo provare in continuazione per ottenere un atterraggio accurato in cui Hancock inciampa o cade sulle sue ginocchia e deve ritrovare l'equilibrio prima di potersi rialzare, cosa che significava dover programmare bene ogni argano e contrappeso. Quindi, bisognava semplicemente provare e riprovare continuamente con Will", sostiene il coordinatore degli stunt Wade Eastwood.
Will Smith infatti ha realizzato in prima persona quasi tutte le scene con i cavi sia in partenza che in atterraggio. E non che le scene in partenza fossero più semplici, come spiega lui stesso: "Ci sono stati dei giorni ventosi in cui si volava a trenta metri sopra il terreno in circa un secondo e mezzo. Era come stare sulle montagne russe, ma senza stare nel trenino!" e continua "Il fatto è che lanciarsi da una panchina può farti male, perché i cavi ti tirano talmente forte, che se sei teso puoi stirarti il collo o i tendini, così come mettere troppa pressione sulle tue ginocchia negli atterraggi".

Negli studi di effetti speciali non si butta via nulla
Ad ogni modo qualche intervento digitale è stato comunque necessario, le iperboliche distruzioni portate da Will Smith sono state infatti in gran parte frutto del lavoro della Sony Imageworks, dai frigoriferi che finiscono in strada fino ai treni che deragliano.
"Hancock non ha richiesto nulla di mai fatto prima, abbiamo riadattato molto materiale usato per Beowulf o Spider-man 3. Ad esempio tutta la parte delle variazioni climatiche sull'Hollywood Blvd è stata fatta con i medesimi strumenti che ci avevano consentito di animare l'Uomo Sabbia", spiega il supervisore agli effetti digitali Ken Hahn. Ovviamente gli strumenti usati non erano proprio gli stessi ma un'estensione di quelli. Quasi per ogni film vengono programmati dei software utili a svolgere il lavoro di molti uomini in poco tempo e come è normale che sia, sono strumenti utili a fare una cosa sola con uno scopo solo. Tuttavia spesso è più facile adattare un programma a fare cose simili a quelle per le quali è stato creato che rifarne uno da zero.
"Anche per quel poco di motion capture facciale che è stato necessario ci siamo appoggiati agli strumenti usati per Beowulf (uno dei più massicci esperimenti di motion e performance capture mai tentati, ndr)", si è trattato per lo più delle complesse sequenze di volo per le quali è stato più semplice usare attori digitali. Il senso dell'aria premuta contro la pelle degli attori infatti è così risultato migliore.
Una scena che però ha di sicuro impegnato e non poco gli studi è quella in cui Hancock ferma il treno causando un deragliamento. Gli elementi da modificare o creare dal nulla in quel caso erano tantissimi, dai vagoni usciti dai binari alle macchine vicine a tali vagoni, dalla polvere creata dallo scontro (sia nell'aria che posata sulla strada, sulle persone e sulle macchine vere) fino ad alcune comparse digitali. "È una scena complessa" dice Carey Villegas, un altro supervisore "perchè c'è un unico movimento di macchina panoramico e dovevamo essere sicuri di riuscire a direzionare l'occhio dello spettatore solo con la coreografia del tutto".

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