Gran Torino |
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Un film di Clint Eastwood.
Con Clint Eastwood, Bee Vang, Ahney Her, Christopher Carley.
continua»
Azione,
durata 116 min.
- USA 2008.
- Warner Bros Italia
uscita lunedì 15 novembre 2021.
MYMONETRO
Gran Torino
valutazione media:
3,60
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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L'ennesima grande prova di Eastwooddi Marco PetrucciFeedback: 0 |
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mercoledì 10 giugno 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Originale sin dal titolo il nuovo e ultimo (a detta dello stesso) film da regista/attore di Eastwood. Una grande prova da attore inserita all'interno di una storia toccante ed incisiva sul tema della tolleranza. Walt Kowalsky (cognome che ci riporta al Brando di Un tram chiamato desiderio) è un reduce della guerra di Corea , operaio fino alla pensione presso la Ford , a cui muore la moglie. La pellicola si apre , infatti , proprio durante il funerale. Walt è un tipo duro , chiuso in se stesso che le difficili esperienze hanno contribuito a rendere ancora più scorbutico e critico. Vive in un quartiere nel quale è ormai quasi l'unico "americano" , dove il resto della popolazione è un misto di portoricani , irlandesi , italiani e soprattutto asiatici di etnia Hmong. Il protagionista si sente quasi assediato e si rifugia nella cura maniacale del giardino e della sua auto , appunto una vecchia ford modello Gran Torino. Assiste alla vita del quartiere dalla veranda tracannando lattine di birra , quasi come un vecchio pistolero seduto fuori al saloon. Rifiuta il rapporto con i propri figli e nipoti (effettivamente superficiali) vedendoli sempre più lontani dai valori a lui cari. La situazione cambia quando si trova , suo malgrado , costretto ad avvicinarsi alla famiglia di Thao e Sue. Lentamente scoprirà che il suo razzismo è soltanto frutto della non conoscenza e ritroverà nei due giovani proprio quei valori che pensava perduti ed esclusiva del popolo americano. In questo gli sarà anche di grande aiuto la figura del caparbio sacerdote che lo costringerà a difficili riflessioni e ad una dura analisi di se stesso. Imbraccerà di nuovo , questa volta idealmente , il fucile per sacrificarsi in nome della giustizia. E' pieno di rimandi ad altri film questa pellicola di Eastwood. Sembra quasi una summa di tutti i suoi personaggi. Dal pistolero di "Per un pugno di dollari" all'ispettore Callaghan. Indimenticabili le scene nelle quali imbraccia il fucile o minaccia la gang asiatica con il semplice gesto della pistola fatto con le dita. Una maschera dunque , dietro la quale però questa volta il vecchio Clint costruisce un personaggio consumato dai suoi fantasmi e non gelido e immortale. Al contrario , Walt è inesorabilmente malato dentro e fuori. Riesce però a riemergere confrontandosi proprio con quello che fino ad allora a sdegnosamente rifiutato persino di vedere. Forse l'unico appunto che si può fare al film sta in questo disgelo un pochino troppo repentino. Per il resto tutto è perfetto. Un ritratto a tutto tondo dove il resto della campagnia è veramente un contorno , una spalla per questo grande attore. Contano gli sguardi , le smorfie di un viso magnificamente espressivo ,il linguaggio del corpo tutto proteso nel dialogo silenzioso col pubblico. L'età purtroppo avanza ma quest'uomo ha sempre qualcosa da dire e speriamo lo faccia ancora. La banalità non abita quì. Nei film di Eastwood c'è la voglia di scavare , criticare e far riflettere su tante incongruenze i propri concittadini , dimostrando proprio in questo modo l'amore per il proprio paese. Da vedere assolutamente. Come sempre .......buon cinema a tutti !
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