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Fringe: la genialità, ultima risorsa per salvare l'uomo

Ogni sabato su Steel alle 21.00.
di Mattia Nicoletti

L'innovazione televisiva
Anna Torv . Interpreta Agente Olivia Dunham nel film di Frederick E.O. Toye, Brad Anderson, Paul A. Edwards, Joe Chappelle, Akiva Goldsman Fringe.

venerdì 30 gennaio 2009 - Televisione

L'innovazione televisiva
C'è un elemento, parlando di grande pubblico, che differenzia oggi la televisione dal cinema. Il piccolo schermo sta innovando, sta sfruttando la tecnologia (dimensione del mezzo, alta definizione), sta tornando alle origini conferendo nuova forza alle idee. Una provocazione? No, assolutamente. Quando JJ Abrams nel 2004 ha stupito con Lost, dopo il successo di Alias, si è capito che qualcosa nel mondo di quelli che venivano chiamati volgarmente "telefilm" era cambiato. Lui ha portato il network ABC a investire più di 10 milioni di dollari nell'episodio pilota (la leggenda vuole che l'investimento sia molto superiore) per coinvolgere con un concept fortissimo (i protagonisti e il pubblico non hanno più punti di riferimento. Sono persi) più di 15 milioni di persone ogni episodio in America. Oggi che Lost è giunto alla quinta stagione, JJ ha deciso di impegnarsi nel cinema, prima con Cloverfield e ora con l'attesissima versione personale di Star Trek, e in un nuovo progetto televisivo, Fringe.

Fringe: fusione tra Alias e Lost
Fringe significa margine, confine, ed è lì che il 42enne genio newyorkese lavora anche su questo nuovo progetto. In questo caso è il confine tra fantascienza e realtà, è la fusione fra Alias e Lost, con il recupero della Sci-Fi vecchio stile, quella anni '50, quella degli scienziati pazzi che facevano esperimenti incredibili, e che oggi non sembrano più così folli (si pensi alla biogenetica, alla clonazione, alle cellule staminali). La serie inizia con un aereo in volo che ci riporta a quell'Oceanic 815 di Lost. C'è qualcosa che non va nei passeggeri e dopo l'atterraggio è l'FBI la prima forza ad intervenire. L'agente speciale Olivia Dunham (Anna Torv) si occupa del caso, ma circostanze particolari la conducono a coinvolgere il geniale scienziato Dr. Bishop (John Noble) rinchiuso da 20 anni in un istituto di igiene mentale e Peter Bishop (Joshua Jackson), figlio del professore, che non vedeva il padre da molto tempo.

Assenza di punti di riferimento
Inutile dire che JJ Abrams si diverte a confondere i generi e a giocare con il tempo, questa volta eliminando i flashback e i flashforward, ma velocizzando la vita delle persone, coinvolte in un folle esperimento. Fringe potrebbe essere considerato una chiusa di una trilogia seriale che ha molti elementi in comune. Bisogna dire ancora una volta, però, che è l'analisi dei personaggi a guidare lo spettatore in un universo in cui i punti fermi non sono mai molti, perchè probabilmente questo nuovo universo parallelo, a tratti gelido come il ghiaccio, che rispecchia una società in crisi in cerca di una guida, ha un bisogno irrefrenabile di umanità, dell'uomo come tale, che si deve reinventare se vuole sopravvivere.

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