mehrchad
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giovedì 10 ottobre 2013
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la figura dell'antimentore
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Più che un gioco di finzioni tra la figura del critico d'arte capace di elevare un artista ed i compromessi a cui vanno incontro gli artisti nel moderno mercato dell'arte il film è incentrato su un altro tema quello dell'incontro tra un ANTIMENTORE e COLUI che per una particolare ragione diventerà IL BERSAGLIO . Ciò non ci viene rivelato subito , viene accennato a mano a mano fino a svelarsi chiaramente verso la fine del film : è la storia di una vendetta di un critico famoso e potente che fin dall'inizio da uomo intelligente ed astuto si rende conto che la sua musa/amante le verrà soffiata da un giovane e bell'artista che lui disprezza e considera senza arte ne parte ed attua una sottile e molto crudele vendetta fingendosi appunto un mentore !
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tuko benedicto
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domenica 20 maggio 2012
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purtroppo non posso offendere...
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...quindi non lo farò. ma la voglia è tanta. scopiazzamenti, banalità, insulsaggini sul mondo dell'arte. una storia sconclusionata e raccontata male. attori che si sforzano di recitare battute imbarazzanti come se fossero scritte da chi sa chi (...'i grandi artisti rubano'... ma se ne può ancora di questa fregnaccia?).
girate largo. merita solo per la puccini che è davvero bella.
proprio bella. le mando un bacino
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anita bilello
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sabato 13 novembre 2010
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la manipolazione di un amore
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Il tema di questo film è senza dubbio la manipolazione.
Un critico d' arte, innamorato di una donna riesce a muovere come pupazzi sia lei che il suo passionale compagno, l' artista Adrian Scala, riuscendo a metterli contro sino a separarli definitivamente, con la morte di Adrian.
La totale sopravvenuta mancanza di fiducia diventa terrificante nella scena finale: Adrian, commosso e innamorato, sta per uscire dalla tasca una collana colorata che Gloria aveva perduto, per fargliela riavere.
Peccato che Gloria pensi che stia per uscire dalla tasca una pistola.
Bravissimo Scamarcio.
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rescart
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martedì 13 luglio 2010
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soft skills
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Così si chiama in gergo quell’insieme di capacità che non si trasmettono né all’università né in qualunque altro luogo ove prevalga l’aspetto tecnico, come nel laboratorio in riva al mare dove l’amico tossico di Scala realizza il modellino che poi farà raggiungere a quest’ultimo il tanto agognato, seppur effimero, successo. Dell’assenza di queste capacità, più umane che tecniche, si lamentano spesso i datori di lavoro a proposito dei giovani neolaureati e il mondo dell’arte non fa eccezione. Per quanto gli artisti siano persone creative, estroverse e fantasiose, sempre di persone si tratta; le gallerie d’arte non sono altro che il loro luogo di lavoro ed il critico d’arte, il professor Lulli qui impersonato da Sergio Rubini, il loro datore di lavoro che ha fatto (a differenza dei giovani che sponsorizza) delle soft skills la sua ragione d’essere.
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Così si chiama in gergo quell’insieme di capacità che non si trasmettono né all’università né in qualunque altro luogo ove prevalga l’aspetto tecnico, come nel laboratorio in riva al mare dove l’amico tossico di Scala realizza il modellino che poi farà raggiungere a quest’ultimo il tanto agognato, seppur effimero, successo. Dell’assenza di queste capacità, più umane che tecniche, si lamentano spesso i datori di lavoro a proposito dei giovani neolaureati e il mondo dell’arte non fa eccezione. Per quanto gli artisti siano persone creative, estroverse e fantasiose, sempre di persone si tratta; le gallerie d’arte non sono altro che il loro luogo di lavoro ed il critico d’arte, il professor Lulli qui impersonato da Sergio Rubini, il loro datore di lavoro che ha fatto (a differenza dei giovani che sponsorizza) delle soft skills la sua ragione d’essere. Da una parte l’assenza totale di soft skills, dall’altro la loro presenza totale. Il bianco e il nero. Su questa contrapposizione si regge tutto il film oltre che sulle parole di Menandro: possesso inalienabile è l’educazione dei mortali; quell’educazione che il padre di Gloria aveva affidato a colui che inizialmente aveva travisato questo ruolo innamorandosi della ragazza. E sarà proprio nel tentativo fallito di riconquistarne l’amore che Lulli darà ad essa la lezione più inalienabile e al suo ex quella più mortale. In un crescendo di eventi apparentemente casuali Lulli, con il suo fedele scudiero, è il cavaliere senza macchia che interviene per salvare la sua amata in pericolo di vita. Dove girano troppi soldi per Sergio Rubini si aggira solo il fantasma Michelangelo o di Caravaggio perché il talento non si misura con il denaro ma con il temperamento dell’artista che non accetta consigli da nessuno se non dalla sua musa. Una musa che non ha bisogno di essere rivestita, neanche nelle sue parti più intime, per quanto scolastica possa apparire questa rappresentazione agli occhi di un Lulli che da vecchio marpione quale era sapeva che il vero nome della musa di Scala era Gloria.
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jos d
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domenica 21 marzo 2010
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thriller psicologico dalle atmosfere surreali
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Dopo essere stata per circa dieci anni -cioè da quando era appena una ragazzetta- amante dell'illustre critico d'arte Pietro Lulli (Sergio Rubini), suo precettore, la bella Gloria (Vittoria Puccini) decide di scappare con un artista emergente suo coetaneo di nome Adrian Scala (Riccardo Scamarcio). Trascorso qualche tempo, Gloria rincontra per caso Lulli ma questi, anzichè mostrarsi risentito come ci si poteva aspettare, si comporta in maniera molto affettuosa, dimostrando peraltro grande interesse per le capacità artistiche del giovane Adrian, tanto da prenderlo sotto la sua ala, facendogli così guadagnare le prime pagine delle riviste specializzate. Gloria però guarda con sospetto a questa situazione e ciò porterà presto alle prime incomprensioni fra lei ed Adrian.
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Dopo essere stata per circa dieci anni -cioè da quando era appena una ragazzetta- amante dell'illustre critico d'arte Pietro Lulli (Sergio Rubini), suo precettore, la bella Gloria (Vittoria Puccini) decide di scappare con un artista emergente suo coetaneo di nome Adrian Scala (Riccardo Scamarcio). Trascorso qualche tempo, Gloria rincontra per caso Lulli ma questi, anzichè mostrarsi risentito come ci si poteva aspettare, si comporta in maniera molto affettuosa, dimostrando peraltro grande interesse per le capacità artistiche del giovane Adrian, tanto da prenderlo sotto la sua ala, facendogli così guadagnare le prime pagine delle riviste specializzate. Gloria però guarda con sospetto a questa situazione e ciò porterà presto alle prime incomprensioni fra lei ed Adrian...Thriller psicologico caratterizzato da atmosfere quasi surreali -cui contribuiscono significativamente le misiche di Pino Donaggio- e da una sceneggiatura molto elaborata con un finale aasolutamente amaro e beffardo. Decisamente coinvolgente per lo stile particolare utilizzato dal regista, nonchè per l'interesse suscitato dal disegno psicologico dei personaggi, questo film ad un primo impatto può risultare anche geniale, ma ad un riesame -fermo restando tutti gli altri meriti- non regge la prova della plausibilità: nessuno sprovvisto di sfera di cristallo avrebbe potuto infatti prevedere così alla perfezione tutto l'evolversi degli eventi.
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vivix teletano
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mercoledì 3 febbraio 2010
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imbarazzante a dir poco
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Un film davvero imbarazzante, Sergio Rubini dovrebbe tornare a fare l'attore,perchè le mancanze di questo film sono prevalentemente nella regia incerta, poco incisiva, farfugliata e confusa, dal montaggio osceno. Gli stessi attori sembrano in preda a convulsioni stile "Beautiful", la Puccina ha la stessa espressione pseudo-drammatica per tutto il film, con gli occhi pieni di lacrime/glicerina, non riesce a dare spessore ad alcuna scena e a tratti è addirittura involontariamente comica. Ridicole poi la scena di nudo, col pube tinto di un colore improponibile, e quella della collana persa, trauma infantile campato in aria. Scamarcio sempre molto bravo nei suoi film è purtroppo vittima anch'egli di questa accozzaglia, le uniche, poche a dire il vero, scene con un minimo di pathos si devono a lui.
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Un film davvero imbarazzante, Sergio Rubini dovrebbe tornare a fare l'attore,perchè le mancanze di questo film sono prevalentemente nella regia incerta, poco incisiva, farfugliata e confusa, dal montaggio osceno. Gli stessi attori sembrano in preda a convulsioni stile "Beautiful", la Puccina ha la stessa espressione pseudo-drammatica per tutto il film, con gli occhi pieni di lacrime/glicerina, non riesce a dare spessore ad alcuna scena e a tratti è addirittura involontariamente comica. Ridicole poi la scena di nudo, col pube tinto di un colore improponibile, e quella della collana persa, trauma infantile campato in aria. Scamarcio sempre molto bravo nei suoi film è purtroppo vittima anch'egli di questa accozzaglia, le uniche, poche a dire il vero, scene con un minimo di pathos si devono a lui. Per fortuna c'è Roma e le altre splendide location che salvano un minimo il film.
ps Ma esistono davvero persone che vorrebbero vivere nella casa che affitta la coppia Scamarcio-Puccini a Roma? Col quadro del cardinale appeso e i mobili stile tardo-nobiliare??
Ma per piacere!!!!!!!!!
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audreyh grant cooper
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lunedì 3 agosto 2009
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dubbioso...
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Nn mi è piaciuto il film, la trama poco appassionante seppur ragionevolmente originale, uno Scamarcio sorprendentemente impegnato nel suo ruolo di grande attore che sembra iniziare a prendere molto sul serio (confesserò, cosa mi preoccupa assai:), una Puccini più che inqualificabile, un Rubini troppo ingenuo per essere credibile...nel complesso, un film accettabile ed onesto che però faccio fatica a comprendere ed analizzare in tutte le sue forme, e che non ha raggiunto, o almeno non del tutto, tutte le grandi ambizioni di Sergio Rubini per il soggetto.
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pep87
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lunedì 3 agosto 2009
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il diavolo incantatore
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Ho appena finito di vedere questo film.Dopo neanche 30 minuti subito avevo capito come si sarebbe sviluppato.E piuttosto scontato e personalmente credo che Rubini abbia preso molto spunto dal film"L'avvocato del diavolo".Un burattinaio che muove i fili e architetta tutta la storia "sfruttando"un giovane che vuole avere successo e che pur di ottenerlo è disposto ad abbandonare la donna che ama.Scene e storie gia viste e quindi non rappresenta nulla di davvero nuovo ed originale per lo spettatore che vede per la prima volta il film.A parte ciò però il film scorre comunque bene merito anche dell'interpretazione di Rubini e Scamarcio che anche se un po ingessato riesce a fornire un interpretazione abbastanza convincente dimostrando di essere un attore che non lavora solo ai film giovanili come Vaporidis o Muccino.
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Ho appena finito di vedere questo film.Dopo neanche 30 minuti subito avevo capito come si sarebbe sviluppato.E piuttosto scontato e personalmente credo che Rubini abbia preso molto spunto dal film"L'avvocato del diavolo".Un burattinaio che muove i fili e architetta tutta la storia "sfruttando"un giovane che vuole avere successo e che pur di ottenerlo è disposto ad abbandonare la donna che ama.Scene e storie gia viste e quindi non rappresenta nulla di davvero nuovo ed originale per lo spettatore che vede per la prima volta il film.A parte ciò però il film scorre comunque bene merito anche dell'interpretazione di Rubini e Scamarcio che anche se un po ingessato riesce a fornire un interpretazione abbastanza convincente dimostrando di essere un attore che non lavora solo ai film giovanili come Vaporidis o Muccino.Un film che in poche parole riesce comunque ad essere interessante
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injestick
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lunedì 27 aprile 2009
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tra arte e passione
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Quando il pubblico si incanta difronte alle bellezze create da un artista, i suoi figli, la loro unica ragione di vita... ecco, questo è il momento di pensare a questo film.
un film che prende l'attenzione grazie alla passione di Adrian, interpretato da un Riccardo Scamarcio sensazionale, forse per il suo dono di saper fare l'attore o forse per la sua bellezza statuaria.
la passione e l'amore usati per questa specie di quadro vivente sono assaporabili dal primo istante, dai primi passi degli attori, dalle prime sculture di Adrian.
c'è ovviamente un retrogusto amarognolo, che solo poche persone possono notare... dopo l'amore c'è l'odio, l'invidia, la superiorità di ogni critico d'arte che si rispetti.
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Quando il pubblico si incanta difronte alle bellezze create da un artista, i suoi figli, la loro unica ragione di vita... ecco, questo è il momento di pensare a questo film.
un film che prende l'attenzione grazie alla passione di Adrian, interpretato da un Riccardo Scamarcio sensazionale, forse per il suo dono di saper fare l'attore o forse per la sua bellezza statuaria.
la passione e l'amore usati per questa specie di quadro vivente sono assaporabili dal primo istante, dai primi passi degli attori, dalle prime sculture di Adrian.
c'è ovviamente un retrogusto amarognolo, che solo poche persone possono notare... dopo l'amore c'è l'odio, l'invidia, la superiorità di ogni critico d'arte che si rispetti.
ovviamente è un bel film e il titolo è davvero azzeccato perchè istiga a cedere alla tentazione dell'amore per l'arte!
e come non compredere il significato affino ai magnifici occhi di Riccardo e Vittoria??
comunque film molto elaborato e lungo quanto basta!!
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zio bobo
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mercoledì 15 aprile 2009
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una buona idea sviluppata male ...
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Sono rimasto proofondamente deluso da questo film.
L'idea di base - una storia d'amore che si sviluppa nel mondo dell'arte con la rivalità tra l'artista e il critico d'arte - poteva essere sviluppata in modo interessante.
Al contrario i dialoghi rasentano spesso situazioni tragicomiche con personaggi - soprattutto quello di Scamarcio - che
... cambia personalità ogni dieci minuti.
Alcuni momenti sono assolutamente non credibili come lo stesso finale dove il commissario sembra all'improvviso capire tutto senza alcun motivo plausibile, come se il film lo avesse visto anche lui.
Gli attori - salvo forse l'attore/regista Rubini - recitano im modo patetico, certo non aiutati dai dialoghi loro imposti.
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Sono rimasto proofondamente deluso da questo film.
L'idea di base - una storia d'amore che si sviluppa nel mondo dell'arte con la rivalità tra l'artista e il critico d'arte - poteva essere sviluppata in modo interessante.
Al contrario i dialoghi rasentano spesso situazioni tragicomiche con personaggi - soprattutto quello di Scamarcio - che
... cambia personalità ogni dieci minuti.
Alcuni momenti sono assolutamente non credibili come lo stesso finale dove il commissario sembra all'improvviso capire tutto senza alcun motivo plausibile, come se il film lo avesse visto anche lui.
Gli attori - salvo forse l'attore/regista Rubini - recitano im modo patetico, certo non aiutati dai dialoghi loro imposti.
Mi è parso di capire che il film abbia ricevuto contributi dallo Stato!
Ma è questo il modo di aiutare il nostro cinema?
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