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Che fine ha fatto Osama Bin Laden?, il libro

Una satira a 360° contro la Guerra del Terrore.
di Fabio Secchi Frau

La recensione *** ½

domenica 18 luglio 2010 - Libri

La recensione *** ½
Trovare Osama Bin Laden, il nemico numero uno dell’America contemporanea. Un obiettivo eccentrico e strano se si pensa che a porselo è il regista Morgan Spurlock. È proprio lui a cimentarsi in questa impresa dopo aver studiato a fondo tutti i documenti relativi al capo dei talebani, alla religione islamica e alla Guerra del Terrore, e dopo aver affrontato un corso di sopravvivenza. Ma quante briciole di verità ci sono nell’effettiva ricerca da parte del governo americano del nascondiglio di Osama? E quanto invece la sua figura è stata data in pasto al popolo statunitense, che catodicamente e con ferocia, ha associato la sua immagine a quella del nuovo Adolf Hitler? Spurlock è disposto a tutto per arrivare alla verità, persino a parlare con altri terroristi, principi arabi, imam e persino soldati che tuttora rimangono nel confine afgano per garantire la sicurezza di un popolo che invece farebbe volentieri a meno della loro presenza. Continua così sulla carta stampata la carriera di Morgan Spurlock che, sempre in solitaria, dopo aver firmato il perfetto documentario pop Super Size Me (contro un altro baluardo dell’impresa americana McDonald’s), fa qui esplodere definitivamente – oltre a tutto il suo talento – la ridicola smania dell’orgoglio a stelle e strisce e quella della Guerra Santa Globale che hanno ingaggiato. Non solo, nella sua scrittura nera e ironica si ride e ci si vergogna, spesso, di aver riso con lui. Chiaro che il lettore americano non abbia gradito (pochissime le copie vendute). A conflitto globale in corso e dopo l’11 settembre certi temi sono tabù. Per il pubblico Usa, oggi, ci si può arrabbiare con il presidente per continuare una guerra sbagliata o per l’emergenza della marea nera, ma non si può mettere in ridicolo tutto il suo staff e i servizi segreti come una manica di fantocci sciroccati e depressi e, soprattutto, non si può ridere di coloro che ancora credono che il vero male sia solo a oriente, lontano dall’idea di una guerra scatenata esclusivamente per motivi economici. Insomma ecco un ritratto degli States fatto di plastica e silicone che imperterrita pensa che è Osama l’unico nemico possibile di questa America, l’unico sinonimo di Satana, mentre in realtà la guerra è un’assurda via di fuga. Morgan Spurlock ricorda qui il vecchio Michael Moore, quello più eversivo, irrispettoso, feroce, geniale e molto comico. Imbastisce un monumento (scorretto) della finta caccia all’uomo, innesca una bomba addosso alla politica americana. Fa “boom” e, allo stesso tempo, ferisce con le sue risate fragorose.

In sintesi
George W. Bush ha ritenuto necessario il Conflitto Globale e la Guerra del Terrore, dopo l’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001. Il nemico? Solo uno, Osama Bin Laden. Comincia la caccia all’uomo. Vivo o morto. Ma dove si nasconde quest’uomo? È la domanda che si pone il regista Morgan Spurlock che dopo allenamenti in palestra, corsi di sopravvivenza e studi sul caso politico più importante di questo millennio, va alla ricerca del Nemico Pubblico Numero Uno, scoprendo invece una realtà e un mondo completamente diversi da quelli che l’America continua a mostrarci, ma con ironia.

L’autore
Morgan Valentine Spurlock nasce a Parkersburg nel 1970. Dopo aver studiato al Woodrow Wilson High School, dal quale esce diplomato nel 1989, si laurea alla New York University in cinema, affinandosi alla Tisch School of the Arts, ma solo dopo essere stato rifiutato in molte scuole di cinema degli Stati Uniti. Dopo aver creato il programma “I Bet You Will” (2002), si lancia nella carriera di documentarista firmando il discusso Super Size me (2004), all’interno del quale si sottopone a una ferrea dieta a base di grassi. Per tre volte al giorno, per un mese, consuma i pasti da McDonald’s, avvalendosi dei percorsi calorici consigliati dalla catena di fast food più celebre al mondo, intanto documenta tutto con l’aiuto di un cardiologo, un nutrizionista e un gastroenterologo. Il tutto a dimostrazione della cattiva alimentazione che il cittadino americano medio segue, anche a costo di diventare obeso. Il documentario ottiene una nomination all’Oscar e stravince invece al Sundance Film Festival. Dopo aver prodotto il reality show “30 Days” del quale è protagonista, scrive il libro “Che fine ha fatto Osama Bin Laden?” che lo spingerà a girare un nuovo documentario dal titolo omonimo nel 2008. Ma Spurlock è stato anche un attore. Ha infatti partecipato al film Drive Thru (2007) di Brendan Cowles e Shane Kuhn, accanto a Leighton Meester e Penn Badgley. Dopo un primo matrimonio che finisce in divorzio, si lega ad Alexandra Jamieson, che sposa alle isole Fiji il 3 maggio 2006 e che lo renderà padre di un bambino, Laken James Spurlock.

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