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5x1: Rutger Hauer, il monologo

Per sempre Roy Batty, l'attore olandese si è costruito una carriera da poliedrico.
di Stefano Cocci

Torna in un film italiano per Barbarossa
Rutger Hauer (Rutger Oelsen Hauer) 23 gennaio 1944, Breukelen (Paesi Bassi) - 19 Luglio 2019, Beetsterzwaag (Paesi Bassi). Interpreta L'Imperatore Federico Barbarossa), nel film di Renzo Martinelli Barbarossa.

martedì 6 ottobre 2009 - Celebrities

Torna in un film italiano per Barbarossa
Un bel giorno mi imbarcai su un cargo battente bandiera liberiana". Forse il modo per raccontare l'attore reso celebre da uno dei monologhi più importanti della storia del cinema è un altro monologo, ottenendo un accostamento irriverente. Però, per Rutger Hauer non basta, o non solo, il Roy Batty di Blade Runner. "Io ho viste cose..." disse ma Hauer ne ha viste davvero tante di cose perché, dopo un'infanzia passata con le tre sorelle e la governante con cui i genitori, attori drammatici, li lasciavano durante le loro lunghe tournée, decise di seguire le orme del nonno, capitano di lungo corso, e si imbarcò su una nave mercantile. Proprio come il Manuel Fantoni di verdoniana memoria, una volta sbarcato a causa del suo daltonismo, Hauer fece qualsiasi tipo di mestiere, dall'elettricista al carpentiere. Poi tornò il vecchio amore, o meglio, quello che il suo dna riconosceva come tale, la recitazione. Hauer ha, così, intrapreso una di quelle storie professionali da ricordare perchè "scambiato" all'inizio per un attore da film d'azione, forse per merito o per colpa di quegli occhi freddi e spietati, ci mise un po' a rivelare il lato più riflessivo e intimista. Oggi, oltre ad essere ricordato per una serie di ruoli indimenticabili, Hauer è un attivista verde, oltre che un appassionato di poesia. Per uno che "ha visto cose", raccontarle in versi è una scontata deviazione dalle ovvietà della vita. E del lavoro.

Blade Runner
I've seen things you people wouldn't believe. Attack ships on fire off the shoulder of Orion. I've watched c-beams glitter in the dark near the Tannhäuser Gate. All those ... moments will be lost in time, like tears...in rain. Time to die". Per evitare controversie di traduzione, meglio affidarsi all'originale. Può una frase, seppur pronunciata in quello che si può considerare uno dei film di fantascienza più importanti della storia del cinema, salvare la carriera di un attore? Certo che sì, soprattutto se consideriamo che Hauer è amico personale di Paul Verhoeven e che, se non fosse stato per Roy Batty, si sarebbe potuto ritrovare in Showgirls, Basic instinct o Starship troopers. Una fortuna che l'attore si è costruito da solo, se è vero quanto scritto nella sua autobiografia del 2007, ovvero che fu lui ad improvvisare il monologhi, sintetizzando quello ben più lungo previsto in copione.

Ladyhawke
Incantesimi, armature, duelli di spada, atmosfere cupe. Richard Donner gira questa fiaba interamente nell'Italia del Centro Nord, scritturando i tre attori del momento: il Matthew Broderick di War games; Michelle Pfeiffer che aveva stupito tutti con Elvira in Scarface e il nostro amato Rutger. Ottenne diversi premi Saturn, ma non l'Oscar: ancor oggi, Ladyhawke è un film molto amato, soprattutto dal pubblico televisivo, probabilmente per la storia semplice, i protagonisti sempre affascinanti e quel sano principio dell'happy ending, criticato dai più ma sempre di successo.

The Hitcher
Sottotitolo, "la lunga strada della paura". È proprio a esperienze on the road, terrificanti e pericolose che si ispira il film di Robert Harmon, scritto da Eric Red. Come in Duel, le lunghe lingue di asfalto che uniscono deserti e città negli States sono terra di conquista per pazzi svitati. Contrariamente a quanto avviene nel capolavoro di Spielberg, il volto del terrore e dell'omicidio è quello algido e spietato di Rutger Hauer. The Hitcher ebbe un sequel, ma senza Hauer, e un remake nel 2007, prodotto da Michael Bay e con Sean Bean nei panni del cattivo.

La leggenda del Santo Bevitore
Per non meglio precisati motivi, Hauer ha una passione per l'Italia. Nella filmografia dell'attore olandese, infatti, sono numerose le pellicole dirette da registi italiani. Tra un Tessari, un Ferrara o una Wertmuller, spicca il capolavoro di Olmi, tratto da un romanzo di Joseph Roth. Tanto bello da meritarsi un Leone d'oro al Festival di Venezia del 1988 (e diversi David di Donatello l'anno seguente), La leggenda del santo bevitore ha il merito di far emergere un altro aspetto della personalità e soprattutto della professionalità di Hauer, più riflessivo e poetico.

Batman Begins
Dopo tante battaglie, Hauer si concede personaggi di minor rilievo ma in pellicole di successo. Così decide di accettare il ruolo dell'amministratore delle Wayne Enterprises, nella ripresa ultrarealistica che Christopher Nolan ha ideato dell'eroe dei fumetti creato da Bob Kane. Così la sua naturale e innata aggressività ariana, si incanala negli affari e la borsa, in uno spietato speculatore, di quelli che, forse, hanno provocato l'ultima e ancora in corso crisi economica. Soltanto che, nel mondo perfetto pensato da Nolan, i cattivi, in un modo o nell'altro, finiscono sempre per avere la peggio. Anche Hauer, il quale, da poeta, avrà apprezzato anche se non è riuscito a prendere parte a Il Cavaliere oscuro.

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