Advertisement
21: i geni della "truffa"

La vera storia di sei studenti che sbancarono Las Vegas con la forza dell'intelligenza.
di Marzia Gandolfi

21 vittoria, grande baldoria

mercoledì 16 aprile 2008 - Incontri

21 vittoria, grande baldoria
Forse non lo sapevate ma esiste un modo creativo per sbancare le casse dei casinò di Las Vegas senza barare o violare la legge. Come? Basta avere un quoziente intellettivo superiore alla media, sangue freddo, faccia tosta e la voglia di scommettere la posta più importante della vita: il senso della propria esistenza. Per Ben Campbell, un brillante studente del M.I.T. (il più prestigioso centro di ricerca scientifica al mondo), quel senso vale trecentomila dollari: la retta scolastica per il college. Reclutato da un insegnante, ex giocatore impulsivo e passionale, Ben imparerà molto presto a contare le carte e a giocarsi la sorte a blackjack. Dopo Le regole del gioco di Curtis Hanson, Hollywood torna sui tavoli verdi, ricreando il mondo perduto e notturno dei casinò, frequentato da personaggi eccentrici e giocatori d'azzardo. Fra luci al neon e fiches puntate, il film di Robert Luketic mette in scena il fascino della perdizione e della marginalità, lo spazio residuo di un mondo quasi solo maschile dove è ancora possibile giocarsi il carattere e il futuro. Il gioco del blackjack è una perfetta metafora della lotta per la vita, del sistema competitivo, spietato, eppure eccitante, dell'America, uno spazio simbolico dove investire, rischiare e mettersi in gioco. Per il giovane protagonista il blackjack diventa un modus vivendi, una professione a tempo pieno e una pratica normale di sopravvivenza per far quadrare i conti e rimettere i debiti quotidiani. Las Vegas, dietro e intorno, è interessata a questo genio dell'azzardo a cui un vecchio professore ha trasmesso il demone del gioco. Perché il Ben Campbell di Jim Sturgess ha un carattere speciale e una consumata abilità che colpiscono immediatamente l'occhio di chi lo guarda e che obbliga a guardare lì, solo lì e non altrove. Attraversando l'universo o avanzando verso un tavolo del blackjack, il Jude di Boston si impone immediatamente all'attenzione dello spettatore per il portamento istintivo e il passo efficace con cui entra in scena. La bellezza imperfetta e la presenza scenica del giovane divo pop-britannico sono quello che davvero resta sul tavolo, finita la partita.

Vivere e vincere a Las Vegas
Kevin Spacey: E andiamo, chi non vorrebbe andare a Las Vegas e sbancare un casinò con l'aiuto della propria intelligenza? Il fascino di 21 è tutto qui. La storia raccontata non è frutto di fantasia ma è ispirata da un gruppo di capaci studenti del M.I.T., che negli anni Novanta conquistò Las Vegas e sottrasse milioni di dollari ai loro maggiori casinò. L'articolo di Ben Mezrich (pubblicato nel 2002 sulla rivista Wired) sui giovani geni del M.I.T. che avevano battuto la sorte a blackjack, era già un avvincente thriller hollywoodiano. Io e il mio socio di produzione Dana Brunetti cercammo subito di acquistare i diritti sull'articolo. La vicenda raccontata da Mezrich parla in fondo di un sogno che abbiamo tutti o che tutti vorrebbero poter vivere.

Cattivi maestri
Kevin Spacey: Sono sempre stato appassionato di blackjack, così la lettura del libro di Mezrich, uscito immediatamente dopo il suo articolo, mi ha persuaso a mettere in pratica il metodo del conteggio indicato nel romanzo. Certo non è così semplice azzeccare i calcoli e vincere una mano con tanti soldi in palio, ma provarci è ugualmente elettrizzante. Per questa ragione non ho mai smesso di giocare durante le riprese. Ho sempre voluto interpretare il personaggio di supporto di Micky Rosa, un professore folle e un maniaco delle statistiche, che con grande intuizione mette assieme la squadra del M.I.T., un gruppo di giovani talenti debuttanti nelle sale di Las Vegas. Spero di risultare credibile nel ruolo del geniale professore perché sono stato bocciato all'esame di matematica nel mio ultimo semestre al liceo, l'idea che io possa essere in grado di contare le carte è assolutamente ridicola.

Buoni allievi
Jim Sturgess: Ho inviato personalmente un provino filmato a Robert Luketic, nella segreta speranza di poterlo incontrare e di poter indossare i panni di uno studente geniale che arriva a punto della sua vita in cui i voti eccellenti e la sua intelligenza non bastano da soli a fargli ottenere tutto quello che vuole. Ha bisogno di costruirsi una personalità e un'abilità che lo rendano credibile ai tavoli da gioco di Las Vegas. Del mio personaggio mi affascinava la sua paura costante di essere beccato, il suo stare sempre sul filo del rasoio. Per trovare il mio ruolo i costumi sono stati fondamentali. Indossare la felpa del M.I.T. mi aiutava a sentirmi uno studente ma erano gli abiti di Armani, con le tasche piene di dollari, a trasformarmi in un giocatore convincente.

Gallery


{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati