Vogliamo anche le rose

Paolo D'Agostini

Dopo essersi segnalata con il dolente ritratto di sua madre contenuto nel riconosciutissimo Un'ora sola ti vorrei, Alina Marazzi conferma un talento e una personalità di stile davvero non comuni con un altro film, con un'altra prova di documentarismo assai particolare. Vogliamo anche le rose. Titolo che ci ricorda lo slogan che ha forse maggiormente definito il movimento femminista: le '"rose'" della dimensione personale e sovrastrutturale non meno importanti e necessarie del '"pane'" di quella politica e strutturale.
Marazzi esplora quello che è stato un arco di tempo decisivo per l'acquisizione di una nuova coscienza e per l'affermazione di un nuovo protagonismo femminile - cioè gli anni tra i 60 e i 70 - attraverso i diari di tre donne, all'epoca ragazze. Il valore di testimonianza sociale e di costume viene esaltato da una fortissima impronta di stile e da una decisa quanto originale scelta di linguaggio.
Da un documentarismo tutto affidato alla manipolazione e alla elaborazione delle più varie fonti di repertorio, senza escludere le più fatue o (apparentemente) effimere come pubblicità, fotoromanzi o filmini familiari. Con sensibilità e intelligenza da ammirare.
da La Repubblica, 7 marzo 2008


di Paolo D'Agostini, 7 marzo 2008