Titolo originale | The Universe of Keith Haring |
Anno | 2007 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia, Francia |
Durata | 82 minuti |
Regia di | Christina Clausen |
Attori | Fab 5 Freddy, Jeffrey Deitch, Julia Gruen, Kim Hastreiter, Bill T. Jones David LaChapelle, Hans Mayer, Samantha McEwen, Carlo McCormick, Roger Nellens, Yoko Ono, Kermit Oswald, Kenny Scharf, Bruno Schmidt, Tony Shafrazi, Drew Straub, Junior Vasquez, Gil Vazquez, Joan Haring, Allen Haring. |
MYmonetro | 3,00 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 30 marzo 2017
Ritratto di un vero e proprio fenomeno sociale in grado, nell'arco di un decennio (1980-1990), di rivoluzionare l'arte contemporanea.
CONSIGLIATO SÌ
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Keith Haring è stato l'artista più prolifico del XX secolo nonché il più accessibile al popolo. "Mi è sempre più chiaro che l'arte non è un'attività elitaria riservata all'apprezzamento di pochi" diceva. "L'arte è per tutti e questo è il fine a cui voglio lavorare". Parole che hanno contraddistinto tutta la sua carriera, dai primi anni estremamente creativi vissuti con pochi mezzi per le strade di New York al grande successo ottenuto su scala mondiale. Di Haring conosciamo già l'opera (le sue sagome stilizzate sono diventate celebri quando il marchio della coca cola) ma Christina Clausen ce la mostra dal dietro le quinte, confezionando un documentario in cui la storia di uno dei maggiori rappresentanti della pop art è raccontata attraverso i ricordi di familiari e amici. Tony Shafrazi, Carlo McCormick, Kenny Schart, David LaChapelle e Yoko Ono ci introducono nell'Universo di Keith Haring. Vedere il documentario è come partecipare a una mostra dove viene ripercorsa tutta la vita raffigurata attraverso immagini di repertorio in cui un giovanissimo Keith si raccontava alla macchina da presa. Dall'insieme delle clip emerge la passione del giovane artista per i graffiti - espressione d'arte per il popolo per eccellenza - e per la musica con la quale amava confrontarsi mentre dipingeva. Il lavoro della Clausen non si ferma all'analisi delle creazioni di Haring o alla narrazione della sua vita privata, ma racconta anche una scena artistica, quella newyorkese degli anni '80, e di come i primi successi in termini economici cambiarono per sempre i meccanismi creativi degli artisti. Sebbene Haring fosse stato esortato a dipingere di meno per preservare il suo "marchio", lottò fino all'ultimo per mantenere la propria libertà e dare sfogo alla sua vena creativa, che si esaurì fin troppo presto nel febbraio del 1990. Esauriente dal punto di vista documentaristico e commovente dal punto di vista umano, The Universe of Keith Haring è un must per tutti gli appassionati d'arte e per chi volesse saperne di più sulla vita del più grande rappresentante della cultura di strada.
The bane of documentaries on creative people is that they're often little more than a fan's note, of interest only to those who already know and love the work in question. "The Universe of Keith Haring" starts out that way but the force of the late artist's energy and personality is strong enough to win over the skeptics. Because director Christina Clausen has devoted nearly 90 minutes to Haring, [...] Vai alla recensione »
Keith Haring was not a great artist. He might not even have been a very good one. But he was the right person in the right place at the right time, and he had a seemingly inexhaustible supply of just the right energy: a radiant, joyful enthusiasm that he shared with unflagging vitality first on the streets of New York and then on the world stage. Like Andy Warhol, whom he revered and later befriended, [...] Vai alla recensione »