Stardust

Dopo Alan Moore, ecco che Hollywood ha pensato bene di fare a pezzettini anche il suo amico Neil Gaiman. Sapendo dell'uscita di "Stardust" al cinema, ho pensato bene di leggermi prima il libro, così da averne fresca memoria quando sarei andato a vedere la versione cinematografica. Lettura fantastica, di eccelsa qualità... ma non l'avessi mai fatto! Dopo 10 minuti di visione del film ero già ampiamente deluso, alla fine ero persino arrabbiato!!! Subito salta all'occhio la scopiazzatura spudorata da "Il Signore degli Anelli", nelle scelte di regia e nel taglio del film: come Peter Jackson, Vaughn toglie di mezzo tutte le premesse alla vicenda; in più, elimina o cambia significativamente o banalizza grosse parti della storia (tra cui anche la conclusione), falcia via un gran numero di personaggi importanti come niente fosse e stravolge quelli che mantiene. Ma se per Jackson tale lavoro è comprensibile, dovendo maneggiare un volume da 1200 e più pagine, lo stesso non si può dire per Vaughn, che ha dovuto adattare un libro ben più agile (circa 240 pagine, se non ricordo male). Se si sta bene attenti, poi, si noteranno facilmente diverse incongruenze di sceneggiatura; ad esempio, ad un certo punto Yvaine dice "Vuoi rompermi anche l'altra gamba?!?", ma ad inizio film, appena caduta dal cielo, non si fa alcuna menzione che se ne sia rotta una (come avviene nel libro), e infatti riesce a camminare più o meno normalmente, solo zoppicando un po'. Inoltre, i dialoghi sono spesso banali, si sprecano messaggi morali da quattro soldi, l'ironia eccede in stupidità, la caratterizzazione dei personaggi è inconsistente. E ci voleva una stella più bella di Claire Danes (che non sarà mai Gwyneth Paltrow, anche se la acconciano come lei). Resta inoltre da capire perché siano state tolte così tante parti alla trama originale per poi rimpiazzarle con altre inventate di sana pianta, che oltretutto non si fanno nemmeno apprezzare: tolto il combattimento tra l'unicorno e il leone, tolto il faggio incantato, tolti la moglie di Dunstan e la sorella di Tristan, e via dicendo... per vedersi aggiungere il pirata gay di Robert De Niro, macchietta ridicola, e il super-combattimento finale, dal tutto assurdo, illogico e inverosimile, basato su colpi di scena scontati. Beh, le perdite non sono neanche lontanamente compensate! Ah, già, c'è anche la solita e immancabile profusione di effetti speciali: ne servivano pochi, se ne è fatto come al solito uso e abuso. Ormai per un certo cinema hollywoodiano sono come una droga. Cosa rimane, allora, dello "Stardust" di Neil Gaiman? Davvero poco, quasi nulla. Soprattutto, la magia del racconto originale è totalmente persa. Un consiglio sincero: leggete il libro e lasciate perdere il film. Avete solo da guadagnarne.