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I segreti di Ratatouille

Cosa rende un film Pixar diverso dagli altri.
di Gabriele Niola

Ogni film una piccola rivoluzione

mercoledì 17 ottobre 2007 - Making Of

Ogni film una piccola rivoluzione
Nessuno come la Pixar riesce a tenere (ormai da 12 anni) un livello di produzione qualitativamente così alto, sia dal punto di vista tecnico che da quello artistico. Ogni film che la Pixar ha realizzato dal 1995 ad oggi è stato un piccolo gioiello contenente elementi affascinanti per ogni fascia di pubblico. E in ogni film la casa di produzione di cartoni animati (ora parte della Disney) ha saputo affrontare una sfida tecnica nuova, portando avanti un determinato ambito della computer grafica.
Il pelo e la profondità di campo per Monsters & Co., la gestione dell'animazione subacquea (dove tutto è in costante movimento) per Alla Ricerca Di Nemo, la rapidità di movimento in Cars e ora in Ratatouille è la volta della gestione delle luci su diversi tipi di materiali organici. Particolari che sembrano assolutamente ininfluenti ma che in realtà a un indagine anche solo leggermente più approfondita si rivelano fondamentali per fare la differenza (assieme alle idee!) con la concorrenza e con parte del cinema dal vero.
Perché la Pixar al contrario di una parte della concorrenza insegue il fotorealismo solo per discostarsene, cerca di ricreare gli elementi del mondo reale come li vediamo solo per poter partire da essi e arrivare a una dimensione da cartoon. Come ha detto Michael Fong, uno dei supervisori all'animazione a proposito della resa di Parigi, la città dove si svolge la storia: "L'impatto visuale è realistico con un un look da dipinto. È un mondo fatto a mano".
E di soluzioni artigianali utilizzate per stimolare reazioni e sensazioni negli spettatori sfruttando la tecnologia, Ratatouille ne è pieno.

Topi da laboratorio d'animazione
Uno dei primi elementi realistici da cui dover partire per poi arrivare a una soluzione ibrida con il mondo dei cartoon sono chiaramente i topi, animali poco piacevoli per antonomasia e difficili da rendere simpatici, specialmente in cucina.
Chiaramente c'è stato un lungo periodo di studio degli animali, fatti arrivare in diverse gabbie all'interno degli studi Pixar, e tenuti nelle stanze degli animatori per mesi, in modo che potessero abituarsi ai loro movimenti e conoscerli nel profondo. "Vivendo con i topi hai veramente modo di vedere tutte le loro piccole abitudini", ha ammesso Brian Green, supervisore all'animazione.
Eppure la svolta più importante a livello di animazione non è stata riguardo i movimenti, ma capire quanto siano soffici i topi e che proprio per questa proprietà del loro corpo si muovono in maniera particolare. Una consistenza che è la firma sui personaggi del film: se si pensa infatti ai topolini classici in 2D come quelli di Cenerentola e li si mette a confronto con quelli di Ratatouille, una delle cose più evidenti è come i secondi sembrino più soffici e leggeri dei primi.
Ma non solo, anche lo studio delle proporzioni è stato fondamentale. Ad esempio nella scena dell'inseguimento tra il capocuoco Skinner e il topo Remy, il cuore del secondo necessariamente batte più velocemente di quello del primo e questo particolare apparentemente insignificante dà un tono molto più reale, oltre che concitato, alla sequenza.

Animazione a pelo
Dato il grande numero di animali pelosi che sono disseminati lungo il film, era chiaro che Ratatouille sarebbe dovuto andare oltre le soluzioni già esistenti in termini di disegno al computer della pelliccia animalesca, studi fatti dalla stessa Pixar ai tempi di Monsters & Co. per il manto di Sally Sullivan. Questo perchè gli animali pelosi in quest'ultimo film sono molti di più e spesso anche non in primo piano.
"Avevamo folle intere di ratti pelosi ed era importante rendere bene il loro pelo", spiega Michael Fong. Il pelo degli animaletti infatti è uno degli accorgimenti, assieme alle orecchie, che li rendono meno schifosi e più amichevoli, per cui avere una brutta resa del pelo o le luci che si rifrangono male sul manto equivaleva a creare una maldisposizione del pubblico nei confronti dei protagonisti.
Il problema era che per vedere una modifica o un dettaglio cambiato alla risoluzione con la quale sarebbe stato messo su pellicola ci volevano 40 ore (data la complessità degli elementi in scena), una cosa assolutamente inaccettabile per poter lavorare. Così alla Pixar hanno avuto la brillante idea di utilizzare meno pelo per i topi sullo sfondo ma più spesso, così i topi in primo piano avevano peli a migliaia e quelli di sfondo solo a centinaia. Questo ha abbassato i tempi di rendering da 40 a 2 ore senza incidere sulla qualità del disegno percepito.

La cucina è tutta una questione di illuminazione
La luce è uno dei problemi primari nella creazione di cartoni in 3D, ogni elemento la rifrange o la assorbe diversamente; da come questa è gestita derivano molte cose, come ad esempio il realismo.
In Ratatouille la luce è gestita attraverso un nuovo sistema che oltre che rifrangerla può anche imparare come diversi materiali e diverse superfici siano in grado di assorbirne una parte; questo per esempio fa sì che nel film di Brad Bird la qualità della resa della pelle umana sia decisamente migliore che in passato.
Di questo nuovo trattamento della luce ha beneficiato soprattutto la resa del cibo, che doveva essere uno degli elementi chiaramente fondamentali del film.
Per far capire l'abilità di Remy, il topo cuoco, e la delizia dei piatti cucinati era indispensabile renderne la consistenza assieme a tutti i dettagli, lo stesso regista Brad Bird ricorda che "c'è un certo quantitativo di luce che penetra la superficie del cibo, colpisce gli elementi che sono sotto o dietro al cibo, e che poi torna indietro di nuovo attraverso di esso".
Dunque per arrivare al realismo e poi poter disegnare e rendere cartoonistico il cibo, è stato necessario effettivamente cucinare tutti i piatti che si vedono nel film e fotografarli non solo una volta finite, ma anche durante le fasi di cottura.
Oltre a questo poi tutti gli animatori, dal primo all'ultimo, hanno dovuto prendere lezioni di cucina con regolarità per imparare a tagliare gli ingredienti, a verificare la consistenza delle salse, a capire come reagiscano diversi tipi di cibi quando sono uniti.
Per la cronaca l'alimento che in assoluto ha dato più problemi di tutti è stato il pane, perchè non basta dipingerlo, bisogna rendere in pieno il suo volume, la sua umidità, il fatto che sia molto morbido dentro eppure croccante fuori, altrimenti non sarà mai buono-da-vedere.
In questo è stato molto utile Michael Warch, che prima di entrare nell'industria cinematografica (ha lavorato nei reparti degli sfondi) è stato cuoco professionista: "Ero sempre a disposizione. Quando gli effettisti mi chiamavano dicendo che avevano bisogno di ricreare la zuppa che Remy stava osservando, scendevo e la preparavo".
Bird: "Avevamo molti consulenti che dicevano non solo come il cibo dovesse sembrare ma anche come doveva essere organizzata una cucina. Cosa che ha dato una mano alla fantasia".

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