fabio
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martedì 27 novembre 2007
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poca e insensata trama...
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Il primo film, Palermo-Milano, era molto ben fatto, con una trama che avvolgeva lo spettatore.
Questo al contrario a mio parere rappresenta solamente un'operazione di marketing per la quale la pellicola di undici anni fa rappresenta solamente la funzione di prodotto civetta per lo spettatore e con la quale non ha nulla da spartire.
Un insieme di scene con pistolettate,mitragliate e chi più ne ha più ne metta unite tra loro senza che vi sia un senso alla trama, buchi di sceneggiatura, avvenimenti che accadono senza alcun senso e soprattutto l'idea del viaggio, il vero leit motiv del primo film, che pare più costituire un fardello da sopportare che l'elemento base della trama.
Oltre a ciò ci sono un'infinità di dialoghi prevedibili e irreali, musica anni ottanta un pò furbetta, Giannini che, seppur sempre bravissimo, si fa notare solo per urlare "nooooo" ogni due minuti, Ricky Menphis che pare un pò bollito e Bova che dà l'impressione di essere lì per caso.
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Il primo film, Palermo-Milano, era molto ben fatto, con una trama che avvolgeva lo spettatore.
Questo al contrario a mio parere rappresenta solamente un'operazione di marketing per la quale la pellicola di undici anni fa rappresenta solamente la funzione di prodotto civetta per lo spettatore e con la quale non ha nulla da spartire.
Un insieme di scene con pistolettate,mitragliate e chi più ne ha più ne metta unite tra loro senza che vi sia un senso alla trama, buchi di sceneggiatura, avvenimenti che accadono senza alcun senso e soprattutto l'idea del viaggio, il vero leit motiv del primo film, che pare più costituire un fardello da sopportare che l'elemento base della trama.
Oltre a ciò ci sono un'infinità di dialoghi prevedibili e irreali, musica anni ottanta un pò furbetta, Giannini che, seppur sempre bravissimo, si fa notare solo per urlare "nooooo" ogni due minuti, Ricky Menphis che pare un pò bollito e Bova che dà l'impressione di essere lì per caso.
La figura degli attori/bambini, seppur bravi, è il trionfo della retorica e dei luoghi comuni,così come quella della "talpa in Procura", ben poca fantasia!, mentre il Loverso boss impellicciato è forse il personaggio meglio riuscito.
E poi, scusate la considerazione che a prima vista può apparire sciocca ma che in realtà a mio parere toglie senso a tutto il film, se in Palermo-Milano l'imprevedibilità degli accadimenti portava alla necessità di intraprendere il viaggio via terra in questo caso la scelta di non prendere un normale aereo per evitarsi tutto il carosello di spari e inseguimenti rappresenta una forzatura che stride eccessivamente con la logica. Ok, è un film, ma un poco di aderenza con la realtà in un'opera di questo genere andrebbe considerata.
Insomma, fossi andato a vedere al cinema una puntata inedita di Distretto o simili ne sarei uscito molto più felice!
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francesco cerminara
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sabato 8 dicembre 2007
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meglio il poliziesco
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Siamo di fronte ad una rappresentazione che non rientra nella tradizionale filmografia mafiosa. Il sequel di “Palermo- Milano sola andata” tratta infatti accuratamente i sentimenti che legano persone coinvolte, direttamente o indirettamente a questioni mafiose. La “macchia” è talvolta descritta in modo irreale: il boss e i suoi mafiosi risparmiano la vita di un poliziotto, consegnandogli un cellulare affinché possa far capire ai suoi amici chi comanda. Da un lato si è scelto di entrare nel sentimentalismo senza crudezza e sdolcinatezza- scelta meritevole di applausi grazie all’ interpretazione dominante di un Bova dall’ aspetto duro e dall’ animo nobile-, dall’ altro lato si è cercato invano di tramutare la pellicole in un “action-movie" americano di ottima qualità: ritmo serrato, atleticità e fisicità dei personaggi.
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Siamo di fronte ad una rappresentazione che non rientra nella tradizionale filmografia mafiosa. Il sequel di “Palermo- Milano sola andata” tratta infatti accuratamente i sentimenti che legano persone coinvolte, direttamente o indirettamente a questioni mafiose. La “macchia” è talvolta descritta in modo irreale: il boss e i suoi mafiosi risparmiano la vita di un poliziotto, consegnandogli un cellulare affinché possa far capire ai suoi amici chi comanda. Da un lato si è scelto di entrare nel sentimentalismo senza crudezza e sdolcinatezza- scelta meritevole di applausi grazie all’ interpretazione dominante di un Bova dall’ aspetto duro e dall’ animo nobile-, dall’ altro lato si è cercato invano di tramutare la pellicole in un “action-movie" americano di ottima qualità: ritmo serrato, atleticità e fisicità dei personaggi. I risultati di questo secondo esperimento sono buoni, non ottimi, colpa di un montaggio raramente adeguato. Nel complesso il film di Fragasso è accettabile. Il talento della coppia Giannini-Bova è indiscutibile; E. Lo Verso, tornato al grande schermo, avrebbe dovuto imprimere più pathos al suo personaggio, lavorando su un linguaggio più dialettale e meno forbito; i baby- attori, impegnati rispettivamente nel ruolo di aspirante mafioso e di autistico, si sono comportati in maniera egregia; il resto degli interpreti, imprigionati in convulse vicende personali, è stato offuscato dalla padronanza scenica di Bova. Sarebbe stato meglio continuare a plasmare i generi nostrani che cimentarsi in prospettive che non ci appartengono e verso le quali siamo impreparati.
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