L'amore ai tempi del colera |
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Un film di Mike Newell.
Con Javier Bardem, Giovanna Mezzogiorno, Benjamin Bratt, Catalina Sandino Moreno, Hector Elizondo.
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Titolo originale Love in the Time of Cholera.
Drammatico,
durata 138 min.
- USA 2007.
- 01 Distribution
uscita venerdì 21 dicembre 2007.
MYMONETRO
L'amore ai tempi del colera
valutazione media:
2,59
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il vero amore è una malattia incurabiledi lobohombreFeedback: 0 |
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venerdì 14 marzo 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La storia non fa della complessità il suo punto di forza. Siamo nel Sud America di fine Ottocento. La città è Cartagena, Colombia, eppure alla luce della descrizione che ce ne fornisce il regista Mike Newell potrebbe trattarsi di un qualsiasi centro sudamericano del periodo preindustriale. I due protagonisti, Florentino e Fermina, ancora adolescenti si promettono amore eterno. I loro acerbi progetti matrimoniali vengono tuttavia stroncati dalla opposizione del genitore di lei e dalla successiva intrusione di Juvenal Urbino, rampante medico dell'alta borghesia alla cui serrata corte Fermina finirà per cedere, sconfessando i propri sentimenti verso il gentile e spiantato Florentino. Nei successivi cinquantatre (!) anni le loro esistenze scorreranno separatamente, tra alti e bassi, fino al giorno in cui - ormai anziani - si riuniranno grazie alla sublime perseveranza di Florentino. Un amore talmente viscerale, immenso, trascendente - quello del protagonista - da risultare "incurabile" proprio come la malattia che per gran parte del film imperversa sullo sfondo, quel terribile colera che a cavallo tra Ottocento e Novecento mietette migliaia di vittime in ogni parte del mondo. Storia lineare, si diceva, ed incentrata su un tema non molto originale. Eppure per quanto tutt'altro che perfetto questo film ha il merito di riuscire laddove molti altri hanno fallito: raccontare l'amore con la "a" maiuscola. Un amore che trascende l'oggetto, l'ideale o la persona verso cui è rivolto, e che autoalimentandosi riesce a dare un senso ad un'intera esistenza. I momenti migliori a mio avviso sono raccolti nelle due estremità del film, la prima e l'ultima parte, grazie alle belle location, l'ottima fotografia e alle interpetrazioni di John Leguizamo (il padre di Fermina), Unax Ugalde (Florentino adolescente) e Javier Bardem (Florentino anziano). La parte centrale mi è sembrata invece meno riuscita, vuoi per la prova non eccelsa della Mezzogiorno (appena sufficiente il suo autodoppiaggio), vuoi per qualche stucchevolezza nella sceneggiatura, vuoi per il ricorso ad alcune gag le quali spesso risultano decisamente fuori contesto. In definitiva, una graziosa storia d'amore. Un film che - sebbene a volte un pò chiassosamente - riesce a trasmettere il suo messaggio senza scadere in quella retorica da botteghino che sempre più spesso contraddistingue gli odierni film sentimentali.
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