eugen
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mercoledì 19 ottobre 2022
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il libro e''altro, ma...
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Che un capolavoro letterario, come "El amor en el tiempo del co?lera"di Gabriel Garcia Marquez, 1985, nella versione filmica, del 2007(regia. Mike Nevell, Ronald Harwood sceneggiatore)sia altro non deve stupire, dato che il linguaggio filmico non puo'essere quello della letteratura, identificzarsi con esso. Che pero'il fllm renda meno dell'opera letteraria a livlelo di produzione di senso e'vero e deve essere rilevato, stante la bravura degli interpreti(Javier Bardem e Giovanna Mezzogiorno nei ruoli"cruciali"quelli dei due innamorati, stante la diligenza di sceneggiatura e regia(il romanzo e'rispettato praticmanete sepre, diremmo quasi"alla letteras")e'parimenti vero e non c'e'da stupirsene, proprio per quanto detto sopra.
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Che un capolavoro letterario, come "El amor en el tiempo del co?lera"di Gabriel Garcia Marquez, 1985, nella versione filmica, del 2007(regia. Mike Nevell, Ronald Harwood sceneggiatore)sia altro non deve stupire, dato che il linguaggio filmico non puo'essere quello della letteratura, identificzarsi con esso. Che pero'il fllm renda meno dell'opera letteraria a livlelo di produzione di senso e'vero e deve essere rilevato, stante la bravura degli interpreti(Javier Bardem e Giovanna Mezzogiorno nei ruoli"cruciali"quelli dei due innamorati, stante la diligenza di sceneggiatura e regia(il romanzo e'rispettato praticmanete sepre, diremmo quasi"alla letteras")e'parimenti vero e non c'e'da stupirsene, proprio per quanto detto sopra.. Anche prescindendo da riflessioni generaali sul rapporto cinema-.letteratura, comunque importanti, bisogna far uso dell'empatia che riesce a creare con i lettori/le lettrici lo scrittore colombiano, il pu'grande di sempre e tra i piu'importanti autori del 1900 di sempre e di tutto il mondo, che parla dlela Colombia dagli ultimi anni 1870 agli anni Venti del Novecento (lo si vede, fi,micamente, dal passaggio dalle carozze alle prime automobili etc,)e dall'apporto musicale di Shakira, che per il film ha scritto e interpretato ben tre canzoni, una"levigata", pur se corretta e stilisticamnte ineccepibile versione"gringa"pur se girata a Cartagena, bellissima citta'colombiana, dove l'amore"eterno"tra i due amanti , interrotto dal padre di lei che non vuole che la figlia sposi un"umile telegrafista"(che pero'diventera'dirigente della Compagnia fluviale), preferendogli un medico, che si consuma molto dopo nel tempo(mezzo secolo e piu')quando i due amanti sono ormai anziani(Jacques Brel con la sua"Chanson des vieux amants" avrebbe molta attinenza con il tema)viene in qualche modo se non"appiattito", certo deprivato di intensita'. Beninteso non si puo'dire che , appunto, la messa in scena e meglio traspozioone fimica non sia"corretta", ma in parte anche proprio per questaa sarebbe da superare, recuperando comunque la lettura del classico che ha ispirato il film. Gli altri/le altre interpreti del film, quasi tutti/e co,lomoibani/e e comunque "latinos"(latinas)sono ottimi/e, ma il problema e'quello anzixettto, dove il folm puo'essere quasi un'introduzione all0opera letteraria. El Gato
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nanobrontolo
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sabato 2 gennaio 2021
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invece è un bel film
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Non sono d'accordo con chi ha recensito negativamente questo bel film. Il capolavoro di Gabriel Garcia Marquez è ben raccontato e ben recitato e rende perfettamente l'idea dell'amore che resiste anche dopo 50 anni, se é Amore: ovvio.! Dura oltre le due ore ma si fa guardare. Non consigliato ai cuor di pietra!
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domenico
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sabato 28 dicembre 2019
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inguardabile
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La recitazione è paragonabile ad una telenovela degli anni 80. Sono riuscito a seguire solo i primi 5 minuti del film. Inguardabile.
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inesperto
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mercoledì 23 luglio 2014
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sostenibile una volta, non di più.
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All'inizio si rischia l'overdose di zucchero, poi fortunatamente il film si fa più guardabile. Al di là di ogni giudizio sull'attendibilità della trasposizione cinematografica, la storia di un amore che attende più di 50 anni per realizzarsi è davvero struggente. Il personaggio di Florentino risulta il più affascinante dell'intera vicenda e Bardem dà ottima prova di sè. Ottimo anche Elizondo, per quanto la sua parte sia secondaria. La nostra Mezzogiorno, inoltre, vanta degli occhi raramente eguagliabili..
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ashtray_bliss
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lunedì 26 maggio 2014
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dal capolavoro letterario, film riuscito a meta'.
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Ci sono sempre delle trappole o degli agguati nel trasportare sullo schermo grandi classici della letteratura contemporanea, come "L'amore ai tempi del colera" di Marquez, uno dei nostri piu' importanti scrittori, patrimonio culturale immenso. E nel caso del film ci imbattiamo, purtroppo, in non pochi agguati che tolgono a questa opera ambiziosa lo spessore al quale certamente ambiva. In primis, i protagonisti principali (Bradem e Mezzogiorno) sembrano impacciati, goffi, adirittura insicuri nei rispettivi ruoli che portano avanti scena dopo scena, non donando a Fermina Daza e Florentino Ariza la verosimiglianza che meriterebbero. Non rendono giustizia ai propri personaggi e tantomeno all'autore originale del romanzo.
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Ci sono sempre delle trappole o degli agguati nel trasportare sullo schermo grandi classici della letteratura contemporanea, come "L'amore ai tempi del colera" di Marquez, uno dei nostri piu' importanti scrittori, patrimonio culturale immenso. E nel caso del film ci imbattiamo, purtroppo, in non pochi agguati che tolgono a questa opera ambiziosa lo spessore al quale certamente ambiva. In primis, i protagonisti principali (Bradem e Mezzogiorno) sembrano impacciati, goffi, adirittura insicuri nei rispettivi ruoli che portano avanti scena dopo scena, non donando a Fermina Daza e Florentino Ariza la verosimiglianza che meriterebbero. Non rendono giustizia ai propri personaggi e tantomeno all'autore originale del romanzo.
La storia, conosciuta piu' o meno, e' ambientata nell'America Latina del fine ottocento, sullo sfondo del delirio causato dall'epidemia di colera che colpi' la maggior parte della popolazione (che pero' non viene trattata minimamente durante il film); e si concentra sull'amore che sboccia tra i due protagonisti ancora adolescenti. Un amore platonico, sin troppo idealizzato, romantico e troppo puro per essere vero o durare a lungo. Fatto sopratutto di sguardi rubati, di scambi di lettere d'amore che durara' mesi e di pochi, fugaci, momenti di incontro tra i due giovani. Sentimento che nonostante gli scambi reciproci di giuramenti di eterno amore, verra' messo a dura prova dal severo ma premuroso padre di Fermina, che tentera' di far ragionare la figlia, troppo giovane per sposarsi con un ragazzo di povera famiglia, per la quale si augura che possa prima creare una formazione personale valida e poi sposare un uomo dell'alta societa'.
I due si separeranno fisicamente e geograficamente. Florentino restera' in citta', a vivere con la madre e portare avanti un lavoro poco fruttuoso come postino. Unico suo sfogo sara' la poesia. Florentino infatti coltivera' la sua passione per le parole, mettendole su carta, proprio come faceva prima durante gli scambi delle lettere d'amore per la sua amata. Ma mentre lui restera' sempre innamorato di Fermina, sognando il giorno del suo ritorno in citta', lei si rendera' conto che suo padre aveva ragione. Era solo un invaghirsi momentaneo, una fase adolescenziale effimera, come confessera' dopo allo stesso. E mentre i due continuano a cresciere emotivamente e fisicamente, Fermina accettera' di sposare il suo medico curante, mentre Florentino si dedichera' ad una vita spericolata, fatta di alcol, donne ma anche agi economici.
Tra alti e bassi, e dopo molti anni e drammi personali (la madre di Florentino che viene progressivamente colpita' dall'Alzheimer- la crisi matrimoniale di Fermina e Urbino- la guerra e la svolta secolare) la coppia si ricongiungera' ormai vecchia, esattamente dopo 53 anni. Questa volta piu' onesti e maturi nei confronti dei propri sentimenti che nutrono a vicenda, per poter celebrare in pochi anni di vita rimasti tutto il tempo perduto.
Il film in questione vanta sicuramente di una ottimale fotografia e scenografia, impeccabile nella ricreazione degli ambienti e dei particolari tipici della fine Ottecento: Attenta sempre ai dettagli delle scene, ai colori, ai costumi e al trucco degli attori. Ma sfortunatamente fallisce nel donare spessore emotivo e psicologico a tutti i suoi protagonisti, partendo dalla coppia per finire ai personaggi marginali che ruotano attorno a loro. Le interprtazioni sembrano forzate, i loro movimenti quasi burattineschi e lasciano soltanto l'impressione allo spettatore di una recitazione impostata e superficiale che non rende giustizia al romanzo di Marquez.
Regia che nonostante tutto riesce a destreggiarsi abilmente per tutta la durata del film, rappresentando discretamente bene il passare degli anni e l'altalenarsi di sentimenti che i due amanti provano a vicenda.
Una pellicola che s'incarica di trasportare un romanzo cosi "pesante" sullo schermo dovrebbe imporsi degli standard sotto i quali non dovrebbe scendere. E dovrebbe esigere di piu', cercando quel minimo di perfezione ottica e visiva ma anche sentimentale richiesta dalla storia. Richiederebbe di coinvolgere lo spettatore, appassionarlo alla trama dei due amanti cosi legati l'uno all'altra e cosi profondamente divisi. Ci prova ma non riesce mai ad andare in fondo, a scavare sotto la superficie patinata dell'impeccabilita' ottica che ci viene esposta. E si rimane delusi. La confezione esterna e' davvero impeccabile, ma per il contenuto interno, anche stavolta, bisogna spegnere il televisore e ritornare ad aprire le pagine stampate su carta.
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kondor17
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sabato 19 aprile 2014
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un pò manierista ma guardabile
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Trasposizione poco fedele del bel romanzo di Garcia Marquez (riposa in pace, Gabriel) affidata da Steindorff, dopo anni di attesa per i diritti, a Mike Newell, con un cast di prim'ordine: Javier Bardem, Giovanna Mezzogiorno e, in pillole, Laura Harring e Liev Schreiber. Bellissime le tre canzoni di Shakira, connazionale di Marquez e che lui avrebbe voluto nel cast (ma si rifiutò di gigare le scene di nudo), e la fotografia.
Florentino Arisa, giovane impiegato delle poste colombiane, nell'ufficio diretto da Liev Schreiber, si innamora a prima vista di una nuova vicina, Fermina Daza, rimasta recentemente orfana di madre e trasferitasi a Cartagena con il padre, rude e venale allevatore di muli, proprio con l'intento, vista la sua bellezza, di trovarle un ottimo partito.
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Trasposizione poco fedele del bel romanzo di Garcia Marquez (riposa in pace, Gabriel) affidata da Steindorff, dopo anni di attesa per i diritti, a Mike Newell, con un cast di prim'ordine: Javier Bardem, Giovanna Mezzogiorno e, in pillole, Laura Harring e Liev Schreiber. Bellissime le tre canzoni di Shakira, connazionale di Marquez e che lui avrebbe voluto nel cast (ma si rifiutò di gigare le scene di nudo), e la fotografia.
Florentino Arisa, giovane impiegato delle poste colombiane, nell'ufficio diretto da Liev Schreiber, si innamora a prima vista di una nuova vicina, Fermina Daza, rimasta recentemente orfana di madre e trasferitasi a Cartagena con il padre, rude e venale allevatore di muli, proprio con l'intento, vista la sua bellezza, di trovarle un ottimo partito. Gli sguardi di Florentino incrociano spesso, in chiesa, per le strade, nell'ufficio postale, quelli di Fermina e questi le scrive interminabili lettere d'amore, preoccupando non poco la madre, alias Fernanda Montenegro, bravissima, con cui vive. Un giorno Florentino riesce ad intruffolarsi nel cortile dell'amata e, suonandole una serenata con il violino, si dichiara chiedendola in sposa. Fermina, prima restia, viene convinta dalla zia zitella di non perdere l'occasione della vita, e, quindi, dalla finestra, si promette in sposa. Il padre, sopraggiunto all'improvviso, monta su tutte le furie, caccia di casa la zia ma non riesce in alcun modo nell'intento di far desistere i due giovani, ormai promessi sposi e innamorati persi. Armi e bagagli parte quindi all'improvviso con la sua carovana di muli, inseguito da un disperato Florentino che mai si riprenderà. Sua madre, come cura, chiede allo zio facoltoso, l'ottimo Hector Elizondo, (non ricco, ma povero con i soldi - frase spesso usata nella vita reale da Marquez) di trovare un nuovo lavoro al nipote, il più lontano possibile, dove neanche c'è la posta. Questi, presidente della compagnia dei Caraibi, lo spedisce a La Villa, in un viaggio fluviale di 3 settimane, durante il quale finalmente Florentino perderà la verginità, tenuta gelosamente in serbo per l'amata, in una scena grottesca e divertente. Quell'esperienza gli apre così il mondo del piacere ed inizia quindi a tenere un diario che, alla fine, conterà oltre 600 avventure con donne diverse. L'unica di cui si innamorerà, però, la signora delle colombe, verrà brutalmente sgozzata dal gelosissimo marito, una volta scoperto il tradimento. La scena d'amore tra i due, nella barca privata di Florentino, con l'odore di trementina è veramente bellissima e forse il momento più coinvolgente del film. Nella Colombia di fine 800 imperversa poi la guerra civile ed il colera. Fermina, ammalatasi, riceve la visita del medico, interpretato da Benjamin Bratt, che gli diagnostica però una banale gastroenterite, con sollievo di tutti. Questi, affascinato dalla sua bellezza, ottiene il permesso del padre a scriverle e poi a frequentare la figlia, che presto diventerà la sua sposa, donandogli poi parecchi figli. Il ventesimo secolo è iniziato e Florentino prende il posto del vecchio zio, ritiratosi, e diventa il presidente della compagnia. I due innamorati ormai settantenni, una infelice per la scelta sbagliata, che si trova anche a far fronte al tradimento del marito, l'altro diventato suo malgrado facoltoso single donnaiolo, ma sempre innamorato perso di lei, si rivedono dopo la morte del marito. Prima rifiutato bruscamente (la scena iniziale del film), Florentino riesce poi ad avvicinare l'orgogliosa Fermina dopo innumerevoli lettere da lei stracciate e cestinate, fondamentalmente per rabbia, per una vita sprecata con l'uomo sbagliato. Inizia così, finalmente, il coronamento del loro amore, dopo oltre 53 anni di attesa, in un viaggio fluviale, con una nave da sogno, diventata al ritorno privata, grazie alla badiera giallo-nera del colera, issata ad hoc per volere del presidente.
Il giovane Florentino è interpretato da Unax Ugalde e poi da Javier Bardem, mentre la povera Giovanna Mezzogiorno si trova a dover coprire il ruolo di Fermina da 18 a 75 anni, con visibile imbarazzo dei truccatori, che non riescono nel difficile intento. Il film è (molto) liberamente tratto dal capolavoro di Marquez, di cui non ha nè il pathos nè lo stile narrativo. La guerra ed il colera, ad esempio, sono qui appena accennati, mentre buona è la trasposizione in suoni ed immagini dell'amore dei nuovi Romeo e Giulietta. voto 6 su 10. Film comunque carino.
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great steven
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domenica 9 febbraio 2014
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film diligente e carente nella struttura narrativa
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L'AMORE AI TEMPI DEL COLERA (GB/USA, 2007) diretto da MIKE NEWELL. Interpretato da JAVIER BARDEM – GIOVANNA MEZZOGIORNO – BENJAMIN BRATT – JOHN LEGUIZAMO – CATALINA SANDINO MORENO – HECTOR ELIZONDO – LIEV SCHREIBER – FERNANDA MONTENEGRO § Tratto dal romanzo El amor en los tempo del colera (1985) di Gabriel García Márquez, dotato di pagine potenti e certamente non semplice da adattare sul grande schermo, ma lo sceneggiatore Ronald Harwood (Oscar per Il pianista) ha fatto del suo meglio per trasportare la ricchezza emotiva e inventiva del libro nelle scene, nei dialoghi e nei rapporti che incardinano il film su un genere melodico-popolare non troppo melenso e piuttosto gradevole, almeno a chi se ne intende.
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L'AMORE AI TEMPI DEL COLERA (GB/USA, 2007) diretto da MIKE NEWELL. Interpretato da JAVIER BARDEM – GIOVANNA MEZZOGIORNO – BENJAMIN BRATT – JOHN LEGUIZAMO – CATALINA SANDINO MORENO – HECTOR ELIZONDO – LIEV SCHREIBER – FERNANDA MONTENEGRO § Tratto dal romanzo El amor en los tempo del colera (1985) di Gabriel García Márquez, dotato di pagine potenti e certamente non semplice da adattare sul grande schermo, ma lo sceneggiatore Ronald Harwood (Oscar per Il pianista) ha fatto del suo meglio per trasportare la ricchezza emotiva e inventiva del libro nelle scene, nei dialoghi e nei rapporti che incardinano il film su un genere melodico-popolare non troppo melenso e piuttosto gradevole, almeno a chi se ne intende. La regia del neozelandese Newell guida i personaggi in questo mondo ovattato, sghembo e particolare con la sufficiente e operosa maestria di un cineasta medio che sa come rendere nelle immagini cinematografiche il pensiero e le sensazioni di un eccelso romanziere. Anche se narrativamente il film è un disastro, nel senso che si sovrappongono tempi e immagini in un crocevia di azioni e atti che rimane piuttosto confuso e impastoiato per via di una mancanza pressoché grave di sincronia narrativa, esso raggiunge il suo obiettivo, cioè lo porta avanti e lo conclude: si tratta della riconciliazione e dell’avvicinamento finale di Florentino Aziza con Fermina Daza, dopo 51 anni, 9 mesi e 4 giorni da che i due personaggi si conoscono, e dopo che il protagonista maschile si è portato a letto 622 donne, meticolosamente archiviate in plichi di fogli. L’amore vissuto e troppo a lungo trattenuto di J. Bardem (doppiato dal consueto ed eccezionale Roberto Pedicini, che si fa sostituire nell’adolescenza dal colombiano Unax Ugalde) è al centro di questa storia avvincente seppure narrata alla carlona, come ho già specificato, dove G. Mezzogiorno (che passa con agevolezza invidiabile dai venti ai settantadue anni, sottoponendosi a ore massacranti di trucco in sala) sposa il dottor Juvenal Urbino (B. Bratt), che cerca di debellare con la sua arte medica il cruccio terribile e incombente del colera, malattia che attanaglia numerose famiglie nell’arco di tempo della storia che comincia nel 1879 e finisce nel 1930. Musiche sognanti e apprezzabili di Antonio Pinto, fotografia in filigrana finissima del brasiliano Alfonso Beato e scenografia fedele e curiosa del tedesco Wolf Kroeger. Un film che avrebbe potuto sfiorare gli apici del capolavoro, ma che purtroppo rimane imbavagliato nell’intreccio troppo sovrapposto e disordinato, benché i contributi tecnici e le interpretazioni mostrino un valore che va assolutamente e positivamente considerato.
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edienne
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mercoledì 22 maggio 2013
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critica severa
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Ho visto il film in TV il 21 maggio 2013. Ho travato decente la recitazione di Bardem benché monotona; triste quella di Mezzogiorno poiché è limitata ai movimento dello sguardo e da una perpetua assenza di partecipazione. Infelice la sceneggiatura, troppo artificiosamente datata
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enniob
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martedì 24 luglio 2012
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discreto
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Il libro non l'ho letto... ma presumo sia stato tagliato molto dalla versione cartacea. Quello che mi ha stupito è Shakira (pop star che ho sempre ripudiato), i pezzi che ha cantato per il film sono bellissimi, in Pienso en ti canta con un'espressività che non le attribuivo... sorprendente.
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michela papavassiliou
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martedì 24 luglio 2012
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un capolavoro mancato
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Tratto dal romanzo di Gabriel Garcia Marquez "l'amore ai tempi del colera"e' un film americano del 2007. Ambientato agli inizi di un Novecento, per la regia di Mike Newell, racconta il desiderio lungo una vita, di un uomo e del suo cuore, in un tempo martoriato dalle passioni e dal colera. "Il mio amore e' sconfinato ed eterno come l'oceano", dice il giovane telegrafista Florentino Ariza, magicamente interpretato da un intenso Javier Bardem.
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Tratto dal romanzo di Gabriel Garcia Marquez "l'amore ai tempi del colera"e' un film americano del 2007. Ambientato agli inizi di un Novecento, per la regia di Mike Newell, racconta il desiderio lungo una vita, di un uomo e del suo cuore, in un tempo martoriato dalle passioni e dal colera. "Il mio amore e' sconfinato ed eterno come l'oceano", dice il giovane telegrafista Florentino Ariza, magicamente interpretato da un intenso Javier Bardem. "Dea Incoronata tu sei come il mattino, mi fai rinascere ogni giorno"scrive il giovane a Fermina Daza, una splendida Giovanna Mezzogiorno, vista e subito amata pazzamente.Ostaggio di un padre-padrone, diverra' da subito un meraviglioso quanto imperdibile miraggio per il povero protagonista. La distanza dapprima sembra alimentare il sentimento amoroso, ma presto la ragazza si rendera'conto che questo effimero legame fatto di lettere, telegrammi e sguardi, e' solo un'illusione. Fermina siammala e al suo capezzale viene chiamato il Dr. Urbino. Sfatato il dubbio che possa trattarsi di colera, tra la paziente ed il medico nasce lentamente una reciproca attrazione, questa volta caldamente approvata dal padre della giovane, rustico uomo, venditore di muli, che vede nel matrimonio della figlia, rimasta orfana di madre giovanissima, la sua fortuna. "Vi trovo come un boccino di rosa, amate la musica?"Chiede l'uomo alla bella ed ingenua paziente, nel corso della prima visita di controllo. A questa seguira' presto un corteggiamento. Intanto per il primo pretendente non c' e' pace. "La fiamma dell'amore e' in me ed io ardo irrimediabilmente". Si dispera l' innamorato Florentino, solo ed abbandonato. La madre, preoccupata per il figlio , cerca di farlo uscire dalla sua pena d'amore mettendogli direttamente in camera la povera vedova Nazareth, rimasta senza casa. Ariza scopre cosi i piaceri della carne. Seguiranno una serie di accoppiamenti col gentil sesso che consoleranno l' uomo, facendogli quasi credere di essere guarito dal suo lacerante sentimento per Fermina, nel frattempo andata in sposa all' impavido dottore. Florentino non si dara' per vinto e chiedera' infine un lavoro importante al facoltoso zio, per cercare di impressionare e conquistare la donna, diventando cosi dirigente della Compagnia Fluviale dei Caraibi. "Sarei stata piu' felice con lui"si dice un giorno Fermina, ormai donna matura, dopo anni di tiepida vita matrimoniale, osservando Florentino da lontano. Vola un ombrellino rosso sulla strada polverosa, e' il nuovo destino che attende Ariza, cosi nasce l'incontro con l'avvenente Olimpya, moglie di un venditore di stoviglie al mercato. La donna gli regalera' una colomba, che lui prontamente usera' per un serrato corteggiamento. "Ho assediato la cittadella "dira' tra se' e da amante in fuga si riinnamorera' finalmente. La ragazza verra' pero' uccisa per gelosia dal marito. Il destino del protagonista e' dunque amare sempre e solo Fermina. Urbino nel frattempo non riesce a rendere felice la donna. Le dice "La cosa importante nel matrimonio non e' la felicita' ma la stabilita'". Il legame dei due viene presto offuscato dal tradimento. Fermina scopre che il marito ha una relazione extraconiugale stabile con una paziente. Li vede il giorno in cui lui , per salvare il rapporto coniugale, la lascia. E' una donna di colore dal vestito color porpora. Fermina ne rimane profondamente addolorata. Intanto Florentino si annota , sul taccuino delle conquiste femminili di consolazione, piu' di 600 nomi. Celebre la sua frase"Ilmio cuore ha piu' stanze di un bordello". 51 anni, 9 mesi e 4 giorni sara' l' attesa di Ariza prima di comunicare a Fermina, proprio il giorno del funerale del marito Urbino, il suo eterno amore. "Solo l'aspetto fisico ha un'eta' reale, lo spirito rimane quello" scrive per cercare di riconquistare la settantenne tanto amata. "Non abbiamo niente in comune a parte i ricordi" sara' una delle prime algide risposte della donna al suo corteggiatore. Infine la tenacia di Florentino sara' premiata ed egli riuscira' a conquistare senza riserve il cuore della donna, in una lunga e tardiva luna di miele a bordo di un battello in navigazione sul fiume. Raggiungera' cosi la tanto agoniata felicita' dicendo soddisfatto "Ho scoperto che e' la vita e non la morte a non avere confini".'Film dalle calde atmosfere caraibiche, 138 minuti, che potevano cucire la trama di una pellicola cult, ma purtroppo, scivolando su schemi preconfezionati da botteghino, non riescono a fare centro. MP
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