Advertisement
Con Beowulf il cinema si arricchisce di potenzialità espressive

Finalmente un film in 3D che è cinema prima di essere un oggetto stupefacente.
di Gabriele Niola

Le risorse del cinema 3D

giovedì 15 novembre 2007 - Making Of

Le risorse del cinema 3D
Che cosa chiediamo ad un film quando ci sediamo al cinema o davanti al televisore? Sono tante le possibili risposte ma probabilmente molte vertono intorno al concetto di vedere qualcosa di nuovo (sia a livello di trama che di forma), cosa che è la più difficile da far accadere. E Beowulf di Robert Zemeckis sicuramente ci riesce.
Non si tratta soltanto dell'applicazione massiccia della tecnica del performance capture per la realizzazione di un film totalmente animato (il più simile possibile ad un film dal vivo), quello è semmai il livello più superficiale di novità. Ma è l'uso che un maestro del cinema, un artista con una visione complessa e personale del mezzo è riuscito a fare di un mezzo espressivo nuovo.
Beowulf, più in là di Polar Express, di Final fantasy, di Monster house e di qualsiasi film che in precedenza abbia fatto uso del motion o performance capture per animare i personaggi, o che abbia cercato una via realistica per l'animazione, porta il cinema in questo tipo di sperimentazione, porta idee e novità di linguaggio.
In sostanza l'ultimo film di Zemeckis utilizza strumenti nuovi in modo nuovo sfruttando le nuove possibilità non per stupire (facile tentazione quando si ha in mano una tecnologia nuova), ma per raccontare meglio, oltre le possibilità del cinema dal vero.
Non si può dimenticare inoltre come Beowulf costituisca ad oggi il più imponente sforzo distributivo in 3D mai tentato. Il film uscirà in almeno 1.000 sale attrezzate per la proiezione in tre dimensioni (in Italia ne abbiamo 8, tutte in piccoli centri). Per l'occasione non c'è stato nessun accordo di esclusiva e il film sarà distribuito in Real D, come in Imax 3D e Dolby Digital 3D, standard solitamente rivali. Solo in questo modo infatti si possono raggiungere le 1.000 sale.

Adattare un poema epico vecchio di secoli per un film di due ore
La storia di "Beowulf" non è semplice da narrare in un film, perchè è passata nel corso dei secoli attraverso manipolazioni, perdite di parti dei capitoli e contaminazioni da parte di diverse religioni (principalmente il cristianesimo e quelle pagane). Il risultato è un polpettone eterogeneo per molto tempo ritenuto inferiore a qualsiasi altro poema epico ("Odissea" e "Iliade" in primis). Solo nel XX secolo J.R.R. Tolkien (che prima di essere romanziere era studioso di letteratura inglese) l'ha riabilitato criticamente dandogli dignità e spiegandone la grandezza e l'epica.
Fare un film da un testo così eterogeneo e in fondo poco chiaro ha necessitato di completare alcune parti con deduzioni arbitrarie, che sono la cifra della personalità degli autori della sceneggiatura, Neil Gaiman (gigante della letteratura post-moderna) e Roger Avary (che può vantare nel suo curriculum la coscrittura della sceneggiatura di Pulp fiction). La parte imputabile ai due autori è relativa ai legami che Beowulf stringe con la madre di Grendel, il mostro da lui sconfitto a inizio storia. Nel poema epico pervenutoci (suddiviso in tre atti) questi non erano chiari e non si comprendeva se Beowulf la uccidesse o meno. Gaiman e Avary hanno introdotto tematiche molto moderne (la perdizione umana causata dalla lussuria e l'eterno ripetersi delle maledizioni) senza che stonino con l'impianto classico, introducendo personalità in una narrazione altrimenti standard.

Il performance capture, un modo diverso di girare
Per Beowulf non si può più parlare di motion capture, è più opportuno usare il termine performance capture, come sottolinea lo stesso Zemeckis, un concetto più completo e complesso che coinvolge nel processo di cattura dei movimenti degli attori anche la varietà di espressioni facciali e di piccoli movimenti.
Tutta l'azione si svolge in una scatola invisibile chiamata "volume", un campo virtuale capace di contenere fino a 40 cineprese (virtuali) e rappresentato nella realtà da una stanza coperta da blue screen. Dunque si può dire in parole povere che il volume sia l'area in cui sono puntate tutte le cineprese virtuali, all'interno della quale quindi possono essere catturati i movimenti relativi ai volti e ai corpi.
Questo fonde le tradizionali tecniche usate per girare un film in un set reale con le potenzialità della computer graphic 3D, che costruisce un luogo virtuale in 3 dimensioni e poi consente alla macchina da presa di muoversi al suo interno in totale libertà.
Ma Zemeckis non ha voluto che i movimenti fossero decisi e impostati al computer, come viene spesso fatto. Al contrario la macchina da presa è manovrata da mani umane, quelle del direttore della fotografia Robert Presley. Spesso con questo tipo di tecnica la macchina da presa è agganciata al personaggio in maniera irreale: "In Beowulf invece", spiega Zemeckis, "la macchina da presa, come nei film ordinari, è sempre leggermente dietro al soggetto, si muove sempre un po' ed è in un certo senso in ritardo".

Il performance capture, un modo diverso di recitare
"Quando giri un film in performance capture puoi avere due tipi di cast, uno per la performance e uno per la somiglianza, il che significa che puoi effettivamente separare l'aspetto di un personaggio dall'attore che lo impersona prestandogli i movimenti". Con queste parole Steve Starkey, produttore del film, spiega in maniera semplice come il performance capture dia nuove possibilità agli attori e alle loro performance.
Non c'era nessuno che somigliasse all'idea che gli autori avevano per Beowulf (un omone di un metro e novanta con lineamenti vagamente cristologici), ma Ray Winstone era perfetto per atteggiamento e voce, anche se è alto un metro e settanta e ha un po' di pancia. Tuttavia il risultato è una perfetta performance e la creazione di un personaggio che prende il meglio dall'attore che lo impersona senza essere limitato dalle sue inadeguatezza fisiche. Lo stesso dicasi per la creazione di personaggi inesistenti come i demoni.
Lo stesso Zemeckis spiega come "gli attori vengono liberati dalla tirannia di un film ordinario, con i problemi delle luci, delle posizioni della cinepresa, dei capelli o dei costumi. È una performance allo stato puro e i grandi attori di questo film lo apprezzano".
In questo infatti girare Beowulf è stato più simile a recitare a teatro che al cinema, poiché la scena una volta fatta bene non necessitava di essere ripetuta per essere inquadrata da altre angolature; quello sarebbe stato fatto in postproduzione impostando diversi punti di inquadratura per la medesima performance.

Gallery


{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati